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Francis Davis Millet, prima classe, 65 anni.
A Washington, all’angolo fra Executive Avenue e
Ellipse Drive, c’è una fontana neoclassica in marmo alta circa due metri e
mezzo che poggia su una base ottagonale, anch’essa di marmo. Sui due lati
maggiori della fontana ci sono due bassorilievi. Il primo, che guarda a sud,
raffigura un soldato con spada e scudo, e simboleggia il Valore Militare. Sul
secondo bassorilievo, che guarda invece a nord, c’è un pittore con pennello e
tavolozza che rappresenta l’Arte. Nessuno sa più che cosa mai ci faccia questa
fontana neoclassica nel bel mezzo di Washington. Le automobili sfrecciano
veloci, e i pochi passanti non si fermano di certo a guardare. La fontana
stessa, del resto, risente dell’età: è sporca e pare qua e là sbrecciata, ed è
già un miracolo che non sia coperta di impertinenti graffiti. Di Francis Davis
Millet, ai suoi tempi, parlava tutta Washington. Giornalista, scrittore e
soprattutto pittore, Millet suscitava rispetto e ammirazione. Fondò la
Federazione americana delle Arti. I suoi quadri erano esposti al Metropolitan
di New York e alla Tate Gallery di Londra. Decorò il Campidoglio del Wisconsin
e quello del Minnesota. È lui il pittore sulla fontana con pennello e
tavolozza. Si era imbarcato sul Titanic con un vecchio amico, il
maggiore Butt – che è il soldato con spada e scudo. Chissà se gli piacerebbe,
questa fontana neoclassica un poco sporca. Di certo gli piacevano poco le sue
compagne di viaggio: “Qui è pieno di donne appariscenti e detestabili.
Passeggiano con i loro minuscoli cagnolini e portano in giro i mariti come
agnellini…”, scrisse nella sua ultima lettera.
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