b)
Preparazione immediata
«Prima di pregare, disponi l’anima tua» (Eccl.
18, 23). Immediatamente prima della Messa e ad ogni ripresa del Breviario, farò
un atto calmo ma energico di raccoglimento per distogliermi da tutto ciò che
non si riferisce a Dio e per fissare la mia attenzione in Lui. Colui al quale
sto per parlare è Dio.
Ma egli è anche mio Padre. A quel timore
reverenziale che prova perfino la Regina degli Angeli quando parla al suo
divino Figlio, io unirò la spontanea ingenuità che dà un animo di fanciullo
anche al vecchio che si rivolge alla Maestà infinita.
Tale atteggiamento semplice e ingenuo dinanzi al
Padre mio, rifletterà schiettamente la mia convinzione di esser unito a Gesù
Cristo e di rappresentare la Chiesa, quantunque indegnamente, e rifletterà
anche la certezza di avere gli Spiriti della Milizia celeste come compagni
della mia preghiera: «Alla presenza degli Angeli inneggerò a Te» (Ps. 137).
Questo, anima mia, non è più per te il tempo di
ragionare o di pensare, ma di tornare con un animo di bambino. Quando eri
appena giunto all’età della ragione, accettavi tutto quanto di diceva tua madre
come espressione di un’assoluta verità. Con la stessa semplicità ed ingenuità,
devi ora ricevere da tua Madre, la Chiesa, quanto ti presenta come alimento
della tua fede.
Com’è indispensabile questo ringiovanimento
dell’anima! Quanto più mi farò un’animo di fanciullo, tanto più approfitterò
dei tesori della Liturgia, mi lascerò penetrare dalla poesia che ne promana, ed
in uguale misura progredirà in me lo spirito liturgico.
Allora la mia anima entrerà facilmente in
adorazione e ci resterà durante la funzione (cerimonie, Breviario, Messa,
Sacramenti, eccetera) alla quale prendo parte in qualità di membro o
ambasciatore della Chiesa, o come ministro di Dio.
Dal mio modo di avviare l’adorazione dipendono
in gran parte non solo il profitto e il merito dell’atto liturgico, ma anche le
consolazioni che Dio lega alla sua perfetta esecuzione e che devono sostenermi
nelle fatiche apostoliche.
Voglio dunque adorare; con uno slancio della mia
volontà, per rendere a Dio quest’omaggio, voglio unirmi alle adorazioni
dell’Uomo-Dio; più che sforzo della mente, sarà uno slancio del cuore.
Lo voglio con la vostra grazia, o Gesù; e questa
grazia la chiederò ad esempio mediante il «Deus in adiutorium» nel Breviario, e
recitando diligentemente l’"Introibo" nella messa.
Lo voglio; e quello che Voi esigete da me è
appunto questo volere filiale ed affettuoso, forte ed umile, unito al vivo
desiderio del vostro aiuto.
Se ottengo che la mia intelligenza presenti alla
fede begli orizzonti, oppure che la mia sensibilità le offra qualche pia
emozione, la mia volontà se ne avvantaggerà per adorare con più facilità. Ma mi
ricorderò sempre del principio per cui l’unione con Dio sta, in ultima analisi,
nella parte superiore dell’anima, nella volontà. E quand’anche la sua sorte
consistesse in tenebre ed aridità, restando fredda e secca, questa facoltà
prenderà il suo slancio appoggiandosi unicamente sulla fede.
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