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Frank Manley Warren, prima classe, 64 anni.
“Chiesi a mio marito, il signor Warren – raccontò la
signora Warren al Portland Oregonian – di andare a vedere che cosa
stesse succedendo. Era in veste da camera, e prima di lasciare la cabina decise
di rivestirsi. Si diresse quindi verso uno dei corridoi e nel giro di qualche
minuto appena fece ritorno portando con sé un pezzo di ghiaccio. Mi disse che
gli era stato donato come souvenir. Mi vestii e cercai i salvagente, ma mio
marito mi spiegò che non c’era assolutamente nessun pericolo e che tutt’al più
saremmo arrivati a New York con due o tre giorni di ritardo. Salimmo comunque
sul ponte. Scoprimmo che la scialuppa accanto a quella su cui erano saliti gli
Astor era stata abbassata al livello del ponte, così ci avvicinammo e un
ufficiale ci invitò a prendere posto a bordo. Pensavo che mio marito mi avesse
seguito, ma girandomi vidi che era rimasto indietro per aiutare alcune signore.
La gente saliva così rapidamente nella scialuppa avvolta dall’oscurità che era
impossibile distinguere di chi si trattasse, e sebbene non vedessi mio marito,
ero convinta che anche lui fosse a bordo, poiché sembrava che ci fosse ancora
posto quando la scialuppa fu calata in mare. Mi sembra di ricordare che sulla
scialuppa ci fossero trentacinque o trentasei persone. Non mi resi conto che
mio marito non c’era finché, una volta in mare, non gridai più volte il suo
nome senza ottenere risposta. Quando la scialuppa fu finalmente in mare,
soltanto con grande difficoltà trovammo un coltello per tagliare le corde che
la tenevano ancora legata alla nave. Non vidi mai più mio marito, il signor
Warren”.
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