Helen Monypeny Newsom, prima classe, 23 anni.

Quando Helen venne a sapere – da un’amica comune, non da lui direttamente – che Karl si sarebbe imbarcato con lei per l’Europa, sul momento s’irritò persino un poco. Non che la compagnia di Karl le dispiacesse; per di più, sapeva bene che non l’avrebbe importunata in alcun modo né le avrebbe imposto la sua presenza. Però l’idea di avere Karl nei dintorni per tutta la traversata e, presumibilmente, anche per tutto il viaggio (Londra, poi Parigi e infine Roma), francamente non la entusiasmava. Questa reazione di Helen, comprensibilissima, fu però una reazione superficiale: lo capì lei stessa, nel corso del viaggio di ritorno. Perché in Helen, già alla notizia della partenza simultanea di Karl, era infatti scattato un altro corso di pensieri, dapprima sotterraneo ma non per questo meno inesorabile: un corso di pensieri che avrebbe portato, sotterraneo e inesorabile e anche abbastanza rapido, all’innamoramento. Fu un corso di pensieri che si può riassumere così: “Se Karl è disposto ad interrompere ogni sua attività per venire con me in Europa senza chiedere nulla in cambio, anzi senza neppure comunicarmelo, vuol dire che tiene davvero a me”. E se tiene davvero a me, questo il corso di pensieri di Helen, il suo sentimento nei miei confronti è diverso da qualsiasi altro. E se Karl prova un sentimento così forte e speciale, così il corso di pensieri di Helen, anch’io a mia volta debbo riflettere sui sentimenti che provo per Karl. Helen non pensava di essere innamorata, quando s’imbarcò per l’Europa; ma quando s’imbarcò per tornare a casa, si accorse invece di esserlo, e di esserlo molto più di quanto lei stessa pensasse.