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Luigi Pirandello
Scialle nero
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Scialle nero
I
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Scialle
nero
Scialle
nero
I
Aspetta
qua, -
disse
il
Bandi
al D'
Andrea
. -
Vado
a
prevenirla
. Se s'
ostina
ancora,
entrerai
per
forza
.
Miopi
tutti e due,
parlavano
vicinissimi
, in
piedi
, l'uno di
fronte
all'altro.
Parevano
fratelli
, della stessa
età
, della stessa
corporatura
:
alti
,
magri
,
rigidi
, di quella
rigidezza
angustiosa
di chi fa tutto a
puntino
, con
meticolosità
. Ed
era
raro
il
caso
che,
parlando
così tra loro, l'uno non
aggiustasse
all'altro col
dito
il
sellino
delle
lenti
sul
naso
, o il
nodo
della
cravatta
sotto il
mento
, oppure, non
trovando
nulla da
aggiustare
, non
toccasse
all'altro i
bottoni
della
giacca
.
Parlavano
, del
resto
, pochissimo. E la
tristezza
taciturna
della loro
indole
si
mostrava
chiaramente
nello
squallore
dei
volti
.
Cresciuti
insieme
, avevano
studiato
ajutandosi
a
vicenda
fino
all'
Università
, dove poi l'uno s'
era
laureato
in
legge
, l'altro in
medicina
.
Divisi
ora
, durante il
giorno
, dalle
diverse
professioni
, sul
tramonto
facevano ancora
insieme
quotidianamente
la loro
passeggiata
lungo il
viale
all'
uscita
del
paese
.
Si
conoscevano
così a
fondo
, che
bastava
un
lieve
cenno
, uno
sguardo
, una
parola
, perché l'uno
comprendesse
subito il
pensiero
dell'altro. Dimodoché quella loro
passeggiata
principiava
ogni
volta
con un breve
scambio
di
frasi
e
seguitavano
poi in
silenzio
, come se l'uno avesse
dato
all'altro da
ruminare
per un
pezzo
. E
andavano
a
testa
bassa
, come due
cavalli
stanchi
; entrambi con le
mani
dietro la
schiena
. A nessuno dei due veniva mai la
tentazione
di
volgere
un po' il
capo
verso la
ringhiera
del
viale
per
godere
la
vista
dell'
aperta
campagna
sottostante
,
svariata
di
poggi
e di
valli
e di
piani
, col
mare
in
fondo
, che s'
accendeva
tutto agli
ultimi
fuochi
del
tramonto
:
vista
di tanta
bellezza
, che
pareva
perfino
incredibile
che quei due vi potessero
passar
davanti così, senza neppure
voltarsi
a
guardare
.
Giorni
addietro
il
Bandi
aveva
detto
al D'
Andrea
:
-
Eleonora
non sta
bene
.
Il D'
Andrea
aveva
guardato
negli
occhi
l'
amico
e
compreso
che il
male
della
sorella
doveva
esser
lieve
:
- Vuoi che venga a
visitarla
?
- Dice di no.
E tutti e due,
passeggiando
, s'erano
messi
a
pensare
con le
ciglia
aggrottate
, quasi per
rancore
, a quella
donna
che aveva
fatto
loro da
madre
e a cui
dovevano
tutto.
Il D'
Andrea
aveva
perduto
da
ragazzo
i
genitori
ed
era
stato
accolto
in
casa
d'uno
zio
, che non avrebbe potuto in alcun modo
provvedere
alla
riuscita
di lui.
Eleonora
Bandi
,
rimasta
orfana
anch'essa a
diciotto
anni
col
fratello
molto più
piccolo
di lei,
industriandosi
dapprima
con
minute
e
sagge
economie
su quel po' che le avevano
lasciato
i
genitori
, poi
lavorando
,
dando
lezioni
di
pianoforte
e di
canto
, aveva potuto
mantenere
agli
studii
il
fratello
, e anche l'
amico
indivisibile
di lui.
- In
compenso
però, -
soleva
dire
ridendo
ai due
giovani
- mi son
presa
tutta la
carne
che
manca
a voi due.
Era
infatti un
donnone
che non
finiva
mai; ma aveva tuttavia
dolcissimi
i
lineamenti
del
volto
, e l'
aria
ispirata
di quegli
angeloni
di
marmo
che si
vedono
nelle
chiese
, con le
tuniche
svolazzanti
. E lo
sguardo
dei
begli
occhi
neri
, che le
lunghe
ciglia
quasi
vellutavano
, e il
suono
della
voce
armoniosa
pareva
volessero anch'essi
attenuare
, con un certo
studio
che le
dava
pena
, l'
impressione
d'
alterigia
che quel suo
corpo
così
grande
poteva
destare
sulle
prime
; e ne
sorrideva
mestamente
.
Sonava
e
cantava
, forse non molto
correttamente
ma con
foga
appassionata
. Se non
fosse
nata
e
cresciuta
fra i
pregiudizii
d'una
piccola
città
e non avesse avuto l'
impedimento
di quel
fratellino
, si sarebbe forse
avventurata
alla
vita
di
teatro
.
Era
stato
quello, un
tempo
, il suo
sogno
;
nient
'altro che un
sogno
però. Aveva
ormai
circa
quarant'
anni
. La
considerazione
, del
resto
, di cui
godeva
in
paese
per quelle sue
doti
artistiche
la
compensavano
, almeno in
parte
, del
sogno
fallito
, e la
soddisfazione
d'averne invece
attuato
un altro, quello cioè d'avere
schiuso
col proprio
lavoro
l'
avvenire
a due
poveri
orfani
, la
compensavano
del lungo
sacrifizio
di se stessa.
Il
dottor
D'
Andrea
attese
un buon
pezzo
nel
salotto
, che l'
amico
ritornasse
a
chiamarlo
.
Quel
salotto
pieno
di
luce
, quantunque dal
tetto
basso
,
arredato
di
mobili
già
consunti
, d'
antica
foggia
,
respirava
quasi un'
aria
d'altri
tempi
e
pareva
s'
appagasse
, nella
quiete
dei due
grandi
specchi
a
riscontro
, dell'
immobile
visione
della sua
antichità
scolorita
. I
vecchi
ritratti
di
famiglia
appesi
alle
pareti
erano,
là
dentro, i
veri
e
soli
inquilini
. Di
nuovo
,
c'
era
soltanto
il
pianoforte
a
mezzacoda
, il
pianoforte
d'
Eleonora
, che le
figure
effigiate
in quei
ritratti
pareva
guardassero
in
cagnesco
.
Spazientito
, alla
fine
, dalla
lunga
attesa
, il
dottore
si
alzò
,
andò
fino
alla
soglia
,
sporse
il
capo
,
udì
piangere
nella
camera
di
là
, attraverso l'
uscio
chiuso
. Allora si
mosse
e
andò
a
picchiare
con le
nocche
delle
dita
a quell'
uscio
.
-
Entra
, - gli
disse
il
Bandi
,
aprendo
. - Non
riesco
a
capire
perché s'
ostina
così.
- Ma perché non ho nulla! -
gridò
Eleonora
tra le
lagrime
.
Stava a
sedere
su un
ampio
seggiolone
di
cuojo
,
vestita
come sempre di
nero
,
enorme
e
pallida
; ma sempre con quel suo
viso
di
bambinona
, che
ora
pareva
più che mai
strano
, e forse più
ambiguo
che
strano
, per un certo
indurimento
negli
occhi
, quasi di
folle
fissità
, ch'ella voleva tuttavia
dissimulare
.
- Non ho nulla, v'
assicuro
, -
ripeté
più
pacatamente
. - Per
carità
,
lasciatemi
in
pace
: non vi
date
pensiero
di me.
-
Va
bene
! -
concluse
il
fratello
,
duro
e
cocciuto
. - Intanto, qua
c'
è
Carlo
. Lo
dirà
lui quello che hai. - E
uscì
dalla
camera
,
richiudendo
con
furia
l'
uscio
dietro di sé.
Eleonora
si
recò
le
mani
al
volto
e
scoppiò
in
violenti
singhiozzi
. Il D'
Andrea
rimase
un
pezzo
a
guardarla
, fra
seccato
e
imbarazzato
; poi
domandò
:
- Perché? Che
cos'
ha? Non può
dirlo
neanche a me?
E come
Eleonora
seguitava
a
singhiozzare
, le s'
appressò
,
provò
a
scostarle
con
fredda
delicatezza
una
mano
dal
volto
:
- Si
calmi
,
via
; lo
dica
a me; ci son qua io.
Eleonora
scosse
il
capo
; poi, d'un
tratto
,
afferrò
con tutt'e due le
mani
la
mano
di lui,
contrasse
il
volto
, come per un
fitto
spasimo
, e
gemette
:
-
Carlo
!
Carlo
!
Il D'
Andrea
si
chinò
su lei, un po'
impacciato
nel suo
rigido
contegno
.
- Mi
dica
...
Allora ella gli
appoggiò
una
guancia
su la
mano
e
pregò
disperatamente
, a
bassa
voce
:
- Fammi, fammi
morire
,
Carlo
;
ajutami
tu, per
carità
! non
trovo
il modo; mi
manca
il
coraggio
, la
forza
.
-
Morire
? -
domandò
il
giovane
,
sorridendo
. - Che dice? Perché?
-
Morire
, sì! -
riprese
lei,
soffocata
dai
singhiozzi
. -
Insegnami
tu il modo. Tu sei
medico
.
Toglimi
da questa
agonia
, per
carità
!
Debbo
morire
. Non
c'
è altro
rimedio
per me. La
morte
sola
.
Egli la
fissò
,
stupito
. Anche lei
alzò
gli
occhi
a
guardarlo
, ma subito li
richiuse
,
contraendo
di
nuovo
il
volto
e
restringendosi
in sé, quasi
colta
da
improvviso
,
vivissimo
ribrezzo
.
- Sì, sì, -
disse
poi,
risolutamente
. - Io, sì,
Carlo
:
perduta
!
perduta
!
Istintivamente
il D'
Andrea
ritrasse
la
mano
, ch'ella
teneva
ancora tra le sue.
- Come! Che dice? -
balbettò
.
Senza
guardarlo
, ella si
pose
un
dito
su la
bocca
, poi
indicò
la
porta
:
- Se lo
sapesse
! Non
dirgli
nulla, per
pietà
! Fammi prima
morire
;
dammi
,
dammi
qualche cosa: la
prenderò
come una
medicina
;
crederò
che sia una
medicina
, che mi dai tu; purché sia subito! Ah, non ho
coraggio
, non ho
coraggio
! Da due
mesi
,
vedi
, mi
dibatto
in quest'
agonia
, senza
trovar
la
forza
, il modo di farla
finita
. Che
ajuto
puoi
darmi
, tu,
Carlo
, che
dici
?
- Che
ajuto
? -
ripeté
il D'
Andrea
, ancora
smarrito
nello
stupore
.
Eleonora
stese
di
nuovo
le
mani
per
prendergli
un
braccio
e,
guardandolo
con
occhi
supplichevoli
,
soggiunse
:
- Se non vuoi farmi
morire
, non potresti... in qualche altro modo...
salvarmi
?
Il D'
Andrea
, a questa
proposta
, s'
irrigidì
più che mai,
aggrottando
severamente
le
ciglia
.
- Te ne
scongiuro
,
Carlo
! -
insistette
lei. - Non per me, non per me, ma perché
Giorgio
non
sappia
. Se tu
credi
che io abbia
fatto
qualche cosa per voi, per te,
ajutami
ora
,
salvami
!
Debbo
finir
così, dopo aver
fatto
tanto, dopo aver tanto
sofferto
? così, in questa
ignominia
, all'
età
mia? Ah, che
miseria
! che
orrore
!
- Ma come,
Eleonora
? Lei! Com'è
stato
? Chi è
stato
? - fece il D'
Andrea
, non
trovando
, di
fronte
alla
tremenda
ambascia
di lei, che questa
domanda
per la sua
curiosità
sbigottita
.
Di
nuovo
Eleonora
indicò
la
porta
e si
coprì
il
volto
con le
mani
:
- Non mi ci far
pensare
! Non posso
pensarci
! Dunque, non vuoi
risparmiare
a
Giorgio
questa
vergogna
?
- E come? -
domandò
il D'
Andrea
. -
Delitto
,
sa
! Sarebbe un
doppio
delitto
.
Piuttosto
, mi
dica
: non si potrebbe in qualche altro modo...
rimediare
?
- No! -
rispose
lei,
recisamente
,
infoscandosi
. -
Basta
. Ho
capito
.
Lasciami
! Non ne posso più...
Abbandonò
il
capo
su la
spalliera
del
seggiolone
,
rilassò
le
membra
:
sfinita
.
Carlo
D'
Andrea
, con gli
occhi
fissi
dietro le
grosse
lenti
da
miope
,
attese
un
pezzo
, senza
trovar
parole
, non
sapendo
ancor
credere
a quella
rivelazione
, né
riuscendo
a
immaginare
come mai quella
donna
,
finora
esempio
,
specchio
di
virtù
, d'
abnegazione
,
fosse
potuta
cadere
nella
colpa
.
Possibile
?
Eleonora
Bandi
? Ma se aveva in
gioventù
, per
amore
del
fratello
,
rifiutato
tanti
partiti
, uno più
vantaggioso
dell'altro! Come mai
ora
,
ora
che la
gioventù
era
tramontata
... - Eh! ma forse per questo...
La
guardò
, e il
sospetto
, di
fronte
a quel
corpo
così
voluminoso
,
assunse
all'
improvviso
, agli
occhi
di lui
magro
, un
aspetto
orribilmente
sconcio
e
osceno
.
-
Va'
, dunque, - gli
disse
a un
tratto
,
irritata
,
Eleonora
, che pur senza
guardarlo
, in quel
silenzio
, si
sentiva
addosso
l'
inerte
orrore
di quel
sospetto
negli
occhi
di lui. -
Va'
,
va'
, a
dirlo
a
Giorgio
, perché
faccia
subito di me quello che vuole.
Va'
.
Il D'
Andrea
uscì
, quasi
automaticamente
. Ella
sollevò
un poco il
capo
per
vederlo
uscire
; poi, appena
richiuso
l'
uscio
,
ricadde
nella
positura
di prima.
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