Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Dom Jean-Baptiste Gustave Chautard
Anima di ogni Apostolato

IntraText CT - Lettura del testo

  • III. La vita liturgica, sorgente di vita interiore e perciò di apostolato
    • 3. Spirito liturgico
      • Primo principio
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

Primo principio

Come membro della Chiesa, devo essere convinto che, quando partecipo da cristiano18 ad una cerimonia liturgica, io sono unito a tutta la Chiesa, non solo mediante la Comunione dei Santi, ma anche in virtù di una cooperazione reale ed attiva ad un atto di religione che la Chiesa, Corpo mistico di Gesù Cristo, offre a Dio come società; devo anche esser convinto che, per mezzo di tale unione, la Chiesa facilita maternamente la formazione della mia anima nelle virtù cristiane19.

La vostra Chiesa, o Gesù, forma una società perfetta i cui membri, strettamente uniti tra loro, sono destinati a formare una società ancor più perfetta e più santa: quella degli eletti.

Come cristiano, io sono membro di questo Corpo di cui Voi siete il Capo e la vita. Così Voi mi considerate, o divino Salvatore; e io vi procuro una gioia speciale quando, presentandomi a Voi, vi considero come mio Capo e considero me stesso come una pecorella di questo ovile di cui Voi siete l’unico Pastore e che racchiude nella sua unità tutti i miei fratelli della Chiesa militante, purgante e trionfante.

Il vostro Apostolo m’insegna questa dottrina che mi dilata l’anima ed allarga il mio spirito quando dice: «Come in un sol corpo noi abbiamo molte membra, così noi, sebbene molti, formiamo un unico corpo in Cristo e individualmente siamo l’uno membro dell’altro» (Rm. 12, 4-5). «Come il corpo – dice altrove – è uno ma ha molte membra, e tutte le membra del corpo, sebbene molte, formano un sol corpo, così è di Cristo» (1 Cor. 12, 12).

Questa è l’unità della vostra Chiesa indivisibile nel suo insieme e nelle sue parti, tutta intera nel suo insieme e tutta intera in ciascuna delle sue parti20, unita nello Spirito Santo, unita a voi, o Gesù, e, mediante questa unione, introdotta nell’unica ed eterna società del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo21.

La Chiesa è l’assemblea dei fedeli che, sotto il governo di una medesima autorità, sono uniti dalla medesima fede e dalla medesima carità, e tendono al medesimo fine, cioè all’incorporazione in Cristo, con i medesimi mezzi che si riassumono nella grazia, i cui canali ordinari sono la preghiera ed i Sacramenti.

La grande preghiera, il canale preferito della grazia, è la preghiera liturgica, la preghiera della Chiesa, più potente della preghiera dei privati ed anche delle associazioni, per quanto potenti e raccomandate dal Vangelo siano la preghiera individuale e quella associativa22.

Incorporato alla vera Chiesa, figlio di Dio e membro di Cristo per il Sacramento del Battesimo, io acquisto il diritto di partecipare agli altri Sacramenti, ai divini uffici, ai frutti della Messa, alle indulgenze ed alle preghiere della Chiesa; posso beneficiare di tutte le grazie e di tutti i meriti dei miei fratelli.

Per mezzo del Battesimo, io sono segnato da un carattere indelebile che mi deputa al culto di Dio secondo il rito della religione cristiana23. Per la consacrazione battesimale, io divengo membro del Regno di Dio e faccio parte della stirpe eletta, del regale sacerdozio, della nazione santa24.

Perciò io partecipo come cristiano al ministero sacro, benché in un modo remoto e indiretto, per mezzo delle mie preghiere, della mia parte di offerta, del mio contributo al sacrificio della Messa e alle funzioni liturgiche, moltiplicando i sacrifici spirituali con la pratica delle virtù, come raccomanda San Pietro, compiendo ogni cosa per piacere a Dio e unirmi a lui, e facendo del mio corpo un’Ostia viva, santa e gradita a Dio25. E’ questo che mi fate intendere, o santa Chiesa, quando dite ai fedeli per mezzo del sacerdote: «Pregate, fratelli, affinché il mio e vostro sacrificio...» Dice ancora il sacerdote nel Canone: «Ricordati, o Signore, di tutti i presenti, per i quali noi ti offriamo, od essi stessi ti offrono, questo sacrificio di lode». E poco dopo: «Accetta placato, o Signore, questa offerta della sottomissione nostra e di tutta la tua famiglia»26.

Invero la Sacra liturgia è talmente l’opera comune di tutta la Chiesa, cioè del sacerdote e del popolo, che il mistero di questa unità vi è sempre presente realmente per la forza indistruttibile della Comunione dei Santi proposta alla nostra fede dal Simbolo degli Apostoli. Il divino Ufficio e la Santa Messa, che sono la parte principale della Liturgia, non si possono celebrare senza che tutta la Chiesa vi sia associata e misteriosamente presente27.

Così nella Liturgia tutto si fa in comune, a nome di tutti, a vantaggio di tutti: tutte le preghiere vengono dette al plurale.

Da questo stretto legame, che unisce tutti i membri tra loro mediante la stessa fede e la partecipazione ai medesimi Sacramenti, nasce nelle anime quella carità fraterna che è il segno distintivo di coloro che vogliono essere imitatori di Gesù Cristo e camminare alla sua sequela: «Dall’amore che avrete gli uni per gli altri, conosceranno che siete miei discepoli» (Gv. 13, 35). E questo vincolo fra i membri della Chiesa si rafforzerà tanto più, quanto più essi parteciperanno, mediante la Comunione dei Santi, alla grazia ed alla carità del Capo che comunica a loro la vita soprannaturale e divina.

Tali verità sono il fondamento della vita liturgica e questa, a sua volta, mi ci riconduce continuamente.

Quale amore per voi, o santa Chiesa di Dio, accende nel mio cuore questo pensiero: io sono vostro membro, sono membro di Cristo! Quale amore m’infonde per tutti i cristiani, perché sono tutti miei fratelli e tutti insieme formiamo una sola cosa in Cristo! Quale amore per il mio divino Capo Gesù Cristo!

Nulla di ciò che vi riguarda potrebbe lasciarmi indifferente; sono triste se vi vedo perseguitata, mi rallegro nel conoscere le vostre conquiste e i vostri trionfi.

Quale gioia quando penso che, nel santificarmi, contribuisco ad accrescere la vostra bellezza e lavoro per la santificazione di tutti i figli della Chiesa, miei fratelli, ed anche per la salvezza della grande famiglia umana!

O Chiesa santa di Dio, per quanto dipende da me, voglio che voi diventiate più bella, più santa e più numerosa, poiché la bellezza del vostro insieme risulta dalla perfezione di ciascuno dei vostri figli, fusi in quella stretta solidarietà che fu l’idea principale della preghiera di Gesù dopo la Cena ed il vero testamento del suo Cuore: «Affinché siano una cosa sola! Affinché siano compiuti nell’unità!» (Gv. 17, 21, 23).

O Chiesa, Madre mia, quanta stima sento in me per la vostra preghiera liturgica! Essendo io vostro membro, essa è anche la mia preghiera, ma lo è soprattutto quando vi assisto o vi coopero. Tutto ciò che voi avete è mio e tutto quello che è mio vi appartiene.

Una goccia d’acqua da sé non è nulla; ma se è unita al mare, partecipa alla sua potenza ed alla sua immensità; altrettanto accade alla mia preghiera unita alla vostra. Agli occhi di Dio, per il quale tutto è presente ed il cui sguardo abbraccia il presente, il passato ed il futuro, essa fa una sola cosa con quel concerto di lodi che la Chiesa, dalla sua fondazione sino alla fine dei tempi, eleva al trono dell’Eterno.

Voi, o Gesù, volete che la mia preghiera sia, sotto certi aspetti, utilitaristica, bisognosa e interessata; ma, stabilendo l’ordine delle domande del Pater Noster, mi avete insegnato quanto desiderate che la mia pietà sia in primo luogo consacrata lodare Dio28 e che, lungi dall’essere egoista, gretta e isolata, mi faccia abbracciare nelle mie suppliche tutti i bisogni dei miei fratelli.

Con la vita liturgica, facilitatemi questa pietà elevata e generosa che, senza danno della lotta spirituale, dà a Dio, e largamente, la lode; pietà caritatevole, fraterna e cattolica che abbraccia tutte le anime e s’interessa di tutte le sollecitudini della Chiesa.

O Santa Chiesa, è vostra missione generare continuamente nuovi figli al vostro divino Sposo e di crescerli «fino alla misura della pienezza dell’età di Cristo» (Ef. 4, 13). Ciò vuol dire che avete ricevuto, e con abbondanza, i mezzi per raggiungere questo fine. L’importanza che attribuite alla Liturgia prova la sua efficacia per iniziarmi alla lode divina e sviluppare i miei progressi spirituali.

Nella sua vita pubblica, Gesù parlava «come uno che ha autorità» (Mt. 7, 29): così parlate anche voi, o Chiesa, Madre mia. Depositaria del tesoro della Verità, avete coscienza della vostra missione; dispensatrice del Sangue redentore, conoscete tutte le risorse di santificazione che il divino Salvatore vi ha confidato.

Voi non vi rivolgete alla ragione dicendole: «esamina, studia!», ma fate appello alla mia fede dicendomi: «Abbi fiducia in me! Non sono forse tua madre? Che altro desidero se non di vederti ogni giorno crescere nella rassomiglianza al divino Modello? Chi conosce il Cristo meglio di me, sua Sposa? Dove troverai meglio lo spirito del tuo Redentore, se non nella Liturgia, autentica espressione dei miei pensieri e dei miei desideri?»

Sì, o Madre santa ed amata, mi lascerò condurre e formare da voi con la semplicità e la fiducia di un fanciullo, dicendo a me stesso: «E’ con mia Madre che prego; sono le sue stesse parole ch’ella mette sul mio labbro per impregnarmi del suo spirito e trasfondere nel mio cuore i suoi sentimenti».

Con voi adunque, o Santa Chiesa, io gioirò: gaudeamus, exultemus; con voi gemerò: ploremus; con voi darò lode: confitemini Domino; con voi implorerò misericordia: miserere; con voi spererò: speravi, sperabo; con voi amerò: diligam. Mi associerò con ardore alle richieste che formulate nelle vostre ammirabili preghiere, affinché le salutari emozioni, che volete far sgorgare dalle parole e dai sacri riti, penetrino più profondamente nel mio cuore, lo rendano più docile alle ispirazioni dello Spirito Santo e arrivino a fondere la mia volontà con quella di Dio.




18 Il Sacerdote e perfino lo stesso Pontefice rivestono il carattere di semplici cristiani quando, senza esercitare alcuna funzione, assistono ad una cerimonia e ne sanno approfittare.



19 Comprendiamo meglio l’efficacia della Liturgia nel farci vivere della grazia e facilitarci la vita interiore, quando ci ricordiamo che ogni preghiera ufficiale, ogni cerimonia istituita dalla Chiesa possiede una forza d’impetrazione di suo irresistibile, «per se efficacissima». Qui infatti la potenza messa in atto per ottenere una certa grazia non consiste solo nell’atto individuale e nella preghiera isolata di un’anima per quanto ottimamente disposta, ma è anche il gesto della Chiesa che supplica con noi, è la voce della Sposa beneamata che rallegra sempre il cuore di Dio e che viene sempre in qualche modo esaudita.
Per riassumere questo in due parole, diremo che la forza d’impetrazione della Liturgia consta di due elementi: l’opus operantis dell’anima che utilizza il grande Sacramentale della Liturgia e l’opus operantis della Chiesa. I due atti, quello dell’anima e quello della Chiesa, sono come due forze che si uniscono e vanno con uno stesso slancio verso Dio.



20 «Ciascuno dei fedeli appare come una sorta di chiesa minore,  e quindi resta salva l’arcana unità del mistero, poiché anche un solo uomo riceve i sacramenti dell’intera redenzione dell’uomo» (S. Pier Damiani, Opus XI, cap. X; cfr: Opera omnia, Tompere, Paris 1663, 4 vv.).



21 S. Pier Damiani, citato da dom Adrien Gréa, La sainte Liturgie, Maison de la Bonne Presse, Paris 1909,  pag. 51.



22 S. Ignazio di Antiochia, Epistula ad Ephesios, n. 3 (trad. it. in: Aa.Vv., I padri apostolici, Città Nuova, Roma 1997). S. Alfonso de’ Liguori preferiva un’orazione del Breviario a cento preghiere private.



23 L’uomo viene insignito del carattere sacramentale affinché sia deputato al culto di Dio secondo il rito dellla cristiana Religione (Card. Louis Billot, De Ecclesia, Pontificia Universitas Gregoriana, Roma 1922, t. I, tesi II).



24 «Voi siete popolo eletto, regale sacerdozio, nazione santa» (1 Pt. 2, 9).



25 «...santo sacerdozio, per poter offrire a Dio ostie spirituali accettabili mediante Gesù Cristo (1 Pt. 2, 5). In questo senso Sant’Ambrogio dice: Tutti i figli della Chiesa sono sacerdoti; difatti veniamo unti per un santo sacerdozio» (In Lucam Evangelii commentaria, l. IV, n. 33; trad. it. Esposizione del Vangelo secondo Luca, Città Nuova, Roma 1997). «Come noi veniamo detti tutti cristiani, in forza del mistico crisma, così veniamo detti anche sacerdoti, perché siamo membra dell’unico Sacerdote Gesù» (Sant’Agostino, De civitate Dei, lib. XX, cap. X).



26 «Memento, Domine famulorum famularumque tuarum et omnium circumstantium, pro quibus tibi offerimus, vel qui tibi offerunt hoc sacrificium laudis. (...) Hanc igitur oblationem servitutis nostrae, sed et cunctae familiae tuae quaesumus, Domine, ut placatus accipias» (dal Canone della Messa Romana antica).
«Noi tutti offriamo in unione col Sacerdote, diamo il nostro consenso a tutto quello che fa e a tutto quello che dice. Che dice egli infatti? ‘Pregate, o fratelli, affinché il mio e il vostro sacrificio sia gradito davanti a Dio, Padre onnipotente’. E voi che cosa rispondete? ‘Il Signore lo accetti dalle tue mani’. Che cosa? ‘Il mio e vostro sacrificio’. Che dice ancora il sacerdote? ‘Ricordati dei tuoi servi per i quali ti offriamo...’. Ma è tutto qui? Egli aggiunge: ‘...oppure ti offrono questo sacrificio’. Offriamo perciò con Lui, offriamo Gesù Cristo; offriamo noi stessi con tutta la sua Chiesa Cattolica sparsa per tutto il mondo» (J. B. Bossuet, Meditazioni sui Vangeli, trad. it. Città Nuova, Roma 1979 - La Cena, I parte, LXIII giorno).



27 S. Pier Damiani, citato da dom A. Gréa, La Sainte Liturgie, cit., p. 51.



28 «L’uomo è stato creato al fine di lodare, amare e servire Dio, e mediante questo salvare la propria anima» (S. Ignazio, Esercizi Spirituali, principio e fondamento).
«Il fine nostro è il servizio del Signore ed è solo al fine di servirlo meglio che dobbiamo correggerci dei nostri difetti e acquistare le virtù: la santità non è che un mezzo di migliore servizio» (S. Pier Giuliano Eymard).






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License