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Karl Johan Wiklund, terza classe, 21 anni.
Karl Johan, che per tutta la sua (breve) vita non era
mai uscito dalla fattoria dei genitori, a Nikolaistad, in Finlandia, e che non
parlava né capiva una singola parola d’inglese, si separò da suo fratello Jakob
Alfred pochi minuti prima che un iceberg, avvistato troppo tardi dalla vedetta,
incrociasse la rotta della nave, costringendola ad urtarlo violentemente. Karl
Johan, sebbene quella sera fosse abbastanza tardi e sebbene, come tutti i
contadini, avesse l’abitudine di coricarsi all’imbrunire, o tutt’al più poco
dopo, preferì lasciare la cabina, che si trovava sulla prua della nave, per una
breve passeggiata sul ponte di terza classe. Guardava il mare, silenzioso e
piatto come una gigantesca lavagna, e poi guardava le stelle, brillanti come neanche
le più limpide notti d’inverno a Nikolaistad, in Finlandia. Karl Johan non
riusciva a prendere sonno e guardava l’oceano e guardava il cielo. L’urto della
nave contro il blocco di ghiaccio lo fece sobbalzare; poiché però si trovava
sul lato opposto, non vide nulla e soltanto più tardi capì che cosa era
successo. Karl Johan non soltanto non aveva mai visto un iceberg, ma neppure ne
aveva mai sentito parlare, né dunque sapeva che cosa fosse. Aveva frequentato
la scuola elementare, e poi aveva cominciato a lavorare nella fattoria del
padre, a Nikolaistad, in Finlandia. Nikolaistad si chiamava così in onore (o
per colpa) dello zar: glielo avevano detto a scuola. Karl Johan aveva un’idea
approssimativa di chi fosse lo zar, ma sapeva che era una persona molto importante.
Erano questi i suoi pensieri, quella sera, quando non riusciva a prendere
sonno.
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