Settima Verità
Devo seriamente temere di non avere il grado di
vita interiore che Gesù esige da me:
1) se tralascio di accrescere la sete di vivere
di Gesù, sete che mi dà il desiderio di piacere in tutto a Dio ed il timore di
dispiacergli in qualche modo. Ora questo avviene certamente se non faccio più
uso dei mezzi che sono la preghiera del mattino, la Messa, i Sacramenti e
l’Ufficio, gli esami di coscienza, particolare e generale, la lettura
spirituale, oppure se per mia colpa essi non m’apportano più alcun profitto;
2) se non ho più quel minimo di raccoglimento che
mi permetta, durante le mie occupazioni, di conservare il mio cuore in una
purità e generosità sufficiente perché non sia soffocata la voce di Gesù, che
mi mette in guardia dai fattori di morte che si presentano e m’invita a
combatterli. Questo raccoglimento mi verrà a mancare, se io non uso i mezzi
atti ad assicurarlo: e cioè vita liturgica, giaculatorie specialmente in forma
di supplica, comunioni spirituali, esercizio della presenza di Dio, ecc.
Se manca questo raccoglimento, i peccati veniali
verranno a pullulare nella mia vita, senza che nemmeno me ne renda conto. Per
nasconderli, o perfino per non lasciar trasparire uno stato ancor più
lacrimevole, l’illusione si servirà dell’apparenza di una pietà più speculativa
che pratica, dello zelo per le opere d’apostolato ecc. Il mio accecamento sarà
colpevole perché, con la mancanza del necessario raccoglimento, io ne avrò
posta e mantenuta la causa.
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