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La giara
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una
stampa
Un
viale
scortato
da
giganteschi
eucalipti
. A
sinistra
, un
poggio
con su in
cima
un
ricovero
notturno
. Due
mendicanti
che
confabulano
tra loro per quel
viale
, e che hanno
lasciato
un po' più
giù
sulla
spalletta
una
bisaccia
e una
stampella
. Un'
alba
di
luna
che si
indovina
dal
giuoco
delle
ombre
e delle
luci
.
È una
vecchia
stampa
,
ingenua
e di
maniera
, che quasi
commuove
per il
piacere
manifesto
che
dovette
provare
l'
ignoto
incisore
nel far
preciso
tutto ciò che ci poteva
entrare
: questa
zana
qua, per
esempio
, a
piè
del
poggio
, con l'
acqua
che vi
scorre
sotto la
palancola
; e
là
quella
bisaccia
e quella
stampella
sulla
spalletta
del
viale
; il
cielo
dietro il
poggio
con quel
ricovero
in
cima
; e il
chiaror
lieve
e
ampio
che
sfuma
nella
sera
dalla
città
lontana
.
S'
immagina
che
debba
arrivare
il
rombar
sordo
della
vita
cittadina
, e che qua tra gli
sterpi
del
poggio
forse qualche
grillo
strida
di
tratto
in
tratto
nel
silenzio
, e che se la
romba
lontana
cessi
per un
istante
, si
debba
anche
udire
il
borboglio
fresco
sommesso
dell'
acqua
che
scorre
per questa
zana
sotto la
palancola
e il
tenue
stormire
di questi
alti
alberi
foschi
. La
luna
che s'
indovina
e non si
vede
, quella
bisaccia
e quella
stampella
illuminate
da essa, l'
acqua
della
zana
e questi
eucalipti
formano
per
conto
loro un
concerto
a cui i due
mendicanti
restano
estranei
.
Certo, per fare da
sentinelle
alla
miseria
che
va
ogni
notte
a
rintanarsi
in quel
ricovero
su in
cima
al
poggio
, più
bella
figura
farebbero
, lungo questo
viale
,
alberetti
gobbi
,
alberetti
nani
, dai
tronchi
ginocchiuti
e
pieni
di
giunture
storpie
e
nodose
, anziché questi
eucalipti
che
pare
si siano
levati
così
alti
per non
vedere
e non
sentire
.
Ma la
pena
che fa tutta questa
puerile
precisione
di
disegno
è tanta che
vien
voglia
di
comunicare
a tutte le
cose
qui
rappresentate
, a questi due
mendicanti
che
confabulano
tra loro
appoggiati
alla
spalletta
del
viale
, quella
vita
che l'
ignoto
incisore
, pur con tutto lo
studio
e l'
amore
che ci
mise
, non
riuscì
a
comunicare
. Oh
Dio
mio, un po' di
vita
, quanto può averne una
vecchia
stampa
di
maniera
.
Vogliamo
provarci
?
Per
cominciare
, questi due
mendicanti
, uno mi
pare
che si potrebbe
chiamare
Alfreduccio
e l'altro il
Rosso
.
La
luna
è certo che
sale
di
là
; da dietro gli
alberi
. E più
volte
,
scoperti
da essa,
Alfreduccio
e il
Rosso
si sono
tratti
più su, nell'
ombra
,
lasciando
al
posto
di prima, sulla
spalletta
, la
bisaccia
e la
stampella
.
Parlano
tra loro a
bassa
voce
. Il
Rosso
s'è
tirati
sulla
fronte
gli
occhialacci
affumicati
e,
parlando
, fa
girare
per
aria
la
corona
del
rosario
e poi se la
raccoglie
attorno
all'
indice
ritto
.
- La
corona
, sì:
santa
! ma
sgranane
pure
i
chicchi
quanto ti
pare
, se poi non ti dai
ajuto
da te!
E dice che tutti i
signori
con l'
estate
se ne sono
andati
in
villeggiatura
, chi qua chi
là
; per cui l'
unica
sarebbe d'
andare
in
villeggiatura
anche loro.
Alfreduccio
però è
titubante
. Non si
fida
del
Rosso
. È
cieco
da tutt'e due gli
occhi
, con una
barbetta
di
malato
,
pallido
,
gracile
. Insomma,
civilino
.
Palpa
con le
mani
giro
giro
le
tese
del
tubino
che gli hanno
regalato
da poco, e
ripete
con
voce
piagnucolosa
:
- Ma noi due
soli
?
- Noi due
soli
, -
miagola
il
Rosso
,
rifacendogli
il verso. - Ti sto
dicendo
che bisogna
andare
da
Marco
domattina
.
(
Marco
è un
mendicante
di mia
conoscenza
, a cui ho
pensato
subito,
guardando
questi due
mendicanti
della
stampa
. Può stare
benissimo
in loro
compagnia
perché, se questi due sono
disegno
di
maniera
, quello, pur essendo
vivo
e
vero
, come ognuno può
andare
a
vederlo
e
toccarlo
seduto
davanti la
chiesa
di
San
Giuseppe
con una
ciotolina
di
legno
in
mano
, non è meno di
maniera
di loro,
uguale
del
resto
a tanti altri che fanno con
arte
e
coscienza
il
mestiere
di
mendicanti
.)
Ma
Alfreduccio
seguita
a non
fidarsi
e
domanda
:
- E se
Marco
non vorrà venire?
- Verrà, se
andrai
a
dirglielo
tu. È una
bella
pensata
. Tutto sta a
sapergliela
presentare
,
là
, come se venisse in
mente
a te: "
Marco
, che stiamo più a fare in
città
? Tutti i
signori
sono
andati
via
in
villeggiatura
".
-
Marco
, che stiamo più a fare in
città
? -
prende
a
recitare
sotto sotto
Alfreduccio
, come un
ragazzo
che
voglia
imparare
la
lezione
.
Il
Rosso
si
volta
a
guardarlo
;
stende
una
mano
e gli
stringe
le
gote
col
pollice
e il
medio
,
schiacciandogli
contemporaneamente
con l'
indice
la
punta
del
naso
.
-
Bello
! - gli
grida
. - Mi fai il
pappagallo
?
Alfreduccio
si
lascia
fare lo
sfregio
senza
protestare
.
E l'altro
soggiunge
:
- La
carità
,
caro
mio, chi te la fa? La
gente
allegra
per
levarti
dai
piedi
. Chi
soffre
, non te ne fa; non
compatisce
:
pensa
a sé. Anche con una
piccola
sventura
,
crede
alla sua e non
vede
la tua; e se lo vuoi fare
capace
, s'
indispettisce
e ti
volta
le
spalle
.
Là
là
, in
villeggiatura
. Se
Marco
ti
domandasse
, come tu a me: "Ma noi due
soli
?" tu perché non ti
fidi
di me, lui perché non si
fida
di te; e tu allora glielo
dici
: "
C'
è anche il
Rosso
che ha tre
piedi
e
sa
le
vie
della
campagna
". Benché lui,
Marco
,
di'
la
verità
, ci
veda
un po'
meglio
di te?
-
Meglio
di me? - dice
Alfreduccio
maravigliato
, e
ride
come uno
scemo
. - Se io non ci
vedo
niente!
- Eh
via
,
Alfreduccio
, tra
compagni
!
Dimmi
almeno che ci
vedi
poco!
- Ti
dico
niente:
parola
d'
onore
! E niente neanche
Marco
.
- Tanto
meglio
, allora! -
conclude
il
Rosso
. - Vi
guiderò
io. Ma
bisognerebbe
concertare
qualche cosa. Mi sono
morte
quelle tre
cavie
ch'erano la mia
ricchezza
.
Cerco
da tanto
tempo
una
bertuccia
e non la
trovo
. Se tu non
fossi
tanto
stupido
, potresti almeno fare le
veci
delle
cavie
. Ho più di
trecento
pianete
stampate
proprio
bene
, per
militari
,
ragazze
da
marito
,
giovani
spose
,
vedove
e
vecchie
. Tutto sta a
sapere
pescare
giusto
nelle
caselline
. Potresti
imparare
a
trovare
a
tasto
, subito, nella
casella
ch'io t'
indicherei
con qualche
malizia
combinata
tra noi.
Cieco
come sei,
farebbe
effetto
. Ma sempre
Marco
ci vuole. Tu, invece delle
cavie
; e
Marco
invece della
bertuccia
.
Poeta
; lo
sai
com'è? si
mette
a
predicare
che
perfino
i
cani
, oh, gli s'
acculano
davanti a
sentire
; noi
mungiamo
i
signori
villeggianti
e
sorteggiamo
le
pianete
ai
paesanelli
. Più di questo non possiamo fare. Ti
va
?
- Eh, -
sospira
Alfreduccio
,
alzando
le
spalle
. - Se
Marco
volesse venire...
- Mi
secchi
, -
sbadiglia
il
Rosso
, e si
gratta
con tutt'e due le
mani
la
testa
arruffata
. - Ne
riparleremo
domani
. Intanto,
guarda
:
va'
a
prendermi
la
stampella
che ho
lasciato
laggiù
.
- Dove? -
domanda
Alfreduccio
senza
voltarsi
.
-
Laggiù
!
Va'
rasente
alla
spalletta
, e
cerca
a
tasto
; così
impari
.
Guarda
che
c'
è
pure
la
bisaccia
.
Alfreduccio
si
muove
, a
testa
alta
, una
mano
sulla
spalletta
. Quand'è a un
passo
dalla
stampella
si
ferma
e
domanda
:
- Ancora?
- Ma
costà
, non
vedi
: ci sei! - gli
grida
il
Rosso
; poi
scoppia
a
ridere
; si
dà
una
rincalcata
al
cappellaccio
e,
balzelloni
, con quattro
gambate
lo
raggiunge
; gli
prende
la
faccia
tra le
mani
; gliela
alza
verso la
luna
e gli
osserva
da vicino gli
occhi
tumidi
,
orribili
,
sghignandogli
sul
muso
:
- Tu ci
vedi
,
cane
!
Alfreduccio
non si
ribella
:
attende
con la
faccia
volta
alla
luna
che quello gli
esamini
ben
bene
gli
occhi
, poi
domanda
come un
bambino
:
- Ci
vedo
?
- Ma,
sai
? - dice allora il
Rosso
,
lasciandolo
, - dopo tutto,
dovendo
fare il
cieco
, è una
fortuna
.
Due
giorni
dopo, per
tempo
, eccoli con
Marco
per lo
stradone
polveroso
, il
Rosso
in
mezzo
,
Alfreduccio
a
sinistra
,
Marco
a
destra
; l'uno a
braccetto
e l'altro
reggendo
un
lembo
della
giacca
del
Rosso
.
Marco
, il
Poeta
, ha una
dignitosa
e
serena
aria
da
apostolo
, col
petto
inondato
da una
solenne
barba
fluente
, un po'
brizzolata
. La sua
cecità
non è
orribile
come quella d'
Alfreduccio
. Gli
occhi
gli si sono
disseccati
; le
palpebre
,
murate
. E
va
come
beandosi
dell'
aria
che gli
venta
sulla
bella
faccia
di
cera
.
Sa
d'avere un
dono
prezioso
, il
dono
della
parola
; e la
vanità
di farsi
conoscere
anche nei
paesi
vicini
lo ha forse
indotto
ad
accompagnarsi
con quei due. (Bisogna ch'io
supponga
così, perché i due
mendicanti
della
stampa
so
di certo che
Marco
non se li
farebbe
compagni
per nessun'altra
ragione
.)
Il
Rosso
è
scaltro
. Per
entrargli
in
grazia
, a un certo
punto
gli
domanda
:
- Sei
andato
a
scuola
, tu
Marco
, da
ragazzo
?
Marco
accenna
di sì col
capo
.
- Anch'io, - vuol far
sapere
Alfreduccio
. -
Fino
alla
terza
elementare
.
-
Zitto
tu,
bestia
! - gli
dà
sulla
voce
il
Rosso
. - Ti vuoi
mettere
col nostro
Marco
che mi
figuro
deve
sapere
anche il
latino
?
Marco
accenna
di sì un'altra
volta
; poi
stropiccia
la
fronte
e dice con
gravità
:
-
Latino
,
italiano
,
storia
e
geografia
,
storia
naturale
e
matematica
.
Arrivai
fino
alla
terza
del
ginnasio
.
-
Uh
, e quasi quasi allora ti potevi far
prete
!
- Sì,
prete
! Avrò avuto appena
tredici
anni
quando
ammalai
d'
occhi
e mio
padre
mi
levò
dalle
scuole
per
mandarmi
dalla
zia
in
città
a
curarmi
.
- Già, perché tu
nasci
bene
, lo
so
,
Gli
scaltri
però non sempre
riescono
a
valersi
a lungo della loro
scaltrezza
,
tenendola
nascosta
; non
resistono
alla
tentazione
di
scoprirla
,
specie
quando li
obblighi
ad
avvilirsi
e colui su cui la
esercitano
si
mostri
soddisfatto
del loro
avvilimento
.
- È
vero
, -
soggiunge
infatti il
Rosso
, - che tuo
padre
era
scrivano
in un
botteghino
del
lotto
e che si
metteva
in
tasca
, dice, le
poste
dei
gonzi
che
andavano
a
giocare
? Io non ci
credo
.
- Io, sì, -
risponde
secco
secco
Marco
.
- Ah sì? Ma faceva
bene
,
sai
?
Benone
!
Vedendo
tutto quel
danaro
sprecato
,
povero
galantuomo
, lui n'avrà avuto
bisogno
. Lo
capisco
. Sicché dunque
accecasti
in
città
?
- Vuoi farmi
parlare
? - dice
Marco
. - In
città
, sì. Da quella mia
zia
, ch'
era
monaca
di
casa
.
- Che t'
insegnò
la
Bibbia
, è
vero
?
- M'
insegnò
... La
leggeva
; l'
imparai
.
-
Sorella
di tuo
padre
?
- Sì. Me la
ricordo
appena.
Tirava
certi
calci
!
-
Calci
?
-
Stentava
a
leggere
; s'
arrabbiava
...
- ...e
tirava
calci
?
- Perché io le
suggerivo
le
parole
che lei
stentava
a
leggere
. Non voleva. Le voleva
leggere
da sé. Ero già
accecato
. Mi
dicevano
di no; che m'avrebbero
fatto
l'
operazione
, quando... non
so
,
dicevano
che si
doveva
maturare
. E
aspettavo
. Ma mi
annojavo
lì
in
casa
della
zia
: volevo
ritornare
al mio
paese
, e
piangevo
.
Zia
alla
fine
si
seccò
e mi
disse
che al
paese
non avevo più nessuno, perché mio
padre
,
perduto
l'
impiego
,
era
partito
per l'
America
. Per l'
America
? E come? Mi avevano
abbandonato
là
, solo, in
casa
della
zia
? Ma
seppi
poi che cosa
significava
quell'
America
. L'altro
mondo
. Me lo
disse
la
serva
, quando mi
morì
anche la
zia
. Già due
volte
avevo
cambiato
casa
, stando con lei e non
sapevo
dove mi
fossi
ridotto
ad
abitare
.
Vedevo
ancora come in
sogno
casa
mia, e mi
credevo
vestito
come quando mio
padre
m'
accompagnava
a
scuola
. Ma la
serva
, due
giorni
dopo la
morte
di
zia
, mi
prese
per
mano
, mi fece
scendere
una
scala
che non
finiva
mai e mi
condusse
per
istrada
.
Lì
si
mise
a
dir
forte
,
mica
a me, certe
parole
che io in prima non
compresi
: "
Fate
la
carità
a questo
povero
orfanello
cieco
,
abbandonato
, solo al
mondo
!". Mi
voltai
: "Ma che
dici
?". E lei: "
Zitto
bello
,
di'
con me, e
stendi
la
manina
, così". La
manina
? Me la
cacciai
subito dietro come se avesse voluto farmi
toccare
il
fuoco
.
Alfreduccio
,
commosso
, ha un
brivido
alla
schiena
che lo fa
ridere
:
-
Allegri
!
-
Allegri
,
mannaggia
Macometto
! - gli fa
eco
il
Rosso
. - Dopo tutto, la
professione
t'è
andata
sempre
bene
, no?
-
Benone
,
figurati
! -
esclama
Marco
. - Ma
sai
che potevo
entrare
in un
ospizio
, io, dove avrei potuto
imparare
qualche
arte
o
mestiere
da
guadagnare
:
sonare
il
violino
o il
flauto
, per
esempio
? Quanto mi sarebbe
piaciuto
il
flauto
! Ma anche gli
studii
avrei potuto
seguitare
. Quella invece mi
sfruttò
; mi
tenne
per più di dieci
anni
con sé... Quando ci
penso
!
- Non ci
pensare
più! - gli
consiglia
il
Rosso
. -
Pensa
piuttosto
a
svagarti
in questi
giorni
, che ne hai
bisogno
. Mi
sembri
un
Cristo
di
cera
.
Vedessi
che
bella
giornata
e che
belle
campagne
!
-
Ormai
! -
sospira
Marco
,
scrollando
le
spalle
. - Del
resto
, non
t
illudere
,
sai
? Non
c'
è niente di niente, neanche per te.
- Come non
c'
è niente?
- Niente. Gli
occhi
,
caro
mio! Qua siamo due
ciechi
e
mezzo
.
Metti
che anche tu
sii
cieco
tutto, e dove se ne
va
la tua
bella
giornata
e la tua
bella
campagna
?
Il
Rosso
si
ferma
un
pezzetto
a
mirarlo
, come per
vedere
se
dica
sul
serio
; poi
scoppia
a
ridere
,
- Oh, non ti
sciupare
! - gli dice. - Con me non
serve
,
sai
?
Aspetta
a fare il
poeta
quando saremo in
mezzo
alla
gente
.
-
Ignorante
! -
esclama
Marco
. - Che
c'
entra
il
poeta
?
Fisica
,
caro
mio.
-
Fisica
? Non ne
mangio
.
- Le
cose
, come sono, nessuno lo può
sapere
. Così mi
consolo
io. Tu
dici
qua. Sì: ci sono tante
cose
perché tu le
vedi
; mentre io no. Ma come sono, tu che le
vedi
,
mica
lo
sai
meglio
di me. E te lo
spiego
. Che
vedi
là
?
- Una
croce
, che ci
ammazzarono
padron
Dodo
, l'altro
anno
.
-
Volta
; lo
so
. Di qua che
vedi
?
- Un
pagliajo
, con un
pentolino
in
cima
per
cappello
.
- E come ti
pare
?
Giallo
?
-
Colore
di
paglia
,
direi
.
- Di
paglia
, per te. La
paglia
, poi, per
conto
suo, chi
sa
cos'
è, chi
sa
com'è.
Sai
dove sono i
colori
? Tu
credi
nelle
cose
? Che! Negli
occhi
sono. E
bada
, finché
vedono
la
luce
. Difatti, ne
vedi
tu
colori
di
notte
, stando al
bujo
? Sicché gli
occhi
,
caro
mio,
vedono
finto
; con la
luce
.
-
Aspetta
, - dice il
Rosso
. -
Ora
me li
cavo
. Tanto, sono per
finta
.
-
Ignorante
! -
ripete
Marco
. - Non
dico
questo. Tu
vedi
la cosa come i tuoi
occhi
te la fanno
vedere
. Io la
tocco
e me la
figuro
, con le
dita
.
Dimmi
un po', se
pensi
alla
morte
, che
vedi
anche tu?
Nero
più
nero
di questo mio. Davanti alla
morte
,
ciechi
tutti!
ciechi
tutti!
- E
ora
comincia
la
predica
! -
esclama
il
Rosso
. -
Sta'
zitto
, che qua non
c'
è nessuno!
Così difatti è
solito
cominciare
le sue
prediche
Marco
, quelle almeno più
solenni
e
terribili
. "
Ciechi
tutti!
ciechi
tutti!" e
leva
le
braccia
,
agitando
le
mani
per
aria
, mentre la
faccia
, col
volume
di tutta quella gran
barba
nera
, gli si
sbianca
di più.
Un
cieco
che
dica
ciechi
gli altri non è di tutti i
giorni
. E fa
furore
.
Ora
il
Rosso
apprezza
queste
doti
di
Marco
perché
sa
che gli
fruttano
bene
; ma si può
essere
certi che
stima
sciocchi
tutti coloro che gli fanno la
carità
.
Vivendo
per le
campagne
come un
animale
forastico
, s'è
formata
anche lui una sua
particolare
filosofia
, di cui,
strada
facendo, per non
restare
indietro
a nessuno, vuol
dare
un
saggio
ai due
compagni
. Li
pianta
lì
in
mezzo
allo
stradone
dicendo
loro d'
aspettare
un
pochino
, perché ha
riflettuto
che
Sopri
è molto
lontana
e non potrebbero
arrivarci
se non dopo il
tocco
.
-
Ragionate
tra voi dei
colori
che non ci sono. Me li
arrotolo
e me li
porto
via
con me sotto il
braccio
per cinque
minuti
. Tanto, a voi non
servono
!
- E dove
vai
? -
domanda
Alfreduccio
.
- Qua vicino. Non
temete
,
torno
presto.
Penso
per tutti.
Alfreduccio
allunga
una
mano
per
toccare
Marco
e
stringersi
a lui; non
tocca
nulla perché
Marco
gli sta dietro; e allora
chiama
:
-
Marco
!
- Eh? - fa questi,
protendendo
anche lui una
mano
, nel
vuoto
.
Ma
basta
a
confortarli
la
voce
,
sentendosi
almeno
vicini
.
-
Bell'
aria
!
-
Allegri
!
Traggono
un
sospiro
di
sollievo
udendo
il
tonfo
cupo
della
stampella
del
Rosso
.
- Eccomi,
zitti
! - dice questi,
ansimando
e
trascinandoli
via
per lo
stradone
.
-
Andiamo
!
andiamo
!
Marco
,
costernato
,
sentendosi
strappare
avanti con tanta
furia
,
domanda
:
- Perché?
E
Alfreduccio
,
arrancando
dietro,
chiede
anche lui:
- Perché?
-
Zitti
! -
impone
loro il
Rosso
di
nuovo
. E finalmente,
fermandosi
a una
svoltata
dello
stradone
,
acchiappa
una
mano
d'
Alfreduccio
per fargli
palpare
qualcosa dentro la
bisaccia
.
-
Gallina
? - dice subito
Alfreduccio
.
Marco
aggrotta
le
ciglia
:
- L'hai
rubata
?
- No.
Presa
, -
risponde
il
Rosso
tranquillamente
.
Marco
si
ribella
:
-
Via
subito a
lasciarla
dove l'hai
rubata
!
- Perché se la
mangino
i
cani
? È già
morta
!
- Non
so
niente!
Buttala
via
! Se
dobbiamo
stare
insieme
,
rubare
niente! Te lo
pongo
per
patto
.
- Ma chi
ruba
? - dice il
Rosso
sghignazzando
. - Lo
chiami
rubare
tu, questo? Sì, forse in
città
. Ma qua siamo in
campagna
.
Caro
mio! La
volpe
sì, se le
vien
fatto
, si
prende
una
gallina
, e io
uomo
no?
Allarga
le
idee
, all'
aria
aperta
!
- Non
allargo
niente! -
ribatte
Marco
,
pestando
un
piede
. - Me ne
torno
indietro
,
bada
, a
costo
di
rompermi
l'
osso
del collo. Coi
ladri
non
fo
lega
!
E si
strappa
da
Alfreduccio
che s'è
afferrato
con una
mano
al suo
braccio
.
Il
Rosso
lo
trattiene
:
- Eh
via
, che
furia
! Vuol
dire
che non ne
mangerai
, tu che sei tanto
dabbene
! Ma se la
paglia
,
scusa
, è
paglia
per me, perché la
volpe
poi ti
deve
parer
ladra
? Sarà
ladra
per te che hai
comprato
la
gallina
. Ma la
volpe
ha
fame
,
caro
mio; non è
ladra
.
Vede
una
gallina
? Se la
prende
.
- E tu che sei,
volpe
? - gli
domanda
Marco
.
- No, -
risponde
il
Rosso
. - Ma
essere
uomo
per te che vuol
dire
?
Morire
di
fame
?
-
Lavorare
! - gli
urla
Marco
.
-
Bravo
,
cane
! E se non puoi?
- Faccio così!
E
Marco
stende
una
mano
, in
atto
di
chiedere
l'
elemosina
.
Allora il
Rosso
,
irresistibilmente
:
-
Puh
!
Uno
sputo
su quella
mano
.
Partito
proprio dal
fondo
dello
stomaco
.
Marco
diventa
furibondo
:
-
Porco
!
Schifoso
!
Vigliacco
! A me, uno
sputo
? T'
approfitti
che sono così?
E con quella
mano
da cui
pende
filando
lo
sputo
,
levata
in
aria
per
schifo
, e con l'altra
armata
del
bastone
,
cerca
il
Rosso
che lo
scansa
dando
indietro
e
sghignazzando
.
Alfreduccio
, più
là
,
spaventato
, si
mette
a
gridare
:
-
Ajuto
!
ajuto
!
Ma subito il
Rosso
gli è sopra e gli
tura
la
bocca
.
-
Zitto
,
bestia
! Ho
fatto
per
ischerzo
!
Marco
pesta
i
piedi
, si
contorce
dalla
rabbia
,
curvo
, e
grida
che vuol
tornare
indietro
. Tra le
mani
del
Rosso
Alfreduccio
, come un
annegato
, gli
lancia
una
voce
:
- E io con te,
Marco
!
Allora il
Rosso
lo
caccia
a
spintoni
:
- E
andate
a
rompervi
il collo tutt'e due! Voglio
vedervi
!
Andate
,
andate
!
I due si
raggiungono
, si
prendono
per
mano
, e
via
di
furia
,
tastando
coi
bastoni
la
polvere
dello
stradone
. Quella
fretta
arrabbiata
di
poveri
impotenti
che
andando
ballano
dall'
ira
,
provoca
di
nuovo
le
risa
del
Rosso
che s'è
fermato
a
guardarli
., Se non che, a un certo
punto
,
vedendo
che alla
svoltata
seguitano
a
tirar
via
di lungo:
-
Ferma
!
ferma
,
perdio
! - si
mette
a
gridare
.
E
correndo
giunge
appena in
tempo
a
strapparli
dal
pericolo
di
precipitare
giù
nel
burrone
.
- Ecco,
tieni
,
schiaffeggiami
, - dice poi a
Marco
,
lasciandosi
prendere
. - Sono qua.
Marco
, ancora
rabbioso
, gli
afferra
la
camicia
sul
petto
e gli
grida
in
faccia
, come in
confidenza
:
-
Ringrazia
Dio
,
carogna
, che non ho nulla
addosso
! Ti
ammazzerei
!
- Vuoi il
coltello
?
Tieni
,
ammazzami
, - fa il
Rosso
,
cacciandosi
una
mano
in
tasca
per
finta
di
cercarvi
il
coltello
. Ma
scoppia
a
ridere
di
nuovo
,
scoprendo
che
Alfreduccio
lo ha
cavato
di
tasca
per
davvero
, lui, sotto sotto. -
Bello
! - gli
grida
,
agguantandogli
la
mano
. - Ah, tu lo
cacci
per
davvero
?
Bravo
,
rospo
! E
guarda
com'è
affilato
! E fuori
misura
! Ma
sai
che potrei
schiaffarti
in
catorbia
come niente?
Giù
,
lascialo
,
buttalo
! Così... E a
terra
anche tu!
- Per
carità
! per
carità
! -
geme
Alfreduccio
,
buttandoglisi
davanti in
ginocchio
.
- Che gli fai? -
urla
Marco
.
- Niente, - dice subito il
Rosso
,
raccattando
con una
mano
il
coltello
e
afferrando
con l'altra un
orecchio
ad
Alfreduccio
. - Gli
mozzo
per
segno
quest'
orecchio
.
- No! -
grida
Alfreduccio
con una
strappata
di
testa
e
abbracciandogli
le
gambe
,
atterrito
.
- Eh
via
,
lasciami
le
gambe
! Mi hai
fatto
ridere
, - dice allora il
Rosso
. -
Alzati
e
andiamo
:
finiamola
! Se no, a
Sopri
ci
arriveremo
per l'
anno
santo
.
Andiamo
,
andiamo
, E
tieni
qua il
coltello
, che ti può
servire
per il
pane
. Io ho
fatto
per
ischerzo
,
Marco
. Tu
dici
chiedere
l'
elemosina
, come se questa non
fosse
anche la mia
professione
... Ma
scusa
, quando sono per le
campagne
, che ho
fame
e nessuno mi
vede
; se
vedo
una
gallina
,
scusa
,
mica
posso
andare
a
chiederle
: "Fammi un
ovetto
,
cocca
bella
, per
carità
!". Non me lo fa. E allora io me la
prendo
, me l'
arrosto
e me la
mangio
. Tu
dici
che
rubo
; io
dico
che ho
fame
. Qua siamo in
campagna
,
caro
mio. Gli
uccellini
fanno così, i
topi
fanno così, le
formiche
fanno così...
Creaturine
di
Dio
,
innocenti
. Bisogna
allargare
le
idee
. E
sta'
pur
sicuro
che non
prendo
per
arricchire
, ché allora sì sarei
ladro
svergognato
:
prendo
per
mangiare
; e chi
muore
muore
.
Sazio
, non
tocco
neppure una
mosca
.
Prova
ne sia, che ho una
pulce
adesso
che mi sta a
succhiare
una
gamba
. La
lascio
succhiare
. Quantunque,
di'
un po', ci può
essere
bestia
più
stupida
di questa
pulce
?
Succhiare
il
sangue
a me, il
sangue
mio che non può
essere
dolce
, né
puro
, né
nutritivo
, e
lasciare
in
pace
le
gambe
dei
signori
!
Alfreduccio
scoppia
a
ridere
e fa
ridere
anche
Marco
che non ne ha nessuna
voglia
. Il
sangue
gli s'è tutto
rimescolato
; si
sente
come un gran
fuoco
alla
testa
;
stenta
a
respirare
.
Il
Rosso
se n'
accorge
e si
mette
in
apprensione
.
- Bisogna che tu ti
riposi
un poco, - gli dice. -
Lascia
fare a me.
Lassù
all'
ombra
.
Ajuta
, prima l'uno e poi l'altro, a
montare
sul
ciglio
dello
stradone
e li
pone
a
sedere
all'
ombra
d'un
grande
platano
;
siede
anche lui e dice all'
orecchio
d'
Alfreduccio
:
- Ho
paura
che non
regga
al
cammino
.
- Ho
paura
anch'io, - fa
Alfreduccio
. -
Toccagli
la
mano
.
Scotta
.
Il
Rosso
ha uno
scatto
d'
ira
:
- E che
vorresti
fare?
-
Mah
! Io
direi
...
- Di
tornare
indietro
?
Bel
negozio
ho
fatto
io a
mettermi
con
vojaltri
due!
Lascialo
riposare
;
vedrai
che gli
passerà
tutto.
Domando
e
dico
che ci state a fare su la
faccia
della
terra
l'uno e l'altro! Neanche
buoni
a fare tre
miglia
a
piedi
! E
ammazzatevi
! Che
vita
è la vostra!
Guarda
che
faccia
, oh!
Guarda
che
occhi
!
Fortuna
che non ti
vedi
,
caro
mio!
Alfreduccio
ascolta
con un
sorriso
da
scemo
sulle
labbra
,
appoggiato
al
tronco
dell'
albero
.
- Ah tu
ridi
?
- Eh, -
risponde
Alfreduccio
, - che vuoi che
faccia
?
- Ti vorrei
mettere
un
fiore
in
bocca
, -
riprende
il
Rosso
, -
lavare
,
pettinare
e
vestire
come un
signore
: poi
condurti
per le
fiere
: "
Guardate
,
signori
, che
belle
cose
fa il buon
Dio
!".
Chiudi
codesta
bocca
,
mannaggia
! o te la
muro
con un
pugno
di
terra
! Non te la posso
vedere
così
aperta
.
Alfreduccio
chiude
subito la
bocca
; e allora il
Rosso
ripiglia
con altro
tono
:
- Se
arriveremo
a
Sopri
,
vedrai
che
raccoglieremo
bene
. Avendo poi qualche cosa da
parte
, non saremo
forzati
a
trottar
sempre. Potremo
prendercela
anche
comoda
e far
davvero
la
villeggiatura
anche noi.
Sopri
è un
bel
paese
,
sai
?
grande
; e ci
conosco
parecchia
gente
,
uomini
e anche... anche
donne
, sì.
Sghignazza
e
soggiunge
:
-
Donne
, tu... niente?
Alfreduccio
gli
mostra
la
faccia
squallida
, con la
bocca
di
nuovo
aperta
a un
ineffabile
sorriso
:
- Mai, - dice.
- E come hai
fatto
? Non ci hai mai
pensato
?
- Sì, sempre, anzi. Ma...
-
Capisco
. Ma i
ciechi
,
sai
(
chiudi
la
bocca
!), i
ciechi
con le
donne
oneste
possono aver
fortuna
.
Guarda
,
scommetterei
che
Marco
,
bell'
uomo
, avrà avuto le sue
avventure
. Perché la
donna
,
capisci
? tutto sta che possa farlo senza esser
veduta
. Un
cieco
, che non può
sapere
né
dire
domani
con chi sia
stato
, è proprio quello che ci vuole per lei. E io
so
di tanti
ciechi
che sono
ricercati
e
mandati
a
prendere
fino
a
casa
da certe
vecchie
... Ah, ma non
brutti
come te, però.
Di'
, ti
piacerebbe
?
- Eh, - fa di
nuovo
Alfreduccio
,
stringendosi
nelle
spalle
.
- Ebbene, a
Sopri
, se ci
arriveremo
, -
promette
il
Rosso
. - Ma tu
persuadi
Marco
a
seguirci
.
- Sì sì, non
dubitare
, - s'
affretta
a
dire
Alfreduccio
, con tale
impegno
che il
Rosso
scoppia
a
ridere
forte
.
Alla
risata
Marco
, che s'è
steso
tutto per
terra
e
addormentato
, si
sveglia
di
soprassalto
e
domanda
spaventato
:
- Chi è?
Il
Rosso
allunga
una
mano
; gli
tocca
la
fronte
, e fa una
smusata
.
- Stai
lì
, stai
lì
, - gli dice, -
dormi
tranquillo
.
Poi,
volgendosi
ad
Alfreduccio
:
- Ha la
febbre
per
davvero
, oh! e
forte
.
Sai
che faccio? Ti
lascio
qua di
guardia
e
vado
a
vedere
se mi
riesce
far
cuocere
in qualche
posto
la
gallina
.
So
bene
come sono i
galantuomini
: la
gallina
no, non se la
mangerà
perché l'ho
rubata
; ma
inzupperà
certo il
pane
nel
brodo
che ne
caveremo
.
Aspettami
.
Torno
presto. E
pensa
intanto alle
donne
, tu; così starai
allegro
.
Alfreduccio
riapre
la
bocca
al suo
riso
da
scemo
. Il
Rosso
,
scendendo
, si
volta
a
guardarlo
, per un'
idea
che gli
balena
:
strappa
uno dei
papaveri
che
avvampano
al
sole
,
lì
sul
ciglio
, e
va
a
ficcarne
il
gambo
amaro
in
bocca
ad
Alfreduccio
che subito
stolza
, facendo
boccacce
e
sputando
.
-
Sciocco
,
sta'
fermo
! È un
fiore
.
Apri
la
bocca
. Ti voglio
lasciare
così, come uno
sposino
.
Torna
a
sghignazzare
, e se ne
va
.
Alfreduccio
resta
fermo
un
pezzo
con quel
papavero
in
bocca
.
Ode
dallo
stradone
ancora una
risata
del
Rosso
. Poi, più nulla.
-
Marco
!
Gli
risponde
un
lamento
.
- Ti
senti
molto
male
?
E
Marco
:
-
Passa
un
carro
.
Buttamici
sopra.
- Un
carro
? - fa
Alfreduccio
,
tendendo
l'
orecchio
. - No,
sai
. Non
passa
nessun
carro
.
Vorresti
tornare
indietro
? Appena verrà il
Rosso
, glielo
diremo
. Siamo nelle sue
mani
.
Marco
scuote
la
testa
su la
terra
. L'altro
attende
ancora un poco; poi, non
sentendosi
dire
più nulla,
rimane
zitto
anche lui. Tutt'intorno è un gran
silenzio
.
A un
tratto
Marco
ha un
sussulto
e
ritrae
la
mano
dalla
mano
del
compagno
.
- Ch'è
stato
?
- Non
so
. M'è
passata
qualche cosa su la
faccia
.
-
Foglia
?
- Non
so
.
Dormivo
.
-
Dormi
,
dormi
. Ti farà
bene
.
Una
voce
lontana
, di
donna
che
passa
cantando
. Il
vuoto
s'
allarga
intorno ad
Alfreduccio
, di quanto è
lontana
quella
voce
. Con tutta l'
anima
nell'
orecchio
, egli
cerca
d'
avvicinarsi
a quella
voce
. Ma la
voce
tutt'a un
tratto
si
spegne
. E
Alfreduccio
rimane
in
ansia
,
costernato
, non potendo più
indovinare
se quella
donna
si
avvicini
o si
allontani
. Si
rimette
in
bocca
il
fiore
.
- Le
donne
...
(Forse è
meglio
finire
qui. Non
val
la
pena
stare ancora a far
spreco
di
fantasia
su questa
vecchia
stampa
di
maniera
.)
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