1.
Quale rispetto è
dovuto all'embrione umano, tenuto conto della sua natura e della sua identità?
L'essere
umano è da rispettare - come una persona - fin
dal primo istante della sua esistenza. La messa in atto dei procedimenti di
fecondazione artificiale ha reso possibili diversi interventi sugli embrioni e
sui feti umani. Gli scopi perseguiti sono di diverso genere: diagnostici e
terapeutici, scientifici e commerciali. Da tutto ciò
scaturiscono gravi problemi. Si può parlare
di un diritto alla sperimentazione sugli embrioni umani in vista della ricerca
scientifica? Quali normative o quale legislazione elaborare in questa materia?
La risposta a tali problemi suppone una riflessione approfondita sulla natura e
sull’identità propria
- si parla di "statuto" - dell'embrione umano. Da parte sua la Chiesa
nel Concilio Vaticano II ha proposto nuovamente all'uomo contemporaneo la sua
dottrina costante e certa secondo cui: "la vita, una volta concepita,
dev'essere protetta con la massima cura, e l'aborto come l'infanticidio, sono
abominevoli delitti"(23). Più
recentemente la Carta dei diritti della famiglia, pubblicata dalla Santa Sede,
ribadiva: "La vita umana dev'essere rispettata e protetta in modo assoluto
dal momento del concepimento"(24). Questa Congregazione conosce le
discussioni attuali sull'inizio della vita umana, sull’individualità
dell'essere umano e sull’identità della
persona umana. Essa richiama gli insegnamenti contenuti nella Dichiarazione
sulI'aborto procurato: "Dal momento in cui l'ovulo è
fecondato, si inaugura una nuova vita che non e quella del padre o della madre,
ma di un nuovo essere umano che si sviluppa per proprio conto. Non sarà
mai reso umano se non lo è stato fin da allora. A questa evidenza
di sempre... la scienza genetica moderna fornisce preziose conferme. Essa ha
mostrato come dal primo istante si trova fissato il programma di ciò
che sarà questo vivente: un uomo,
quest'uomo-individuo con le sue note caratteristiche già
ben determinate. Fin dalla fecondazione è
iniziata l’avventura di una vita umana, di cui
ciascuna delle grandi capacita richiede tempo per impostarsi e per trovarsi
pronta ad agire"(25). Questa dottrina rimane valida e viene
peraltro confermata, se ve ne fosse bisogno, dalle recenti acquisizioni della
biologia umana la quale riconosce che nello zigote* derivante dalla
fecondazione si è già
costituita l’identità
biologica di un nuovo individuo umano. Certamente nessun dato sperimentale può
essere per sé sufficiente a far riconoscere un'anima
spirituale; tuttavia le conclusioni della scienza sull'embrione umano
forniscono un’indicazione preziosa per discernere razionalmente una presenza
personale fin da questo primo comparire di una vita umana: come un individuo
umano non sarebbe una persona umana? Il Magistero non si è
espressamente impegnato su un'affermazione d'indole filosofica, ma ribadisce in
maniera costante la condanna morale di qualsiasi aborto procurato. Questo
insegnamento non è mutato ed è
immutabile(26). Pertanto il frutto della generazione umana dal primo
momento della sua esistenza, e cioè a
partire dal costituirsi dello zigote, esige il rispetto incondizionato che è
moralmente dovuto all'essere umano nella sua totalità
corporale e spirituale. L'essere umano va rispettato e trattato come una
persona fin dal suo concepimento e, pertanto, da quello stesso momento gli si
devono riconoscere i diritti della persona, tra i quali anzitutto il diritto
inviolabile di ogni essere umano innocente alla vita. Questo richiamo
dottrinale offre il criterio fondamentale per la soluzione dei diversi problemi
posti dallo sviluppo delle scienze biomediche in questo campo: poiché
deve essere trattato come persona, l'embrione dovrà
anche essere difeso nella sua integrità, curato
e guarito nella misura del possibile, come ogni altro essere umano nell'ambito
dell'assistenza medica.
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