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Dom Jean-Baptiste Gustave Chautard Anima di ogni Apostolato IntraText CT - Lettura del testo |
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«Senza il libro di Dom Chautard, io avrei perduto la mia anima» Esponendo la sua dottrina, dom Chautard indica come grandi indizi della santità specialmente la purezza e un’altra virtù, verso la quale avevo una certa incomprensione: l’umiltà. Benché io sapessi che si trattava di una caratteristica cristiana, e sebbene avessi letto nei Vangeli che Nostro Signore fosse stato infinitamente umile nella sua vita terrena, le persone che mi erano indicate come modelli di umiltà mi sembravano caricature di questa virtù. Provavo quindi difficoltà nel capirla. Questo problema si risolse con la lettura dell’opera di dom Chautard, la quale mi fece capire che l’umiltà è, fondamentalmente, la virtù per cui non cerchiamo di attribuire a noi stessi quel che appartiene a Dio. Quindi, se nel fare apostolato convertiamo qualcuno, dobbiamo ammettere che non siamo stati noi ad averlo fatto, bensì Nostro Signore Gesù Cristo, servendosi di noi. Un uomo può quindi essere un ottimo predicatore, un esimio oratore, un eccellente catechista, eccetera; ma egli non convertirebbe nessuno, se Dio non gli concedesse la sua grazia al riguardo. Da un’altra prospettiva, dom Chautard mette in rilievo che ogni uomo dev’essere umile nei confronti della persona che ha il diritto di comandargli; ha quindi l’obbligo di compiacersi nell’ubbidire al suo superiore, con rispetto, amore e sottomissione. Tutte queste disposizioni d’animo conducono alla santità, la quale costituisce il cuore del completo successo di ogni apostolato. Nella lotta quotidiana in cerca di questa perfezione, il libro di dom Chautard fu per me un preziosissimo aiuto. Senza di esso, io avrei semplicemente perduto la mia anima, per esempio quando fui eletto deputato federale. Infatti, a 24 anni, essere il parlamentare più giovane e più votato del Brasile, sul quale in quel momento erano puntati tutti gli occhi di tutti gli ambienti cattolici del Paese, poteva indurmi facilmente all’autocelebrazione, a pensieri di vanità: «Che gigante sono! Essere già riuscito, così giovane, ad impormi a tante migliaia di elettori! Che intelletto straordinario il mio!» , eccetera. Il risultato sarebbe stato inebriarmi di me stesso; e quando mi fossi trovato di fronte all’alternativa – o apostatare o rinunciare alla rielezione – avrei scelto l’apostasia. Allora, fu grazie agli insegnamenti di dom Chautard che potei mantenermi fedele in quella delicata fase della mia vocazione.
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