- 46 -
Francisco M. Carrau, prima classe, 28 anni.
Francisco Carrau era il rampollo di una ricca famiglia
uruguayana che da almeno tre generazioni aveva dato vita ad una florida impresa
di importazioni. Era un ragazzo pieno di sé, orgoglioso e un poco arrogante: di
quelli, per capirci, che qualche volta dicono: “Lei non sa chi sono io”. A
ventott’anni era molto ricco e sedeva nel consiglio d’amministrazione della
società di famiglia – la Carrau & Co. di Montevideo. Tornava dall’Europa
accompagnato dal cugino – qualcuno dice il nipote – José Pedro, un
diciassettenne timido che non aveva mai visto il Vecchio mondo prima di quel
viaggio. Erano stati a Parigi, a Londra, a Madrid: Francisco s’era occupato di
affari e di belle donne, José di musei e monumenti. Quando infine s’imbarcarono
a Southampton, scoprirono che la loro cabina non era pronta – di più: che
nessuno sapeva con precisione quale fosse la loro cabina. Roba da matti: un
Carrau (anzi, due) senza cabina! Francisco, che non amava i contrattempi, pur
senza darlo a vedere era piuttosto alterato; si mantenne calmo, come si addice
ad un gentiluomo, e chiese di parlare immediatamente con un ufficiale. Fu
l’ultima volta che disse: “Lei non sa chi sono io”. Minacciò uno scandalo. Si
meravigliò per l’inescusabile inefficienza. Protestò. Chiese che subito si
trovasse una soluzione. E, in cuor suo, si ripromise di non prendere più, mai
più, un transatlantico della White Star. La cabina dei Carrau fu trovata,
sembra molto in fretta: non per questo, però, l’umore di Francisco migliorò.
Pare invece che stesse scherzando con il cugino la notte del naufragio. Il suo
corpo non fu ritrovato.
|