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Dom Jean-Baptiste Gustave Chautard Anima di ogni Apostolato IntraText CT - Lettura del testo |
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2. Pericolo per la salvezza Quante volte, purtroppo, nei ritiri da me diretti, ho potuto constatare che proprio quelle opere che avrebbero dovuto essere per i loro autori mezzi di progresso, divenivano strumenti di rovina dell’edificio spirituale! Un uomo d’azione che avevo invitato, nell’aprire un ritiro, ad esaminare la propria coscienza per ricercare la causa principale del suo infelice stato, si giudicò con esattezza dandomi questa risposta a prima vista incomprensibile: «E’ la mia dedizione che mi ha perduto! Le mie disposizioni naturali mi facevano provare gioie nel prodigarmi, felicità nel servire. Aiutato dal successo apparente delle mie imprese, Satana ha ben saputo mettere tutto in opera, durante molti anni, per illudermi, eccitare in me il delirio dell’azione, farmi provare disgusto per la vita interiore e alla fine attirarmi nell’abisso». Lo stato anormale, per non dire mostruoso, di quell’anima, si può spiegare con una sola parola. Quell’operaio di Dio, totalmente assorbito dalla soddisfazione di sfogare la propria attività naturale, aveva lasciato svanire la vita divina, questo divino calore che, se fosse stato conservato in lui, avrebbe fecondato il suo apostolato e preservata l’anima sua dal freddo glaciale dello spirito naturalistico. Egli aveva lavorato, ma tenendosi lontano dal sole vivificatore: «Magnae vires et cursus celerrimus, sed praeter viam»4. Così le opere, teoricamente sante, si erano ritorte a danno dell’apostolo come una pericolosa arma a doppio taglio che ferisce colui che non sa usarla. E’ proprio da questo pericolo che S. Bernardo mette in guardia il Papa Eugenio III scrivendogli: «Temo che in mezzo alle vostre innumerevoli occupazioni, di cui disperate di vedere la fine, voi lasciate indurire la vostra anima. Agirete con ben maggior prudenza se vi sottrarrete a queste occupazioni, anche solo per qualche tempo, piuttosto che permettendo ad esse di dominarvi e condurvi inevitabilmente, a poco a poco, dove non vorreste arrivare. Condurre dove?, mi chiederete. All’indurimento del cuore, vi rispondo. Ecco dove potranno trascinarvi queste maledette occupazioni, se ad esse continuerete, come all’inizio, ad abbandonarvici del tutto senza riservare nulla per voi stesso»5. Cosa mai può esserci di più augusto, di più santo del governo della Chiesa? C’è forse qualcosa di più utile per la gloria di Dio ed il bene delle anime? Eppure: «occupazioni maledette», grida san Bernardo, se finiscono con l’impedire la vita interiore di colui che vi si dedica. Che tremenda espressione questa: «occupazioni maledette»! Essa vale quanto un libro, tanto spaventa e costringe a riflettere. E quasi attirerebbe una protesta, se non fosse uscita dalla penna così precisa di un dottore della Chiesa, di un S. Bernardo. Capito |
4 «Grande spiegamento di forze, corsa rapidissima... ma fuori di strada!» (S. Agostino, Enarrationes in Psalmos, Ps. XXXI, trad. it. Esposizioni sui Salmi, Città Nuova, Roma 1993). 5 «En quo trahere te possunt hae occupationes maledictae, si tamen pergis, ut coepisti, ita te dare totum aliis nihil tui tibi relinquens» (S. Bernardo, De Consideratione, lib. II, cap. VI). |
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