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Fred Allen, lift, 17 anni.
Lee James Hyland aveva settantasette anni quando per un’ultima
volta lo intervistarono. Aveva già raccontato mille volte la notte del
naufragio: però ricordare gli piaceva, e neppure quel giorno – era il novembre
del 1970 – si sottrasse al cronista del Southern Evening Echo. “Lee
James Hyland – scrive il giornale – si ricorda bene di Fred Allen, un ragazzo
membro dell’equipaggio. Allen, che perse la vita nel disastro, fu visto per
l’ultima volta dal signor Hyland mentre saltava da una ringhiera sul ponte
delle scialuppe. ‘Ci ordinarono di raggiungere le scialuppe in quel momento, e
lo vidi camminare svelto, ma quella fu l’ultima volta. Allen era non ricordo
più se un lift o un fattorino, e io lo conoscevo bene’. Il signor Hyland
era responsabile dei passeggeri dei ponti inferiori e lasciò la nave su una
delle scialuppe”. Non c’è altro, di Fred Allen, diciassette anni, nato a
Bedford, residente al 9 di Short Street, Chapel, Southampton. Sua madre
ricevette venti sterline dal Fondo per gli aiuti alle vittime, e fu tutto. Morì
molti anni prima che il signor Hyland raccontasse di suo figlio all’Evening
Echo – e forse di quell’articolo neppure si sarebbe accorta. Le mancò per
sempre quel salto dalla ringhiera, mentre la nave cominciava ad inabissarsi: le
mancò l’immagine di suo figlio che scavalca una ringhiera nel cuore della notte
e poi senza lasciare traccia scompare. È una bella immagine: è un’immagine di
giovinezza, e di forza, e forse anche di serenità: come se Fred sfidasse la
morte, con quel suo gesto atletico e giovane, prima di scomparire nel mare
scuro e dimenticarsi di ogni cosa.
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