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Luigi Pirandello
Tutte e tre
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L'ombra del rimorso
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L'
ombra
del
rimorso
- Sono venuto, - si
lamentò
dalla
soglia
Bellavita
, con quell'
esitazione
di chi si
butta
a
parlare
e poi,
incerto
, si
trattiene
, - sono venuto, perché l'ho
capito
,
sa
? il
cuore
a
Vossignoria
..., il
cuore
non le
regge
più... a venire da me... L'ho
capito
!
Ricomposto
appena dallo
scatto
d'
ira
all'
annunzio
di quella
visita
, il
signor
Notajo
, dal
tavolino
innanzi al quale stava
seduto
nella sua
stanza
da
letto
,
accennò
di sì col
grosso
capo
calvo
, ma senza
saper
bene
perché. (Il
cuore
? che aveva
detto
?) E
invitò
con un
cenno
della
mano
il
visitatore
a
introdursi
, a
sedere
.
Bellavita
, a quel
gesto
,
sentì
quasi
sussultare
tutta la
stanza
, tanta fu d'
improvviso
la
gioja
che ne ebbe. E siccome,
parato
di
strettissimo
lutto
, dopo aver
parlato
, s'
era
ricomposto
rigido
su la
soglia
, le
gambe
per quella
gioja
quasi gli
mancarono
. Si
sorresse
,
premendo
le
gracili
mani
su gli
omeri
del
figliuolo
Michelino
, che gli stava davanti,
vestito
anch'esso d'un
abito
ritinto
or
ora
di
nero
.
A quella
pressione
, come per un
richiamo
,
apparve
subito più
raggiante
in
Michelino
la
soddisfazione
con cui
portava
addosso
quell'
abito
nero
. Proprio come una
divisa
, lo
portava
. Il
giorno
avanti, ai
piccoli
amici
del
vicinato
,
raccolti
innanzi all'
uscio
di
strada
su cui il
padre
aveva
inchiodato
di traverso una
fascia
nera
di
bambagino
, egli aveva
annunziato
:
- Sono a
lutto
, io.
E,
storcignandosi
dal
piacere
in cui
pareva
tutto
invischiato
, si
era
passate
le
mani
sopra la
giacca
.
Anche
papà
era
a
lutto
, e come!
Perfino
la
fascia
di
lana
, sempre
avvolta
attorno
al collo
gangoloso
, da
rossa
se l'
era
fatta
ritingere
nera
. Ma lo
portava
con ben altro
contegno
,
papà
, il
lutto
.
All'
invito
d'
introdursi
,
rimessosi
dalla
gioja
,
Bellavita
spinse
avanti
Michelino
; e
piano
, prima, in un
orecchio
:
- (
Va'
a
baciar
la
mano
al
signor
cavaliere
!)
Poi con la
composta
gravità
che quella
visita
di
soli
sei
giorni
dopo gl'
imponeva
,
mosse
alcuni
passi
nella
camera
in
disordine
che
sapeva
ancora dei
notturni
ronfi
grassi
del
grasso
Notajo
, e
sedette
ma in
punta
in
punta
a una
seggiola
, e
dritto
sulla
vita
, quasi il
cordoglio
dovesse
per
forza
tenerlo
teso
e
indurito
così.
Forse, a
casa
sua, si sarebbe
buttato
giù
, nella
disperazione
di quel
cordoglio
. Ma siccome qua la
commiserazione
che il
signor
cavaliere
poteva
accordargli
non
doveva
occupar
soverchio
posto
nello stesso e certo non
men
disperato
cordoglio
da cui
doveva
essere
straziato
anche lui in quel
momento
, gli
parve
anche troppo
toccar
così col
sedere
appena appena quella
punta
di
seggiola
.
Michelino
,
ricevuto
dal
signor
Notajo
solo il
cenno
d'un
bacio
sui
capelli
,
ritornò
a lui e gli si
pose
tra le
gambe
.
Per un
momento
, dal
marmo
del
comodino
accanto al
letto
disfatto
, si
rese
percettibile
nell'
uggia
cupa
e
sonnolenta
di quella
vecchia
camera
il
ticchettio
sottile
dell'
orologio
d'
oro
da
tasca
lasciato
lì
su un
fazzoletto
rosso
di
seta
. Il
Notajo
s'
era
chinato
con le
braccia
conserte
sul
piano
del
tavolino
e vi aveva
affondato
il
capo
.
Rimase
Bellavita
un
pezzo
a
contemplare
con
occhi
gravi
e
densi
d'
angoscia
la
calvizie
paonazza
del
signor
Notajo
,
emergente
là
dalle
braccia
conserte
. Se il
rispetto
non l'avesse
trattenuto
, si sarebbe
accostato
in
punta
di
piedi
a
deporre
un
bacio
di
convulsa
gratitudine
su quella
calvizie
, tanto il
doloroso
raccoglimento
del
signor
Notajo
gli
era
di
balsamo
al
cuore
. Se ne
sentiva
proprio
beato
, quasi gliela desse a
pascere
lui tutta quella
pena
commovente
in cui lo
vedeva
sprofondato
, come il
latte
del suo
seno
una
mamma
al suo
bambino
.
Alla
fine
si
risolvette
a
parlare
.
- Per il
funerale
, -
disse
(e subito la
voce
gli
tremò
) - per il
funerale
ordinai
in suo
nome
una
corona
di
fiori
freschi
, un po'... un po' più
ricca
della mia.
Il
Notajo
levò
la
faccia
più che mai
aggrondata
dal
tavolino
.
- Una
corona
?
- Me lo
permisi
,
sicuro
d'
interpretare
il suo
sentimento
,
signor
Cavaliere
.
- Sta
bene
. E poi?
- E poi le
feci
collocare
tutte e due sul
carro
funebre
,
signor
Cavaliere
. La sua e la mia. Accanto. Tanto, tanto
belle
, se
Vossignoria
le avesse
vedute
!
Parlavano
.
- Chi
parlava
?
- Quelle due
corone
,
signor
Cavaliere
.
La
faccia
paonazza
del
Notajo
,
alzata
, come
recisa
e
posata
lì
sul
piano
del
tavolino
,
diventò
livida
dalla
stizza
.
-
Spero
, -
disse
, - che nel
nastro
non avrai
fatto
scrivere
il mio
nome
!
Bellavita
,
tenendo
il
fazzoletto
listato
di
nero
davanti agli
occhi
, fece
segno
di no, col
capo
.
- Poi? -
domandò
di
nuovo
il
Notajo
.
- Poi, -
riprese
tra il
pianto
Bellavita
, - tre
messe
ho
fatto
dire
alla
sant'
anima
: una per lei, una per me, una per
Michelino
.
Michelino
si
scosse
,
invanito
dalla
bella
notizia
che una
messa
... oh! anche per lui? e fece per
ripassarsi
la
mano
sulla
giacca
; ma
interruppe
il
gesto
vedendo
sorgere
in
piedi
il
signor
Notajo
.
- Mi
dirai
quanto hai
speso
!
-
Signor
Cavaliere
...
- Mi
dirai
quanto hai
speso
! -
ribatté
forte
, con
esasperazione
, il
Notajo
.
Bellavita
strinse
tra i
denti
il
labbro
per
impedire
uno
scoppio
di
singhiozzi
, ma le
lagrime
gli
piovvero
dagli
occhi
.
-
Pe
... per
carità
, -
barbugliò
. - Mi... mi vuol
dare
anche questo
dolore
?
Il
Notajo
guatò
quelle
lagrime
, il
pietoso
aspetto
di quell'
uomo
disfatto
in pochi
giorni
dall'
improvvisa
sciagura
;
vide
lo
sbigottimento
allungarsi
sul
viso
sbiancato
del
ragazzo
, e si
mise
a
passeggiare
per la
stanza
, con le
mani
nelle
tasche
dei
calzoni
, senz'
aggiungere
altro.
I
calzoni
di quel
vecchio
abito
di
casa
, troppo
larghi
, gli facevano due
goffe
pieghe
sul di dietro, le quali, al
movimento
delle
natiche
,
andavano
su e
giù
in modo
ridicolissimo
.
Michelino
lo
notò
, e non
guardò
più altro, finché il
Notajo
stette a
passeggiare
.
Alla
fine
,
Bellavita
riuscì
a
risucchiarsi
le
ultime
lagrime
dal
naso
e
riprese
:
- Sono venuto anche per
Michelino
.
- Per
Michelino
?
- Per
domandare
a
Vossignoria
se posso
rimandarlo
a
scuola
.
-
Dio
grande
e
buono
! -
esclamò
allora il
Notajo
,
levando
le
pugna
al
soffitto
. - E perché lo
domandi
a me?
- Ma per
sapere
se le
sembra
giusto
, dopo sei
giorni
soltanto
.
Con
ambo
le
mani
ancora
alzate
il
Notajo
fece un
gesto
violento
di
noncuranza
:
- Ma
fa'
quello che ti
pare
!
- Ah no, -
scattò
Bellavita
, con
gravità
e anche con
risolutezza
, a questo
punto
. - Di
Michelino
si
tratta
! E non voglio far nulla, io, senza il
consiglio
e il
consenso
di
Vossignoria
. Il
ragazzo
soffre
a star solo in
casa
con me.
Vede
come s'è
ridotto
in sei
giorni
,
povera
creatura
? Ma io non
so
far altro che
piangere
,
piangere
,
piangere
...
E di
nuovo
,
giù
lagrime
, a
fontana
.
A un
tratto
,
soffocato
,
arrangolando
,
balzò
in
piedi
e
andò
a
buttarsi
addosso
al
Notajo
,
disperatamente
.
- Ah,
signor
Cavaliere
, -
gridò
, - per
carità
,
signor
Cavaliere
, abbia
considerazione
di me! Non m'
abbandoni
, non m'
abbandoni
in questo
momento
,
signor
Cavaliere
! Tutti mi
disprezzano
per
causa
sua; tutti
ridono
di me; di questo mio stesso
lutto
! Lei solo mi può e mi
deve
compatire
! Lei che
sa
il
sentimento
mio! Lei che
sa
che non ho voluto mai nulla da Lei! Un po' di
considerazione
soltanto
, per il
rispetto
che le ho sempre
portato
; un po' di
considerazione
per la mia
disgrazia
, per la nostra
disgrazia
,
signor
Cavaliere
!
E lo
guardò
, in così
dire
, da vicino, così
affitto
affitto
e con certi
occhi
così
smarriti
e
atroci
, da
pazzo
, che al
Notajo
passò
la
tentazione
di
tirargli
una
spinta
per
levarselo
d'
addosso
e
mandarlo
a
schizzar
lontano
.
Quasi non gli
parve
vero
.
Provò
schifo
nel
sentir
la
magrezza
di quelle
braccia
sotto la
stoffa
pelosa
dell'
abito
ritinto
, nella
violenza
che facevano per
aggrapparglisi
al collo in quella
convulsione
di
pianto
. E con questo
schifo
nelle
dita
, si
voltò
verso la
finestra
chiusa
della
stanza
, come per
cercare
uno
scampo
. Chi
sa
perché, in quella
finestra
notò
subito la
croce
che nella
vetrata
formavano
le
bacchette
di
ferro
arrugginite
. E, nello stesso
tempo
, una
strana
relazione
avvertì
tra l'
orribile
peso
di quell'
uomo
che gli
piangeva
sul
petto
e tutta la
solinga
tristezza
della sua
vita
di
vecchio
scapolo
grasso
, quale
ora
gli
appariva
evidente
dai
vetri
sudici
di quella
finestra
sul
cielo
bigiognolo
della
mattinata
autunnale
.
Per
sottrarsi
a quell'
incubo
, si
mise
a
esortare
il
piangente
a farsi
animo
: gli
promise
che non l'avrebbe
abbandonato
; che sarebbe
andato
a
trovarlo
a
casa
; come prima, sì!
- Ma
Teresina
...
Teresina
,
signor
Cavaliere
...
Teresina
, non la
troverà
più! Non le
reggerà
il
cuore
, a
Vossignoria
...
- Se ti
dico
che verrò! Verrò, verrò...
E così alla
fine
riuscì
a
mandarlo
via
.
Rimasto
solo, stette per più di cinque
minuti
ad
aprire
e
chiudere
le
mani
, tutto
vibrante
,
congestionato
, e a
muggire
, a
fischiare
, a
gridare
in tutti i
toni
:
-
Perdio
...
perdio
...
perdio
...
Seduto
su uno
sgabello
di
ferro
della sua
botteguccia
di
caffè
,
curvo
, con gli
occhi
fissi
sul
marmo
impolverato
d'uno dei
tavolinetti
,
Bellavita
aspettò
parecchi
giorni
la
promessa
visita
del
notajo
Denora
.
Ma né il
Notajo
venne, né nessuno dei suoi
amici
, che prima
solevano
passar
là
nel
caffeuccio
le
mezze
giornate
a
conversare
, a
leggere
i
giornali
, a
giocare
a
carte
.
Con
Michelino
stretto
tra le
braccia
, quando il
ragazzo
ritornava
dalla
scuola
,
Bellavita
si
sfaceva
in
lagrime
,
aspettando
. A un certo
punto
, perché il
cuore
gonfio
non gli
scoppiasse
in
petto
,
balzava
in
piedi
;
affidava
la
botteguccia
al
vecchio
cameriere
che
dormiva
sempre, e si
recava
lui di
nuovo
, con
Michelino
, a
trovare
in
casa
il
signor
Notajo
.
Solo dopo quattro o cinque di quelle
visite
,
cominciò
a
comprendere
che esse non erano
bene
accette
al
Notajo
. Non
disse
nulla.
Aggiunse
al
pianto
, sempre
vivo
per la
morte
della
moglie
, altro
pianto
per questo
nuovo
dolore
, e
diradò
un poco le
visite
. Quando
andava
,
mandava
dentro lo
studio
del
Notajo
Michelino
, e lui si
sedeva
silenzioso
e con gli
occhi
chiusi
nell'
anticamera
,
lì
accanto alla
bussola
di
panno
verde
ingiallito
con l'
occhio
opaco
nel
mezzo
. A poco a poco le
palpebre
gli si
gonfiavano
di
pianto
, e le
lagrime
gli
gocciolavano
grosse
e
spesse
per le
guance
scavate
. Il
naso
,
pieno
anch'esso di
lagrime
, gli veniva di
soffiarselo
forte
; se lo
soffiava
piano
, per non
disturbare
;
piano
piano
... E di tutta quella sua
delicatezza
non
rimeritata
s'
inteneriva
angosciosamente
; e quell'
angosciata
tenerezza
gli si
scioglieva
subito in un
nuovo
e più
urgente
sgorgo
di
lagrime
.
- T'ha
baciato
,
di'
, t'ha
baciato
? -
domandava
subito a
Michelino
,
accorrendo
come un
assetato
, appena lo
vedeva
uscire
dallo
studio
.
Michelino
alzava
le
spalle
,
seccato
, non
comprendendo
il perché di quell'
ansiosa
,
insistente
premura
del
padre
di
sapere
che cosa gli avesse
detto
e
fatto
il
Notajo
.
- Non t'ha
baciato
?
- M'ha
fatto
così, -
rispondeva
alla
fine
Michelino
,
passandosi
celermente
una
mano
sui
capelli
irsuti
.
- E
nient
'altro?
-
Nient
'altro.
Lo
accompagnava
a
casa
; lo
raccomandava
alla
serva
; e
ritornava
alla
bottega
, dove
ritrovava
il
vecchio
cameriere
che
dormiva
ancora, nel
solito
angolo
, con la
bocca
aperta
,
mangiato
dalle
mosche
.
Tutta la
bottega
, dalle
vetrine
laccate
un
tempo
di
bianco
,
ora
ingiallite
e
scrostate
,
sonava
del
ronzio
fitto
,
continuo
,
opprimente
di quelle
mosche
.
Bellavita
tornava
a
sedere
,
curvo
, su lo
sgabello
di
ferro
, e stava
lì
,
immobile
per
ore
e
ore
, con gli
occhi
fissi
,
aguzzi
,
spasimosi
, che
pareva
finissero
di
divorargli
la
faccia
smunta
e
smorta
, dalla
barba
non
rifatta
da parecchi
giorni
. E allora quelle
mosche
cominciavano
a
mangiarsi
anche lui: gli si
posavano
sugli
orecchi
, sul
naso
, sul
mento
; ma egli non le
avvertiva
nemmeno; o, al più,
levava
appena appena una
mano
a
cacciarle
, quando già erano
volate
via
.
Erano
diventate
le
padrone
della
bottega
, quelle
mosche
; avevano
incrostato
delle loro
sudicerie
i due
veli
, l'uno
color
di
rosa
e l'altro
celeste
, tutt'e due
scoloriti
, che sul
banco
coprivano
le
paste
già
secche
, le
torte
indurite
, con la
marmellata
tutta
gromme
di
muffa
.
Nella
scaffalatura
in
fondo
le
bottiglie
dei
liquori
eran tutte
coperte
di
polvere
. E su uno dei
piatti
della
bilancia
, sul
banco
,
era
rimasto
un
peso
d'
ottone
, a
ricordare
l'
ultima
vendita
di
dolci
fatta dalla
moglie
, che
fino
a poco
tempo
addietro
sedeva
là
,
ridente
e
sfavillante
, a quel
banco
, col
nasino
bianco
di
cipria
, lo
scialletto
rosso
di
seta
a
lune
gialle
sul
seno
prosperoso
, i
cerchioni
d'
oro
agli
orecchi
; e ogni
sorriso
di
risposta
a ogni
sguardo
che le
fosse
rivolto
, le
scopriva
le
pozzette
alle
guance
leggermente
imbellettate
.
Lo aveva ancora nelle
narici
il
profumo
di quella
donna
e gli veniva di
serrare
i
pugni
,
assalito
da una
disperata
voglia
di
fracassar
quelle
vetrine
, di
rovesciar
quelle
bottiglie
, che gli
esasperavano
insopportabilmente
l'
angoscia
con la loro
simmetrica
immobilità
di
cose
che potevano
seguitare
a esser per sé,
là
come prima, mentre tutto per lui
era
finito
,
finito
!
E l'
infame
calunnia
ch'egli
tenesse
su quella
bottega
di
caffè
coi
denari
del
notajo
Denora
; quand'invece, aveva
proibito
alla
moglie
d'
accettare
perfino
quello che si dice un
fiore
dal
signor
Notajo
! Si
pigliava
i
soldi
del
caffè
, quando il
Notajo
veniva
lì
con gli
amici
, proprio perché, a non
pigliarseli
, gli sarebbe
parso
di
dar
troppo nell'
occhio
; ma
Dio
sa
quanto ne
soffriva
! Altro che quel poco di
caffè
, pur
fatto
con
specialissima
cura
, gli avrebbe
dato
il
sangue
delle
vene
, per la
sviscerata
gratitudine
che gli
serbava
, della
difesa
che nei
primi
tempi
del
matrimonio
il
signor
Notajo
aveva
fatto
di lui contro la
moglie
che lo
accusava
di poco
avvedimento
, di poco
tatto
con gli
avventori
e d'
inesperienza
anche e di
goffaggine
;
gratitudine
poi della
pace
che il
signor
Notajo
, con la sua
tranquilla
e
circospetta
relazione
, gli aveva
rimesso
in
famiglia
;
gratitudine
della
rivincita
che con l'
amicizia
di lui aveva potuto
prendersi
su tutti coloro che lo avevano sempre
deriso
per le sue
arie
da "
persona
civile
", che
sapeva
trattare
e stare in
confidenza
coi
meglio
signori
.
Come mai,
ora
ch'
era
rimasto
così
stroncato
dalla
sciagura
, nemmeno uno di essi si faceva più
vedere
al
caffè
? Che
male
aveva
fatto
al
signor
Notajo
, da esser
trattato
così dai suoi
amici
? Se mai qualcuno tra loro due, poteva aver
rimorso
d'aver
fatto
male
all'altro, quest'uno certamente non poteva esser lui.
Non se ne
dava
pace
,
Bellavita
. Ne
impazziva
,
parola
d'
onore
, ne
impazziva
!
Ma finalmente, un
giorno
, ecco
presentarsi
alla
soglia
del
caffeuccio
uno dei più
intimi
amici
del
notajo
Denora
.
Appena lo
vide
,
Bellavita
balzò
in
piedi
:
-
Pregiatissimo
signor
avvocato
!
Ma subito,
colto
da
vertigine
, fu
costretto
a
recarsi
una
mano
sugli
occhi
e a
sorreggersi
con l'altra al
tavolinetto
.
- Oh
Dio
!
Bellavita
, che è?
- Niente,
signor
avvocato
. La
gioja
. Come ho
veduto
entrare
Vossignoria
... Mi sono
alzato
troppo di
furia
. Sono tanto
debole
,
signor
avvocato
! Ma niente,
ora
è
passato
.
-
Povero
Bellavita
, - fece quegli,
posandogli
una
mano
su la
spalla
. - Sì, lo
vedo
, siete molto
deperito
. No no, state, state
seduto
.
- Ma
Vossignoria
s'
accomodi
, per
carità
!
- Ecco, sì,
seggo
qua.
-
Comanda
un
caffè
? una
bibita
?
- No, niente. State
seduto
. Vengo a
nome
del
notajo
Denora
,
caro
Bellavita
, a farvi una
proposta
.
- A
nome
...?
- Del
notajo
Denora
.
Bellavita
, nel
sentir
nominare
il
notajo
Denora
, così, come a
tradimento
,
appassì
e
guardò
quel
signore
come se
fosse
venuto a
togliergli
anche l'
aria
da
respirare
.
- Ho
inteso
, -
disse
. - Ma
scusi
...
E non poté
seguitare
, al
pensiero
che il
signor
Notajo
avesse
sentito
il
bisogno
di
rivolgersi
a un altro per fare a lui una
proposta
.
Interpretando
male
il
doloroso
sbalordimento
che si
dipinse
sul
volto
di
Bellavita
, colui s'
affrettò
a
esortarlo
:
- Non v'
allarmate
, non v'
allarmate
,
caro
Bellavita
. È per il
bene
del vostro
ragazzo
.
- Di
Michelino
?
- Di
Michelino
, sì. Voi
sapete
che il
Notajo
gli ha voluto sempre
bene
, e
seguita
a
volergliene
.
- Sì? Ah sì? - fece subito
Bellavita
,
protendendosi
, con gli
occhi
d'
improvviso
ridenti
di
lagrime
. E l'
angoscia
tormentosa
di tutti quei
giorni
gli fece
impeto
per
trovare
uno
sfogo
in un
torrente
di
domande
ansiose
attraverso la
gioja
insperata
e
inattesa
di quella
notizia
.
- E perché allora... -
cominciò
a
dire
.
Ma quegli
parò
le
mani
, a
interromperlo
subito.
-
Lasciatemi
dire
, vi
prego
. Il
Notajo
vi
propone
,
caro
Bellavita
, di
mettere
il
ragazzo
in un
collegio
, a
Napoli
.
Bellavita
sgranò
tanto d'
occhi
,
ripiombando
nello
sbalordimento
doloroso
, ma col
sospetto
ormai
che il
discorso
che quel
signore
era
venuto a fargli,
nascondeva
sotto ogni
parola
un
tradimento
preparato
dal
Notajo
.
- A
Napoli
? -
disse
. - Il
ragazzo
? E perché?
- Per
dargli
una
migliore
educazione
, -
rispose
subito quegli, come se
fosse
una cosa
chiara
per se stessa,
evidente
. - E si
assumerà
il
Notajo
, s'
intende
, tutte le
spese
, purché voi
consentiate
a
separarvene
.
Dapprima
ancor quasi
smarrito
, poi a
mano
a
mano
raffermandosi
sempre più in quel
sospetto
che lo
riempiva
di
sgomento
e d'
indignazione
a un
tempo
,
Bellavita
cominciò
a
domandare
e a
dire
:
- E perché? Il
ragazzo
, qua,
studia
,
signor
avvocato
;
va
bene
a
scuola
; io lo
tengo
d'
occhio
. Perché il
signor
Notajo
mi
propone
di
mandarlo
in un
collegio
, e così
lontano
, a
Napoli
? E io? Ah, non vuol più
tenere
nessun
conto
di me, il
signor
Notajo
? Senza il
ragazzo
, io
morrei
... Sto
morendo
io,
signor
avvocato
, sto
morendo
qua, di
crepacuore
,
abbandonato
da tutti, senza
sapere
perché! Ma che gli ho
fatto
io, che gli ho
fatto
, in
nome
di
Dio
? Vuol
levarmi
anche il
ragazzo
?... No, no, mi
lasci
dire
! Non è
vero
niente,
signor
avvocato
, che gli sta a
cuore
l'
educazione
di
Michelino
. No. È altro! è altro! E io lo
so
,
signor
avvocato
, che
cos'
è! Ma come? Mi
parla
di
spese
, lui?
osa
parlarmi
di
spese
? E quando mai ho
ricorso
a lui per
mantenere
il
ragazzo
come un
figlio
di
signori
? Io, coi miei
soli
mezzi
! io! E finché
campo
, ci
penserò
sempre io, glielo
dica
! Non posso
mandarlo
a
Napoli
. Ma quand'anche potessi, non vorrei. Perché il
signor
Notajo
mi fa
dir
questo? Ha forse
creduto
che gli
portavo
il
ragazzo
per averne qualche cosa?
A questo
punto
l'
amico
cercò
d'
arrestar
la
foga
di tutte queste
domande
irrompenti
,
approfittando
del
sospetto
,
realmente
infondato
,
contenuto
nell'
ultima
domanda
di
Bellavita
. Ma questi non si
lasciò
sopraffare
.
- Non è per questo? -
incalzò
. - E allora perché? Forse perché non vuol più
vedere
neanche il
ragazzo
? Me, da un
pezzo
, non mi
vede
più!
- Oh, alle
corte
, -
disse
allora
risolutamente
quell'
amico
, assai
seccato
. -
Ora
ci siamo! È questo,
caro
Bellavita
.
Parliamoci
chiaro
.
Ma
chiaro
,
veramente
, quando fu al dunque,
stentò
più d'un poco a
parlare
quell'
amico
, perché non
era
mica
facile
far
comprendere
a
Bellavita
il
dispetto
del
Notajo
per il suo
canino
attaccamento
. Come
spiattellargli
in
faccia
che, con la
morte
della
donna
, il
Notajo
aveva
creduto
d'essersi
liberato
dell'
incubo
di lui, che col
ridicolo
della sua
incredibile
mansuetudine
, col
rispetto
ossequioso
di cui lo faceva
segno
davanti a tutti gli
amici
, con le
lodi
sperticate
che
profondeva
con chiunque ne
parlasse
, gli aveva
avvelenato
il
piacere
di quell'
unica
avventura
tardiva
della sua
sobria
,
riservatissima
esistenza
? Poteva mai
tollerare
il
signor
Notajo
la
minaccia
di non
levarselo
più d'
attorno
, e che egli
seguitasse
a
rispettarlo
, a
incensarlo
, a
servirlo
davanti a tutti, a
dimostrare
in tutti i
modi
, come aveva sempre
fatto
, che se tanti
trattavano
con
confidenza
il
signor
notajo
Denora
, non
stessero
a farsi
illusioni
, perché il
signor
notajo
Denora
aveva in
segreto
una
ragione
di
speciale
intimità
con lui, e non avrebbe potuto
accordarla
ad altri?
Legato
a lui, per
forza
, dall'
amore
per la stessa
donna
, poteva il
signor
Notajo
seguitare
ora
a
rimaner
legato
,
attaccato
a lui dal
dolore
comune
, dal
lutto
comune
per la
perdita
di lei? Siamo
giusti
!
Era
ridicolo
!
ridicolo
! E
Bellavita
,
perdio
,
doveva
capirlo
, che, essendo
forzato
quel
primo
legame
,
ora
che la
morte
finalmente lo aveva
sciolto
, il
signor
Notajo
non aveva più nulla da
spartire
con lui, perché il
dolore
, se lo aveva, il
lutto
, se voleva
portarlo
per la
morte
di quella
donna
, non
c'
era
nessun
bisogno
che lo avesse e lo
portasse
in
comune
con lui. Troppo aveva
fatto
ridere
.
Ora
basta
. Non voleva più.
Bellavita
, dopo essersi
contorto
sullo
sgabello
per
arrivare
in
fondo
a quella
faticosa
spiegazione
, alla
fine
rimase
come
trasecolato
.
- Ah sì? -
cominciò
a
dire
. - Ah, è per questo?
E non la
finì
più. A ogni ah, gli
occhi
indolenziti
dalla
dura
fissità
di tutti quei
giorni
di
spasimo
gli si
sbarravano
, gli s'
accendevano
di
lampi
di
follia
.
- Ah
teme
il
ridicolo
il
signor
Notajo
? Lui, lo
teme
? Perché io lo
rispetto
,
teme
il
ridicolo
? Lui che per dieci
anni
mi
rese
lo
zimbello
di tutto il
paese
,
teme
il
ridicolo
? Ah, quanto mi
dispiace
! E per questo vuole
disfarsi
di me e di
Michelino
? Perché sono
andato
a
trovarlo
a
casa
col
ragazzo
e voglio
rispettarlo
ancora? Quanto me ne
dispiace
,
parola
d'
onore
! Ma se è per questo, ah,
signor
avvocato
, gli
dica
- la
prego
- che in
casa
, io, col
ragazzo
non
andrò
più a
trovarlo
; ma che, quanto a
rispettarlo
, ah, quanto a
rispettarlo
non posso farne a meno! L'ho sempre
rispettato
, quando il
rispetto
poteva
costarmi
d'
avvilimento
e di
mortificazione
, e vuole che proprio
ora
,
ora
che n'ho più
bisogno
, non lo
rispetti
più? Mi
dica
lei come potrei fare a non
rispettarlo
più,
signor
avvocato
! Non ho mai
fatto
altro, tutta la
vita
, e vuole che
ora
, tutt'a un
tratto
, non lo
rispetti
più? Per
forza
, sempre lo
rispetterò
, glielo
dica
! Mi
scusi
. Me lo
insegna
lui il
mezzo
di
vendicarmi
, e vuole che io non me n'
approfitti
? Davanti a tutti mi
metterò
a
rispettarlo
di più, in modo che tutti
vedano
e
sappiano
qual è e quant'è, questo mio
rispetto
per lui! Me lo può
impedire
? Appena lo
vedo
, subito me gli
attacco
dietro. Mi
metto
di
professione
a fare la sua
ombra
!
Sissignore
. L'
ombra
del suo
rimorso
; di tutto il
male
che m'ha
fatto
per tutto il
bene
che gli ho voluto. Glielo
vada
a
dire
. Egli il
corpo
ed io l'
ombra
. Mi
dà
un
calcio
, e me lo
piglio
; uno
schiaffo
, e me lo
piglio
. Gli faccio anzi tanto di
cappello
, subito, a ogni
calcio
che m'
allunga
, a ogni
schiaffo
che mi
dà
. Può
andare
a
dirglielo
. Egli il
corpo
ed io l'
ombra
.
L'
amico
cercò
in tutti i
modi
di
dissuaderlo
, con
preghiere
, con
ragionamenti
, con
minacce
.
Bellavita
non si
rimosse
più da quella sua
frase
:
- Egli il
corpo
ed io l'
ombra
.
Stava per
precipitare
nell'
abisso
della più
nera
disperazione
, ed ecco che aveva
trovato
, in quelle due
parole
, un
sostegno
per
fermarsi
, per
riprendersi
. Oh
Dio
! Poteva anche
ridere
! Sì. Ecco che già
rideva
. Aveva tanto
pianto
;
ora
poteva
ridere
. Sì, sì. E avrebbe
fatto
ridere
tutti. Sarebbe stata la sua
vendetta
. Ogni
marito
ingannato
dalla
moglie
avrebbe
dovuto
adottarlo
, questo
nuovo
genere
di
vendetta
:
mettersi
a
rispettare
, a
venerare
, a
incensare
davanti a tutti, in tutti i
modi
, l'
amante
della
moglie
fino
a farlo
disperare
;
riverberargli
addosso
di
continuo
il
ridicolo
della propria
mansuetudine
,
fino
a farlo
fuggire
tra la
baja
di tutti; e
fuggito
, ecco, ecco,
corrergli
ancora dietro, e ancora
inchini
e
riverenze
e
scappellate
,
fino
a non
dargli
più un
momento
di
requie
. Una
volta
per uno,
pezzo
d'
ingrato
! Non ci aveva mai
pensato
, lui, che quel suo
sincero
rispetto
era
già una
vendetta
del
tradimento
, perché
avvelenava
al
signor
Notajo
il
piacere
di esso.
Motivo
di più,
ora
, per
rispettarlo
, il
signor
Notajo
che gli aveva
aperto
gli
occhi
e che per
mezzo
di quell'
amico
gli aveva
fatto
vedere
e
toccare
con
mano
quanto ne aveva
patito
,
poverino
!
Bisognava
compensarlo
,
povero
signor
Notajo
, con altrettanto
rispetto
, d'
ora
in poi.
E
Bellavita
corse
dal suo
sarto
a
ordinargli
un
nuovo
abito
da
lutto
che facesse
colpo
e
saltasse
subito agli
occhi
di tutti per un che di
goffo
che il
sarto
ci
doveva
mettere
.
Roba
da
pompa
funebre
. E
camicia
nera
,
solino
nero
,
cravatta
nera
,
bastoncino
nero
,
guanti
neri
,
fazzoletto
nero
: tutto
nero
. E poi su,
dritto
impalato
, dietro al
signor
Notajo
, a
scortarlo
a due
passi
di
distanza
, nell'
ora
che
usciva
dallo
studio
per la
consueta
passeggiata
.
La prima
volta
che
prese
a
scortarlo
così, il
Notajo
notò
che la
gente
che gli veniva
incontro
si
fermava
e
scoppiava
a
ridere
. Si
voltò
, e, come
scorse
Bellavita
parato
a quel modo, prima
allibì
, poi si
sentì
rimescolare
tutto e gli
corse
a
petto
e gli
muggì
sotto sotto,
accennando
di
levar
la
canna
d'
India
:
-
Lasciami
in
pace
,
Bellavita
, o t'
accoppo
,
sai
!
Ma
Bellavita
gli
restò
davanti
zitto
e con gli
occhi
bassi
;
impassibile
, come un'
ombra
. E la
gente
tutt'intorno,
ferma
per
via
, a
guardare
e a
ridere
. Per
sottrarsi
a quelle
risa
il
Notajo
riprese
ad
andar
di
fretta
, e allora
Bellavita
, dietro, di
fretta
anche lui. Il
Notajo
andò
a
ricorrere
al
Commissario
di
polizia
; ma al
Commissario
di
polizia
Bellavita
, quando fu
chiamato
,
rispose
che non
disturbava
nessuno; che la
strada
non
era
del
signor
Notajo
e che egli ci
camminava
per
conto
suo,
vestito
così perché gli
era
morta
la
moglie
. Il
Notajo
pensò
di
starsene
parecchi
giorni
in
casa
, e
Bellavita
per tutti quei
giorni
all'
ora
solita
gli
passeggiò
sotto le
finestre
come una
sentinella
. Il
Notajo
finalmente
uscì
; e lui, di
nuovo
, dietro. Un
giorno
, alla
fine
, non
potendone
più, il
Notajo
gli
diede
una
solenne
fiaccata
di
bastonate
; e lui, come aveva
detto
, se le
pigliò
; poi, un altro
giorno
, una
tremenda
labbrata
con la
grossa
tabacchiera
d'
argento
; e lui, per più d'una
settimana
,
seguitò
ad
andargli
dietro col
labbro
che gli
pendeva
come una
lingua
di
cane
. Che
restava
da fare al
notajo
Denora
?
Ammazzarlo
? Per
levarsene
la
tentazione
, e
sentendosi
per di più
stanco
e
nauseato
, sia della
professione
, sia della
inutile
vita
che
conduceva
in
città
,
decise
di
chiuder
lo
studio
e si
ritirò
a
vivere
in
campagna
.
Bellavita
,
trionfante
, nella
bottega
del
caffè
rammodernata
e di
nuovo
piena
di
clienti
,
vantò
, finché
visse
, quel suo
nuovo
e
strepitoso
metodo
per
vendicarsi
delle
corna
. Ma si
rammaricava
di
continuo
che, per
pochezza
d'
animo
, i tanti
cornuti
del
paese
non lo volessero
adottare
.
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