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Luigi Pirandello
La giara
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La cattura
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La
cattura
Il
Guarnotta
seguiva
col
corpo
ciondolante
l'
andatura
dell'
asinello
, come se
camminasse
anche lui; e per poco
veramente
le
gambe
, coi
piedi
fuori delle
staffe
, non gli
strisciavano
sulla
polvere
dello
stradone
.
Ritornava
, come tutti i
giorni
a quell'
ora
, dal suo
podere
quasi
affacciato
sul
mare
, all'
orlo
dell'
altipiano
. Più
stanca
e più
triste
di lui, la
vecchia
asinella
s'
affannava
da un
pezzo
a
superare
le
ultime
pettate
di quello
stradone
interminabile
, tutto a
volte
e
risvolte
,
attorno
al colle, in
cima
al quale
pareva
s'
addossassero
fitte
, una sull'altra, le
decrepite
case
della
cittaduzza
.
A quell'
ora
i
contadini
erano
ritornati
tutti dalla
campagna
; lo
stradone
era
deserto
. Se qualcuno ancora se ne
incontrava
, il
Guarnotta
era
sicuro
di
riceverne
il
saluto
. Perché tutti,
grazie
a
Dio
, lo
rispettavano
.
Deserto
ormai
come quello
stradone
era
ai suoi
occhi
tutto il
mondo
; e di
cenere
come quell'
aria
della prima
sera
, la sua
vita
. I
rami
degli
alberi
sporgenti
senza
foglie
dai
muretti
di
cinta
screpolati
, le
alte
siepi
di
fichi
d'
India
polverose
e, qua e
là
, i
mucchi
di
brecciale
che nessuno
pensava
di
stendere
su quello
stradone
tutto
solchi
e
fosse
, se il
Guarnotta
li
guardava
, in quella loro
immobilità
e in quel
silenzio
e in quell'
abbandono
, gli
parevano
oppressi
come lui da una
vana
pena
infinita
. E a
crescere
questo
senso
di
vanità
, come se il
silenzio
si
fosse
fatto
polvere
, non si
sentiva
neanche il
rumore
dei quattro
zoccoli
dell'
asinella
.
Quanta di quella
polvere
dello
stradone
non si
portava
a
casa
ogni
sera
il
Guarnotta
! La
moglie
,
tenendo
la
giacca
sospesa
e
discosta
, appena egli se la
levava
, la
mostrava
in
giro
alle
seggiole
, all'
armadio
, al
letto
, al
cassettone
, come per
darsi
uno
sfogo
:
-
Guardate
,
guardate
qua! Ci si può
scrivere
sopra, col
dito
.
Si
fosse
lasciato
persuadere
almeno a non
portare
l'
abito
nero
, di
panno
, per la
campagna
! Gliene aveva
ordinati
tre -
apposta
, - tre - di
fustagno
.
In
maniche
di
camicia
, il
Guarnotta
, quelle tre
dita
tozze
che la
moglie
veniva a
cacciargli
, nel
gesto
rabbioso
, quasi negli
occhi
,
gliele
avrebbe
volentieri
addentate
.
Cane
pacifico
, si
contentava
di
lanciarle
di traverso un'
occhiataccia
e la
lasciava
cantare
.
Quindici
anni
addietro
, alla
morte
dell'
unico
figlio
, aveva
giurato
d'
andar
vestito
sempre di
nero
. Dunque...
- Ma anche per la
campagna
? Ti faccio
mettere
il
lutto
al
braccio
negli
abiti
di
fustagno
. E
basterebbe
la
cravatta
nera
,
ormai
, dopo
quindici
anni
!
La
lasciava
cantare
. Non se ne stava forse tutto il
santo
giorno
in quel suo
podere
al
mare
? In
paese
, non si faceva più
vedere
da nessuno, da
anni
. - Dunque...
- Che dunque?
Ma dunque, se non lo
portava
in
campagna
, dove lo avrebbe
portato
il
lutto
per il
figliuolo
? -
Corpo
di
Dio
,
riflettere
un poco almeno, prima d'
aprir
bocca
e
lasciare
andare
. - Nel
cuore
, sì:
grazie
tante! E che non lo
portava
nel
cuore
? Ma voleva si
vedesse
anche fuori... - Che lo
vedessero
gli
alberi
, già! o gli
uccellini
dell'
aria
; perché, infatti,
occhi
per
vederselo
addosso
, lui, non ne aveva. E perché poi
brontolava
tanto la
moglie
?
Doveva
forse
batterlo
e
spazzolarlo
lei, quell'
abito
, ogni
sera
?
C'
erano le
serve
. Tre, per due
persone
sole
.
Economia
? Un
abito
nero
all'
anno
:
ottanta
,
novanta
lire
. Eh
via
! Avrebbe
dovuto
capire
, che non le
conveniva
far tanti
discorsi
.
Seconda
moglie
! E il
figlio
morto
era
del
primo
letto
! Senz'altri
parenti
, neppur
lontani
, alla sua
morte
, tutto il suo (che non
era
poco) sarebbe
andato
a lei e ai suoi
nipoti
.
Zitta
, dunque: almeno per
prudenza
... Ma già, sì! se avesse
capito
questo, non sarebbe stata quella
buona
donna
che
era
...
Ed ecco perché lui se ne stava tutto il
giorno
in
campagna
. Solo, tra gli
alberi
e con la
distesa
sterminata
del
mare
sotto gli
occhi
, come da un'
infinita
lontananza
, nel
fruscio
lungo e
lieve
di quegli
alberi
, nel
borboglio
cupo
e
lento
di quel
mare
s'
era
abituato
a
sentire
la
vanità
di tutto e il
tedio
angoscioso
della
vita
.
Era
giunto
ormai
a meno d'un
chilometro
dal
paese
. Dalla
chiesetta
dell'
Addolorata
su in
cima
gli
arrivavano
lenti
e
blandi
i
rintocchi
dell'
Avemaria
, allorché, d'
improvviso
, a una
brusca
svoltata
dello
stradone
:
-
Faccia
a
terra
!
E dall'
ombra
si
vide
saltare
addosso
tre
appostati
, con la
faccia
bendata
,
armati
di
fucile
. Uno
abbrancò
l'
asina
per la
cavezza
; gli altri due, in un
batter
d'
occhio
, lo
strapparono
di
sella
,
giù
a
terra
; e mentre uno con un
ginocchio
su le
gambe
gli
legava
i
polsi
, l'altro gli
annodava
dietro la
nuca
un
fazzoletto
ripiegato
a
fascia
,
passato
sopra gli
occhi
.
Ebbe appena il
tempo
di
dire
:
-
Figliuoli
, a me?
Fu
tirato
su,
spinto
,
strappato
,
trascinato
di
furia
per le
braccia
, fuori dello
stradone
,
giù
per la
costa
petrosa
, verso la
vallata
.
-
Figliuoli
...
-
Zitto
, o sei
morto
!
Più delle
spinte
e degli
strappi
, l'
ansito
, l'
ansito
di quei tre per la
violenza
che
commettevano
, gl'
incuteva
terrore
. Per avere quell'
ansito
di
belve
,
doveva
esser
tremendo
ciò che s'erano
proposto
di fare sopra di lui.
Ma
ucciderlo
, almeno subito, forse non volevano. Se per
mandato
o per
vendetta
, lo avrebbero
ucciso
là
, su lo
stradone
, dall'
ombra
dove si
tenevano
appostati
. Dunque, lo
catturavano
, per
ricatto
.
-
Figliuoli
...
Stringendogli
più
forte
le
braccia
e
scrollandolo
, gl'
intimarono
di
nuovo
di
tacere
.
- Ma almeno
allentatemi
un po' la
benda
! Mi
serra
troppo gli
occhi
... non posso...
-
Cammina
!
Prima
giù
, poi su, e avanti, e
indietro
; poi
giù
di
nuovo
, e poi di
nuovo
su e su e su. Dove lo
trascinavano
?
Nel
subbuglio
di
pensieri
e di
sentimenti
, tra il
guizzare
d'
immagini
sinistre
e l'
affanno
di quella
corsa
cieca
, a
sbalzi
, a
spintoni
, tra
sassi
,
sterpi
(che
stranezza
!) i
lumi
, i
primi
lumi
accesi
nella
cittaduzza
ancora
illuminata
a
petrolio
, su in
cima
al colle -
lumi
delle
case
,
lumi
delle
strade
- come li aveva
intraveduti
prima che lo
assaltassero
e come tante
volte
,
ritornando
dal
podere
sempre a quell'
ora
li aveva
intraveduti
, ecco, nella
strettura
di quella
benda
che gli
schiacciava
gli
occhi
, gli
apparivano
(che
stranezza
!)
precisi
, proprio come se li avesse davanti e avesse gli
occhi
liberi
.
Andava
, così
trascinato
,
strappato
,
incespicando
, con tanto
terrore
dentro, e se li
portava
, quei
lumetti
placidi
e
tristi
, davanti, con sé, con tutto il colle, con tutta la
cittaduzza
situata
lassù
, dove nessuno
sapeva
la
violenza
che in quel
momento
si faceva a lui, e tutti
attendevano
quieti
e
sicuri
ai loro
casi
consueti
.
A un certo
punto
avvertì
anche l'
affrettato
zoccolare
della sua
asinella
.
- Ah!
Trascinavano
via
anche la sua
vecchia
asinella
stanca
. Ma che ne
capiva
,
povera
bestiola
?
Avvertiva
forse una
furia
insolita
, un'
insolita
violenza
, ma
andava
dove la
portavano
, senza
capir
nulla. Se si fossero
fermati
un
momento
, se l'avessero
lasciato
parlare
, avrebbe
detto
loro con
calma
, ch'
era
pronto
a
dare
tutto quello che volevano. Poco più gli
restava
da
vivere
, e non
valeva
proprio la
pena
per un po' di
danaro
- di quel
danaro
che non gli
dava
più nessuna
gioja
-
passare
un
momento
come quello.
-
Figliuoli
...
-
Zitto
,
cammina
!
- Ma non ne posso più! Perché mi
fate
questo'? Sono
pronto
...
-
Zitto
!
Parleremo
poi...
Cammina
!
Lo fecero
camminare
, così, un'
eternità
. A un certo
punto
, fu tanta la
stanchezza
, tanto lo
stordimento
di quel
fazzoletto
che gli
serrava
la
testa
, che si
sentì
mancare
e non
comprese
più nulla.
Si
ritrovò
, la
mattina
appresso, in una
grotta
bassa
, come
disfatto
in un
tanfo
di
mucido
che
pareva
spirasse
dallo stesso
squallore
della prima
luce
del
giorno
.
S'
insinuava
livida
, quella
luce
, appena appena, di tra gli
anfratti
cretosi
della
grotta
e gli
alleviava
l'
incubo
delle
violenze
sofferte
, che
ora
gli
apparivano
come
sognate
:
violenze
cieche
, da
bruti
, al suo
corpo
che non si
reggeva
più,
caricato
su le
spalle
ora
dell'uno
ora
dell'altro,
buttato
a
terra
e
trascinato
o
sollevato
per le
mani
e per i
piedi
.
Dov'
era
adesso
'?
Tese
l'
orecchio
. Gli
parve
che
fosse
fuori un
silenzio
d'
altura
. E per un
momento
vi si
sentì
come
sospeso
. Ma non poteva
muoversi
.
Giaceva
per
terra
come una
bestia
morta
,
mani
e
piedi
legati
. E le
membra
gli
pesavano
quasi gli fossero
diventate
di
piombo
; e anche la
testa
.
Era
ferito
? Lo avevano
lasciato
lì
per
morto
?
No: ecco,
confabulavano
fuori della
grotta
. La sua
sorte
non
era
dunque
decisa
. Ma il
ricordo
di ciò che gli
era
accaduto
gli si
rappresentava
ora
, non già come d'una
sciagura
che gl'
incombesse
tuttavia e che gli
suscitasse
dentro qualche
moto
per
tentare
di
liberarsene
. No.
Sapeva
di non
potere
e quasi non voleva. La
sciagura
era
compiuta
, come
avvenuta
da gran
tempo
, quasi in un'altra
vita
, in una
vita
che forse gli sarebbe
premuto
di
salvare
, quando ancora le
membra
non gli
pesavano
così e non gli
doleva
tanto la
testa
.
Ora
non gl'
importava
più di nulla. Quella
vita
- pur essa
miserabile
- l'aveva
lasciata
laggiù
,
lontano
lontano
, dove lo avevano
catturato
: e qua
ora
c'
era
questo
silenzio
, così
alto
e
vano
, così
smemorato
.
Quand'anche lo avessero
lasciato
andare
, non avrebbe avuto più la
forza
,
fors
'anche neppure il
desiderio
di
tornare
laggiù
a
riprendersela
, quella sua
vita
.
Ma no, ecco: una gran
tenerezza
, di
pietà
per sé, gli
risorse
a un
tratto
e gli s'
arruffò
tutta dentro come in un
brivido
d'
orrore
, appena
vide
entrare
uno di quei tre,
carponi
nella
grotta
, col
viso
nascosto
da un
fazzoletto
rosso
,
forato
all'
altezza
degli
occhi
. Gli
guardò
subito le
mani
. No, nessun'
arma
. Una
matita
nuova
, di quelle da un
soldo
, non ancora
temperata
. E nell'altra
mano
, per
terra
, un
rozzo
foglietto
di
carta
da
lettere
tutto
brancicato
, con la
busta
in
mezzo
.
Alleggerito
, senza
volerlo
,
sorrise
; mentre nella
grotta
entravano
gli altri due, anch'essi
carponi
e
bendati
. Uno gli s'
appressò
e gli
sciolse
le
mani
soltanto
. Il
primo
disse
:
-
Giudizio
!
Scrivete
!
Gli
parve
di
riconoscerlo
alla
voce
. Ma sì,
Manuzza
;
detto
così perché aveva un
braccio
più
corto
dell'altro. Oh, e allora... Ma
era
proprio lui? Gli
guardò
il
braccio
manco
. Lui, sì. E certo anche gli altri due avrebbe
riconosciuti
subito, se si fossero
tolta
la
benda
.
Conosceva
tutta la
cittadinanza
.
Disse
allora:
- Io,
giudizio
?
Giudizio
voi,
figliuoli
! A chi volete che
scriva
? Con che
debbo
scrivere
? con questa?
E
mostrò
la
matita
.
- Perché? Non è
matita
?
-
Matita
, sì. Ma voi non
sapete
neppure come s'
adopera
.
- Perché?
- Ma
bisognerà
prima
temperarla
.
-
Temperarla
?
- Con un
temperino
, già, qua in
punta
...
-
Temperino
, niente!
E
Manuzza
ripeté
:
-
Giudizio
!
giudizio
,
sacramento
!
-
Giudizio
, sì,
Manuzza
mio...
- Ah, -
gridò
questi. - M'avete
riconosciuto
?
- Abbi
pazienza
, ti
nascondi
la
faccia
e
lasci
scoperto
il
braccio
?
Levati
codesto
fazzoletto
e
guardami
negli
occhi
. Fai questo, a me?
- Senza tante
chiacchiere
, -
gridò
Manuzza
,
strappandosi
con
ira
il
fazzoletto
dalla
faccia
. - V'ho
detto
giudizio
!
Scrivete
, o v'
ammazzo
!
- Ma sì, sono
pronto
, - si
rimise
il
Guarnotta
. - Quand'avrete
temperato
la
matita
. Però, se mi
lasciate
dire
... Volete
danari
, è
vero
,
figliuoli
? Quanto?
- Tre mila
onze
!
- Tre mila? Non volete poco.
- Voi ce l'avete! Non facciamo
storie
!
- Tre mila
onze
?
- Più! più!
- Anche più, sì. Ma non a
casa
, in
contanti
.
Dovrei
vendere
case
,
terre
. E vi
pare
che si possa, così, da un
giorno
all'altro, e senza me?
- Vuol
dire
che se le faranno
prestare
!
- Chi?
- Vostra
moglie
e i vostri
nipoti
!
Il
Guarnotta
sorrise
amaramente
e
provò
a
rizzarsi
su un
gomito
.
- Volevo
dirvi
questo,
appunto
, -
rispose
. -
Figliuoli
miei, avete
sbagliato
.
Contate
su mia
moglie
e sui suoi
nipoti
? Se volete
ammazzarmi
, è un
conto
: sono qua:
ammazzatemi
, e non se ne
parli
più. Ma se volete
danari
, non potete averli che da me, e a
patto
di
lasciarmi
andare
a
casa
.
- Che
dite
? a
casa
? Voi? Fossimo
matti
!
Scherzate
!
- E allora... -
sospirò
il
Guarnotta
.
Manuzza
strappò
di
mano
rabbiosamente
il
foglietto
da
lettere
al
compagno
e
ripeté
:
- Senza tante
chiacchiere
, v'ho
detto
,
scrivete
! La
matita
... Ah già, bisogna
temperarla
... Come si
tempera
?
Il
Guarnotta
spiegò
come; e i tre allora, dopo essersi
guardati
negli
occhi
,
uscirono
dalla
grotta
. Nel
vederli
uscire
, così
carponi
, come tre
bestie
, non poté fare a meno di
sorridere
ancora una
volta
, il
Guarnotta
.
Pensò
che
ora
di
là
si sarebbero
messi
in tre a
temperare
quella
matita
, e che forse, a
furia
di
potarla
come un
ramo
d'
albero
, non ne sarebbero venuti a
capo
. Già, ma lui ne
sorrideva
, e forse la sua
vita
in quel
punto
dipendeva
dalla
ridicola
difficoltà
che quei tre
incontravano
in quell'
operazione
per loro
nuova
: forse,
stizziti
di
vedersi
mancare
in
mano
la
matita
a
pezzo
a
pezzo
, sarebbero
rientrati
a fargli la
prova
che se i loro
coltelli
non erano
buoni
da
temperare
una
matita
, erano però
buoni
da
scannarlo
. E aveva
fatto
male
, un
errore
imperdonabile
aveva
commesso
a
dichiarare
a quel
Manuzza
d'averlo
riconosciuto
. - Ecco: si
bisticciavano
di
là
,
sbuffavano
,
bestemmiavano
... Certo, si
passavano
dall'uno all'altro quella
povera
matita
da un
soldo
sempre più
corta
. Chi
sa
che
coltelli
avevano in
mano
, in quelle loro
manacce
scabre
e
cretose
.
Eccoli che
rientravano
a uno a uno,
sconfitti
.
-
Legno
lasco
, -
disse
Manuzza
. - Una
schifezza
! Voi che
sapete
scrivere
non ce n'avreste in
tasca
un'altra
bell'
e
temperata
, per
combinazione
?
- Non ce l'ho,
figliuoli
, -
rispose
il
Guarnotta
. - Ma è
inutile
, v'
assicuro
. Avrei
scritto
, se mi
davate
da
scrivere
; ma a chi? A mia
moglie
e a quei
nipoti
? Quei
nipoti
sono suoi e non miei,
capite
? E nessuno avrebbe
risposto
,
siatene
pur certi; avrebbero
finto
di non aver
ricevuto
la
lettera
minatoria
, e
addio
. Se volete
danari
da loro, non
dovevate
buttarvi
in prima su me:
dovevate
invece
andare
da loro e
accordarvi
: tanto -
poniamo
mille
onze
- per
ammazzarmi
. Non ve l'avrebbero
date
nemmeno; perché la mia
morte
, la
desiderano
sì, ma sono
vecchio
; se la
aspettano
dunque da
Dio
gratis
e senza
rimorsi
, tra quattro
giorni
.
Pretendete
sul
serio
che vi
diano
un
centesimo
, un solo
centesimo
, per la mia
vita
? Avete
sbagliato
. La mia
vita
a me
soltanto
può
premere
. Non mi
preme
, ve lo
giuro
; ma certo,
morire
così, di
mala
morte
, non mi
piacerebbe
; e solo per non
morire
così, vi
prometto
e
giuro
su la
sant'
anima
di mio
figlio
che appena posso, fra due, tre
giorni
, verrò io stesso a
portarvi
il
danaro
al
posto
che m'
indicherete
.
- Dopo averci
denunziato
?
- Vi
giuro
di no! Vi
giuro
che non
fiaterò
con nessuno! Si
tratta
della
vita
!
-
Ora
. Ma quando sarete
libero
? Prima di
andare
a
casa
,
andrete
a fare la
denunzia
.
- Vi
giuro
di no! Certo,
dovete
aver
fiducia
.
Pensate
ch'io
vado
ogni
giorno
in
campagna
. La mia
vita
è
là
, tra voi; e io sono
stato
sempre come un
padre
per voi. Mi avete sempre
rispettato
,
santo
Dio
, e
ora
...
Pensate
che vorrei
espormi
al
rischio
d'una
vendetta
? Abbiate
fiducia
,
lasciatemi
ritornare
a
casa
e state
sicuri
che avrete il
danaro
...
Non
risposero
più.
Tornarono
a
guardarsi
negli
occhi
, e
uscirono
di
nuovo
dalla
grotta
,
carponi
.
Per tutta la
giornata
non li
rivide
più. Li
udì
un
pezzo
,
dapprima
,
discutere
fuori della
grotta
; poi non
udì
più nulla.
Aspettò
,
rivolgendo
in
mente
tutte le
supposizioni
intorno a ciò che avessero potuto
decidere
. Gli
parve
certo questo: ch'
era
caduto
in
mano
di tre
stupidi
,
novizii
, forse, anzi senza
dubbio
al loro
primo
delitto
.
Ci s'erano
buttati
come
ciechi
, senza
considerare
prima le sue
condizioni
di
famiglia
; solo
pensando
ai suoi
danari
.
Ora
,
convinti
dello
sbaglio
commesso
, non
sapevano
più, o non
vedevano
ancora, come
cavarsene
. Del
giuramento
che non sarebbero
stati
denunziati
, nessuno dei tre si sarebbe
fidato
; meno di tutti
Manuzza
ch'
era
stato
riconosciuto
. E allora?
Allora, non gli
restava
da
augurarsi
altro, che a nessuno dei tre
sorgesse
il
pentimento
dello
stupido
atto
compiuto
invano
, e
insieme
il
desiderio
di
cancellarlo
per
rimettersi
sulla
buona
via
; che tutti e tre, invece,
risoluti
a
vivere
fuori d'ogni
legge
, a
commettere
altri
delitti
, non
dovessero
intanto
curarsi
di
cancellare
ogni
traccia
di questo
primo
e di
gravarsene
inutilmente
la
coscienza
. Perché,
riconosciuto
lo
sbaglio
e
risoluti
a
restare
tre
birbaccioni
al
bando
, potevano fargli
salva
la
vita
e
lasciarlo
andare
senza
curarsi
della
denunzia
; ma, se volevano
ritornare
sulla
buona
via
,
pentiti
, allora per
forza
, a
impedire
la
denunzia
di cui si
tenevano
certi,
dovevano
assassinarlo
.
Ne
seguiva
, che
Dio
doveva
dunque
ajutarlo
ad
aprir
loro la
mente
; perché
riconoscessero
che nessun
profitto
si
ricava
a voler
restare
galantuomini
. Cosa non
difficile
con loro,
visto
che la
buona
intenzione
di
gettarsi
alla
perdizione
l'avevano
dimostrata
,
catturandolo
. Ma
c'
era
da
temere
pur troppo del
disinganno
che avevano
dovuto
provare
così a prima
giunta
,
toccando
con
mano
il
grosso
sbaglio
commesso
appena
incamminati
sulla
nuova
via
. E fa presto un
disinganno
a
cangiarsi
in
pentimento
e in
voglia
di
ritrarsi
da un
cammino
che
cominci
male
. Per
tirarsene
indietro
,
cancellandovi
ogni
orma
dei
primi
passi
, la
logica
, sì,
portava
a
commettere
un
delitto
; ma, a
volerlo
scansare
, la stessa
logica
non li avrebbe
portati
ad
avventurarsi
per quel
cammino
in
cerca
d'altri
delitti
? E allora,
meglio
quest'uno qua a
principio
, che poteva
restar
nascosto
e senza
traccia
, che tanti
là
allo
scoperto
e allo
sbaraglio
. A
costo
di quest'uno, potevano avere ancora
speranza
di
salvarsi
, se non di
fronte
alla loro
coscienza
, di
fronte
agli
uomini
; a
volerlo
scansare
, si sarebbero certo
perduti
.
Conclusione
di queste
tormentose
riflessioni
: la
certezza
che
oggi
o
domani
, forse quella
notte
stessa, nel
sonno
, lo avrebbero
assassinato
.
Attese
,
fino
a tanto che nella
grotta
non si fece
bujo
.
Allora, al
pensiero
che quel
silenzio
, e la
stanchezza
potessero su lui più della
paura
di
cedere
al
sonno
,
sentì
dalla
testa
ai
piedi
un
fremito
di tutto il suo
istinto
bestiale
che lo
spingeva
, pur così con le
mani
e i
piedi
ancora
legati
, a
uscir
fuori della
grotta
a
forza
di
gomiti
,
strisciando
come un
verme
per
terra
; e
dovette
penar
tanto a
persuadere
a quel suo
istinto
atterrito
di fare quanto meno
rumore
fosse
possibile
; perché poi, tanto, che
sperava
sporgendo
il
capo
come una
lucertola
fuori della
tana
? Niente!
vedere
il
cielo
almeno, e
vederla
lì
fuori, all'
aperto
, con gli
occhi
, la
morte
, senza che gli
fosse
inflitta
a
tradimento
nel
sonno
. Questo, almeno.
Ah, ecco...
Zitto
!
Era
lume
di
luna
?
Luna
nuova
, sì, e tante
stelle
... Che
serata
! Dov'
era
? Su una
montagna
... Che
aria
e che altro
silenzio
! Forse
era
il
monte
Caltafaraci
, quello, o il
San
Benedetto
... E allora, quello
là
? Il
piano
di
Consòlida
, o il
piano
di
Clerici
? Sì, e quella
là
verso
ponente
doveva
essere
la
montagna
di
Carapezza
. Ma allora quei
lumetti
là
,
esitanti
, come
sprazzi
di
lucciole
nella
chiaria
opalina
della
luna
? Quelli di
Girgenti
? Ma dunque... oh
Dio
, dunque
era
proprio vicino? E gli
pareva
che lo avessero
fatto
camminare
tanto... tanto...
Allungò
lo
sguardo
intorno, quasi gl'
incutesse
paura
la
speranza
che quelli lo avessero
lasciato
lì
e se ne fossero
andati
.
Nero
,
immobile
,
accoccolato
come un
grosso
gufo
su un
greppo
cretoso
della
montagna
, uno dei tre,
rimasto
a
guardia
, si
stagliava
preciso
nella
chiara
soffusione
dell'
albor
lunare
.
Dormiva
?
Fece per
sporgersi
un po', ma subito lo
sforzo
gli s'
allentò
nelle
braccia
alla
voce
di colui, che, senza
scomporsi
, gli
diceva
:
- Vi sto
guardando
,
don
Vicè
!
Rientrate
, o vi
sparo
.
Non
fiatò
, come se volesse far
nascere
in colui il
dubbio
d'essersi
ingannato
,
rimase
lì
quatto
a
spiare
. Ma colui
ripeté
:
- Vi sto
guardando
.
-
Lasciami
prendere
una
boccata
d'
aria
, - gli
disse
allora. - Qua si
soffoca
. Mi volete
lasciare
così? Ho
sete
.
Colui si
scrollò
minacciosamente
:
- Oh! se volete
restare
costì,
dev'
essere
a
patto
di non
fiatare
. Ho
sete
anch'io e sono
digiuno
come voi.
Silenzio
, o vi faccio
rientrare
.
Silenzio
. E quella
luna
che
rivelava
tanta
vista
di
tranquilli
piani
e di
monti
... e il
sollievo
di tutta quell'
aria
, almeno... e il
sospiro
lontano
di quei
lumetti
là
del suo
paese
...
Ma dov'erano
andati
gli altri due? Avevano
lasciato
a questo
terzo
l'
incarico
d'
ucciderlo
durante la
notte
? E perché non subito? Che
aspettava
colui?
Aspettava
forse nella
notte
il
ritorno
degli altri due?
Fu di
nuovo
tentato
di
parlare
, ma si
trattenne
. Tanto, se avevano
deciso
così...
Volse
gli
occhi
al
greppo
dove colui stava
seduto
: lo
vide
ricomposto
nel
primo
atteggiamento
. Chi
era
? Alla
voce
,
poc'
anzi, gli
era
parso
uno di
Grotte
,
grosso
borgo
tra le
zolfare
. Che
fosse
Fillicò
?
Possibile
? Buon
uomo
, tutto d'un
pezzo
,
bestia
da
lavoro
, di poche
parole
... Se
era
lui
veramente
,
guaj
! Così
taciturno
e
duro
, se
era
riuscito
a
smuoversi
dalla
bontà
,
guaj
.
Non poté più
reggere
; e, con una
voce
quasi
involontaria
,
vuota
d'ogni
intenzione
, quasi
dovesse
arrivare
a colui come non
proferita
dalla sua
bocca
,
disse
senza
domandare
:
-
Fillicò
...
Colui non si
mosse
.
Il
Guarnotta
attese
un
pezzo
e
ripeté
con la stessa
voce
, come se non
fosse
lui, con gli
occhi
intenti
a un
dito
che faceva
segni
sulla
rena
:
-
Fillicò
...
E un
brivido
, questa
volta
, gli
corse
la
schiena
perché s'
immaginò
che questa sua
ostinazione
, di
proferire
il
nome
quasi senza
volerlo
,
dovesse
costargli
, di
rimando
, una
schioppettata
.
Ma neanche questa
volta
colui si
mosse
; e allora egli
esalò
in un
sospiro
d'
estrema
stanchezza
tutto l'
orgasmo
della
disperazione
e
abbandonò
per
terra
il
peso
morto
della
testa
come se
veramente
non avesse più
forza
né
voglia
di
sorreggerlo
.
Lì
, con la
faccia
nella
rena
, con la
rena
che gli
entrava
nella
bocca
come a una
bestia
morta
, senza più
curarsi
del
divieto
che colui gli aveva
fatto
di
parlare
, né della
minaccia
d'una
schioppettata
, si
mise
allora a
parlare
, a
farneticare
senza
fine
.
Parlò
della
bella
luna
che
ora
,
addio
, sarebbe
tramontata
;
parlò
delle
stelle
che
Dio
aveva
fatto
e
messo
così
lontane
perché le
bestie
non
sapessero
ch'erano tanti
mondi
più
grandi
assai della
terra
; e
parlò
della
terra
che
soltanto
le
bestie
non
sanno
che
gira
come una
trottola
e
disse
, come per uno
sfogo
personale
, che in questo
momento
ci sono
uomini
che stanno a
testa
all'
ingiù
e
pure
non
precipitano
nel
cielo
per
ragioni
che ogni
cristiano
che non sia più
creta
della
creta
,
cretaccia
ma proprio di quella
vile
su cui
Dio
santo
ancora non ha
soffiato
,
dovrebbe
almeno
curarsi
di
sapere
.
E in
mezzo
a questo
farnetichio
si
ritrovò
d'
improvviso
che
parlava
davvero
d'
astronomia
come un
professore
a colui che, a poco a poco, gli s'
era
accostato
, ch'
era
anzi venuto a
sederglisi
accanto,
lì
presso l'
entrata
della
grotta
, e ch'
era
proprio lui, sì,
Fillicò
di
Grotte
, che le voleva
sapere
da tanto
tempo
quelle
cose
, benché non se ne
persuadesse
bene
e non gli
paressero
vere
: lo
zodiaco
... la
via
lattea
... le
nebulose
...
Già. Così. Ma perché quando uno non ne può più, che le ha proprio
esaurite
tutte nella
disperazione
le sue
forze
, altro che questo gli può
avvenire
di
buffo
! si può
mettere
come niente, anche sotto la
mira
di un
fucile
, a
nettarsi
le
unghie
attentamente
con un
fuscellino
,
badando
che non si
spezzi
e non si
pieghi
, o a
tastarsi
in
bocca
,
sissignori
, i
denti
che gli sono
rimasti
, tre
incisivi
e un
canino
solo; e
sissignori
, a
pensare
seriamente
se sono tre o quattro i
figliuoli
del
bottajo
, suo vicino di
casa
, a cui da
quindici
giorni
è
morta
la
moglie
.
-
Parliamo
sul
serio
. Ma
dimmi
un po': che ti
pare
che sono, per la
Madonna
, un
filo
d'
erba
?... questo
filo
d'
erba
qua che si
strappa
così, come niente?
Toccami
! Di
carne
sono, per la
Madonna
! e un'
anima
ho, che me l'ha
data
Dio
come a te! Che mi volete
scannare
mentre
dormo
? No...
sta'
qua...
senti
... te ne
vai
? Ah, finché ti
parlavo
delle
stelle
...
Senti
che ti
dico
:
scannami
qua a
occhi
aperti
, non mi
scannare
a
tradimento
nel
sonno
... Che
dici
? Non vuoi
rispondere
? Ma che
aspetti
? Che
aspettate
, si può
sapere
?
Denari
, non ne avrete;
tenermi
qua, non potrete;
lasciarmi
andare
, non volete... Volete
ammazzarmi
? E
ammazzami
,
corpo
di
Dio
, e non se ne
parli
più!
A chi
diceva
? Quello
era
già
andato
a
riaccoccolarsi
sul
greppo
come un
gufo
, per
dimostrargli
che di questo -
era
inutile
- non voleva
sentir
parlare
.
Ma dopo tutto, che
bestia
anche lui! Non
era
meglio
che lo
uccidessero
nel
sonno
, se
dovevano
ucciderlo
? Anzi, più
tardi
, se ancora non si
fosse
addormentato
,
sentendoli
entrare
carponi
nella
grotta
, avrebbe
chiuso
gli
occhi
per
fingere
di
dormire
. Ma già, che
occhi
! al
bujo
, poteva anche
tenerli
aperti
.
Bastava
che non si
movesse
, quando sarebbero venuti a
cercargli
la
gola
, a
tasto
, come a un
pecoro
.
Disse
:
-
Buona
notte
.
E si
ritrasse
.
Ma non lo
uccisero
.
Riconosciuto
lo
sbaglio
, né
liberare
lo vollero e neppure
uccidere
. Lo
tennero
lì
.
Ma come, per sempre?
Finché
Dio
avrebbe voluto. Si
rimettevano
a Lui: presto o
tardi
, a
seconda
che Egli avrebbe voluto fare più o meno
lunga
la
penitenza
per lo
sbaglio
d'averlo
catturato
.
O che
intendevano
insomma? che egli
morisse
da sé,
lassù
, di
morte
naturale
?
Intendevano
questo?
Questo, sì.
- Ma che
Dio
e
Dio
, allora!
Pezzi
d'
animali
, non m'
ucciderà
mica
Dio
, m'
ucciderete
voi così,
tenendomi
qua,
morto
di
fame
, di
sete
, di
freddo
,
legato
come una
bestia
, in questa
grotta
, a
dormire
per
terra
, a fare per
terra
qua stesso, come una
bestia
, i miei
bisogni
!
A chi
diceva
? S'erano
rimessi
a
Dio
, tutti e tre; e come se
parlasse
alle
pietre
.
Intanto,
morto
di
fame
, non
era
vero
;
dormire
per
terra
, non
era
vero
. Gli avevano
portato
lassù
tre
fasci
di
paglia
per
fargliene
una
lettiera
, e anche un loro
vecchio
cappotto
d'
albagio
, perché si
riparasse
dal
freddo
. Poi,
pane
e
companatico
ogni
giorno
. Se lo
levavano
di
bocca
, lo
levavano
di
bocca
alle loro
creature
e alle loro
mogli
per
darlo
a lui. E
pane
faticato
col
sudore
della
fronte
, perché uno, a
turno
,
restava
lì
di
guardia
, e gli altri due
andavano
a
lavorare
. E in quello
ziretto
là
di
terracotta
c'
era
acqua
da
bere
, che
Dio
solo
sapeva
che
pena
a
trovarla
per quelle
terre
assetate
. Quanto poi a far
lì
per
terra
i suoi
bisogni
, poteva
uscire
dalla
grotta
, la
sera
, e farli all'
aperto
.
- Ma come? davanti a te?
-
Fate
. Non vi
guardo
.
Di
fronte
a quella
durezza
stupida
e
irremovibile
si sarebbe
messo
a
pestare
i
piedi
come un
bambino
. Ma che erano,
macigni
? che erano?
-
Riconoscete
d'avere
sbagliato
, sì o no?
Lo
riconoscevano
.
-
Riconoscete
di
doverlo
scontare
, questo
sbaglio
?
Sì, non
uccidendolo
,
aspettando
da
Dio
la sua
morte
e
sforzandosi
d'
alleviargli
per quanto potevano il
martirio
che gli
davano
.
-
Benissimo
! Ma questo è per voi,
pezzi
d'
animali
, per il
male
che voi stessi
riconoscete
d'aver
commesso
! Ma io? che
c'
entro io? che
male
ho
commesso
io? Sono sì o no la
vittima
del vostro
sbaglio
? E
fate
scontare
anche a me, che non
c'
entro, il
male
che voi avete
commesso
?
Devo
patire
io così, perché voi avete
sbagliato
? Così
ragionate
?
Ma no: non
ragionavano
affatto, loro. Stavano ad
ascoltarlo
,
impassibili
, con gli
occhi
fermi
e
vani
, nelle
dure
facce
cretose
. E qua la
paglia
... e
lì
il
cappotto
... e lo
ziretto
dell'
acqua
... e il
pane
col
sudore
della
fronte
... e venite a
cacare
all'
aperto
.
Non si
sacrificavano
forse, uno alla
volta
, a star
lì
di
guardia
e a
tenergli
compagnia
? E lo facevano
parlare
delle
stelle
e delle
cose
della
città
e della
campagna
, delle
buone
annate
d'altri
tempi
, quando
c'
era
più
religione
, e di certe
malattie
delle
piante
che prima, quando
c'
era
più
religione
, non si
conoscevano
. E gli avevano
portato
anche un
vecchio
Barbanera
,
trovato
chi
sa
dove, perché
ingannasse
l'
ozio
,
leggendo
; lui che aveva la
bella
fortuna
di
saper
leggere
.
- Che
diceva
, che
diceva
quello
stampato
, con tutte quelle
lune
e quella
bilancia
e quei
pesci
e quello
scorpione
?
Sentendolo
parlare
, si
svegliava
in loro un'
ingorda
curiosità
di
sapere
,
piena
di
meraviglie
grugnite
e di
sbalordimenti
bambineschi
, a cui egli, a poco a poco,
cominciava
a
prender
gusto
, come a una cosa
viva
che
nascesse
da lui, da tutto ciò che in quei
discorsi
con loro
traeva
, come
nuovo
, anche per sé, dal suo
animo
ormai
da tanti
anni
addormentato
nella
pena
della sua
incresciosa
esistenza
.
E
sentiva
, sì, che
ormai
cominciava
a
essere
una
vita
anche per lui, quella; una
vita
a cui aveva
preso
ad
adattarsi
,
caduta
la
rabbia
davanti a una
ineluttabilità
che non gliela faceva più
pensare
precaria
, quantunque
incerta
,
strana
e come
sospesa
nel
vuoto
.
Già per tutti
là
, al suo
podere
lontano
affacciato
sul
mare
, e nella
città
di cui nella
notte
vedeva
i
lumi
, egli
era
morto
. Forse nessuno s'
era
mosso
a far
ricerche
, dopo la sua
scomparsa
misteriosa
; e seppur lo avevano
ricercato
, lo avevano
fatto
senza
impegno
, non
premendo
a nessuno di
ritrovarlo
.
Col
cuore
ridotto
più
arido
e
squallido
della
creta
di quella
grotta
, che gl'
importava
ormai
di
ritornare
vivo
là
, a quella
vita
di prima? aveva
veramente
qualche
ragione
di
rimpianto
per tutte le
cose
che qua gli
mancavano
, se il
riaverle
là
doveva
essere
a
costo
dell'
amara
noja
di prima? Non si
trascinava
là
, in quella
vita
col
peso
addosso
, d'un
tedio
insopportabile
? Qua, almeno,
ora
stava
sdrajato
per
terra
e non si
trascinava
più.
Le
giornate
gli
passavano
, in quel
silenzio
d'
altura
, quasi fuori del
tempo
,
vuote
d'ogni
senso
e senza
scopo
. In quella
vacuità
sospesa
anche la stessa
intimità
della
coscienza
gli
cessava
:
guardava
la sua
spalla
e la
creta
accanto della
grotta
, come le
sole
cose
che
esistessero
; e la sua
mano
, se vi
fissava
gli
occhi
, come se
esistesse
, così solo per se stessa; e quel
sasso
e quello
sterpo
, in un
isolamento
spaventoso
.
Se non che,
avvertendo
a
mano
a
mano
che quanto gli
era
occorso
non
era
poi per lui tutta quella
sciagura
che in
principio
, per la
rabbia
dell'
ingiustizia
, gli
era
apparsa
,
cominciò
anche ad
accorgersi
che
davvero
era
una ben
dura
e
grave
punizione
, a cui da se stessi quei tre s'erano
condannati
, il
tenerlo
ancora in
vita
.
Morto
com'
era
già per tutti,
restava
vivo
solo per essi,
vivo
e con tutto il
peso
di quella
vita
inutile
, di cui egli
ora
, in
fondo
, si
sentiva
liberato
. Potevano
buttarlo
via
come niente, quel
peso
che non aveva più
valore
per nessuno, di cui nessuno più si
curava
; e invece, no, se lo
tenevano
addosso
, lo
sopportavano
rassegnati
alla
pena
che da loro stessi s'erano
inflitta
, e non solo non se ne
lagnavano
, ma
veramente
facevano di tutto per
rendersela
più
gravosa
con le
cure
che gli
prodigavano
. Perché,
sissignori
, gli s'erano
affezionati
, tutti e tre, come a qualche cosa che
appartenesse
a loro, ma proprio a loro
soltanto
e a nessun altro più, e dalla quale
misteriosamente
traevano
una
soddisfazione
, di cui, seppur la loro
coscienza
non
sentiva
il
bisogno
, avrebbero per tutta la
vita
avvertito
la
mancanza
, quando
fosse
venuta loro a
mancare
.
Fillicò
un
giorno
portò
su alla
grotta
la
moglie
, che aveva un
bimbo
attaccato
al
petto
e una
ragazzetta
per
mano
. La
ragazzetta
recava
al
nonno
una
bella
corona
di
pan
buccellato
.
Con che
occhi
erano
rimaste
a
mirarlo
,
madre
e
figlia
!
Dovevano
essere
passati
già parecchi
mesi
dalla
cattura
, e chi
sa
come s'
era
ridotto
: la
barba
a
cespugli
sulle
gote
e sul
mento
;
sudicio
,
strappato
... Ma
rideva
per far loro
buona
accoglienza
,
grato
della
visita
e del
regalo
di quel buon
pane
buccellato
. Forse però
era
appunto
il
riso
in quella sua
faccia
da
svanito
, che faceva tanto
spavento
alla
buona
donna
e alla
ragazzetta
.
- No,
carinella
, vieni qua... vieni qua...
Tieni
, te ne
do
un
pezzetto
;
mangia
... L'ha
fatto
mamma
?
-
Mamma
...
-
Brava
! E
fratellini
, ne hai? Tre? Eh,
povero
Fillicò
, già quattro
figli
...
Portameli
, i
maschietti
: voglio
conoscerli
. La
settimana
ventura
,
bravo
. Ma
speriamo
che non ci
arrivi
...
Ci
arrivò
. Altro che!
Lunga
, proprio
lunga
volle
Dio
che
fosse
la
punizione
. Per più di altri due
mesi
la
tirò
!
Morì
di
domenica
, una
bella
serata
che
lassù
c'
era
ancora
luce
come se
fosse
giorno
.
Fillicò
aveva
condotto
i suoi
ragazzi
, a
vedere
il
nonno
, e anche
Manuzza
, i suoi. Tra quei
ragazzi
morì
, mentre
scherzava
con loro, come un
ragazzino
anche lui,
mascherato
con un
fazzoletto
rosso
sui
capelli
lanosi
.
I tre
accorsero
a
raccoglierlo
da
terra
, appena lo
videro
cadere
all'
improvviso
, mentre
rideva
e faceva tanto
ridere
quei
ragazzi
.
Morto
?
Scostarono
i
ragazzi
; li fecero
andar
via
con le
donne
. E lo
piansero
, lo
piansero
,
inginocchiati
tutti e tre
attorno
al
cadavere
, e
pregarono
Dio
per lui e anche per loro. Poi lo
seppellirono
dentro la
grotta
.
Per tutta la
vita
, se a qualcuno per
caso
avveniva
di
ricordare
davanti a loro il
Guarnotta
e la sua
scomparsa
misteriosa
:
- Un
santo
! -
dicevano
. - Oh!
Andò
certo
diritto
in
paradiso
con tutte le
scarpe
, quello!
Perché il
purgatorio
erano certi d'
averglielo
dato
loro
là
, su la
montagna
.
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