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Colonnello John Jacob Astor IV, 48 anni, prima classe.
Corre l’anno 2000, e il presidente Bearwarden si
rivolge agli azionisti della Società per il Raddrizzamento dell’Asse terrestre
e ai delegati di tutti i governi del mondo. “Voi sapete – dice – che
l’obiettivo della società è raddrizzare l’asse terrestre, così da eliminare il
freddo eccessivo dell’inverno e il caldo eccessivo dell’estate, e avere una
temperatura uniforme ad ogni latitudine per ogni giorno dell’anno”. Ridurre
l’inclinazione dagli attuali ventitré gradi a quindici circa risolverebbe una
volta per tutte il problema degli eccessi climatici: il pianeta avrà un’eterna
primavera. Per ottenere questo risultato, è necessario accrescere il peso del
polo opposto al sole e alleggerire il polo più vicino al sole. Il resto lo farà
la forza gravitazionale. “Il modo più semplice – prosegue il presidente
Bearwarden – è spostare l’acqua, che, come sapete, è facile da trasportare e ha
un peso considerevole”. John Jacob Astor espose questo progetto – insieme a
molti altri non meno bizzarri – in un libro oggi dimenticato: s’intitolava Un
viaggio in altri mondi e apparve nel 1894. Tre anni dopo costruì un grande
albergo a New York, cui diede il proprio nome: Astoria. E siccome confinava con
l’albergo del cugino, che si chiamava William Waldorf , ne venne fuori il Waldorf-Astoria.
Era un personaggio interessante, John Jacob: brevettò anche un nuovo tipo di
freno per bicicletta. Aveva una moglie più giovane di lui di ventisette anni,
da cui aspettava un figlio. Quando furono calate le scialuppe, chiese se poteva
accompagnarla. Gli fu risposto che dovevano prima essere salvate tutte le donne
e i bambini della
nave.
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