Anna Mary Karun, terza classe, 4 anni.

Tornava in America – o ci andava? – con il papà e forse con uno zio, un certo Kovac, che però, ahimé, non risulta in nessuna lista di passeggeri. I giornali scrissero che questo Kovac non sapeva nuotare, e per questo morì, e scrissero anche che era Kovac il padre di Anna, e il vero papà, che si chiamava Franz, era invece lo zio, e che questo Kovac affidò sua figlia allo zio, cioè a Franz, cioè al padre, perché non sapeva nuotare. Della madre di Anna (Anna aveva quattro anni al tempo della traversata) non si sa nulla: forse era già morta all’epoca dei fatti, e forse i due – dimentichiamoci Kovac, che probabilmente non è mai esistito – emigravano in America per ricominciare una vita nuova. O forse la mamma di Anna era già in America e li stava aspettando, anche se è difficile immaginare una donna sola che traversa l’Atlantico, mette su casa, lascia una figlia di quattro anni al padre e poi quietamente aspetta che figlia e marito arrivino. Ancora più difficile pensare che Anna e suo padre fossero in vacanza, a meno che naturalmente la madre fosse davvero morta e il padre, così per distrarre un po’ la figlia e anche se stesso, avesse deciso quel viaggio oltre l’oceano – perché magari, non lo sappiamo, in America c’erano dei parenti, uno zio, un cugino, chissà. E se il padre di Anna avesse lasciato bruscamente la moglie e fosse fuggito con la figlia, e il loro vero nome fosse Kovac, quel Kovac che non risulta da nessun elenco e che però, misteriosamente, s’affaccia nei resoconti dei giornali? Ad ogni modo Anna si salvò, e con lei suo padre, e l’America li accolse, fuggitivi o emigranti o turisti che fossero.