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Dom Jean-Baptiste Gustave Chautard Anima di ogni Apostolato IntraText CT - Lettura del testo |
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I Padri e i Dottori proclamano a gara questa dottrina Diceva sant’Agostino: «Prima di permettere alla sua lingua di parlare, l’apostolo deve elevare a Dio la sua anima assetata, per poter poi versare ciò che ha bevuto e diffondere quello di cui si è riempito»6. Prima di comunicare bisogna ricevere, scrisse san Dionigi7, e gli Angeli superiori non trasmettono agli inferiori se non quei lumi che hanno ricevuto in pienezza. Il Creatore ha stabilito questo ordine riguardo alle cose divine: chi ha la missione di distribuirle, deve parteciparvi per primo e innanzitutto riempirsi abbondantemente delle grazie che Dio vuol comunicare alle anime per suo mezzo. Allora, ma solo allora, gli sarà permesso di parteciparne agli altri. A tutti sono note le parole rivolte da San Bernardo agli apostoli: Se siete veramente saggi, siate serbatoi e non canali. «Se sei sapiente, dimostralo trasformandoti in un serbatoio e non in un canale»8. Il canale lascia scorrere l’acqua che riceve senza conservarsene una goccia; il serbatoio invece prima di tutto si riempie e poi, senza vuotarsi, riversa il sovrappiù, che sempre si rinnova, nei campi che rende fecondi. Ma quanti sono quelli che, dedicandosi alle opere, non sono altro che canali, restando secchi mentre si sforzano di fecondare gli altri cuori! «Molti canali ha oggi la Chiesa, ma purtroppo pochissimi serbatoi»9, aggiungeva con amarezza il santo abate di Chiaravalle. Ogni causa è superiore al proprio effetto: perciò è necessaria una maggior perfezione per poter perfezionare gli altri, che non per perfezionare solo se stessi10. Come la madre non può allattare suo figlio se non nella misura in cui ha alimentato se stessa, così i confessori, i direttori di anime, i predicatori, i catechisti e i professori devono prima essi stessi assimilare la sostanza di cui poi nutriranno i figli della Chiesa 11. Gli elementi di questa sostanza sono la verità e l’amore di Dio. Solo la vita interiore comunica la verità e la carità divine in modo da renderle veramente un nutrimento capace di dare la vita.
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6 S. Agostino, De doctrina christiana, p. I, cap. IV (trad. it. La dottrina Cristiana, Edizioni Paoline, Roma 1998). 7 S. Dionigi l’Areopagita, De coelesti hierarchia, cap. III (trad. it. La gerarchia celeste, Rusconi, Milano 1998). 8 S. Bernardo, Sermones in Cantica Canticorum, sermo XVIII (trad. it. Sermoni sul Cantico dei Cantici,Vivere-In, Roma 1990). 9 S. Bernardo, ibidem. 10 «E’ evidente che perché uno possa partecipare una qualche perfezione ad altri, è necessario possedere tale perfezione in maggior grado rispetto a chi si limita a viverla» (S. Tommaso d’Aquino, Opusculum de perfectione vitae spiritualis, trad. it in «Opuscoli spirituali», Edizioni Studio Domenicano, Bologna 1999). 11 «E’ necessario che il predicatore si sia prima imbevuto e nutrito, per poter poi alimentare gli altri» (S. Bonaventura da Bagnoregio, Illust. Eccl., Sermo XVII). |
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