Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Dom Jean-Baptiste Gustave Chautard
Anima di ogni Apostolato

IntraText CT - Lettura del testo

  • III. La vita interiore, base della santità dell’operaio apostolico
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

III. La vita interiore, base della santità dell’operaio apostolico

La santità altro non è che la vita interiore portata fino alla strettissima unione della volontà con quella di Dio. Ordinariamente e salvo un miracolo della grazia, quindi, l’anima non arriva a questo termine se non dopo essere passata, con molteplici e penosi sforzi, per tutti i gradi della via purgativa ed illuminativa. Si noti che è legge della vita spirituale che, nel corso della santificazione, l’azione di Dio e quella dell’anima seguano un cammino inverso: le operazioni di Dio vanno di giorno in giorno acquistando un ruolo sempre più considerevole, l’anima invece va agendo sempre meno.

Una è l’azione di Dio nei perfetti, un’altra nei principianti: meno appariscente in questi, essa soprattutto provoca e mantiene in loro la vigilanza e la supplica, offrendo a loro anche il mezzo d’ottenere la grazia mediante nuovi sforzi. Nei perfetti, invece, Dio agisce in maniera più completa e talvolta esige solo un semplice consenso che unisca l’anima alla sua azione soprannaturale.

Il principiante, come il tiepido e il peccatore, che il Signore vuole avvicinare a Sé, si sentono da principio portati a cercare Dio, poi a dimostrargli sempre più il desiderio che hanno di piacere a Lui, infine a gioire di tutte le provvidenziali occasioni in cui possono detronizzare l’amor proprio e stabilire al suo posto il regno del solo Gesù. In tal caso, l’azione di Dio si limita ad incitamenti e a soccorsi.

Nel santo, invece, quest’azione è molto più potente e più completa. In mezzo alle fatiche e alle sofferenze, saziato di umiliazioni o schiacciato dalla malattia, il santo non deve fare altro, per così dire, che abbandonarsi all’azione divina, senza la quale sarebbe incapace di sopportare le agonie che, secondo i disegni di Dio, devono terminare di maturarlo. Nel santo si realizzano pienamente quelle parole: «Dio ha sottomesso a sé ogni cosa affinché Dio sia tutto in tutti» (1 Cor. 15, 28). Egli vive talmente di Gesù che sembra di non vivere più per se stesso, come testimoniava l’apostolo Paolo: «Non son più io che vivo, ma è Cristo che vive in me» (Gal. 2, 20). E’ solo lo spirito di Gesù che pensa, decide e agisce. Certo, la divinizzazione è ancora lontana dal possedere l’intensità che avrà nella gloria, ma questo stato riflette già i caratteri dell’unione beatifica.

Vale la pena di dire che ben diversa è la condizione del principiante, del tiepido ed anche del semplice fervoroso? Al loro stato s’adatta tutta una serie di mezzi che possono d’altronde servire ugualmente all’uno come all’altro. Ma il principiante, simile ad un apprendista, troverà maggiore difficoltà, avanzerà più lentamente e, alla fine, otterrà minori risultati. Il fervoroso invece, come un operaio qualificato, lavorerà rapidamente e bene e, con minor difficoltà, otterrà maggiori risultati.

Però, di qualunque categoria di apostoli si tratti, le intenzioni della Provvidenza a loro riguardo rimangono invariabili: Iddio vuole che, sempre e per tutti, le opere siano un mezzo di santificazione. Mentre però l’apostolato non presenta alcun serio pericolo per l’anima giunta alla santità, non ne esaurisce le forze e anzi le fornisce abbondanti occasioni di crescere nella virtù e nei meriti, abbiamo invece visto con quanta facilità esso causi l’anemia spirituale e, di conseguenza, la retrocessione nella via della perfezione a quelle persone debolmente unite a Dio e nelle quali il gusto dell’orazione, lo spirito di sacrificio e soprattutto l’abitudine alla custodia del cuore sono poco sviluppati.

Tale abitudine, Dio non la rifiuta mai a una preghiera insistente e a prove reiterate di fedeltà. La diffonde senza misura nell’anima generosa che, ricominciando di continuo, ha trasformato a poco a poco le sue facoltà rendendole docili alle ispirazioni celesti e capaci di accettare con gioia contraddizioni e insuccessi, perdite e delusioni.

Esaminando sei caratteristiche principali, vediamo ora come la vita interiore, penetrando in un’anima, la stabilisce nella vera virtù.




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License