4. Come s’impara
la custodia del cuore
Io gemo nel vedere che, durante il mio lavoro,
resto estraneo alla presenza di Dio per lunghi intervalli di tempo; gemo nel costatare
che, durante questo tempo di vita esteriorizzata, mi sfuggono molte mancanze.
Qualunque sia lo stato dell’anima mia –
mescolanza di fervore e imperfezioni oppure evidente tiepidezza – voglio
incominciare da oggi a rimediarvi esercitandomi nella custodia del cuore.
Durante la mia orazione mattutina determinerò,
ma risolutamente e chiaramente, un momento del mio lavoro nel quale, pur
compiendo con ardore l’opera voluta da Dio, mi sforzerò di vivere il più
perfettamente possibile di vita interiore, di custodia del cuore, cioè di
vigilanza sotto il vostro sguardo, o Gesù, ricorrendo a voi come se avessi
fatto voto di scegliere il più perfetto.
Cominciando con non più di cinque minuti, al
mattino e alla sera (64), punterò più alla perfezione di questo esercizio che
non alla sua durata; mi sforzerò di compierlo sempre meglio e di agire in mezzo
al lavoro, anche e soprattutto se assorbente, imitando i santi nella purezza
d’intenzione, nella custodia del cuore in tutte le mie facoltà, nella
generosità di condotta, insomma agendo come avrebbe fatto Gesù stesso, se
avesse compiuto l’identico lavoro.
Questo sarà un tirocinio di vita interiore
pratica; sarà una reazione alla mia abitudine di dissiparmi e di svagarmi. Io
desidero Gesù, voglio il suo Regno e voglio che esso continui in me, durante il
tempo delle occupazioni esteriori. Non voglio più che l’anima mia sia come un
corridoio aperto a tutti i venti mettendosi nell’impossibilità di vivere unita
a Gesù, ma voglio anzi che sia vigilante, supplicante e generosa.
In quel breve momento il mio occhio, senza
sforzo ma con precisione, vigilerà sulle diverse intenzioni della mia anima,
che non si perdonerà nulla. La mia buona volontà sarà a sua volta ardentemente
decisa a non risparmiare nulla per vivere con perfezione durante quel breve
intervallo. Il mio cuore, da parte sua, sarà risoluto a ricorrere con frequenza
al Signore per mantenersi in questo esercizio di santità.
Questo esercizio sarà franco, cordiale e
compiuto con espansione di animo. Per mantenermi alla presenza di Dio e negare
alle mie facoltà ed ai miei sensi tutto ciò che sa di naturale, mi saranno
certamente necessarie la vigilanza e la mortificazione. Ma non mi accontenterò
di questa parte privativa. Mirerò soprattutto a temprare questo esercizio in
una intensa carità che dia alle mie azioni tutta la loro perfezione e tutto il
loro valore, facendomi compiere con la massima cura l’ «age quod agis»,
dapprima con la purezza d’intenzione e poi con un ardore, una impersonalità ed
una generosità sempre crescenti.
Nell’esame generale della sera (o a quello
particolare, se prendo come argomento questo esercizio) farò una rigorosa
analisi di tali momenti di custodia del cuore più stretta, incondizionata e
fatta presso Gesù. Durante questo esercizio di custodia del cuore, cioè di vita
interiore unita alla vita attiva, se avrò constatato di non essere stato
abbastanza vigilante, fervente, supplichevole, amante, allora m’imporrò per
punizione una piccola penitenza: anche solo la privazione di un po’ di vino o
di frutta, senza farmi notare, oppure una breve preghiera a braccia in croce, o
qualche colpo di riga o d’un oggetto duro sulle dita.
Che meravigliosi risultati produrrà questo
esercizio! Che scuola di custodia del cuore! Che nuove vedute su peccati ed
imperfezioni di cui prima non sospettavo nemmeno l’esistenza!
Quest’istanti benedetti a poco a poco
irraggeranno virtualmente su quelli che li seguiranno. Tuttavia li prolungherò
solo se avrò quasi esaurito quanto posso intravedere dell’orizzonte di santità,
di perfezione d’esecuzione e d’intensità d’amore.
Più che alla durata, mirerò alla qualità. E la
mia aspirazione a non limitarmi a pochi minuti si accentuerà nella proporzione
in cui avrò visto più esattamente quel che io sono e ciò che Voi attendete da
me, o Gesù. A poco a poco, familiarizzandomi con questo salutare esercizio, ne
contrarrò il bisogno, ne acquisterò l’abitudine e Voi scoprirete all’anima mia,
così purificata, i segreti della vita di unione con Voi.
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