Mary Delia Burns, terza classe, 18 anni.

Mary Delia – ma tutti la chiamavano semplicemente Delia, perché Mary in Irlanda era il nome di tutte le primogenite, o quasi, e dunque in un certo senso non era un nome vero e proprio – Mary Delia soffriva il mal di mare. In generale, era debole di pancia: nel senso che bastava poco, bastava pochissimo per procurarle una nausea o un qualche altro fastidio. In particolare, il mare la faceva star male, malissimo: a volte le era sufficiente guardarlo, il mare, e subito si sentiva male. Povera Delia: in queste condizioni dover affrontare la traversata dell’oceano! È vero però – e le sue amiche non si stancavano di ripeterglielo, mentre ci si preparava alla partenza e la discussione, prima o poi, ricadeva sempre su questo benedetto mal di mare, e Delia diceva: “No, non ce la farò mai”, e le amiche le ripetevano: “Sì, sì che ce la farai” – è vero però che traversare l’oceano su un grande transatlantico è cosa assai più tranquilla, dal punto di vista del mal di mare, che raggiungere in barca l’altra sponda di un laghetto: perché la nave è grande, grandissima, e delle onde neppure se ne accorge, questa grande nave, e praticamente è come prendere il treno (Delia a volte soffriva anche in treno, ma effettivamente erano casi molto speciali), e insomma questo viaggio non sarebbe stato per niente terribile come Delia temeva, ma piacevole e tranquillo come le sue amiche non si stancavano di ripeterle. La notte del naufragio, mentre Delia e le sue amiche cercavano di raggiungere il ponte di seconda classe, il mal di mare la prese come non aveva mai fatto prima. Restò come paralizzata, e andò a fondo.