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Dom Jean-Baptiste Gustave Chautard
Anima di ogni Apostolato

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  • IV. La custodia del cuore, chiave di volta della vita interiore e perciò essenziale per l’apostolato
    • 1. Necessità della custodia del cuore
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1. Necessità della custodia del cuore

Mio Dio, voi siete la Santità stessa e quaggiù ammettete alla vostra intimità un’anima solo nella misura in cui essa si applica per distruggere o evitare tutto ciò che può macchiarla.

Pigrizia spirituale nell’innalzare il mio cuore a voi, affetto disordinato per le creature, asprezze ed impazienze, rancore, capricci, mollezza, ricerca delle comodità, facilità a parlare (senza giusta ragione) dei difetti altrui, dissipazione, curiosità senza alcun rapporto con la gloria di Dio, pettegolezzi, loquacità, giudizi vani e temerari sul prossimo, vana compiacenza di sé,  disprezzo per gli altri, critica della loro condotta, ricerca della stima e della lode, sfoggio di ciò che torna a proprio vantaggio, presunzione, ostinazione, gelosia, mancanza di rispetto all’autorità, mormorazioni,  mancanza di mortificazione nel bere e nel mangiare, eccetera... che formicaio di peccati veniali, o almeno d’imperfezioni volontarie, può invadermi e privarmi delle abbondanti grazie che mi avete riservato da tutta l’eternità!

Che mai saranno la meditazione e la vita liturgica, se non mi portano progressivamente a mantenere la mia anima tanto raccolta da poter vegliare anche contro le mancanze di mera fragilità, se non mi aiutano a rialzarmi con prontezza ogni volta che la mia volontà comincerà a cedere, se non m’incitano in certi casi ad impormi una sanzione?

Se manca la custodia del cuore, io posso paralizzare la vostra azione in me, o Gesù! Le Messe, le Comunioni, le confessioni, gli altri esercizi di pietà, la speciale protezione della divina Provvidenza per la mia eterna salvezza, la sollecitudine del mio Angelo custode, perfino la vostra stessa materna vigilanza su di me, o Madre Immacolata, tutto può essere paralizzato e reso sterile per colpa mia.

Se manco di buona volontà nell’impormi quella violenza alla quale alludete, o Gesù, con quelle parole – «sono i violenti a conquistarselo» (Mt. 11, 12) – Satana cercherà senza posa di sorprendere il mio cuore per traviarlo ed indebolirlo, e giungerà fino a pervertire la mia coscienza con l’illusione.

Alcune cadute che tu, o anima mia, ritieni essere dovute a mera fragilità, forse agli occhi di Dio sono già di più grave natura. Come potresti affermare il contrario, se tu non pratichi l’esercizio della custodia del cuore e non tendi a realizzare il programma di consacrare a Gesù l’intenzione di ogni azione?

Senza questa risoluzione della custodia del cuore, non solo mi vado accumulando tremende e lunghe espiazioni per il Purgatorio, ma, seppure evito ancora il peccato mortale, sono sulla china che mi ci porta fatalmente. Non ci pensi, anima mia?




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