La libertà
umana e cristiana
61. La chiamata divina richiede
dall’uomo una libera risposta in Gesù Cristo. L’uomo non può non essere libero.
Essendo padrone delle proprie azioni, appartiene in modo eminente alla sua
dignità ed è suo compito osservare la legge morale naturale e divina e perciò
aderire a Dio che si rivela in Cristo. La libertà dell’uomo decaduto per il
peccato è così ferita che egli non può, senza l’aiuto della grazia di Dio,
osservare a lungo neppure gli obblighi della legge naturale; ma la grazia eleva
e fortifica in modo tale la sua libertà che, pur vivendo nella carne, è anche
in grado di vivere santamente nella fede di Gesù Cristo.
La chiesa per sua intima
vocazione mira a difendere e promuovere la vera libertà e il suo retto uso
contro ogni specie di ingiusta costrizione. Essa inoltre la difende di fronte a
coloro che la negano, concependo l’attività dell’uomo come totalmente
dipendente da determinismi psicologici e da condizionamenti economici, sociali,
culturali, ecc. Ma la chiesa non ignora che la libertà, anche se aiutata dalla
grazia divina, è limitata da gravi difficoltà psicologiche e dall’influenza
delle condizioni esterne in cui l’uomo vive, in modo che spesso la responsabilità
umana risulta diminuita, ed anzi in alcuni esiste a stento o non esiste
affatto. Essa è pure attenta alle ricerche antropologiche degli ultimi anni
circa l’uso e i limiti della libertà umana. Perciò la chiesa si preoccupa sia
di educare e promuovere la genuina libertà, sia di creare quei presupposti di
ordine psicologico, socio-economico, politico e religioso, atti a far sì che
questa libertà possa veracemente e rettamente esercitarsi. I cristiani debbono,
quindi, operare con impegno e lealtà nell’ordine temporale, per edificarvi le
migliori condizioni possibili ad un retto uso della libertà. È un impegno che
essi condividono con tutti gli uomini di buona volontà, ma per essi è in un
certo senso un dovere più importante e più urgente. Non si tratta, infatti, di
promuovere solo un valore che serve a questa vita terrena, ma bensì di
promuovere un valore che, in ultima analisi, serve per il raggiungimento del
bene inestimabile della grazia e della salvezza eterna.
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