- 106 -
John Podesta, fochista, 20 anni.
“La mattina del 10 aprile mi svegliai di buon’ora e mi
diressi alla nave. Dovevo essere lì per le otto in punto, come è la regola
quando si deve salpare. Normalmente c’è un’oretta di lavoro da sbrigare. Poiché
la nave doveva salpare a mezzogiorno, la gran parte di noi fochisti e
inservienti scese nuovamente a terra. Ce ne andammo dunque un po’ in giro. Con
il mio amico e compagno William Nutbean decisi di andare a farmi una birra al
pub che frequentavamo di solito, il Newcastle Hotel. Lasciammo il pub intorno
alle undici e un quarto e ci dirigemmo verso la banchina. Poiché avevamo ancora
un po’ di tempo a disposizione, entrammo a dare un’occhiata in un altro pub,
che si chiamava The Grapes, e ci facemmo un’altra birra con un bel po’ di
compagni che già stavano lì. Dopo la bevuta, cinque o sei di noi uscirono dal
pub per raggiungere la banchina e la nave. Insieme a me e al mio compagno
c’erano tre fratelli, Bertram, Tom e Alfred Slade. Eravamo in cima alla strada
principale quando vedemmo un treno passeggeri avvicinarsi dalla parte opposta
della banchina. Il passaggio a livello era chiuso. Sentii gli Slade dire: ‘Beh,
lasciamo passare il treno’. Io e Nutbean, invece, scavalcammo le sbarre e
attraversammo i binari. Fu così che riuscimmo ad imbarcarci in tempo sulla
nave. Siccome il treno era molto lungo, quando finì di passare tutto per gli
Slade era troppo tardi, e la passerella della nave era già stata ritirata”.
John Podesta dunque s’imbarcò per caso, mezzo sbronzo e col fiatone. Non smise
mai di bere, neppure da vecchio. Trascorse tutta la vita a Southampton.
|