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La vendetta del cane
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La
vendetta
del
cane
Senza
sapere
né come né perché,
Jaco
Naca
s'
era
trovato
un
bel
giorno
padrone
di tutta la
poggiata
a
solatio
sotto la
città
, da cui si
godeva
la
veduta
magnifica
dell'
aperta
campagna
svariata
di
poggi
e di
valli
e di
piani
, col
mare
in
fondo
,
lontano
, dopo tanto
verde
,
azzurro
nella
linea
dell'
orizzonte
.
Un
signore
forestiere
, con una
gamba
di
legno
che gli
cigolava
a ogni
passo
, gli s'
era
presentato
, tre
anni
addietro
, tutto in
sudore
, in un
podere
nella
vallatella
di
Sant'
Anna
infetta
dalla
malaria
,
ov
'egli stava in
qualità
di
garzone
,
ingiallito
dalle
febbri
, coi
brividi
per le
ossa
e le
orecchie
ronzanti
dal
chinino
; e gli aveva
annunziato
che da
minuziose
ricerche
negli
archivi
era
venuto a
sapere
che quella
poggiata
lì
,
creduta
finora
senza
padrone
,
apparteneva
a lui: se gliene voleva
vendere
una
parte
, per certi suoi
disegni
ancora in
aria
,
gliel
'avrebbe
pagata
secondo
la
stima
d'un
perito
.
Rocce
erano,
nient
'altro; con, qua e
là
, qualche
ciuffo
d'
erba
, ma a cui neppure le
pecore
,
passando
, avrebbero
dato
una
strappata
.
Intristito
dal
veleno
lento
del
male
che gli aveva
disfatto
il
fegato
e
consunto
le
carni
,
Jaco
Naca
quasi non aveva
provato
né
meraviglia
né
piacere
per quella sua
ventura
, e aveva
ceduto
a quello
zoppo
forestiere
gran
parte
di quelle
rocce
per una
manciata
di
soldi
. Ma quando poi, in meno d'un
anno
, aveva
veduto
levarsi
lassù
due
villini
, uno più
grazioso
dell'altro, con
terrazze
di
marmo
e
verande
coperte
di
vetri
colorati
, come non s'erano mai
viste
da quelle
parti
: una
vera
galanteria
! e ciascuno con un
bel
giardinetto
fiorito
e
adorno
di
chioschi
e di
vasche
dalla
parte
che
guardava
la
città
, e con
orto
e
pergolato
dalla
parte
che
guardava
la
campagna
e il
mare
;
sentendo
vantar
da tutti, con
ammirazione
e con
invidia
, l'
accorgimento
di quel
segnato
lì
, venuto chi
sa
da dove, che certo in pochi
anni
col
fitto
dei
dodici
quartierini
ammobigliati
in un
luogo
così
ameno
si sarebbe
rifatto
della
spesa
e
costituito
una
bella
rendita
; s'
era
sentito
gabbato
e
frodato
: l'
accidia
cupa
, di
bestia
malata
, con cui per tanto
tempo
aveva
sopportato
miseria
e
malanni
, gli s'
era
cangiata
d'
improvviso
in un'
acredine
rabbiosa
, per cui tra
smanie
violente
e
lagrime
d'
esasperazione
,
pestando
i
piedi
mordendosi
le
mani
,
strappandosi
i
capelli
, s'
era
messo
a
gridar
giustizia
e
vendetta
contro quel
ladro
gabbamondo
.
Purtroppo
è
vero
che, a voler
scansare
un
male
, tante
volte
, si
rischia
d'
intoppare
in un
male
peggiore
. Quello
zoppo
forestiere
, per non aver più la
molestia
di quelle
scomposte
recriminazioni
,
sconsigliatamente
s'
era
indotto
a
porger
sottomano
a
Jaco
Naca
qualche
giunta
al
prezzo
della
vendita
: poco; ma
Jaco
Naca
,
naturalmente
, aveva
sospettato
che quella
giunta
gli
fosse
porta
così
sottomano
perché colui non si
riteneva
ben
sicuro
del suo
diritto
e volesse
placarlo
; gli
avvocati
non ci sono per nulla;
era
ricorso
ai
tribunali
. E intanto che quei pochi
quattrinucci
della
vendita
se n'
andavano
in
carta
bollata
tra
rinvii
e
appelli
, s'
era
dato
con
rabbioso
accanimento
a
coltivare
il
residuo
della sua
proprietà
, il
fondo
del
valloncello
sotto quelle
rocce
, ove le
piogge
,
scorrendo
in
grossi
rigagnoli
su lo
scabro
e
ripido
declivio
della
poggiata
, avevano
depositato
un po' di
terra
.
Lo avevano allora
paragonato
a un
cane
balordo
che, dopo essersi
lasciato
strappar
di
bocca
un
bel
cosciotto
di
montone
ora
rabbiosamente
si
rompesse
i
denti
su l'
osso
abbandonato
da chi s'
era
goduta
la
polpa
.
Un po' d'
ortaglia
stenta
, una
ventina
di non meno
stenti
frutici
di
mandorlo
che
parevano
ancora
sterpi
tra i
sassi
, erano
sorti
laggiù
nel
valloncello
angusto
come una
fossa
, in quei due
anni
d'
accanito
lavoro
; mentre
lassù
,
aerei
davanti allo
spettacolo
di tutta la
campagna
e del
mare
, i due
leggiadri
villini
splendevano
al
sole
,
abitati
da
gente
ricca
, che
Jaco
Naca
naturalmente
s'
immaginava
anche
felice
.
Felice
, non
foss'
altro, del suo
danno
e della sua
miseria
.
E per far
dispetto
a questa
gente
e
vendicarsi
almeno così del
forestiere
, quando non aveva potuto più altro, aveva
trascinato
laggiù
nella
fossa
un
grosso
cane
da
guardia
; lo aveva
legato
a una
corta
catena
confitta
per
terra
,
lasciato
lì
,
giorno
e
notte
,
morto
di
fame
, di
sete
e di
freddo
.
-
Grida
per me!
Di
giorno
, quand'egli stava
attorno
all'
orto
a
zappettare
,
divorato
dal
rancore
, con gli
occhi
truci
nel
terreo
giallore
della
faccia
, il
cane
per
paura
stava
zitto
.
Steso
per
terra
, col
muso
allungato
su le due
zampe
davanti, al più,
sollevava
gli
occhi
e
traeva
qualche
sospiro
o un lungo
sbadiglio
mugolante
,
fino
a
slogarsi
le
mascelle
, in
attesa
di qualche
tozzo
di
pane
ch'egli ogni tanto gli
tirava
come un
sasso
,
divertendosi
anche talvolta a
vederlo
smaniare
, se il
tozzo
ruzzolava
più
là
di quanto
teneva
la
catena
. Ma la
sera
, appena
rimasta
sola
laggiù
, e poi per tutta la
nottata
, la
povera
bestia
si
dava
a
guaire
, a
uggiolare
, a
sguagnolare
, così
forte
e con tanta
intensità
di
doglia
e tali
implorazioni
d'
ajuto
e di
pietà
, che tutti gl'
inquilini
delle due
ville
si
svegliavano
e non potevano più
riprender
sonno
.
Da un
piano
all'altro, dall'uno all'altro
quartierino
, nel
silenzio
della
notte
, si
sentivano
i
borbottii
, gli
sbuffi
, le
imprecazioni
, le
smanie
di tutta quella
gente
svegliata
nel
meglio
del
sonno
; i
richiami
e i
pianti
dei
bimbi
impauriti
, il
tonfo
dei
passi
a
piedi
scalzi
o lo
strisciar
delle
ciabatte
delle
mamme
accorrenti
.
Era
mai
possibile
seguitare
così? E da ogni
parte
eran
piovuti
reclami
al
proprietario
, il quale, dopo aver
tentato
più
volte
e sempre
invano
, con le
buone
e con le
cattive
, d'
ottenere
da quel
tristo
che
finisse
d'
infliggere
il
martirio
alla
povera
bestia
, aveva
dato
il
consiglio
di
rivolgere
al
municipio
un'
istanza
firmata
da tutti gl'
inquilini
.
Ma anche quell'
istanza
non aveva
approdato
a nulla.
Correva
, dai
villini
al
posto
ove il
cane
stava
incatenato
, la
distanza
voluta
dai
regolamenti
: se poi, per la
bassura
di quel
valloncello
e per l'
altezza
dei due
villini
, i
guaiti
pareva
giungessero
da sotto le
finestre
,
Jaco
Naca
non ci aveva
colpa
: egli non poteva
insegnare
al
cane
ad
abbajare
in un modo più
grazioso
per gli
orecchi
di quei
signori
; se il
cane
abbajava
, faceva il suo
mestiere
; non
era
vero
ch'egli non gli desse da
mangiare
; gliene
dava
quanto poteva; di
levarlo
di
catena
non
era
neanche da
parlarne
, perché,
sciolto
, il
cane
se ne sarebbe
tornato
a
casa
, e lui
lì
aveva da
guardarsi
quei suoi
beneficii
che gli
costavano
sudori
di
sangue
. Quattro
sterpi
? Eh, non a tutti
toccava
la
ventura
d'
arricchirsi
in un
batter
d'
occhio
alle
spalle
d'un
povero
ignorante
!
- Niente, dunque? Non
c'
era
da far niente?
E una
notte
di quelle, che il
cane
s'
era
dato
a
mugolare
alla
gelida
luna
di
gennajo
più
angosciosamente
che mai, all'
improvviso
, una
finestra
s'
era
aperta
con
fracasso
nel
primo
dei due
villini
, e due
fucilate
n'eran
partite
, con
tremendo
rimbombo
, a breve
intervallo
. Tutto il
silenzio
della
notte
era
come
sobbalzato
due
volte
con la
campagna
e il
mare
,
sconvolgendo
ogni cosa; e in quel
generale
sconvolgimento
,
urla
,
gridi
disperati
!
Era
il
cane
che aveva subito
cangiato
il
mugolìo
in un
latrato
furibondo
, e
tant'
altri
cani
delle
campagne
vicine
e
lontane
s'erano
dati
anch'essi a
latrare
a lungo, a lungo. Tra il
frastuono
, un'altra
finestra
s'
era
schiusa
nel
secondo
villino
, e una
voce
irata
di
donna
e una
vocetta
squillante
di
bimba
non meno
irata
, avevano
gridato
verso quell'altra
finestra
da cui erano
partite
le
fucilate
:
-
Bella
prodezza
! Contro la
povera
bestia
incatenata
!
-
Brutto
cattivo
!
- Se ha
coraggio
, contro il
padrone
dovrebbe
tirare
!
-
Brutto
cattivo
!
- Non le
basta
che stia
lì
quella
povera
bestia
a
soffrire
il
freddo
, la
fame
, la
sete
? Anche
ammazzata
? Che
prodezza
! Che
cuore
!
-
Brutto
cattivo
!
E la
finestra
s'
era
richiusa
con
impeto
d'
indignazione
.
Aperta
era
rimasta
quell'altra, ove l'
inquilino
, che forse s'
aspettava
l'
approvazione
di tutti i
vicini
, ecco che, ancor
vibrante
della
violenza
commessa
, si aveva in
cambio
la
sferzata
di quell'
irosa
e
mordace
protesta
femminile
. Ah sì? ah sì e per più di
mezz'
ora
,
lì
seminudo
, al
gelo
della
notte
, come un
pazzo
, costui aveva
imprecato
non tanto alla
maledettissima
bestia
che da un
mese
non lo
lasciava
dormire
, quanto alla
facile
pietà
di certe
signore
che, potendo a
piacer
loro
dormire
di
giorno
, possono
perdere
senza
danno
il
sonno
della
notte
, con la
soddisfazione
per
giunta
... eh già, con la
soddisfazione
di
sperimentar
la
tenerezza
del proprio
cuore
,
compatendo
le
bestie
che
tolgono
il
riposo
a chi si
rompe
l'
anima
a
lavorare
dalla
mattina
alla
sera
. E l'
anima
diceva
, per non
dire
altra cosa.
I
commenti
, nei due
villini
,
durarono
a lungo quella
notte
; s'
accesero
in tutte le
famiglie
vivacissime
discussioni
tra chi
dava
ragione
all'
inquilino
che aveva
sparato
, e chi alla
signora
che aveva
preso
le
difese
del
cane
.
Tutti erano d'
accordo
che quel
cane
era
insopportabile
; ma anche d'
accordo
ch'esso
meritava
compassione
per il modo
crudele
con cui
era
trattato
dal
padrone
. Se non che, la
crudeltà
di costui non
era
soltanto
contro la
bestia
,
era
anche contro tutti coloro a cui, per
via
di essa,
toglieva
il
riposo
della
notte
.
Crudeltà
voluta
;
vendetta
meditata
e
dichiarata
.
Ora
, la
compassione
per la
povera
bestia
faceva
indubbiamente
il
giuoco
di quel
manigoldo
; il quale,
tenendola
così a
catena
e
morta
di
fame
e di
sete
e di
freddo
,
pareva
sfidasse
tutti,
dicendo
:
- Se avete
coraggio
, per
giunta
,
ammazzatela
.
Ebbene,
bisognava
ammazzarla
,
bisognava
vincere
la
compassione
e
ammazzarla
, per non
darla
vinta
a quel
manigoldo
!
Ammazzarla
? E non si sarebbe fatta allora
scontare
iniquamente
alla
povera
bestia
la
colpa
del
padrone
?
Bella
giustizia
! Una
crudeltà
sopra la
crudeltà
, e
doppiamente
ingiusta
, perché si
riconosceva
che la
bestia
non solo non aveva
colpa
ma anzi aveva
ragione
di
lagnarsi
così! La
doppia
crudeltà
di quel
tristaccio
si sarebbe
rivolta
tutta contro la
bestia
, se anche quelli che non potevano
dormire
si
mettevano
contro di essa e la
uccidevano
! D'altra
parte
, però, se non
c'
era
altro
mezzo
d'
impedire
che colui
martoriasse
tutti?
-
Piano
,
piano
,
signori
, -
era
sopravvenuto
ad
ammonire
il
proprietario
dei due
villini
, la
mattina
dopo, con la sua
gamba
di
legno
cigolante
. - Per
amor
di
Dio
,
piano
,
signori
!
Ammazzare
il
cane
a un
contadino
siciliano
? Ma si
guardassero
bene
dal
rifar
la
prova
!
Ammazzare
il
cane
a un
contadino
siciliano
voleva
dire
farsi
ammazzare
senza
remissione
. Che aveva da
perdere
colui?
Bastava
guardarlo
in
faccia
per
capire
che, con la
rabbia
che aveva in
corpo
, non avrebbe
esitato
a
commettere
un
delitto
.
Poco dopo, infatti,
Jaco
Naca
, con la
faccia
più
gialla
del
solito
e col
fucile
appeso
alla
spalla
, s'
era
presentato
davanti ai due
villini
e,
rivolgendosi
a tutte le
finestre
dell'uno e dell'altro, poiché non gli avevano
saputo
indicare
da quale
propriamente
fossero
partite
le
fucilate
, aveva
masticato
la sua
minaccia
,
sfidando
che si facesse avanti chi aveva
osato
attentare
al suo
cane
.
Tutte le
finestre
eran
rimaste
chiuse
;
soltanto
quella dell'
inquilina
che aveva
preso
le
difese
del
cane
e ch'
era
la
giovine
vedova
dell'
intendente
delle
finanze
,
signora
Crinelli
, s'
era
aperta
, e la
bambina
dalla
voce
squillante
, la
piccola
Rorò
,
unica
figlia
della
signora
, s'
era
lanciata
alla
ringhiera
col
visino
in
fiamme
e gli
occhioni
sfavillanti
per
gridare
a colui il
fatto
suo,
scotendo
i
folti
ricci
neri
della
tonda
testolina
ardita
.
Jaco
Naca
, in prima,
sentendo
schiudere
quella
finestra
, s'
era
tratto
di
furia
il
fucile
dalla
spalla
; ma poi,
vedendo
comparire
una
bambina
,
era
rimasto
con un
laido
ghigno
sulle
labbra
ad
ascoltarne
la
fiera
invettiva
, e alla
fine
con
acre
mutria
le aveva
domandato
:
- Chi ti
manda
,
papà
?
Digli
che venga fuori lui: tu sei
piccina
!
Da quel
giorno
, la
violenza
dei
sentimenti
in
contrasto
nell'
animo
di quella
gente
, da un
canto
arrabbiata
per il
sonno
perduto
, dall'altro
indotta
per la
misera
condizione
di quel
povero
cane
a una
pietà
subito
respinta
dall'
irritazione
fierissima
verso quel
villanzone
che se ne faceva un'
arma
contro di loro, non solo
turbò
la
delizia
di
abitare
in quei due
villini
tanto
ammirati
, ma
inasprì
talmente
le
relazioni
degli
inquilini
tra loro che, di
dispetto
in
dispetto
, presto si venne a una
guerra
dichiarata
, specialmente tra quei due che per i
primi
avevano
manifestato
gli
opposti
sentimenti
: la
vedova
Crinelli
e l'
ispettore
scolastico
cavalier
Barsi
, che aveva
sparato
.
Si
malignava
sotto sotto, che la
nimicizia
tra i due non
era
soltanto
a
causa
del
cane
, e che il
cavalier
Barsi
ispettore
scolastico
sarebbe
stato
felicissimo
di
perdere
il
sonno
della
notte
, se la
giovane
vedova
dell'
intendente
delle
finanze
avesse avuto per lui un
pochino
pochino
della
compassione
che aveva per il
cane
. Si
ricordava
che il
cavalier
Barsi
, nonostante la
ripugnanza
che la
giovane
vedova
aveva sempre
dimostrato
per quella sua
figura
tozza
e
sguajata
, per quei suoi
modi
appiccicaticci
come l'
unto
delle sue
pomate
, s'
era
ostinato
a
corteggiarla
, pur senza
speranza
, quasi per farle
dispetto
, quasi per il
gusto
di farsi
mortificare
e
punzecchiare
a
sangue
non solo dalla
giovane
vedova
, ma anche dalla
figlietta
di lei, da quella
piccola
Rorò
che
guardava
tutti con gli
occhioni
scontrosi
, come se
credesse
di
trovarsi
in un
mondo
ordinato
apposta
per l'
infelicità
della sua
bella
mammina
, la quale
soffriva
sempre di tutto e
piangeva
spesso
,
pareva
di nulla,
silenziosamente
. Quanta
invidia
, quanta
gelosia
e quanto
dispetto
entravano
nell'
odio
del
cavalier
Barsi
ispettore
scolastico
per quel
cane
?
Ora
, ogni
notte
,
sentendo
i
mugolii
della
povera
bestia
,
mamma
e
figliuola
,
abbracciate
strette
strette
nel
letto
come a
resistere
insieme
allo
strazio
di quei
lunghi
lagni
, stavano nell'
aspettativa
piena
di
terrore
, che la
finestra
del
villino
accanto si
schiudesse
e che, con la
complicità
delle
tenebre
, altre
fucilate
ne
partissero
.
-
Mamma
, oh
mamma
, -
gemeva
la
bimba
tutta
tremante
-
ora
gli
spara
!
Senti
come
grida
?
Ora
lo
ammazza
!
- Ma no,
stà
tranquilla
, -
cercava
di
confortarla
la
mammina
, -
stà
tranquilla
,
cara
, che non lo
ammazzerà
! Ha tanta
paura
del
villano
! Non hai
visto
che non ha
osato
d'
affacciarsi
alla
finestra
? Se egli
ammazza
il
cane
, il
villano
ammazzerà
lui.
Stà
tranquilla
!
Ma
Rorò
non
riusciva
a
tranquillarsi
. Già da un
pezzo
, della
sofferenza
di quella
bestia
pareva
si
fosse
fatta una
fissazione
. Stava tutto il
giorno
a
guardarla
dalla
finestra
giù
nel
valloncello
, e si
struggeva
di
pietà
per essa. Avrebbe voluto
scendere
laggiù
a
confortarla
, a
carezzarla
, a
recarle
da
mangiare
e da
bere
, e più
volte
, nei
giorni
che il
villano
non
c'
era
, lo aveva
chiesto
in
grazia
alla
mamma
. Ma questa, per
paura
che quel
tristo
sopravvenisse
, o per
timore
che la
piccina
scivolasse
giù
per il
declivio
roccioso
, non
gliel
'aveva mai
concesso
.
Glielo
concesse
alla
fine
, per far
dispetto
al
Barsi
, dopo l'
attentato
di quella
notte
. Sul
tramonto
, quando
vide
andar
via
con la
zappa
in collo
Jaco
Naca
,
pose
in
mano
a
Rorò
per le quattro
cocche
un
tovagliolo
pieno
di
tozzi
di
pane
e con gli
avanzi
del
desinare
, e le
raccomandò
di star
bene
attenta
a non
mettere
in
fallo
i
piedini
,
scendendo
per la
poggiata
. Ella si sarebbe
affacciata
alla
finestra
a
sorvegliarla
.
S'
affacciarono
con lei tanti e
tant'
altri
inquilini
ad
ammirare
la
coraggiosa
Rorò
che
scendeva
in quel
triste
fossato
a
soccorrere
la
bestia
. S'
affacciò
anche il
Barsi
alla sua, e
seguì
con gli
occhi
la
bimba
,
crollando
il
capo
e
stropicciandosi
le
gote
raschiose
con una
mano
sulla
bocca
. Non
era
un'
aperta
sfida
a lui tutta quella
carità
ostentata
? Ebbene: egli la avrebbe
raccolta
, quella
sfida
. Aveva
comperato
la
mattina
una certa
pasta
avvelenata
da
buttare
al
cane
, una di quelle
notti
, per
liberarsene
zitto
zitto
.
Gliel
'avrebbe
buttata
quella
notte
stessa. Intanto
rimase
lì
a
godersi
fino
all'
ultimo
lo
spettacolo
di quella
carità
e tutte le
amorose
esortazioni
di quella
mammina
che
gridava
dalla
finestra
alla sua
piccola
di non
accostarsi
troppo alla
bestia
, che poteva
morderla
, non
conoscendola
.
Il
cane
abbajava
, difatti,
vedendo
appressarsi
la
bimba
e,
trattenuto
dalla
catena
,
balzava
in qua e in
là
,
minacciosamente
. Ma
Rorò
, col
tovagliolo
stretto
per le quattro
cocche
nel
pugno
,
andava
innanzi
sicura
e
fiduciosa
che quello, or
ora
, certamente, avrebbe
compreso
la sua
carità
. Ecco, già al
primo
richiamo
scodinzolava
, pur
seguitando
ad
abbajare
; e
ora
, al
primo
tozzo
di
pane
, non
abbajava
più. Oh
poverino
,
poverino
, con che
voracità
ingojava
i
tozzi
uno dopo l'altro! Ma
ora
,
ora
veniva il
meglio
... E
Rorò
, senza la
minima
apprensione
,
stese
con le due
manine
la
carta
coi
resti
del
desinare
sotto il
muso
del
cane
che, dopo aver
mangiato
e
leccato
a lungo la
carta
,
guardò
la
bimba
,
dapprima
quasi
meravigliato
, poi con
affettuosa
riconoscenza
. Quante
carezze
non gli fece allora
Rorò
, a
mano
a
mano
sempre più
rinfrancata
e
felice
della sua
confidenza
corrisposta
: quante
parole
di
pietà
non gli
disse
;
arrivò
finanche
a
baciarlo
sul
capo
,
provandosi
ad
abbracciarlo
mentre di
lassù
la
mamma
,
sorridendo
e con le
lagrime
agli
occhi
, le
gridava
che
tornasse
su. Ma il
cane
ora
avrebbe voluto
ruzzare
con la
bimba
: s'
acquattava
, poi
springava
smorfiosamente
, senza
badare
agli
strattoni
della
catena
, e si
storcignava
tutto,
guaendo
, ma di
gioja
.
Non
doveva
pensare
Rorò
, quella
notte
, che il
cane
se ne stesse
tranquillo
perché lei gli aveva
recato
da
mangiare
e lo aveva
confortato
con le sue
carezze
? Una
sola
volta
, per poco, a una
cert'
ora
, s'
intesero
i suoi
latrati
; poi, più nulla. Certo il
cane
,
sazio
e
contento
,
dormiva
.
Dormiva
, e
lasciava
dormire
.
-
Mamma
, -
disse
Rorò
,
felice
del
rimedio
finalmente
trovato
. -
Domattina
, di
nuovo
,
mamma
, è
vero
?
- Sì, sì, - le
rispose
la
mamma
, non
comprendendo
bene
, nel
sonno
.
E la
mattina
dopo, il
primo
pensiero
di
Rorò
fu d'
affacciarsi
a
vedere
il
cane
che non s'
era
inteso
tutta la
notte
.
Eccolo
là
:
steso
di
fianco
per
terra
, con le quattro
zampe
diritte
,
stirate
, come
dormiva
bene
! E nel
valloncello
non
c'
era
nessuno:
pareva
ci
fosse
soltanto
il gran
silenzio
che, per la prima
volta
, quella
notte
, non
era
stato
turbato
.
Insieme
con
Rorò
e con la
mammina
, gli altri
inquilini
guardavano
anch'essi
stupiti
quel
silenzio
di
laggiù
e quel
cane
che
dormiva
ancora,
lì
disteso
, a quel modo.
Era
dunque
vero
che il
pane
, le
carezze
della
bimba
avevano
fatto
il
miracolo
di
lasciar
dormire
tutti e anche la
povera
bestia
?
Solo la
finestra
del
Barsi
restava
chiusa
.
E poiché il
villano
ancora non si
vedeva
laggiù
, e forse per quel
giorno
, come
spesso
avveniva
, non si sarebbe
veduto
, parecchi degli
inquilini
persuasero
la
signora
Crinelli
ad
arrendersi
al
desiderio
di
Rorò
di
recare
al
cane
- com'ella
diceva
- la
colazione
.
- Ma
bada
,
piano
, - la
ammonì
la
mamma
. - E poi su, senza
indugiarti
, eh?
Seguitò
a
dirglielo
dalla
finestra
, mentre la
bimba
scendeva
con
passetti
lesti
, ma
cauti
,
tenendo
la
testina
bassa
e
sorridendo
tra sé per la
festa
che s'
aspettava
dal suo
grosso
amico
che
dormiva
ancora.
Giù
, sotto la
roccia
, tutto
raggruppato
come una
belva
in
agguato
,
era
intanto
Jaco
Naca
, col
fucile
. La
bimba
,
svoltando
, se lo
trovò
di
faccia
, all'
improvviso
,
vicinissimo
; ebbe appena il
tempo
di
guardarlo
con gli
occhi
spaventati
:
rintronò
la
fucilata
, e la
bimba
cadde
riversa
, tra gli
urli
della
madre
e degli altri
inquilini
, che
videro
con
raccapriccio
rotolare
il
corpicciuolo
giù
per il
pendio
,
fin
presso al
cane
rimasto
là
,
inerte
, con le quattro
zampe
stirate
.
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