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Engelhart Cornelius Østby, prima classe, 65 anni.
Sulla nave che lo riportava a casa il signor Engelhart
Cornelius Østby, titolare della gioielleria Østby & Barton di Providence,
Rhode Island, aveva con sé una forma di formaggio di capra acquistata ad Oslo
nello stesso negozio in cui i suoi genitori e, prima di loro, i suoi nonni
usavano acquistarla. Østby viveva da più di quarant’anni negli Stati Uniti,
dove aveva accumulato un’enorme fortuna facendo il gioielliere: agli inizi del
secolo la Østby & Barton era la più grande produttrice di anelli al mondo.
Era un uomo colto, elegante, raffinato. E amava il formaggio di capra – o
meglio: quel particolare formaggio di capra che si trovava soltanto a Oslo e
che i suoi genitori usavano comperare là dove i loro genitori l’avevano
comperato per tanti anni. Østby era
tornato in Norvegia per la prima volta nel 1907, accompagnato, allora come
sempre, dalla figlia Helene. La prima cosa che fece fu portare sua figlia, che
era nata a Providence e non sapeva una parola di norvegese, dal
formaggiaio di famiglia. Aveva assaggiato il formaggio, l’aveva fatto
assaggiare alla figlia, s’era rallegrato che non fosse mutato negli anni, e ne
aveva ordinato una forma da portarsi a casa. In Europa il signor Østby ci
andava spesso per lavoro, e quasi sempre passava dal negozio di Oslo a
prendersi una forma di formaggio di capra. Aveva fatto così anche nella
primavera del ’12. Il formaggio si conserva a lungo, e più invecchia e più
puzza e più è buono: Østby aveva trasmesso questa passione alla figlia, ed era
felice che la tradizione di famiglia si perpetuasse ancora. Morì nel naufragio.
Il formaggio finì in fondo al mare.
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