Frank Holden, fochista, 36 anni.

“Sei un disgraziato, un irresponsabile sei, ecco che cosa sei, accidenti a te!”. Lily era una furia scatenata, gli occhi letteralmente fuori dalle orbite, i capelli in disordine e le mani che si agitavano come eliche. In questi casi era meglio lasciarla sfogare. “Non hai niente da dire, razza di ubriacone incapace? Eh, non hai niente da dire, disgraziato?”. Effettivamente Frank non aveva molto da dire. Se ne stava seduto sul sofà, lo sguardo chino a terra, le braccia distese, come un ragazzino che è stato sorpreso dai genitori a marinare la scuola, e non diceva una parola. “Passi il tuo tempo a bere, tu e quei disgraziati senzafamiglia dei tuoi amici ubriaconi, mentre io mi sbatto tutto il giorno. Sei un irresponsabile disgraziato, ecco che cosa sei, maledetto il giorno che ti ho sposato. E adesso come facciamo? Me lo dici come facciamo?”. Lily gli tirò un piatto, senza centrarlo. Frank continuava a tacere. Meglio lasciarla sfogare, in casi come questi. “Perché diavolo te ne sei andato al pub, razza di ubriacone disgraziato che non sei altro? Che ti credi, che la nave sta ad aspettare che ti finisci la tua zozza birra, brutto animale?”. Era davvero furiosa. Frank tossicchiò, tanto per far qualcosa, poi provò a spiegarle che non aveva bevuto, o che almeno non era ubriaco, giusto una birra s’era fatto con i compagni, e insomma era stata una fatalità. Lily s’infuriò anche di più: “Una fatalità? Ti pare normale che uno deve partire per l’America e invece se ne va al pub, razza di ubriacone che non sei altro?”. Frank annuì, tossicchiò un’altra volta e disse: “Il Titanic non è l’unica nave al mondo. Troverò un altro lavoro”.