Charlotte Tate, seconda classe, 31 anni.

“Come potrò vivere senza di lui… Avrei preferito andarmene con lui, se non mi avessero strappato Madge avrei preferito restare e andarmene con lui. Ma l’hanno buttata nella scialuppa, e mi ci hanno spinto dentro, e lui era così calmo, e sapevo che mi voleva viva per Madge, che altrimenti sarebbe diventata orfana. L’agonia di quella notte non potrà mai essere raccontata”. Charlotte Tate, moglie di Harvey Collyer e madre della piccola Marjorie, convinse il marito ad emigrare in America – in Ohio, per essere precisi: perché lì si erano stabiliti degli amici – poiché soffriva di tubercolosi e il clima dello Hampshire non faceva più per lei. “A volte penso che abbiamo vissuto troppo l’uno per l’altra, ed è per questo che l’ho perduto”. Avevano un negozio a Bishopstoke, una drogheria: e tutti e due dedicavano il loro tempo libero alla parrocchia. Vendettero casa e negozio, e s’imbarcarono. “Sono sola con Madge. Mi è di conforto, ma non capisce ancora che suo padre è in cielo. Suo padre le mancherà”. Nell’Ohio avrebbero comperato una fattoria nella contea di Payette: gli amici li aspettavano. La contea di Payette è una grande valle verde, piena di sole e di campi e di pascoli: è un piccolo paradiso. “Oh mamma, non ho più nulla al mondo se non gli anelli che lui mi aveva regalato. Tutto ciò che avevamo è andato a fondo. Puoi mandarmi, cara mamma, un’ultima foto di noi due? Fanne una copia, te la pagherò più in là”. Charlotte rimase una settimana a New York, poi si decise a partire per l’Ohio. Ci restò un anno; ritornò a Bishopstoke; si risposò. Pochi mesi dopo morì di tubercolosi.