- 10 -
Gunnar Isidor Tenglin, terza classe, 25 anni.
Gunnar ed Einar si salutarono nella primavera del
1912, al porto di Stoccolma. Gunnar aveva 25 anni, era già stato in America per
cinque anni e intendeva ritornarci. La Svezia gli piaceva, ma Burlington, Iowa,
gli piaceva di più. Einar aveva 19 anni, e avrebbe seguito volentieri il
fratello: lo salutò con una punta d’invidia, e se ne tornò a casa. Gunnar
s’imbarcò per Southampton, e da lì per New York. A New York arrivò senza
bagagli né vestiti né soldi; l’Esercito della Salvezza gli pagò un biglietto di
prima classe per Burlington, Iowa. L’anno successivo Gunnar si sposò con una
ragazza del posto. Più avanti negli anni diventò ingegnere minerario. Più tardi
ancora fu assunto come addetto alla manutenzione dei pozzi per l’estrazione del
gas naturale della società J.I. Case. Non lasciò mai Burlington, Iowa. Non ne
aveva motivo. Del resto, era quella la sua patria e là c’era la sua famiglia.
Ebbe un figlio, e lo chiamò Gunnar. Andò in pensione. Curava la sua casa con
giardino e passeggiava per Burlington, Iowa. La moglie lo lasciò quando aveva
appena compiuto ottantun’anni. Sessant’anni esatti dopo quel saluto al porto di
Stoccolma – e in mezzo c’era stato il naufragio del Titanic, due guerre
mondiali e una laurea in ingegneria – Gunnar ed Einer si rividero. A
Burlington, naturalmente. Il vecchio Gunnar aveva dimenticato lo svedese, e il
vecchio Einar non sapeva una parola di inglese. Rimasero insieme per una
settimana. Fu una settimana felice. Gunnar morì due anni dopo, all’età di
ottantasei anni, e fu sepolto nel piccolo cimitero di Aspen Grove. A
Burlington, Iowa.
|