«Mai consentire
a un moto di ebbrezza di sé, per quanto piccolo sia»
A questo proposito, mi ricordo di un episodio
molto significativo che mi capitò in un giorno solenne all’Assemblea Costituente,
insediata in quei tempi a Rio de Janeiro, nel Palazzo Tiradentes.
Le automobili che portavano i deputati dovevano passare davanti a una fila
di soldati schierata lungo la via che conduceva all’entrata dell’edificio.
Quando l’automobile in cui mi trovavo – da solo, in frac e cilindro – apparve
all’inizio della via, un ufficiale diede ordine di presentare le armi.
Lentamente, la mia vettura passò in mezzo a quei soldati con le armi alzate. In
quel momento, provai una tendenza a inebriarmi di quell’omaggio, perché sono
sempre stato un grande ammiratore degli onori militari, ritenendoli i più
adatti a celebrare la grandezza di un uomo. Mi sentì inclinato a compiacermi di
essere fatto oggetto di quegli onori... Nello stesso momento, però, la grazia
risvegliò nella mia anima questo pensiero: «E dom Chautard?...»
Allora riflettei: «Devo reprimere immediatamente
questo moto d’animo, non guardare il plotone che mi sta presentando le armi
e chiedere aiuto alla Madonna». Immediatamente deviai lo sguardo verso il lato
opposto, facendo il proposito di ignorare qualsiasi onorificenza, purché non
andasse a danno alla causa cattolica.
Ritengo che molti giovani, trovandosi in
situazioni analoghe, se non avranno letto L’Anima di ogni Apostolato, si
troveranno in grave rischio di perdersi, cedendo alla vanità. In questa materia
è necessario essere meticolosi e non consentire mai a un moto di ebbrezza di
sé, per quanto piccolo sia. Così, quando ci elogiano, ci applaudono o
riconoscono in noi qualche qualità, dobbiamo sforzarci di non badare a queste
lodi. Cerchiamo di essere umili con naturalezza, senza falsa modestia e senza
arroganza. Però con un timore maggiore di diventare orgogliosi che artificiosamente
umili: questi infatti godono di attenuanti e potrebbero quindi arrivare in
Cielo; ma i vanitosi troverebbero chiuse le soglie della beatitudine eterna...
Ecco alcune preziose lezioni che ho tratto dalla lettura dell’ammirevole
opera di dom Chautard.
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