- 71 -
John Garfirth, terza classe, 20 anni.
L’Empress era una nave come tante altre; andava
su e giù fra Liverpool e New York e portava gli inglesi in America e gli
americani in Inghilterra, e riportava gli americani in America e gli inglesi in
Inghilterra. Questo, del resto, fanno le navi. Questa Empress aveva i
suoi anni, ma continuava a fare il proprio dovere: così almeno si diceva. John
Garfirth, che con il suo amico George Patchett voleva andare in America e
restarci, di navi non capiva un granché. “Per me una vale l’altra”, diceva: ed
era difficile dargli torto. Già, perché per un emigrante una nave è come un
treno: e nessuno si metterebbe a discutere sul tipo di treno che si deve
prendere per andare, poniamo, da Liverpool a Londra. I treni viaggiano, portano
la gente, ritornano e riportano la gente: esattamente come le navi. John e
George si erano prenotati un passaggio sull’Empress per il buon motivo
che la nave partiva da Liverpool e andava a New York: e loro due non abitavano
lontano da Liverpool e dovevano andare in America. Se poi l’Empress
fosse una buona nave, questo George e John non lo sapevano e non gli importava.
Sennonché ci si mise di mezzo lo sciopero del carbone. In quegli anni in
Inghilterra gli scioperi non mancavano: ma questo del carbone rischiò di
paralizzare il paese. È a causa dello sciopero del carbone che John e il suo
amico George finirono sul Titanic: e del Titanic non è che gli
importasse molto, no di certo: semplicemente il Titanic partiva e l’Empress
no. Presero dunque il treno per Southampton e s’imbarcarono per New York. John
non sopravvisse al naufragio, e nemmeno il suo amico George.
|