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Congregazione per le Chiese Orientali Conferenza Stampa “Il Giubileo e le Chiese Orientali Cattoliche” IntraText CT - Lettura del testo |
PRIMO INCONTRO DEI VESCOVI E
SUPERIORI MAGGIORI DELLE CHIESE ORIENTALI CATTOLICHE DELLE AMERICHE E DI
OCEANIA
(Boston, 7-12 novembre 1999)
I responsabili delle Chiese Orientali Cattoliche di America del Nord, America del Sud ed Australia si incontreranno a Boston con la Congregazione per le Chiese Orientali dal 7 al 12 novembre prossimi. Vi prenderanno parte circa 120 vescovi e sacerdoti, religiosi e religiose, rappresentanti di quasi tutte le Chiese Orientali Cattoliche (armena, caldea, copta, etiopica, maronita, melkita, romena, rutena, sira, siro-malabarese, siro- malankarese, slovacca, ucraina). Saranno pure presenti il Prefetto, il Sotto-Segretario, i Capi Ufficio ed altri Officiali della Congregazione per le Chiese Orientali, rappresentanti di vari Dicasteri della Curia Romana, un rappresentante per ciascuna delle Chiese Orientali Cattoliche della madrepatria, il Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d’America e una rappresentanza di alcune organizzazioni di aiuto all’Oriente.
Una Commissione di tre Vescovi (Vartan W. Boghossian, SDB, Vescovo di San Gregorio de Narek en Buenos Aires degli Armeni, Esarca Apostolico per gli Armeni cattolici dell’America Latina; Nicholas James Samra, Ausiliare di Newton dei Greco-Melkiti; Stephen Soroka, Ausiliare di Winnipeg degli Ucraini) è stata incaricata di studiare l’organizzazione dell’incontro e di moderare le sessioni di lavoro.
Dopo la prolusione del Cardinale Achille Silvestrini, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, e il saluto del Cardinale Bernard Law, Arcivescovo di Boston, alle esposizioni dei relatori (l’Arcivescovo R. Weakland, OSB, il Vescovo Wilton D. Gregory, il Vescovo ucraino ortodosso Vsevolod, l’Archimandrita Robert Taft, SJ, il Corepiscopo John Faris, P. David Motiuk e l’equipe dei direttori diocesani orientali cattolici per l’educazione religiosa) seguiranno alcune testimonianze pastorali, per singole aree (dei Vescovi B. Losten, Vartan Boghossian, SDB, Issam Darvish, Basil Schott, George Kahhale Zouhairaty, Peter Stasiuk). Ampio spazio sarà dato al lavoro dei gruppi di studio, in modo che vi sia la massima possibile partecipazione dei presenti.
Ogni giorno sarà celebrata una Liturgia, secondo un diverso rito.
Voluto dalla Congregazione per le Chiese Orientali e ospitato dal Cardinale Bernard Law, Arcivescovo di Boston, che ne ha curato l’organizzazione pratica, l’incontro si propone di approfondire le questioni che riguardano la vita e il futuro degli Orientali Cattolici che dimorano in queste regioni. Si tratta infatti di conciliare l’appartenenza a Chiese portatrici di una tradizione antica e il pieno inserimento civile, culturale e quindi anche pastorale in terre massimamente aperte alla modernità.
Si partirà da un esame delle conseguenze di queste massicce diaspore sulla vita delle Chiese Orientali nei loro territori tradizionali.
Ci si chiederà poi quale debba essere il legame che intercorre tra queste Chiese Madri e le comunità ecclesiali della diaspora. Sarà proprio la categoria di “diaspora” ad essere oggetto di speciale considerazione. Infatti, molti degli Orientali Cattolici che vivono in questi Paesi tecnologicamente avanzati non si riconoscono più neppure nella definizione di “diaspora”, che presuppone un perdurante collegamento psicologico ed affettivo con le terre di provenienza, quasi si trattasse di una sorta di provvisorio esilio. Anche a causa di fenomeni quali i matrimoni misti, si è incrinato in alcune Chiese il legame stretto che unisce Chiesa e nazione e si sono create Chiese multietniche, che pure intendono conservare le tradizioni liturgiche e un certo legame con le Chiese d’origine, ma si riconoscono contemporaneamente come inserite in pieno nella società in cui vivono e di cui si sentono parte a tutti gli effetti.
Si esamineranno quindi le conseguenze pratiche di questo quadro sulla vita pastorale degli Orientali Cattolici di questi Paesi: nella liturgia, nella catechesi, nella formazione del clero e dei laici, nel rapporto con la Chiesa latina, ampiamente maggioritaria tra i Cattolici, in modo da garantire e difendere dall’assimilazione sia la specificità dell’apporto orientale sia il pieno coordinamento pastorale di tutti i cattolici. Si studierà poi il particolare ruolo ecumenico che è proprio di questi Orientali Cattolici, in un’area tradizionalmente pluralistica, dove i rapporti appaiono, per ragioni culturali, in genere più facili che nei territori orientali.
Infine ci si soffermerà ad analizzare l’influsso della modernità sull’Oriente Cattolico: una problematica che già sta penetrando nei Paesi d’origine di queste Chiese e che, presumibilmente, si farà sempre più rilevante. Si studierà quali conseguenze ciò comporti sulla sensibilità orientale, ed anche sulla vita concreta delle comunità orientali cattoliche delle Americhe e di Oceania.
Dopo il Sinodo dei Vescovi siro-malabaresi dell’India del 1996 in Vaticano, l’incontro dei Vescovi e Superiori religiosi delle Chiese Orientali Cattoliche d’Europa a Nyiregyhaza (Ungheria) nel 1997, entrambi voluti dalla Congregazione per le Chiese Orientali, e l’incontro dei Vescovi Cattolici del Medio Oriente, promosso dal Consiglio dei Patriarchi Cattolici d’Oriente e celebrato in questo stesso 1999, la presente iniziativa completa un primo esame della vita delle Chiese Orientali Cattoliche nelle diverse aree del mondo. La comprensione di tali nuovi orizzonti e delle conseguenze pratiche che comportano servirà anche a predisporre un sempre miglior servizio della Congregazione per le Chiese Orientali nel coadiuvare il ministero pastorale del Santo Padre a vantaggio di queste Chiese.