5. Condizioni
della custodia del cuore
La trama della mia vita è quasi tutta più o meno
macchiata. E’ proprio da questa convinzione, dalla quale Satana cerca
distrarmi, che nasce la diffidenza verso me stesso e verso le creature. Questo
fattore, innestato sul mio desiderio di appartenere a Gesù, produrrà
necessariamente:
– vigilanza sincera, esatta, dolce, calma,
fiduciosa nella grazia e basata sulla repressione della dissipazione e degli
eccessi della premura naturale;
– rinnovamento frequente delle mie riflessioni;
– ricominciamenti continui, pieni di fiducia
nella misericordia di Gesù verso l’anima che lotta veramente per arrivare alla
custodia del cuore;
– certezza crescente di non combattere da solo
ma unito a Gesù che vive in me, a Maria mia Madre, al mio Angelo custode e ai
Santi;
– convinzione che questi potenti alleati mi
assistono in ogni istante purché io mantenga questa custodia del cuore e non mi
allontani dalla loro assistenza;
– ricorso cordiale e frequente a tutti questi divini
soccorritori, affinché mi aiutino a fare «ciò che Dio vuole» e a farlo «nel
modo che vuole» e «perché lo vuole».
Oh, come si trasformerà la mia vita, o Gesù, se
io conserverò il mio cuore unito a Voi! La mia intelligenza potrà essere
interamente applicata all’azione in corso; ma voglio giungere ad effettuare in
me, anche nelle occupazioni più assorbenti, ciò che ho potuto constatare in
anime estremamente occupate il cui cuore tuttavia non cessava di respirare in
Voi.
Se ho ben compreso cosa sia la custodia del
cuore, il respiro dell’anima mia nell’atmosfera di amore che siete Voi, o Gesù,
ben lungi dal diminuire la libertà d’azione necessaria alle mie facoltà per
compiere i doveri del mio stato, non farà anzi che aumentarla, rendendo la mia
vita serena, illuminata, forte e feconda.
Invece di essere lo schiavo del mio orgoglio,
del mio egoismo o della mia pigrizia, invece di gemere sotto la schiavitù delle
passioni e delle impressioni, io diventerò sempre più libero. E di questa mia
perfezionata libertà potrò farvi, o mio Dio, frequenti omaggi di sottomissione.
Così mi stabilirò nella vera umiltà, fondamento senza il quale la vita
interiore non sarebbe che inganno; così svilupperò in me quello spirito
fondamentale della sottomissione – «submissio ad Deum» – che riassume tutta la
vita intima del Salvatore64.
Col partecipare alla fiamma d’amore che vi rese,
o Gesù, sempre così attento e docile alla volontà del Padre vostro, io meriterò
di partecipare in Cielo a quella gloria di cui gioisce la vostra umanità in
ricompensa della sua ammirabile dipendenza di umiltà e d’amore: «Cristo si fece
obbediente fino alla morte (...), perciò Dio lo ha esaltato» (Fil. 2, 9).
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