Indice
:
Generale
-
Opera
|
Parole
:
Alfabetica
-
Frequenza
-
Rovesciate
-
Lunghezza
-
Statistiche
|
Aiuto
|
Biblioteca IntraText
Luigi Pirandello
L'uomo solo
IntraText CT - Lettura del testo
La veste lunga
Precedente
-
Successivo
Clicca qui per nascondere i link alle concordanze
La
veste
lunga
Era
il
primo
viaggio
lungo di
Didì
. Da
Palermo
a
Zùnica
. Circa otto
ore
di
ferrovia
.
Zùnica
per
Didì
era
un
paese
di
sogno
,
lontano
lontano
, ma più nel
tempo
che nello
spazio
. Da
Zùnica
infatti il
padre
recava
un
tempo
, a lei
bambina
, certi
freschi
deliziosi
frutti
fragranti
, che poi non aveva
saputo
più
riconoscere
, né per il
colore
, né per il
sapore
, né per la
fragranza
, in tanti altri che il
padre
le aveva pur
recati
di
là
:
celse
more
in
rustici
ziretti
di
terracotta
tappati
con
pampini
di
vite
;
perine
ceree
da una
parte
e
sanguigne
dall'altra, con la
corona
; e
susine
iridate
e
pistacchi
e
lumie
.
Tuttora
,
dire
Zùnica
e
immaginare
un
profondo
bosco
d'
olivi
saraceni
e poi
distese
di
verdissimi
vigneti
e
giardini
vermigli
con
siepi
di
salvie
ronzanti
d'
api
e
vivai
muscosi
e
boschetti
d'
agrumi
imbalsamati
di
zagare
e di
gelsomini
,
era
per
Didì
tutt'uno, quantunque già da un
pezzo
sapesse
che
Zùnica
era
una
povera
arida
cittaduzza
dell'
interno
della
Sicilia
,
cinta
da ogni
parte
dai
lividi
tufi
arsicci
delle
zolfare
e da
scabre
rocce
gessose
fulgenti
alle
rabbie
del
sole
, e che quei
frutti
, non più gli stessi della sua
infanzia
, venivano da un
feudo
,
detto
di
Ciumìa
, parecchi
chilometri
lontano
dal
paese
.
Aveva queste
notizie
dal
padre
: lei non
era
mai stata più
là
di
Bagheria
, presso
Palermo
, per la
villeggiatura
:
Bagheria
,
sparsa
tra il
verde
,
bianca
, sotto il
turchino
ardente
del
cielo
. L'
anno
scorso
,
era
stata anche più vicino, tra i
boschi
d'
aranci
di
Santa
Flavia
, e ancora con le
vesti
corte
.
Ora
, per il
viaggio
lungo
fino
a
Zùnica
indossava
anche, per la prima
volta
, una
veste
lunga
.
E le
pareva
d'esser già un'altra. Una
damina
proprio per la quale. Aveva lo
strascico
finanche
negli
sguardi
;
alzava
, a
tratti
, le
sopracciglia
come a
tirarlo
su, questo
strascico
dello
sguardo
; e
teneva
alto
il
nasino
ardito
,
alto
il
mento
con la
fossetta
, e
chiusa
la
bocca
.
Bocca
da
signora
con la
veste
lunga
;
bocca
che
nasconde
i
denti
, come la
veste
lunga
i
piedini
.
Se non che,
seduto
dirimpetto
a lei,
c'
era
Cocò
, il
fratello
maggiore, quel
birbante
di
Cocò
il quale, col
capo
abbandonato
su la
spalliera
rossa
dello
scompartimento
di prima
classe
,
tenendo
gli
occhi
bassi
e la
sigaretta
attaccata
al
labbro
superiore
, di tanto in tanto le
sospirava
,
stanco
:
-
Didì
, mi fai
ridere
.
Dio
, che
rabbia
!
Dio
, che
prurito
nelle
dita
!
Ecco: se
Cocò
non si
fosse
rasi
i
baffi
come voleva la
moda
,
Didì
glieli
avrebbe
strappati
,
saltandogli
addosso
come una
gattina
.
Invece,
sorridendo
con le
ciglia
alzate
, gli
rispondeva
, senza
scomporsi
:
-
Caro
mio, sei un
cretino
.
Ridere
della sua
veste
lunga
e anche, se vogliamo, delle
arie
che si
dava
, dopo il
serio
discorso
che le aveva
tenuto
la
sera
avanti a
proposito
di questo
viaggio
misterioso
a
Zùnica
...
Era
o non
era
, questo
viaggio
, una
specie
di
spedizione
, un'
impresa
, qualcosa come la
scalata
a un
castello
ben
munito
in
cima
a una
montagna
? Erano o non erano
macchine
da
guerra
per quella
scalata
le sue
vesti
lunghe
? E dunque, che
c'
era
da
ridere
se lei,
sentendosi
armata
con esse per una
conquista
,
provava
di
tratto
in
tratto
le
armi
col
darsi
quelle
arie
?
Cocò
, la
sera
avanti, le aveva
detto
che finalmente
era
venuto il
tempo
di
pensare
sul
serio
ai
casi
loro.
Didì
aveva
sgranato
tanto d'
occhi
.
Casi
loro? Che
casi
? Ci potevano esser
casi
anche per lei, a cui
pensare
, e per
giunta
sul
serio
?
Dopo la prima
sorpresa
, una gran
risata
.
Conosceva
una
persona
sola
, fatta
apposta
per
pensare
ai
casi
suoi e anche a quelli di tutti loro:
donna
Sabetta
, la sua
governante
,
intesa
donna
Bebé
, o
donna
Be
', come lei per far più presto la
chiamava
.
Donna
Be
'
pensava
sempre ai
casi
suoi.
Investita
,
spinta
,
trascinata
da certi suoi
furibondi
impeti
improvvisi
, la
poveretta
fingeva
di
mettersi
a
frignare
e,
grattandosi
con
ambo
le
mani
la
fronte
,
gemeva
:
- Oh
benedetto
il
nome
del
Signore
, mi
lasci
pensare
ai
casi
miei,
signorina
!
La
prendeva
per
donna
Be
',
adesso
,
Cocò
? No, non la
prendeva
per
donna
Be
'.
Cocò
, la
sera
avanti, le aveva
assicurato
che proprio questi
benedetti
cari
loro
c'
erano, e
serii
, molto
serii
, come quella sua
veste
lunga
da
viaggio
.
Fin
da
bambina
,
vedendo
andare
il
padre
ogni
settimana
e talvolta anche due
volte
la
settimana
a
Zùnica
, e
sentendo
parlare
del
feudo
di
Ciumìa
e delle
zolfare
di
Monte
Diesi
e d'altre
zolfare
e
poderi
e
case
,
Didì
aveva sempre
creduto
che tutti questi
beni
fossero del
padre
, la
baronia
dei
Brilla
.
Erano, invece, dei
marchesi
Nigrenti
di
Zùnica
. Il
padre
,
barone
Brilla
, ne
era
soltanto
l'
amministratore
giudiziario
. E quell'
amministrazione
da cui per
vent'
anni
al
padre
era
venuta la
larga
agiatezza
, della quale loro due,
Cocò
e
Didì
, avevano sempre
goduto
, sarebbe
finita
tra pochi
mesi
.
Didì
era
veramente
nata
e
cresciuta
in
mezzo
a quell'
agiatezza
; aveva poco più di
sedici
anni
; ma
Cocò
ne aveva
ventisei
; e
Cocò
serbava
una
chiara
, per quanto
lontana
memoria
dei
gravi
stenti
tra cui il
padre
s'
era
dibattuto
prima d'esser
fatto
, per
maneggi
e
brighe
d'ogni
sorta
,
amministratore
giudiziario
dell'
immenso
patrimonio
di quei
marchesi
di
Zùnica
.
Ora
,
c'
era
tutto il
pericolo
di
ricadere
in quegli
stenti
che, se anche
minori
, sarebbero
sembrati
più
duri
dopo l'
agiatezza
. Per
impedirlo
,
bisognava
che
riuscisse
,
ora
, ma proprio
bene
e in tutto, il
piano
di
battaglia
architettato
dal
padre
, e di cui quel
viaggio
era
la prima
mossa
.
La prima, no,
veramente
.
Cocò
era
già
stato
a
Zùnica
col
padre
, circa tre
mesi
addietro
, in
ricognizione
; vi si
era
trattenuto
quindici
giorni
, e aveva
conosciuto
la
famiglia
Nigrenti
.
La quale
era
composta
, salvo
errore
, di tre
fratelli
e di una
sorella
. Salvo
errore
, perché nell'
antico
palazzo
in
cima
al
paese
c'
erano anche due
vecchie
ottuagenarie
, due
zônne
(
zie-donne
), che
Cocò
non
sapeva
bene
se fossero dei
Nigrenti
anche loro, cioè se
sorelle
del
nonno
del
marchese
o se
sorelle
della
nonna
.
Il
marchese
si
chiamava
Andrea
; aveva circa
quarantacinque
anni
e,
cessata
l'
amministrazione
giudiziaria
, sarebbe
stato
per le
disposizioni
testamentarie
il maggior
erede
. Degli altri due
fratelli
, uno
era
prete
-
don
Arzigogolo
, come lo
chiamava
il
padre
- l'altro, il così
detto
Cavaliere
, un
villanzone
.
Bisognava
guardarsi
dall'uno e dall'altro, e più dal
prete
che dal
villanzone
. La
sorella
aveva
ventisette
anni
, un
anno
più di
Cocò
, e si
chiamava
Agata
, o
Titina
:
gracile
come un'
ostia
e
pallida
come la
cera
; con gli
occhi
costantemente
pieni
d'
angoscia
e con le
lunghe
mani
esili
e
fredde
che le
tremavano
di
timidezza
,
incerte
e
schive
.
Doveva
essere
la
purezza
e la
bontà
in
persona
,
poverina
: non aveva mai
dato
un
passo
fuori del
palazzo
:
assisteva
le due
vecchie
ottuagenarie
, le due
zônne
;
ricamava
e
sonava
"
divinamente
" il
pianoforte
.
Ebbene: il
piano
del
padre
era
questo: prima di
lasciare
quell'
amministrazione
giudiziaria
,
concludere
due
matrimoni
:
dare
cioè a
Didì
il
marchese
Andrea
, e
Agata
a lui,
Cocò
.
Didì
al
primo
annunzio
era
diventata
in
volto
di
bragia
e gli
occhi
le avevano
sfavillato
di
sdegno
. Lo
sdegno
era
scoppiato
in lei più che per la cosa in se stessa, per l'
aria
cinicamente
rassegnata
con cui
Cocò
la
accettava
per sé e la
profferiva
a lei come una
salvezza
.
Sposare
per
denari
un
vecchio
, uno che aveva
ventotto
anni
più di lei?
-
Ventotto
, no, - le aveva
detto
Cocò
,
ridendo
di quella
vampata
di
sdegno
. - Che
ventotto
,
Didì
!
Ventisette
, siamo
giusti
,
ventisette
e qualche
mese
.
-
Cocò
, mi fai
schifo
! Ecco:
schifo
! - gli aveva allora
gridato
Didì
, tutta
fremente
,
mostrandogli
le
pugna
.
E
Cocò
:
-
Sposo
la
Virtù
,
Didì
, e ti faccio
schifo
? Ha un
annetto
anche lei più di me; ma la
Virtù
,
Didì
mia, ti faccio
notare
, non può esser molto
giovane
. E io n'ho tanto
bisogno
! sono un
discolaccio
, un
viziosaccio
, tu lo
sai
: un
farabutto
, come dice
papà
:
metterò
senno
: avrò ai
piedi
un
bellissimo
pajo
di
pantofole
ricamate
, con le
iniziali
in
oro
e la
corona
baronale
, e un
berretto
in
capo
, di
velluto
, anch'esso
ricamato
, e col
fiocco
di
seta
,
bello
lungo. Il
baronello
Cocò
La
Virtù
... Come sarò
bello
,
Didì
mia!
E s'
era
messo
a
passeggiare
melenso
melenso
, col collo
torto
, gli
occhi
bassi
, il
bocchino
appuntito
, le
mani
una su l'altra,
pendenti
dal
mento
, a
barba
di
capro
.
Didì
, senza
volerlo
, aveva
sbruffato
una
risata
.
E allora
Cocò
s'
era
messo
a
rabbonirla
,
carezzandola
e
parlandole
di tutto il
bene
che egli avrebbe potuto fare a quella
poveretta
,
gracile
come un'
ostia
,
pallida
come la
cera
, la quale già, nei
quindici
giorni
ch'egli s'
era
trattenuto
a
Zùnica
, aveva
mostrato
, pur con la
timidezza
che le
era
propria, di
vedere
in lui il suo
salvatore
. Ma sì! certamente!
Era
interesse
dei
fratelli
e
specie
di quel così
detto
Cavaliere
(il quale aveva con sé, fuori del
palazzo
, una
donnaccia
da cui aveva avuto dieci,
quindici
,
venti
, insomma, non si
sa
quanti
figliuoli
) ch'ella
restasse
nubile
,
tappata
lì
a
muffir
nell'
ombra
. Ebbene, egli sarebbe
stato
il
sole
per lei, la
vita
. La avrebbe
tratta
fuori di
lì
,
condotta
a
Palermo
, in una
bella
casa
nuova
:
feste
,
teatri
,
viaggi
,
corse
in
automobile
...
Bruttina
era
, sì; ma
pazienza
: per
moglie
, poteva
passare
.
Era
tanto
buona
poi, e
avvezza
a non aver mai nulla, si sarebbe
contentata
anche di poco.
E aveva
seguitato
a
parlare
a lungo,
apposta
, di sé solamente, su questo
tono
, cioè del
bene
che pur si
riprometteva
di fare, perché
Didì
,
stuzzicata
così da una
parte
e, dall'altra,
indispettita
di
vedersi
messa
da
canto
, alla
fine
domandasse
:
- E io?
Venuta fuori la
domanda
,
Cocò
le aveva
risposto
con un
profondo
sospiro
:
- Eh, per te,
Didì
mia, per te la
faccenda
è molto, ma molto più
difficile
! Non sei
sola
.
Didì
aveva
aggrottato
le
ciglia
.
- Che vuol
dire
?
- Vuol
dire
... vuol
dire
che ci sono altre
attorno
al
marchese
, ecco. E una specialmente... una!
Con un
gesto
molto
espressivo
Cocò
le aveva
lasciato
immaginare
una
straordinaria
bellezza
.
-
Vedova
,
sai
? Su i
trent'
anni
.
Cugina
, per
giunta
...
E, con gli
occhi
socchiusi
, s'
era
baciate
le
punte
delle
dita
.
Didì
aveva avuto uno
scatto
di
sprezzo
.
- E se lo
pigli
!
Ma subito
Cocò
:
- Una
parola
, se lo
pigli
! Ti
pare
che il
marchese
Andrea
... (
Bel
nome
,
Andrea
!
Senti
come
suona
bene
: il
marchese
Andrea
... In
confidenza
però potresti
chiamarlo
Nenè
, come lo
chiama
Agata
, cioè
Titina
, sua
sorella
.) È
davvero
un
uomo
,
Nenè
,
sai
? Ti
basti
sapere
che ha avuto la... La come si
chiama
... La
fermezza
di star
vent'
anni
chiuso
in
casa
.
Vent'
anni
,
capisci
? non si
scherza
... dacché tutto il suo
patrimonio
cadde
sotto
amministrazione
giudiziaria
.
Figurati
i
capelli
,
Didì
mia, come gli sono
cresciuti
in questi
venti
anni
! Ma se li
taglierà
. Puoi esserne
sicura
, se li
taglierà
. Ogni
mattina
, all'
alba
,
esce
solitario
... ti
piace
?
solitario
e
avvolto
in un
mantello
, per una
lunga
passeggiata
fino
alla
montagna
. A
cavallo
,
sai
? La
cavalla
è
piuttosto
vecchiotta
,
bianca
; ma lui
cavalca
divinamente
. Sì,
divinamente
, come la
sorella
Titina
suona
divinamente
il
pianoforte
. E
pensa
, oh,
pensa
che da
giovine
,
fino
a
venticinque
anni
, cioè finché non lo
richiamarono
a
Zùnica
per il
rovescio
finanziario
, lui "fece
vita
", e che
vita
,
cara
mia! fuori, in
Continente
, a
Roma
, a
Firenze
;
corse
il
mondo
; fu a
Parigi
, a
Londra
...
Ora
pare
che da
giovanotto
abbia
amato
questa
cugina
di cui t'ho
parlato
, che si
chiama
Fana
Lopes
.
Credo
si
fosse
anche
fidanzato
con lei. Ma, venuto il
dissesto
, lei non volle più
saperne
e
sposò
un altro.
Adesso
che egli
ritorna
nel
primiero
stato
...
capisci
? Ma è più
facile
che il
marchese
,
guarda
, per farle
dispetto
,
sposi
un'altra
cugina
,
zitellona
questa, una certa
Tuzza
La
Dia
, che
credo
abbia
sospirato
sempre in
segreto
per lui,
pregando
Iddio
.
Dati
gli
umori
del
marchese
e i suoi
capelli
lunghi
, dopo questi
venti
anni
di
clausura
, è
temibile
anche questa
zitellona
,
cara
Didì
.
Basta
- aveva
concluso
la
sera
avanti
Cocò
, -
ora
chinati
,
Didì
, e
tienti
con la
punta
delle
dita
l'
orlo
della
veste
su le
gambe
.
Stordita
da quel lungo
discorso
,
Didì
s'
era
chinata
,
domandando
:
- Perché?
E
Cocò
:
- Te le
saluto
. Quelle
ormai
non si
vedranno
più!
Gliele
aveva
guardate
e le aveva
salutate
con
ambo
le
mani
; poi,
sospirando
, aveva
soggiunto
:
-
Rorò
!
Ricordi
Rorò
Campi
, la tua
amichetta
?
Ricordi
che
salutai
le
gambe
anche a lei, l'
ultima
volta
che
portò
le
vesti
corte
?
Credevo
di non
dovergliele
più
rivedere
. Eppure
gliele
rividi
!
Didì
s'
era
fatta
pallida
pallida
e
seria
.
- Che
dici
?
- Ah,
sai
,
morta
! - s'
era
affrettato
a
risponderle
Cocò
. -
Morta
, te lo
giuro
,
gliele
rividi
,
povera
Rorò
!
Lasciarono
la
cassa
mortuaria
aperta
, quando la
portarono
in
chiesa
, a
San
Domenico
. La
mattina
io ero
là
, in
chiesa
.
Vidi
la
bara
, tra i
ceri
, e mi
accostai
.
C'
erano
attorno
alcune
donne
del
popolo
, che
ammiravano
il
ricco
abito
da
sposa
di cui il
marito
aveva voluto che
fosse
parata
, da
morta
. A un certo
punto
, una di quelle
donnette
sollevò
un
lembo
della
veste
per
osservare
il
merletto
della
sottana
, e io così
rividi
le
gambe
della
povera
Rorò
.
Tutta quella
notte
Didì
s'
era
agitata
sul
letto
senza poter
dormire
.
Già, prima d'
andare
a
letto
, aveva voluto
provarsi
ancora una
volta
la
veste
lunga
da
viaggio
, davanti allo
specchio
dell'
armadio
. Dopo il
gesto
espressivo
, con cui
Cocò
aveva
descritto
la
bellezza
di colei... come si
chiamava
?
Fana
...
Fana
Lopes
... - si
era
veduta
,
lì
nello
specchio
, troppo
piccola
,
magrolina
,
miserina
... Poi s'
era
tirata
su la
veste
davanti per
rivedersi
quel tanto,
pochino
pochino
, delle
gambe
che aveva
finora
mostrato
, e subito aveva
pensato
alle
gambe
di
Rorò
Campi
,
morta
.
A
letto
, aveva voluto
riguardarsele
sotto le
coperte
:
impalate
,
stecchite
;
immaginandosi
morta
anche lei, dentro una
bara
, con l'
abito
da
sposa
, dopo il
matrimonio
col
marchese
Andrea
dai
capelli
lunghi
...
Che
razza
di
discorsi
, quel
Cocò
!
Ora
, in
treno
,
Didì
guardava
il
fratello
sdrajato
sul
sedile
dirimpetto
e si
sentiva
prendere
a
mano
a
mano
da una gran
pena
per lui.
In pochi
anni
aveva
veduto
sciuparsi
la
freschezza
del
bel
volto
fraterno
,
alterarsi
l'
aria
di esso, l'
espressione
degli
occhi
e della
bocca
. Le
pareva
ch'egli
fosse
come
arso
, dentro. E quest'
arsura
interna
, di
trista
febbre
, gliela
scorgeva
negli
sguardi
, nelle
labbra
, nell'
aridità
e nella
rossedine
della
pelle
,
segnatamente
sotto gli
occhi
.
Sapeva
ch'egli
rincasava
tardissimo
ogni
notte
; che
giocava
;
sospettava
altri
vizi
in lui, più
brutti
, dalla
violenza
dei
rimproveri
che il
padre
gli faceva
spesso
, di
nascosto
a lei,
chiusi
l'uno e l'altro nello
scrittojo
. E che
strana
impressione
, di
dolore
misto
a
ribrezzo
,
provava
da alcun
tempo
nel
vederlo
da quella
trista
vita
impenetrabile
accostarsi
a lei; al
pensiero
che egli, pur sempre per lei buon
fratellino
affettuoso
,
fosse
poi, fuori di
casa
,
peggio
che un
discolo
, un
vizioso
, se non proprio un
farabutto
, come tante
volte
nell'
ira
gli aveva
gridato
in
faccia
il
padre
. Perché, perché non aveva egli per gli altri lo stesso
cuore
che per lei? Se
era
così
buono
per lei, senza
mentire
, come poteva poi, nello stesso
tempo
,
essere
così
tristo
per gli altri?
Ma forse la
tristezza
era
fuori: fuori,
là
, nel
mondo
, ove a una certa
età
,
lasciati
i
sereni
,
ingenui
affetti
della
famiglia
, si
entrava
coi
calzoni
lunghi
gli
uomini
, con le
vesti
lunghe
le
donne
. E
doveva
essere
una
laida
tristezza
, se nessuno
osava
parlarne
, se non
sottovoce
e con
furbeschi
ammiccamenti
, che
indispettivano
chi - come lei - non
riusciva
a
capirci
nulla;
doveva
essere
una
tristezza
divoratrice
, se in sì poco
tempo
suo
fratello
, già così
fresco
e
candido
, s'
era
ridotto
a quel modo; se
Rorò
Campi
, la sua
amicuccia
, dopo un
anno
appena, ne
era
morta
...
Didì
si
sentì
pesare
sui
piedini
,
fino
al
giorno
avanti
liberi
e
scoperti
, la
veste
lunga
, e ne
provò
un
fastidio
smanioso
: si
sentì
oppressa
da una
angoscia
soffocante
, e
volse
lo
sguardo
dal
fratello
al
padre
, che
sedeva
all'altro
angolo
della
vettura
,
intento
a
leggere
alcune
carte
d'
amministrazione
,
tratte
da una
borsetta
di
cuojo
aperta
su le
ginocchia
.
Entro quella
borsetta
,
foderata
di
stoffa
rossa
,
spiccava
lucido
il
turacciolo
smerigliato
di una
fiala
.
Didì
vi
fissò
gli
occhi
e
pensò
che il
padre
era
, da
anni
, sotto la
minaccia
continua
d'una
morte
improvvisa
, potendo da un
istante
all'altro
essere
colto
da un
accesso
del suo
male
cardiaco
, per cui
portava
sempre con sé quella
fiala
.
Se d'un
tratto
egli
fosse
venuto a
mancarle
... Oh
Dio
, no, perché
pensare
a questo? Egli, pur con quella
fiala
lì
davanti, non ci
pensava
.
Leggeva
le sue
carte
d'
amministrazione
e, di
tratto
in
tratto
, si
aggiustava
le
lenti
insellate
su la
punta
del
naso
; poi, ecco, si
passava
la
mano
grassoccia
,
bianca
e
pelosa
, sul
capo
calvo
,
lucidissimo
; oppure
staccava
gli
occhi
dalla
lettura
e li
fissava
nel
vuoto
,
restringendo
un po' le
grosse
palpebre
rimborsate
. Gli
occhi
ceruli
,
ovati
, gli s'
accendevano
allora di un'
acuta
vivezza
maliziosa
, in
contrasto
con la
floscia
stanchezza
della
faccia
carnuta
e
porosa
, da cui
schizzavano
, sotto il
naso
, gl'
ispidi
e
corti
baffetti
rossastri
, già un po'
grigi
, a
cespugli
.
Da un
pezzo
, cioè dalla
morte
della
madre
,
avvenuta
tre
anni
addietro
,
Didì
aveva l'
impressione
che il
padre
si
fosse
come
allontanato
da lei, anzi
staccato
così, che lei, ecco, poteva
osservarlo
come un
estraneo
. E non il
padre
soltanto
: anche
Cocò
. Le
pareva
che
fosse
rimasta
lei
sola
a
vivere
ancora della
vita
della
casa
, o
piuttosto
a
sentire
il
vuoto
di essa, dopo la
scomparsa
di colei che la
riempiva
tutta e
teneva
tutti
uniti
.
Il
padre
, il
fratello
s'erano
messi
a
vivere
per
conto
loro, fuori di
casa
, certo; e quegli
atti
della
vita
, che
seguitavano
a
compiere
lì
insieme
con lei, erano quasi per
apparenza
, senza più quella
cara
,
antica
intimità
, da cui
spira
quell'
alito
familiare
, che
sostiene
,
consola
e
rassicura
.
Tuttora
Didì
ne
sentiva
un
desiderio
angoscioso
, che la faceva
piangere
insaziabilmente
,
inginocchiata
innanzi a un
antica
cassapanca
,
ov
'erano
conservate
le
vesti
della
madre
.
L'
alito
della
famiglia
era
racchiuso
là
, in quella
cassapanca
antica
, di
noce
,
lunga
e
stretta
come una
bara
; e di
là
, dalle
vesti
della
mamma
,
esalava
, a
inebriarla
amaramente
coi
ricordi
dell'
infanzia
felice
.
Tutta la
vita
s'
era
come
diradata
e fatta
vana
, con la
scomparsa
di lei; tutte le
cose
pareva
avessero
perduto
il loro
corpo
e fossero
diventate
ombre
. E che sarebbe
avvenuto
domani
? Avrebbe ella sempre
sentito
quel
vuoto
, quella
smania
di un'
attesa
ignota
, di qualche cosa che
dovesse
venire a
colmarglielo
, quel
vuoto
, e a
ridarle
la
fiducia
, la
sicurezza
, il
riposo
?
Le
giornate
eran
passate
per
Didì
come
nuvole
davanti alla
luna
.
Quante
sere
, senz'
accendere
il
lume
nella
camera
silenziosa
, non se n'
era
stata dietro le
alte
invetriate
della
finestra
a
guardar
le
nuvole
bianche
e
cineree
che
avviluppavano
la
luna
! E
pareva
che
corresse
la
luna
, per
liberarsi
da quei
viluppi
. E lei
era
rimasta
a lungo,
lì
nell'
ombra
, con gli
occhi
intenti
e senza
sguardo
, a
fantasticare
; e
spesso
gli
occhi
, senza che lei lo volesse, le si erano
riempiti
di
lagrime
.
Non voleva esser
triste
, no; voleva anzi esser
lieta
,
alacre
,
vispa
. Ma nella
solitudine
, in quel
vuoto
, questo
desiderio
non
trovava
da
sfogarsi
altrimenti che in
veri
impeti
di
follia
, che
sbigottivano
la
povera
donna
Bebé
.
Senza più
guida
, senza più nulla di
consistente
attorno
, non
sapeva
che cosa
dovesse
fare della
vita
, qual
via
prendere
. Un
giorno
avrebbe voluto
essere
in un modo, il
giorno
appresso in un altro. Aveva anche
sognato
tutta una
notte
, di
ritorno
dal
teatro
, di farsi
ballerina
, sì, e
suora
di
carità
la
mattina
dopo, quand'erano venute per la
questua
le
monacelle
del
Boccone
del
povero
. E un po' voleva
chiudersi
tutta in se stessa e
andar
vagando
per il
mondo
assorta
nella
scienza
teosofica
, come
Frau
Wenzel
, la sua
maestra
di
tedesco
e di
pianoforte
; un po' voleva
dedicarsi
tutta all'
arte
, alla
pittura
. Ma no, no: alla
pittura
veramente
, no, più: le faceva
orrore
,
ormai
, la
pittura
, come se avesse
preso
corpo
in quell'
imbecille
di
Carlino
Volpi
,
figlio
del
pittore
Volpi
, suo
maestro
, perché un
giorno
Carlino
Volpi
, venuto invece del
padre
ammalato
, a
darle
lezione
... Com'
era
stato
?... Lei, a un certo
punto
, gli aveva
domandato
:
-
Vermiglione
o
carminio
?
E lui,
muso
di
cane
:
-
Signorina
,
carminio
... così!
E l'aveva
baciata
in
bocca
.
Via
, da quel
giorno
e per sempre,
tavolozza
,
pennelli
e
cavalletto
! Il
cavalletto
glielo aveva
rovesciato
addosso
e, non
contenta
, gli aveva anche
scagliato
in
faccia
il
fascio
dei
pennelli
, e lo aveva
cacciato
via
, senza neanche
dargli
il
tempo
di
lavarsi
la
grinta
impudente
, tutta
pinticchiata
di
verde
, di
giallo
, di
rosso
.
Era
alla
discrezione
del
primo
venuto, ecco... Non
c'
era
più nessuno, in
casa
, che la
proteggesse
. Un
mascalzone
, così, poteva
entrarle
in
casa
e
permettersi
, come niente, di
baciarla
in
bocca
. Che
schifo
le
era
rimasto
, di quel
bacio
! S'
era
stroppicciate
fino
a
sangue
le
labbra
; e ancora a
pensarci
,
istintivamente
, si
portava
una
mano
alla
bocca
.
Ma aveva un
bocca
,
veramente
?... Non se la
sentiva
! Ecco: si
stringeva
forte
forte
, con due
dita
, il
labbro
, e non se lo
sentiva
. E così, di tutto il
corpo
. Non se lo
sentiva
. Forse perché
era
sempre
assente
da se stessa,
lontana
?... Tutto
era
sospeso
,
fluido
e
irrequieto
dentro di lei.
E le avevano
messo
quella
veste
lunga
,
ora
così... su un
corpo
, che lei non si
sentiva
. Assai più del suo
corpo
pesava
quella
veste
! Si
figuravano
che ci
fosse
qualcuna, una
donna
, sotto quella
veste
lunga
, e invece no; invece lei, tutt'al più, non poteva
sentirvi
altro, dentro, che una
bambina
; sì, ancora, di
nascosto
a tutti, la
bambina
ch'
era
stata, quando tutto ancora intorno aveva per lei una
realtà
, la
realtà
della sua
dolce
infanzia
, la
realtà
sicura
che sua
madre
dava
alle
cose
col suo
alito
e col suo
amore
. Il
corpo
di quella
bimba
, sì,
viveva
e si
nutriva
e
cresceva
sotto le
carezze
e le
cure
della
mamma
.
Morta
la
mamma
, lei aveva
cominciato
a non
sentire
più neanche il suo
corpo
, quasi che anch'esso si
fosse
diradato
, come tutt'intorno la
vita
della
famiglia
, la
realtà
che lei non
riusciva
più a
toccare
in nulla.
Ora
, questo
viaggio
...
Guardando
di
nuovo
il
padre
e il
fratello
,
Didì
provò
dentro, a un
tratto
, una
profonda
,
violenta
repulsione
.
Si erano
addormentati
entrambi in
penosi
atteggiamenti
.
Ridondava
al
padre
da un
lato
,
premuta
dal
colletto
, la
flaccida
giogaja
sotto il
mento
. E aveva la
fronte
imperlata
di
sudore
. E nel
trarre
il
respiro
, gli
sibilava
un po' il
naso
.
Il
treno
, in
salita
,
andava
lentissimamente
, quasi
ansimando
, per
terre
desolate
, senza un
filo
d'
acqua
, senza un
ciuffo
d'
erba
, sotto l'
azzurro
intenso
e
cupo
del
cielo
. Non
passava
nulla, mai nulla davanti al
finestrino
della
vettura
; solo, di tanto in tanto,
lentissimamente
, un
palo
telegrafico
,
arido
anch'esso, coi quattro
fili
che s'
avvallavano
appena.
Dove la
conducevano
quei due, che anche
lì
la
lasciavano
così
sola
? A un'
impresa
vergognosa
. E
dormivano
! Sì, perché, forse,
era
tutta così, e non
era
altro, la
vita
. Essi, che già
c'
erano
entrati
, lo
sapevano
;
c'
erano
ormai
avvezzi
e,
andando
,
lasciandosi
portare
dal
treno
, potevano
dormire
... Le avevano
fatto
indossare
quella
veste
lunga
per
trascinarla
lì
, a quella
laida
impresa
, che non faceva più loro alcuna
impressione
.
Giusto
lì
la
trascinavano
, a
Zùnica
, ch'
era
il
paese
di
sogno
della sua
infanzia
felice
! E perché ne
morisse
dopo un
anno
, come la sua
amichetta
Rorò
Campi
?
L'
ignota
attesa
, l'
irrequietezza
del suo
spirito
, dove, in che si sarebbero
fermate
? In una
cittaduzza
morta
, in un
fosco
palazzo
antico
, accanto a un
vecchio
marito
dai
capelli
lunghi
... E forse le sarebbe
toccato
di
sostituire
la
cognata
nelle
cure
di quelle due
vecchie
ottuagenarie
, seppure il
padre
fosse
riuscito
nella sua
insidia
.
Fissando
gli
occhi
nel
vuoto
,
Didì
vide
le
stanze
di quel
fosco
palazzo
. Non
c'
era
già stata una
volta
? Sì, in
sogno
, una
volta
, per
restarvi
per sempre... Una
volta
? Quando? Ma
ora
, ecco... e già da tanto
tempo
, vi
era
, e per
starvi
per sempre,
soffocata
nella
vacuità
d'un
tempo
fatto
di
minuti
eterni
,
tentato
da un
ronzio
perpetuo
, vicino,
lontano
, di
mosche
sonnolente
nel
sole
che dai
vetri
pinticchiati
delle
finestre
sbadigliava
sulle
nude
pareti
gialle
di
vecchiaia
, o si
stampava
polveroso
sul
pavimento
di
logori
mattoni
di
terracotta
.
Oh
Dio
, e non poter
fuggire
... non poter
fuggire
...
Legata
com'
era
, qua, dal
sonno
di quei due, dalla
lentezza
enorme
di quel
treno
,
uguale
alla
lentezza
del
tempo
là
, nell'
antico
palazzo
, dove non si poteva far altro che
dormire
, come
dormivano
quei due...
Provò
a un
tratto
in quel
fantasticare
che
assumeva
nel suo
spirito
una
realtà
massiccia
,
ponderosa
,
infrangibile
, un
senso
di
vuoto
così
arido
, una così
soffocante
e
atroce
afa
della
vita
, che
istintivamente
, proprio senza
volerlo
,
cauta
,
allungò
una
mano
alla
borsetta
di
cuojo
, che il
padre
aveva
posato
,
aperta
, sul
sedile
. Il
turacciolo
smerigliato
della
fiala
aveva già
attratto
con la sua
iridescenza
lo
sguardo
di lei.
Il
padre
, il
fratello
seguitavano
a
dormire
. E
Didì
stette un
pezzo
a
esaminare
la
fiala
, che
luceva
col
veleno
roseo
. Poi, quasi senza
badare
a quello che faceva, la
sturò
pian
piano
e
lentamente
l'
accostò
alle
labbra
,
tenendo
fissi
gli
occhi
ai due che
dormivano
. E
vide
, mentre
beveva
, che il
padre
alzava
una
mano
, nel
sonno
, per
scacciare
una
mosca
, che gli
scorreva
su la
fronte
,
lieve
.
A un
tratto
, la
mano
che
reggeva
la
fiala
le
cascò
in
grembo
,
pesantemente
. Come se gli
orecchi
le si fossero all'
improvviso
sturati
,
avvertì
enorme
,
fragoroso
,
intronante
il
rumore
del
treno
, così
forte
che
temette
dovesse
soffocare
il
grido
che le
usciva
dalla
gola
e gliela
lacerava
... No... ecco, il
padre
, il
fratello
balzavano
dal
sonno
... le erano sopra... Come
aggrapparsi
più a loro?
Didì
stese
le
braccia
; ma non
prese
, non
vide
, non
udì
più nulla.
Tre
ore
dopo,
arrivò
,
piccola
morta
con quella sua
veste
lunga
, a
Zùnica
, al
paese
di
sogno
della sua
infanzia
felice
.
Precedente
-
Successivo
Indice
:
Generale
-
Opera
|
Parole
:
Alfabetica
-
Frequenza
-
Rovesciate
-
Lunghezza
-
Statistiche
|
Aiuto
|
Biblioteca IntraText
IntraText®
(V89)
Copyright
1996-2007 EuloTech SRL