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Luigi Pirandello
La giara
IntraText CT - Lettura del testo
La lega disciolta
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La
lega
disciolta
Al
caffè
, dove
Bòmbolo
stava tutto il
giorno
, col
berretto
rosso
da
turco
sul
testone
ricciuto
, un
pugno
chiuso
sul
marmo
del
tavolino
in
atto
d'
impero
, l'altra
mano
al
fianco
, una
gamba
qua, una
gamba
là
,
guardando
tutti in
giro
, senza
disprezzo
ma con
gravità
accigliata
, quasi per
dire
: "I
conti
qua,
signori
miei, lo
sapete
, bisogna farli con me", venivano uno dopo l'altro i
proprietarii
di
terre
non
soltanto
di
Montelusa
, ma anche dei
paesi
del
circondario
, anche il
vecchio
marchese
don
Nicolino
Nigrelli
(quello che
andava
sempre col
pomo
d'
avorio
della
mazzettina
d'
ebano
sulle
labbra
appuntite
, come se
sonasse
il
flauto
), anche il
barone
don
Mauro
Ragona
, anche il
Tavella
, tutti insomma, con tanto di
cappello
in
mano
.
-
Don
Zulì
, una
grazia
...
E
Bòmbolo
, all'
atto
deferente
, subito - bisogna
dirlo
-
balzava
in
piedi
, si
cavava
il
berretto
, s'
impostava
sull'
attenti
e con la
testa
alta
e gli
occhi
bassi
rispondeva
:
- Ai
comandi
,
Eccellenza
.
Erano le
solite
lagnanze
e le
solite
raccomandazioni
. Al
Nigrelli
erano
spariti
dalla
costa
quattro
capi
di
bestiame
; otto al
Ragona
dall'
addiaccio
; cinque al
Tavella
dalla
stalla
. E uno veniva a
dire
che gli avevano
legato
all'
albero
il
garzone
che li
badava
; e un altro, che gli avevano
finanche
rubato
la
vacca
appena
figliata
,
lasciando
il
buccelluzzo
che
piangeva
e sarebbe
morto
di
fame
senza
dubbio
.
In prima
Bòmbolo
,
invariabilmente
, per
concedere
una
giusta
soddisfazione
all'
oltraggio
patito
,
esclamava
:
- Ah,
birbanti
!
Poi,
giungendo
le
mani
e
scotendole
in
aria
:
- Ma,
padroni
miei,
padroni
miei...
Diciamo
birbanti
; in
coscienza
però, a
voltar
la
pagina
, quanto
tirano
al
giorno
questi
birbanti
? Tre "
tarì
"
tirano
! E che sono tre "
tarì
"?
Oggi
com'
oggi
, un
uomo
, un
figlio
di
Dio
che
lavora
,
povera
carne
battezzata
come
Vossignoria
, non come me, io sono
turco
-
sissignore
-
turco
... eccolo qua - (e
presentava
il
fez
) -
dicevamo
, un
uomo
che
butta
sangue
con la
zappa
in
mano
dalla
punta
dell'
alba
alla
calata
del
sole
, senza
sedere
mai, altro che per
mandar
giù
a
mezzogiorno
un
tozzo
di
pane
con la
saliva
per
companatico
; un
uomo
che le
torna
all'
opera
masticando
l'
ultimo
boccone
,
dico
,
padrone
mio,
pagarlo
tre "
tarì
", in
coscienza
, non è
peccato
?
Guardi
don
Cosimo
Lopes
! Dacché s'è
messo
a
pagare
gli
uomini
a tre
lire
al
giorno
, ha da
lagnarsi
più di nulla? Nessuno più s'
attenta
a
levargli
... che
dico
? - (
allungava
due
dita
, si
tirava
dal
capo
con uno
strappo
netto
un
capello
e lo
mostrava
) - è
buono
questo? neanche questo! Tre
lire
,
signorino
, tre
lire
sono
giuste
!
Faccia
come le
dico
io; e, se
domani
qualcuno le
manca
di
rispetto
, tanto a lei quanto alle
bestie
, venga a
sputarmi
in
faccia
: io sono qua.
In
fine
,
cangiando
aria
e
tono
,
concludeva
: - Quanti
capi
ha
detto
? Quattro?
Lasci
fare a me.
Vado
a
sellare
.
E
fingeva
di
mettersi
in
cerca
di quei
capi
di
bestiame
per le
campagne
, due o tre
giorni
,
cavalcando
anche di
notte
sotto la
pioggia
e sotto lo
stellato
. Nessuno ci
credeva
, e nemmeno
credeva
lui che gli altri ci
credessero
. Sicché, quando in
capo
ai tre
giorni
, si
presentava
in
casa
o del
marchese
Nigrelli
o del
Ragona
o degli altri, e questi lo
accoglievano
con la
solita
esclamazione
: - "
Povero
don
Zulì
, chi
sa
quanto avete
penato
!" - egli
troncava
con un
gesto
reciso
della
mano
l'
esclamazione
,
chiudeva
gli
occhi
con
gravità
:
-
Lasciamo
andare
! -
diceva
. - Ho
penato
, ma li ho
scovati
. E prima di tutto le
do
parte
e
consolazione
che alle
bestie
hanno
dato
stalla
e
cura
. Dove stanno, stanno
bene
. I "
picciotti
" non sono
cattivi
.
Cattivo
è il
bisogno
. E
creda
che se non
fosse
il
bisogno
, per il modo come sono
pagati
...
Basta
,
Pronti
a
restituire
le
bestie
; però, al
solito
,
Vossignoria
m'
intende
... Oh,
trattando
con
Vossignoria
, e con me di
mezzo
, senza né
patti
né
condizioni
: la sua
buona
grazia
, quello che il
cuore
le
detta
. E stia
sicuro
che
stanotte
,
puntuali
, verranno a
riportarle
su la
costa
le
bestie
, più
belle
di prima.
Gli sarebbe
sembrata
una
mancanza
di
rispetto
, così a sé come al
signore
,
accennare
anche
lontanamente
al
sospetto
, che quei
bravi
"
picciotti
" potessero
trovare
la
notte
in
agguato
guardie
e
carabinieri
.
Sapeva
bene
che, se il
signore
s'
era
rivolto
a lui,
era
segno
che
stimava
inutile
il
ricorrere
alla
forza
pubblica
per
riavere
le
bestie
. Non le avrebbe
riavute
, di
sicuro
. Nel
riaverle
così, mediante quel
piccolo
salasso
di
denari
, con
Bòmbolo
di
mezzo
, ogni
idea
di
tradimento
doveva
essere
esclusa
.
E
Bòmbolo
prendeva
il
denaro
,
cinquecento
, mille,
duemila
lire
, a
seconda
del
numero
delle
bestie
sequestrate
, e questo
denaro
ogni
settimana
, il
sabato
sera
,
recava
intatto
ai
contadini
della
Lega
, che si
raccoglievano
in un
fondaco
su le
alture
di
San
Gerlando
.
Qua si faceva la "
giusta
". Cioè, a ogni
contadino
che durante la
settimana
aveva
lavorato
per tre "
tarì
" al
giorno
(
lire
1,25) veniva
secondo
giustizia
computata
la
giornata
in
ragione
di tre
lire
, e gli
era
dato
il
rimanente
. Quelli che, non per
colpa
loro, avevano "
seduto
", cioè non avevano
trovato
lavoro
,
ricevevano
sette
lire
, una per
giorno
; prima però venivano
detratte
, come per
sacro
impegno
, le
pensioncine
settimanali
assegnate
alle
famiglie
di tre
socii
,
Todisco
,
Principe
e
Barrera
che,
arrestati
per
caso
di
notte
da una
pattuglia
in
perlustrazione
e
condannati
a tre
anni
di
carcere
, avevano
saputo
tacere
; una
parte
della
somma
era
poi
destinata
per gli
sbruffi
ai
campieri
e ai
guardiani
di
bestiame
che, d'
intesa
, si facevano
legare
e
imbavagliare
; il
resto
, se ne
restava
,
era
conservato
come
fondo
di
cassa
.
Bòmbolo
non
toccava
un
centesimo
, quel che si dice un
centesimo
. Erano tutte
infamie
, tutte
calunnie
quelle che si
spargevano
sul
conto
suo a
Montelusa
. Già egli non aveva
bisogno
di quel
denaro
.
Era
stato
tanti
anni
nel
Levante
, e vi aveva
fatto
fortuna
. Non si
sapeva
dove,
precisamente
, né come, ma nel
Levante
aveva
fatto
fortuna
, certo; e non sarebbe
andato
appresso a quei pochi
quattrinucci
rimediati
a quel modo. Lo
dicevano
chiaramente
quel suo
berretto
rosso
e l'
aria
del
volto
e il
sapore
dei suoi
discorsi
e quello
speciale
odore
che
esalava
da tutta la
persona
, un
odor
quasi
esotico
, di
spezie
levantine
, forse per certi
sacchettini
di
cuojo
e
bossoletti
di
legno
che
teneva
addosso
, o forse per il
fumo
del suo
tabacco
turco
, di
contrabbando
, che gli veniva dalle
navi
che
approdavano
nel vicino
porto
di
mare
, e con le quali egli
era
in
segreti
commerci
, almeno a
detta
di molti, che per
ore
e
ore
certe
mattine
lo
vedevano
con quel
fiammante
cupolino
in
capo
guardare
, come all'
aspetto
,
sospirando
, l'
indaco
del
mare
lontano
, se da
Punta
Bianca
vi
brillasse
una
vela
... Aveva poi
sposato
una dei
Dimìno
, ch'erano
notoriamente
tra i più
ricchi
massari
del
circondario
,
massari
buoni
, di quelli all'
antica
, che avevano
terre
che ci si
camminava
a
giornate
senza
vederne
la
fine
; e
zi
'
Lisciànnaru
Dimìno
e sua
moglie
, quantunque la loro
figliola
dopo appena
quattr'
anni
di
matrimonio
fosse
morta
, gli volevano ancora tanto
bene
, che si sarebbero
levata
la
camicia
per lui.
Tutte
calunnie
. Egli
era
un
apostolo
. Egli
lavorava
per la
giustizia
. La
soddisfazione
morale
che gli veniva dal
rispetto
, dall'
amore
, dalla
gratitudine
dei
contadini
che lo
consideravano
come il loro
re
, gli
bastava
. E tutti in un
pugno
li
teneva
. L'
esperienza
gli aveva
insegnato
che, a
raccoglierli
apertamente
in un
fascio
perché
resistessero
con
giusta
pretesa
all'
avarizia
prepotente
dei
padroni
, il
fascio
, con una
scusa
o con un'altra, sarebbe
stato
sciolto
e i
caporioni
mandati
a
domicilio
coatto
. Con la
bella
giustizia
che si
amministrava
in
Sicilia
! Non se ne
fidavano
neanche i
signori
!
Là
,
là
nel
fondaco
di
San
Gerlando
,
amministrava
lui, la
giustizia
, quella
vera
; in quel modo, ch'
era
l'
unico
. I
signori
proprietarii
di
terre
volevano
ostinarsi
a
pagar
tre "
tarì
" la
giornata
d'un
uomo
? Ebbene, quel che non
davano
per
amore
, lo avrebbero
dato
per
forza
.
Pacificamente
,
ohè
. Senza né
sangue
né
violenze
. E col
dovuto
rispetto
alle
bestie
.
Aveva un
cartolare
,
Bòmbolo
, ch'
era
come un
decimario
di
comune
, dove, accanto a ogni
nome
erano
segnati
i
beni
e i
luoghi
e il
novero
delle
bestie
grosse
e delle
minute
. Lo
apriva
,
chiamava
a
consulto
i più
fidati
, e
stabiliva
con essi quali tra i
signori
dovessero
per quella
settimana
"
pagar
la
tassa
", quali tra i
contadini
fossero più
designati
, o per
pratica
dei
luoghi
o per
amicizia
coi
guardiani
o perché d'
animo
più
sicuro
, al
sequestro
delle
bestie
. E
raccomandava
prudenza
e
discrezione
.
- Il poco non fa
male
!
Questa
era
una delle sue
massime
favorite
.
Diventava
terribile
, ma proprio col
sangue
agli
occhi
e la
bava
alla
bocca
, quando s'
accorgeva
o veniva a
sapere
che qualcuno della
Lega
"voleva far la
carogna
", cioè non
lavorare
. Lo
investiva
, lo
abbrancava
per il
petto
, gli
metteva
le
unghie
nel
viso
, lo
scrollava
così
furiosamente
, che gli faceva
cader
dal
capo
il
berretto
e venir fuori la
camicia
dai
pantaloni
.
-
Cima
di
birbante
! - gli
urlava
in
faccia
. - Chi sono io? per chi mi vuoi far
conoscere
? per chi mi
prendi
tu dunque? per un
protettore
di
ladri
e di
vagabondi
? Qua
sangue
s'ha da
buttare
,
carogna
!
sangue
,
sudori
di
sangue
! qua tutti con le
ossa
rotte
dalla
fatica
dovete
presentarvi
il
sabato
sera
! O questo
diventa
un
covo
di
malfattori
e di
briganti
! Io ti
mangio
la
faccia
, se tu non
lavori
; sotto i
piedi
ti
pesto
! Il
lavoro
è la
legge
! Col
lavoro
soltanto
acquistate
il
diritto
di
prendere
per le
corna
una
bestia
dalla
stalla
altrui e di
gridare
in
faccia
al
padrone
: "Questa me la
tengo
, se non mi
paghi
com'è
debito
di
coscienza
i miei
sudori
di
sangue
!".
Faceva
paura
, in quei
momenti
. Tutti,
muti
come
ombre
, stavano ad
ascoltarlo
nel
fondaco
nero
,
mirando
la
fiamma
filante
del
moccolo
di
candela
ritto
tra la
colatura
su la
tavola
sudicia
come una
roccia
di
cacio
. E dopo la
fiera
invettiva
si
sentiva
l'
ansito
del suo
torace
poderoso
, a cui
pareva
rispondessero
, dalla
tenebra
frigida
d'una
grotta
, che
vaneggiava
in
fondo
, i
cupi
tonfi
cadenzati
delle
gocce
d'una
cert'
acqua
amara
,
renosiccia
,
piombanti
entro una
conca
viscida
, dove alle
volte
qualche
ranocchia
quacquarava
.
Se qualcuno
ardiva
di
levare
gli
occhi
,
vedeva
in quei
momenti
, dopo la
sfuriata
, un
luccicore
di
lagrime
, di
lagrime
vere
negli
occhi
di
Bòmbolo
.
Era
vanto
supremo
per lui la
testimonianza
che gli stessi
proprietarii
di
terre
rendevano
unanimi
, che mai come in quei
tempi
i
contadini
s'erano
dimostrati
sottomessi
al
lavoro
e
obbedienti
. Solo da questo
riconoscimento
poteva venir
purificata
,
santificata
l'
opera
ch'egli
metteva
per loro. Orbene, in quei
momenti
,
vedeva
ignominiosamente
compromessa
la
giustizia
che, sul
serio
, con
santità
,
sentiva
d'
amministrare
;
compromesso
il suo
apostolato
, il suo
onore
, per quell'uno che poteva
infamar
tutti.
Sentiva
enorme
, allora, il
peso
della sua
responsabilità
, e
ribrezzo
per l'
opera
sua, e
sdegno
e
dolore
, perché gli
pareva
che i
contadini
non gli fossero
grati
abbastanza
di quanto aveva loro
ottenuto
, di quel
salario
di tre
lire
che,
batti
oggi
,
batti
domani
,
era
riuscito
a
strappare
all'
avarizia
dei
padroni
.
Per lui erano
sacri
, e
sacri
voleva che fossero tutti i
socii
della
Lega
, quelli che si erano
arresi
alla sua
costante
predicazione
,
concedendo
il
giusto
salario
. Se talvolta
mancava
il
danaro
e,
cercando
e
ricercando
nel
cartolare
, non si
trovava
chi, al
solito
, per quella
settimana
dovesse
"
pagar
la
tassa
", qualcuno tra i
consiglieri
accennava
timidamente
a uno di quelli;
Bòmbolo
si
voltava
a
fulminarlo
con gli
occhi
,
bianco
d'
ira
e
fremente
. Quelli non si
dovevano
toccare
!
Ma, allora?
- Allora, -
scattava
Bòmbolo
,
buttando
all'
aria
il
cartolare
, - allora,
piuttosto
,
salassiamo
mio
suocero
!
E a due o tre
contadini
era
assegnato
il
compito
di
recarsi
la
notte
alle
terre
di
Luna
, presso la
marina
, per
sequestrare
sei o sette
bestie
grosse
a
zio
Lisciànnaru
Dimìno
, che
pure
tra i
primi
s'
era
messo
a
pagare
gli
uomini
a tre
lire
al
giorno
.
Poteva
bastar
questo a
turare
la
bocca
ai
calunniatori
.
Salassando
il
suocero
,
Bòmbolo
rubava
a se stesso, perché l'
unico
erede
dei
Dimìno
sarebbe
stato
un
giorno
il suo
figliuolo
. Ma
piuttosto
rubare
a se stesso, al suo
figliuolo
, che far
offesa
alla
giustizia
. E che
strazio
ogni qual
volta
il
vecchio
suocero
, che
vestiva
ancora all'
antica
, con le
brache
a
mezza
gamba
, la
berretta
nera
a
calza
con la
nappina
in
punta
e gli
orecchini
in
forma
di
catenaccetti
agli
orecchi
, veniva a
trovarlo
,
appoggiato
al lungo
bastone
, dalle
terre
di
Luna
, e gli
diceva
:
- Ma come,
Zulì
? così ti
rispettano
i tuoi? e che sei tu allora?
broccolo
sei?
- Mi
sputi
in
faccia
, -
rispondeva
Bòmbolo
,
succiando
, con gli
occhi
chiusi
, il
fiele
di quel
giusto
rimbrotto
. - Mi
sputi
in
faccia
, che posso
dirle
?
Gli
pareva
ormai
mill
'
anni
che
uscissero
dal
carcere
quei tre
socii
,
Todisco
,
Principe
e
Barrera
, per
sciogliere
finalmente quella
Lega
, ch'
era
divenuta
un
incubo
per lui.
Fu una gran
festa
, il
giorno
di quella
scarcerazione
, nel
fondaco
su a
San
Gerlando
: si
bevve
e si
danzò
; poi
Bòmbolo
,
raggiante
,
tenne
il
discorso
di
chiusura
, e
ricordò
le
imprese
e
cantò
la
vittoria
, ch'
era
il
premio
per quei tre che avevano
sofferto
il
carcere
: il
premio
più
degno
, quello di
trovare
mutate
le
condizioni
,
onestamente
retribuito
il
lavoro
; e
disse
in
fine
che egli
ora
,
assolto
il
compito
, si sarebbe
ritirato
in
pace
e
contento
; e fece
ridere
tutti
annunziando
che quel
giorno
stesso avrebbe
mandato
il suo
berretto
rosso
da
turco
al
suocero
, che non aveva
saputo
mai
vederglielo
in
capo
di buon
occhio
.
Deponeva
con quel
berretto
la
sovranità
, e
dichiarava
sciolta
la
Lega
.
Non
passarono
neppure
quindici
giorni
che,
dimenandosi
al
solito
di qua e di
là
, col
pomo
d'
avorio
della
mazzettina
d'
ebano
su le
labbra
appuntite
, si
presentò
al
caffè
il
vecchio
marchese
don
Nicolino
Nigrelli
:
-
Don
Zulì
, una
grazia
...
Bòmbolo
diventò
dapprima
più
bianco
del
marmo
del
tavolino
e
fissò
con
occhi
così
terribilmente
spalancati
il
povero
marchese
, che questi ne
tremò
di
paura
e,
traendosi
indietro
,
cadde
a
sedere
su una
seggiola
, mentre l'altro gli si
levava
sopra
furente
,
ruggendo
tra i
denti
:
- Ancora?
Quasi
basito
, eppur
tentando
un
sorrisetto
a
fior
di
labbra
, il
marchese
gli
mostrò
quattro
dita
della sua
manina
tremicchiante
e gli
disse
:
- '
Gnorsì
. Quattro. Al
solito
. Che
c'
è di
nuovo
?
Per tutta
risposta
Bòmbolo
si
strappò
dal
capo
il
cappelluccio
nuovo
a
pan
di
zucchero
, se lo
portò
alla
bocca
e lo
stracciò
coi
denti
. Si
mosse
, tutto in
preda
a un
fremito
convulso
, tra i
tavolini
,
rovesciando
le
seggiole
, poi si
voltò
verso il
marchese
ancora
lì
seduto
in
mezzo
agli
avventori
sbalorditi
, e gli
gridò
:
- Non
dia
un
centesimo
, per la
Madonna
! Non s'
arrischi
a
dare
un
centesimo
! Ci
penso
io!
Ma potevano sul
serio
quei tre,
Todisco
,
Principe
e
Barrera
,
contentarsi
di quel tal "
premio
degno
"
decantato
da
Bòmbolo
nell'
ultima
riunione
della
Lega
? Se
Bòmbolo
stesso, negli
ultimi
tempi
, aveva
permesso
che
fosse
salassato
il proprio
suocero
, il quale
pure
tra i
primi
aveva
accordato
il
salario
di tre
lire
ai
contadini
, non potevano essi, per la
giustizia
,
seguitare
a
salassar
gli altri
proprietarii
?
Quando, alla
sera
,
Bòmbolo
, che li aveva
cercati
invano
tutto il
giorno
da per tutto, li
trovò
su le
alture
di
San
Gerlando
, e
saltò
loro
addosso
come un
tigre
, essi si
lasciarono
percuotere
,
strappare
,
mordere
,
malmenare
, e anzi
dissero
che se egli li voleva
uccidere
,
era
padrone
, non avrebbero
mosso
un
dito
per
difendersi
, tanto
era
il
rispetto
, tanta la
gratitudine
che avevano per lui. Li avrebbe
uccisi
però a
torto
. Essi non
sapevano
nulla di nulla.
Innocenti
come l'
acqua
.
Lega
? che
Lega
? Non
c'
era
più
Lega
! Non la aveva egli
disciolta
? Ah,
minacciava
di
denunziarli
? Perché, per il
passato
? E allora, tutti dentro, e lui per il
primo
, come
capo
! Per quel
nuovo
sequestro
al
marchese
Nigrelli
? Ma se non ne
sapevano
nulla! Avrebbero potuto tutt'al più
chiederne
ai "
picciotti
";
mettersi
in
cerca
per le
campagne
; già! come lui un
tempo
, per due e tre
giorni
,
cavalcando
anche di
notte
sotto la
pioggia
e sotto lo
stellato
.
Sentendoli
parlare
così,
Bòmbolo
si
mangiava
le
mani
dalla
rabbia
.
Disse
che
dava
loro tre
giorni
di
tempo
. Se in
capo
a tre
giorni
, senza il
compenso
neppure di un
centesimo
, i quattro
capi
di
bestiame
non erano
restituiti
al
marchese
Nigrelli
... - che avrebbe
fatto
? Ancora non lo
sapeva
!
Ma che poteva
ormai
fare
Bòmbolo
? Gli stessi
proprietarii
di
terre
, il
marchese
Nigrelli
, il
Ragona
, il
Tavella
, tutti gli altri, lo
persuasero
ch'egli non poteva più far nulla. Che
c'
entrava
lui? quando mai
c'
era
entrato
? non
era
stata sempre
disinteressata
l'
opera
messa
da lui? E dunque, che
c'
era
adesso
di
nuovo
? Perché non voleva più
mettere
l'
opera
sua?
Rivolgersi
alla
forza
pubblica
? Ma sarebbe
stato
inutile
! Che non si
sapeva
? Non avrebbero
ottenuto
né la
restituzione
delle
bestie
, né l'
arresto
dei
colpevoli
.
Sperare
poi che questi avrebbero
ricondotto
alle
stalle
le
bestie
, così, per
amore
, senz'averne nulla,
via
,
era
da
ingenui
. Loro stessi, i
padroni
, glielo
dicevano
. Una
cosellina
bisognava
pur
darla
. Sì, al
solito
... oh, senza né
patti
né
condizioni
,
essendoci
lui,
Bòmbolo
, di
mezzo
!
E dal
tono
con cui gli
dicevano
queste
cose
Bòmbolo
capiva
che quelli
ritenevano
una
commedia
,
adesso
, il suo
sdegno
, come una
commedia
avevano prima
ritenuta
la sua
pietà
per i
contadini
.
Si
sfogò
per alcuni
giorni
a
predicare
che, almeno, si fossero
rimessi
a
pagarli
tre
tarì
al
giorno
, tre
tarì
, tre
tarì
, per
dare
a lui una
soddisfazione
. Non li
meritavano
,
parola
d'
onore
! neppure quei tre
tarì
meritavano
,
ladri
svergognati
!
figli
di
cane
!
pezzi
da
galera
! No? Ah, dunque volevano proprio che gli
schiattasse
nel
fegato
la
vescichetta
del
fiele
?
-
Via
!
puh
!
paese
di
carogne
!
E
mandò
dai
nonni
alle
terre
di
Luna
il suo
figliuolo
, facendo
dire
al
suocero
che
rivoleva
subito subito il suo
berretto
rosso
.
Turco
, di
nuovo
turco
voleva farsi!
E due
giorni
dopo,
raccolte
le sue
robe
,
scese
al
porto
di
mare
e si
rimbarcò
su un
brigantino
greco
per il
Levante
.
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