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Luigi Pirandello
L'uomo solo
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La verità
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La
verità
Saru
Argentu
,
inteso
Tararà
, appena
introdotto
nella
gabbia
della
squallida
Corte
d'
Assise
, per prima cosa
cavò
di
tasca
un
ampio
fazzoletto
rosso
di
cotone
a
fiorami
gialli
, e lo
stese
accuratamente
su uno dei
gradini
della
panca
, per non
sporcarsi
,
sedendo
, l'
abito
delle
feste
, di
greve
panno
turchino
.
Nuovo
l'
abito
, e
nuovo
il
fazzoletto
.
Seduto
,
volse
la
faccia
e
sorrise
a tutti i
contadini
che
gremivano
, dalla
ringhiera
in
giù
, la
parte
dell'
aula
riservata
al
pubblico
. L'
irto
grugno
raschioso
,
raso
di
fresco
, gli
dava
l'
aspetto
d'uno
scimmione
. Gli
pendevano
dagli
orecchi
due
catenaccetti
d'
oro
.
Dalla
folla
di tutti quei
contadini
si
levava
denso
,
ammorbante
, un
sito
di
stalla
e di
sudore
, un
lezzo
caprino
, un
tanfo
di
bestie
inzafardate
, che
accorava
.
Qualche
donna
,
vestita
di
nero
, con la
mantellina
di
panno
tirata
fin
sopra gli
orecchi
, si
mise
a
piangere
perdutamente
alla
vista
dell'
imputato
, il quale invece,
guardando
dalla
gabbia
,
seguitava
a
sorridere
e
ora
alzava
una
scabra
manaccia
terrosa
,
ora
piegava
il collo di qua e di
là
, non
propriamente
a
salutare
, ma a fare a questo e a quello degli
amici
e
compagni
di
lavoro
un
cenno
di
riconoscimento
, con una certa
compiacenza
.
Perché per lui
era
quasi una
festa
, quella, dopo tanti e tanti
mesi
di
carcere
preventivo
. E s'
era
parato
come di
domenica
, per far
buona
comparsa
.
Povero
era
, tanto che non aveva potuto neanche
pagarsi
un
avvocato
, e ne aveva uno d'
ufficio
; ma per quello che
dipendeva
da lui, ecco,
pulito
almeno,
sbarbato
,
pettinato
e con l'
abito
delle
feste
.
Dopo le
prime
formalità
,
costituita
la
giuria
, il
presidente
invitò
l'
imputato
ad
alzarsi
.
- Come vi
chiamate
?
-
Tararà
.
- Questo è un
nomignolo
. Il vostro
nome
?
- Ah,
sissignore
.
Argentu
,
Saru
Argentu
,
Eccellenza
. Ma tutti mi
conoscono
per
Tararà
.
-
Va
bene
. Quant'
anni
avete?
-
Eccellenza
, non lo
so
.
- Come non lo
sapete
?
Tararà
si
strinse
nelle
spalle
e
significò
chiaramente
con l'
atteggiamento
del
volto
, che gli
sembrava
quasi una
vanità
, ma proprio
superflua
, il
computo
degli
anni
.
Rispose
:
-
Abito
in
campagna
,
Eccellenza
. Chi ci
pensa
?
Risero
tutti, e il
presidente
chinò
il
capo
a
cercare
nelle
carte
che gli stavano
aperte
davanti:
- Siete
nato
nel
1873
. Avete dunque
trentanove
anni
.
Tararà
aprì
le
braccia
e si
rimise
:
- Come
comanda
Vostra
Eccellenza
.
Per non
provocare
nuove
risate
, il
presidente
fece le altre
interrogazioni
,
rispondendo
da sé a ognuna: - È
vero
? - è
vero
? -
Infine
disse
:
-
Sedete
.
Ora
sentirete
dal
signor
cancelliere
di che cosa siete
accusato
.
Il
cancelliere
si
mise
a
leggere
l'
atto
d'
accusa
; ma a un certo
punto
dovette
interrompere
la
lettura
, perché il
capo
dei
giurati
stava per venir meno a
causa
del gran
lezzo
ferino
che aveva
empito
tutta l'
aula
.
Bisognò
dar
ordine
agli
uscieri
che fossero
spalancate
porte
e
finestre
.
Apparve
allora
lampante
e
incontestabile
la
superiorità
dell'
imputato
di
fronte
a coloro che
dovevano
giudicarlo
.
Seduto
su quel suo
fazzolettone
rosso
fiammante
,
Tararà
non
avvertiva
affatto quel
lezzo
,
abituale
al suo
naso
, e poteva
sorridere
;
Tararà
non
sentiva
caldo
, pur
vestito
com'
era
di quel
greve
abito
di
panno
turchino
;
Tararà
infine
non aveva alcun
fastidio
dalle
mosche
, che facevano
scattare
in
gesti
irosi
i
signori
giurati
, il
procuratore
del
re
, il
presidente
, il
cancelliere
, gli
avvocati
, gli
uscieri
, e
finanche
i
carabinieri
. Le
mosche
gli si
posavano
su le
mani
, gli
svolavano
ronzanti
sonnacchiose
attorno
alla
faccia
, gli s'
attaccavano
voraci
su la
fronte
, agli
angoli
della
bocca
e
perfino
a quelli degli
occhi
: non le
sentiva
, non le
cacciava
, e poteva
seguitare
a
sorridere
.
Il
giovane
avvocato
difensore
,
incaricato
d'
ufficio
, gli aveva
detto
che poteva
essere
sicuro
dell'
assoluzione
, perché aveva
ucciso
la
moglie
, di cui
era
provato
l'
adulterio
.
Nella
beata
incoscienza
delle
bestie
, non aveva neppur l'
ombra
del
rimorso
. Perché
dovesse
rispondere
di ciò che aveva
fatto
, di una cosa, cioè, che non
riguardava
altri che lui, non
capiva
.
Accettava
l'
azione
della
giustizia
, come una
fatalità
inovviabile
.
Nella
vita
c'
era
la
giustizia
, come per la
campagna
le
cattive
annate
.
E la
giustizia
, con tutto quell'
apparato
solenne
di
scanni
maestosi
, di
tocchi
, di
toghe
e di
pennacchi
,
era
per
Tararà
come quel
nuovo
grande
molino
a
vapore
, che s'
era
inaugurato
con gran
festa
l'
anno
avanti.
Visitandone
con tanti altri
curiosi
il
macchinario
, tutto quell'
ingranaggio
di
ruote
, quel
congegno
indiavolato
di
stantuffi
e di
pulegge
,
Tararà
, l'
anno
avanti, s'
era
sentita
sorgere
dentro e a
mano
a
mano
ingrandire
, con lo
stupore
, la
diffidenza
. Ciascuno avrebbe
portato
il suo
grano
a quel
molino
; ma chi avrebbe poi
assicurato
agli
avventori
che la
farina
sarebbe stata quella stessa del
grano
versato
?
Bisognava
che ciascuno
chiudesse
gli
occhi
e
accettasse
con
rassegnazione
la
farina
che gli
davano
.
Così
ora
, con la stessa
diffidenza
, ma pur con la stessa
rassegnazione
,
Tararà
recava
il suo
caso
nell'
ingranaggio
della
giustizia
.
Per
conto
suo,
sapeva
che aveva
spaccato
la
testa
alla
moglie
con un
colpo
d'
accetta
, perché,
ritornato
a
casa
fradicio
e
inzaccherato
, una
sera
di
sabato
, dalla
campagna
sotto il
borgo
di
Montaperto
nella quale
lavorava
tutta la
settimana
da
garzone
, aveva
trovato
uno
scandalo
grosso
nel
vicolo
dell'
Arco
di
Spoto
, ove
abitava
, su le
alture
di
San
Gerlando
.
Poche
ore
avanti, sua
moglie
era
stata
sorpresa
in
flagrante
adulterio
insieme
col
cavaliere
don
Agatino
Fiorìca
.
La
signora
donna
Graziella
Fiorìca
,
moglie
del
cavaliere
, con le
dita
piene
d'
anelli
, le
gote
tinte
di
uva
turca
, e tutta
infiocchettata
come una di quelle
mule
che
recano
a
suon
di
tamburo
un
carico
di
frumento
alla
chiesa
, aveva
guidato
lei stessa in
persona
il
delegato
di
pubblica
sicurezza
Spanò
e due
guardie
di
questura
,
là
nel
vicolo
dell'
Arco
di
Spoto
, per la
constatazione
dell'
adulterio
.
Il
vicinato
non aveva potuto
nascondere
a
Tararà
la sua
disgrazia
, perché la
moglie
era
stata
trattenuta
in
arresto
, col
cavaliere
, tutta la
notte
. La
mattina
seguente
Tararà
, appena se la
era
vista
ricomparire
zitta
zitta
davanti all'
uscio
di
strada
, prima che le
vicine
avessero
tempo
d'
accorrere
, le
era
saltato
addosso
con l'
accetta
in
pugno
e le aveva
spaccato
la
testa
.
Chi
sa
che cosa stava a
leggere
adesso
il
signor
cancelliere
...
Terminata
la
lettura
, il
presidente
fece
alzare
di
nuovo
l'
imputato
per l'
interrogatorio
.
-
Imputato
Argentu
, avete
sentito
di che siete
accusato
?
Tararà
fece un
atto
appena appena con la
mano
e, col suo
solito
sorriso
,
rispose
:
-
Eccellenza
, per
dire
la
verità
, non ci ho
fatto
caso
.
Il
presidente
allora lo
redarguì
con molta
severità
:
- Siete
accusato
d'aver
assassinato
con un
colpo
d'
accetta
, la
mattina
del 10
dicembre
1911
,
Rosaria
Femminella
, vostra
moglie
. Che avete a
dire
in vostra
discolpa
?
Rivolgetevi
ai
signori
giurati
e
parlate
chiaramente
e col
dovuto
rispetto
alla
giustizia
.
Tararà
si
recò
una
mano
al
petto
, per
significare
che non aveva la
minima
intenzione
di
mancare
di
rispetto
alla
giustizia
. Ma tutti,
ormai
, nell'
aula
, avevano
disposto
l'
animo
all'
ilarità
e lo
guardavano
col
sorriso
preparato
in
attesa
d'una sua
risposta
.
Tararà
lo
avvertì
e
rimase
un
pezzo
sospeso
e
smarrito
.
- Su,
dite
, insomma, - lo
esortò
il
presidente
. -
Dite
ai
signori
giurati
quel che avete da
dire
.
Tararà
si
strinse
nelle
spalle
e
disse
:
- Ecco,
Eccellenza
. Loro
signori
sono
alletterati
, e quello che sta
scritto
in
codeste
carte
, lo avranno
capito
. Io
abito
in
campagna
,
Eccellenza
. Ma se in
codeste
carte
sta
scritto
, che ho
ammazzato
mia
moglie
, è la
verità
. E non se ne
parla
più.
Questa
volta
scoppiò
a
ridere
, senza
volerlo
, anche il
presidente
.
- Non se ne
parla
più?
Aspettate
e
sentirete
,
caro
, se se ne
parlerà
...
-
Intendo
dire
,
Eccellenza
, -
spiegò
Tararà
,
riponendosi
la
mano
sul
petto
, -
intendo
dire
, che l'ho
fatto
, ecco; e
basta
. L'ho
fatto
... sì,
Eccellenza
, mi
rivolgo
ai
signori
giurati
, l'ho
fatto
propriamente
,
signori
giurati
, perché non ne ho potuto far di meno, ecco; e
basta
.
-
Serietà
!
serietà
,
signori
!
serietà
! - si
mise
a
gridare
il
presidente
,
scrollando
furiosamente
il
campanello
. - Dove siamo? Qua siamo in una
Corte
di
giustizia
! E si
tratta
di
giudicare
un
uomo
che ha
ucciso
! Se qualcuno si
attenta
un'altra
volta
a
ridere
, farò
sgombrare
l'
aula
! E mi
duole
di
dover
richiamare
anche i
signori
giurati
a
considerare
la
gravità
del loro
compito
!
Poi,
rivolgendosi
con
fiero
cipiglio
all'
imputato
:
- Che
intendete
dire
, voi, che non ne avete potuto far di meno?
Tararà
,
sbigottito
in
mezzo
al
violento
silenzio
sopravvenuto
,
rispose
:
-
Intendo
dire
,
Eccellenza
, che la
colpa
non è stata mia.
- Ma come non è stata vostra?
Il
giovane
avvocato
,
incaricato
d'
ufficio
,
credette
a questo
punto
suo
dovere
ribellarsi
contro il
tono
aggressivo
assunto
dal
presidente
verso il
giudicabile
.
-
Perdoni
,
signor
presidente
, ma così
finiremo
d'
imbalordire
questo
pover
uomo
! Mi
pare
ch'egli abbia
ragione
di
dire
che la
colpa
non è stata sua, ma della
moglie
che lo
tradiva
col
cavalier
Fiorìca
. È
chiaro
!
-
Signor
avvocato
,
prego
, -
ripigliò
,
risentito
, il
presidente
. -
Lasciamo
parlare
l'
accusato
. A voi,
Tararà
:
intendete
dir
questo?
Tararà
negò
prima con un
gesto
del
capo
, poi con la
voce
:
-
Nossignore
,
Eccellenza
. La
colpa
non è stata neanche di quella
povera
disgraziata
. La
colpa
è stata della
signora
... della
moglie
del
signor
cavaliere
Fiorìca
, che non ha voluto
lasciare
le
cose
quiete
. Che
c'
entrava
,
signor
presidente
,
andare
a fare uno
scandalo
così
grande
davanti alla
porta
di
casa
mia, che
finanche
il
selciato
della
strada
,
signor
presidente
, è
diventato
rosso
dalla
vergogna
a
vedere
un
degno
galantuomo
, il
cavaliere
Fiorìca
, che
sappiamo
tutti che
signore
è,
scovato
lì
, in
maniche
di
camicia
e coi
calzoni
in
mano
,
signor
presidente
, nella
tana
d'una
sporca
contadina
?
Dio
solo
sa
,
signor
presidente
, quello che siamo
costretti
a fare per
procurarci
un
tozzo
di
pane
!
Tararà
disse
queste
cose
con le
lagrime
agli
occhi
e nella
voce
,
scotendo
le
mani
innanzi al
petto
, con le
dita
intrecciate
, mentre le
risate
scoppiavano
irrefrenabili
in tutta l'
aula
e molti anche si
torcevano
in
convulsione
. Ma, pur tra le
risa
, il
presidente
colse
subito a
volo
la
nuova
posizione
in cui l'
imputato
veniva a
mettersi
di
fronte
alla
legge
, dopo quanto aveva
detto
. Se n'
accorse
anche il
giovane
avvocato
difensore
, e di
scatto
,
vedendo
crollare
tutto l'
edificio
della sua
difesa
, si
voltò
verso la
gabbia
a far
cenno
a
Tararà
di
fermarsi
.
Troppo
tardi
. Il
presidente
,
tornando
a
scampanellare
furiosamente
,
domandò
all'
imputato
:
- Dunque voi
confessate
che vi
era
già
nota
la
tresca
di vostra
moglie
col
cavaliere
Fiorìca
?
-
Signor
presidente
, -
insorse
l'
avvocato
difensore
,
balzando
in
piedi
, -
scusi
... ma io così... io così...
- Che così e così! - lo
interruppe
,
gridando
, il
presidente
. - Bisogna che io
metta
in
chiaro
questo, per
ora
!
- Mi
oppongo
alla
domanda
,
signor
presidente
!
- Lei non può
mica
opporsi
,
signor
avvocato
. L'
interrogatorio
lo faccio io!
- E io allora
depongo
la
toga
!
- Ma
faccia
il
piacere
,
avvocato
! Dice sul
serio
? Se l'
imputato
stesso
confessa
...
-
Nossignore
,
nossignore
! Non ha
confessato
ancora nulla,
signor
presidente
! Ha
detto
soltanto
che la
colpa
,
secondo
lui, è della
signora
Fiorìca
, che è
andata
a far uno
scandalo
innanzi alla sua
abitazione
.
-
Va
bene
! E può lei
impedirmi
,
adesso
, di
domandare
all'
imputato
se gli
era
nota
la
tresca
della
moglie
col
Fiorìca
?
Da tutta l'
aula
si
levarono
, a questo
punto
, verso
Tararà
pressanti
,
violenti
cenni
di
diniego
. Il
presidente
montò
su tutte le
furie
e
minacciò
di
nuovo
lo
sgombro
dell'
aula
.
-
Rispondete
,
imputato
Argentu
: vi
era
nota
, sì o no, la
tresca
di vostra
moglie
?
Tararà
,
smarrito
,
combattuto
,
guardò
l'
avvocato
,
guardò
l'
uditorio
, e alla
fine
:
-
Debbo
...
debbo
dire
di no? -
balbettò
.
- Ah,
broccolo
! -
gridò
un
vecchio
contadino
dal
fondo
dell'
aula
.
Il
giovane
avvocato
diede
un
pugno
sul
banco
e si
voltò
,
sbuffando
, a
sedere
da un'altra
parte
.
-
Dite
la
verità
, nel vostro stesso
interesse
! -
esortò
il
presidente
l'
imputato
.
-
Eccellenza
,
dico
la
verità
, -
riprese
Tararà
, questa
volta
con tutt'e due le
mani
sul
petto
. - E la
verità
è questa: che
era
come se io non lo
sapessi
! Perché la cosa... sì,
Eccellenza
, mi
rivolgo
ai
signori
giurati
; perché la cosa,
signori
giurati
,
era
tacita
, e nessuno dunque poteva venirmi a
sostenere
in
faccia
che io la
sapevo
. Io
parlo
così, perché
abito
in
campagna
,
signori
giurati
. Che può
sapere
un
pover
uomo
che
butta
sangue
in
campagna
dalla
mattina
del
lunedì
alla
sera
del
sabato
? Sono
disgrazie
che possono
capitare
a tutti! Certo, se in
campagna
qualcuno
fosse
venuto a
dirmi
: "
Tararà
,
bada
che tua
moglie
se l'
intende
col
cavalier
Fiorìca
", io non ne avrei potuto fare di meno, e sarei
corso
a
casa
con l'
accetta
a
spaccarle
la
testa
. Ma nessuno
era
mai venuto a
dirmelo
,
signor
presidente
; e io, a ogni buon
fine
, se mi
capitava
qualche
volta
di
dover
ritornare
al
paese
in
mezzo
della
settimana
,
mandavo
avanti qualcuno per
avvertirne
mia
moglie
. Questo, per far
vedere
a Vostra
Eccellenza
, che la mia
intenzione
era
di non fare
danno
. L'
uomo
è
uomo
,
Eccellenza
, e le
donne
sono
donne
. Certo l'
uomo
deve
considerare
la
donna
, che l'ha nel
sangue
d'
essere
traditora
, anche senza il
caso
che
resti
sola
, voglio
dire
col
marito
assente
tutta la
settimana
; ma la
donna
, da
parte
sua,
deve
considerare
l'
uomo
, e
capire
che l'
uomo
non può farsi
beccare
la
faccia
dalla
gente
,
Eccellenza
! Certe
ingiurie
... sì,
Eccellenza
, mi
rivolgo
ai
signori
giurati
; certe
ingiurie
,
signori
giurati
, altro che
beccare
,
tagliano
la
faccia
all'
uomo
! E l'
uomo
non le può
sopportare
!
Ora
io,
padroni
miei, sono
sicuro
che quella
disgraziata
avrebbe avuto sempre per me questa
considerazione
; e
tant'
è
vero
, che io non le avevo mai
torto
un
capello
. Tutto il
vicinato
può venire a
testimoniare
! Che ci ho da fare io,
signori
giurati
, se poi quella
benedetta
signora
, all'
improvviso
... Ecco,
signor
presidente
, Vostra
Eccellenza
dovrebbe
farla venire qua, questa
signora
, di
fronte
a me, ché
saprei
parlarci
io! Non
c'
è
peggio
... mi
rivolgo
a voi,
signori
giurati
, non
c'
è
peggio
delle
donne
cimentose
! "Se suo
marito
",
direi
a questa
signora
, avendola davanti, "se suo
marito
si
fosse
messo
con una
zitella
,
vossignoria
si poteva
prendere
il
gusto
di fare questo
scandalo
, che non avrebbe
portato
nessuna
conseguenza
, perché non ci sarebbe
stato
un
marito
di
mezzo
. Ma con quale
diritto
vossignoria
è venuta a
inquietare
me, che mi sono
stato
sempre
quieto
; che non
c'
entravo
né
punto
, né poco; che non avevo voluto mai né
vedere
, né
sentire
nulla;
quieto
,
signori
giurati
, ad
affannarmi
il
pane
in
campagna
, con la
zappa
in
mano
dalla
mattina
alla
sera
?
Vossignoria
scherza
?" le
direi
, se l'avessi qua davanti questa
signora
. "Che cosa è
stato
lo
scandalo
per
vossignoria
? Niente! Uno
scherzo
! Dopo due
giorni
ha
rifatto
pace
col
marito
. Ma non ha
pensato
vossignoria
, che
c'
era
un altro
uomo
di
mezzo
? e che quest'
uomo
non poteva
lasciarsi
beccare
la
faccia
dal
prossimo
, e che
doveva
far l'
uomo
? Se
vossignoria
fosse
venuta da me, prima, ad
avvertirmi
, io le avrei
detto
: "
Lasci
andare
,
signorina
!
Uomini
siamo! E l'
uomo
, si
sa
, è
cacciatore
! Può aversi a
male
vossignoria
d'una
sporca
contadina
? Il
cavaliere
, con lei,
mangia
sempre
pane
fino
,
francese
; lo
compatisca
se, di tanto in tanto, gli fa
gola
un
tozzo
di
pane
di
casa
,
nero
e
duro
!"". Così le avrei
detto
,
signor
presidente
, e forse non sarebbe
accaduto
nulla, di quello che
purtroppo
, non per
colpa
mia, ma per
colpa
di questa
benedetta
signora
, è
accaduto
.
Il
presidente
troncò
con una
nuova
e più
lunga
scampanellata
i
commenti
, le
risa
, le
svariate
esclamazioni
, che
seguirono
per tutta l'
aula
la
confessione
fervorosa
di
Tararà
.
- Questa dunque è la vostra
tesi
? -
domandò
poi all'
imputato
.
Tararà
,
stanco
,
anelante
,
negò
col
capo
.
-
Nossignore
. Che
tesi
? Questa è la
verità
,
signor
presidente
.
E in
grazia
della
verità
, così
candidamente
confessata
,
Tararà
fu
condannato
a
tredici
anni
di
reclusione
.
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