Indice
:
Generale
-
Opera
|
Parole
:
Alfabetica
-
Frequenza
-
Rovesciate
-
Lunghezza
-
Statistiche
|
Aiuto
|
Biblioteca IntraText
Luigi Pirandello
La giara
IntraText CT - Lettura del testo
Richiamo all'obbligo
Precedente
-
Successivo
Clicca qui per nascondere i link alle concordanze
Richiamo
all'
obbligo
Paolino
Lovico
si
buttò
per
morto
su uno
sgabello
davanti la
farmacia
Pulejo
in
Piazza
Marina
.
Guardò
dentro, al
banco
, e
asciugandosi
il
sudore
che gli
grondava
dai
capelli
su la
faccia
congestionata
,
domandò
a
Saro
Pulejo
:
- È
passato
?
-
Gigi
? No. Ma starà poco. Perché?
- Perché? Perché mi
serve
! Perché... Quante
cose
vuoi
sapere
!
Si
lasciò
il
fazzoletto
steso
sul
capo
,
appoggiò
i
gomiti
sui
ginocchi
, il
mento
sulle
mani
e
rimase
lì
a
guardare
a
terra
,
fosco
, con le
ciglia
aggrottate
.
Lo
conoscevano
tutti,
là
a
Piazza
Marina
.
Passò
un
amico
:
-
Ohi
,
Paolì
?
Lovico
alzò
gli
occhi
e li
riabbassò
subito,
brontolando
:
-
Lasciami
stare!
Un altro
amico
:
-
Paolì
, che hai?
Lovico
si
strappò
questa
volta
il
fazzoletto
dal
capo
e
sedette
in un'altra
positura
, quasi con la
faccia
al
muro
.
-
Paolì
, ti
senti
male
? - gli
domandò
allora dal
banco
Saro
Pulejo
.
- Oh
santo
diavolo
! -
scattò
Paolino
Lovico
,
precipitandosi
dentro la
farmacia
. - Che
corno
t'
importa
di me, me lo
dici
? Chi ti
domanda
niente? se ti
senti
male
, se ti
senti
bene
, che hai, che non hai?
Lasciatemi
stare!
-
Ih
, - fece
Saro
. - T'ha
morso
la
tarantola
? Hai
domandato
di
Gigi
, e
credevo
che...
- Ma ci sono forse io solo su la
faccia
della
terra
? -
gridò
Lovico
con le
braccia
per
aria
e gli
occhi
schizzanti
. - Non posso avere un
cane
malato
? un
pollo
d'
India
con la
tosse
?
Fatevi
gli
affari
vostri,
santo
e
santissimo
non
so
chi e non
so
come!
- Oh, ecco qua
Gigi
! -
disse
Saro
,
ridendo
.
Gigi
Pulejo
entrò
di
fretta
,
diviato
allo
stipetto
a
muro
per
vedere
se nella sua
casella
ci fossero
chiamate
per lui.
-
Ciao
,
Paolì
!
- Hai
fretta
? - gli
domandò
,
accigliato
,
Paolino
Lovico
senza
rispondere
al
saluto
.
- Molta, sì, -
sospirò
il
dottor
Pulejo
,
buttandosi
su la
nuca
il
cappello
e facendosi
vento
col
fazzoletto
su la
fronte
. - Di questi
giorni
,
caro
mio, un
affar
serio
.
- Non lo
dico
io? -
sghignò
allora
rabbioso
il
Paolino
Lovico
con le
pugna
protese
. - Che
epidemia
c'
è?
Cholera
morbus
?
peste
bubbonica
? il
canchero
che vi
porti
via
tutti quanti?
Devi
dare
ascolto
a me!
Senti
:
morto
per
morto
, io sono qua! Ho
diritto
alla
precedenza
.
Ohi
,
Saro
, non hai niente da
pestare
nel
mortajo
?
- Niente, perché?
- E allora
andiamo
via
! -
ripigliò
Lovico
,
afferrando
per un
braccio
Gigi
Pulejo
e
trascinandolo
fuori. - Qua non posso
parlare
!
-
Discorso
lungo? - gli
domandò
per
istrada
il
dottore
.
-
Lunghissimo
!
-
Caro
mio, mi
dispiace
, non ho
tempo
.
- Non hai
tempo
?
Sai
che faccio? Mi
butto
sotto un
tram
, mi
fratturo
una
gamba
e ti
costringo
a
starmi
attorno
per una
mezza
giornata
. Dove
devi
andare
?
- Prima di tutto, qua vicino, in
via
Butera
.
- T'
accompagno
, -
disse
Lovico
. - Tu
sali
a far la
visita
; io t'
aspetto
giù
, e
riprenderemo
a
parlare
.
- Ma insomma, che
diavolo
hai? - gli
domandò
il
dottor
Pulejo
,
fermandosi
un po' a
osservarlo
.
Paolino
Lovico
aprì
le
braccia
, sotto lo
sguardo
del
dottor
,
piegò
le
gambe
,
rilassò
tutta la
personcina
arruffata
e
rispose
:
-
Gigino
mio, sono un
uomo
morto
!
E gli
occhi
gli si
riempirono
di
lagrime
.
-
Parla
,
parla
, - lo
incitò
il
dottore
: -
andiamo
, che t'è
accaduto
?
Paolino
fece alcuni
passi
, poi si
fermò
di
nuovo
e,
trattenendo
Gigi
Pulejo
per una
manica
,
premise
misteriosamente
:
- Ti
parlo
come a un
fratello
,
bada
! Anzi, no. Il
medico
è come il
confessore
, è
vero
?
- Certo. Abbiamo anche noi il
segreto
professionale
.
-
Va
bene
. Ti
parlo
allora sotto il
sigillo
della
confessione
, come a un
sacerdote
.
Si
posò
una
mano
su lo
stomaco
e, con uno
sguardo
d'
intelligenza
,
aggiunse
solennemente
:
-
Tomba
, oh?
Quindi,
sbarrando
tanto d'
occhi
e
congiungendo
l'
indice
e il
pollice
, quasi per
pesar
le
parole
che stava per
dire
,
sillabò
:
-
Petella
ha due
case
.
-
Petella
? -
domandò
,
stordito
,
Gigi
Pulejo
. - Chi è
Petella
?
-
Petella
il
capitano
,
perdio
! -
proruppe
Lovico
. -
Petella
della
Navigazione
Generale
.
- Non lo
conosco
, -
disse
il
dottor
Pulejo
.
- Non lo
conosci
? Tanto
meglio
! Ma,
tomba
lo stesso, oh! Due
case
, -
ripeté
con la
stess
'
aria
cupa
e
grave
. - Una qua, una a
Napoli
.
- Ebbene?
- Ah! Ti
pare
niente? -
domandò
,
scomponendosi
tutto nella
rabbia
che lo
divorava
,
Paolino
Lovico
.
- Un
uomo
ammogliato
, che
approfitta
vigliaccamente
del suo
mestiere
di
marinajo
e si fa un'altra
casa
in un altro
paese
, ti
pare
niente? Ma sono
cose
turche
,
perdio
!
-
Turchissime
, chi ti dice di no? Ma a te che te n'
importa
? Che
c'
entri
tu?
- Che me n'
importa
, a me? che
c'
entro io?
- È tua
parente
,
scusa
, la
moglie
di
Petella
?
- No! -
gridò
Paolino
Lovico
col
sangue
agli
occhi
. - È una
povera
donna
, che
soffre
pene
d'
inferno
! Una
donna
onesta
,
capisci
?
tradita
in un modo
infame
,
capisci
? dal proprio
marito
.
C'
è
bisogno
di esser
parente
per
sentirsene
rimescolare
?
- Ma che ci posso fare io,
scusa
? -
domandò
Gigi
Pulejo
,
stringendosi
nelle
spalle
.
- Se non mi
lasci
dire
,
porco
diavolo
!
porca
natura
!
porca
vita
! -
sbuffò
Lovico
. -
Senti
che
caldo
? Io
crepo
! Quel
caro
Petella
, quel
carissimo
Petella
non si
contenta
di
tradire
la
moglie
, d'avere un'altra
casa
a
Napoli
; ha tre o quattro
figli
là
, con quella, e uno qua con la
moglie
. Non vuole averne altri! Ma quelli di
là
,
capirai
bene
, non sono
legittimi
: se ne ha qualche altro, e gli fa
impiccio
, può
buttarlo
via
come niente. Invece qua, con la
moglie
, d'un
figlio
legittimo
non potrebbe
disfarsi
. E allora,
brutto
manigoldo
, che ti
combina
? (Oh,
dura
da due
anni
,
sai
, questa
storia
!) Ti
combina
che nei
giorni
che
sbarca
qui,
piglia
il più
piccolo
pretesto
per
attaccar
lite
con la
moglie
, e la
notte
si
chiude
a
dormir
solo. Il
giorno
appresso,
riparte
, e chi s'è
visto
s'è
visto
. Da due
anni
così!
-
Povera
signora
! -
esclamò
Gigi
Pulejo
con una
commiserazione
da cui non poté
staccare
un
sorriso
. - Ma io,
scusa
... ancora non
capisco
.
-
Senti
,
Gigino
mio, -
riprese
con altro
tono
Lovico
,
appendendoglisi
al
braccio
. - Da quattro
mesi
io
do
lezione
di
latino
al
ragazzo
, al
figliuolo
di
Petella
, che ha dieci
anni
e
va
in prima
ginnasiale
.
- Ah, - fece il
dottore
.
- Se tu
sapessi
quanta
pietà
m'ha
ispirato
quella
disgraziata
signora
! -
seguitò
Lovico
. - Quante
lagrime
, quante
lagrime
ha
pianto
la
poverina
... E che
bontà
! È
pure
bella
,
sai
?
Fosse
brutta
,
capirei
... È
bella
! E
vedersi
trattata
così,
tradita
,
disprezzata
e
lasciata
in un
canto
,
là
, come uno
straccio
inutile
... Vorrei
vedere
chi avrebbe
saputo
resistere
! chi non si sarebbe
ribellata
! E chi potrebbe
condannarla
? È una
donna
onesta
, una
donna
che bisogna
assolutamente
salvare
,
Gigino
mio! Tu
capisci
? Si
trova
in una
terribile
condizione
,
adesso
...
Disperata
!
Gigi
Pulejo
si
fermò
e
guardò
severamente
il
Lovico
.
- Ah no,
caro
! - gli
disse
. - Queste
cose
io non le faccio. Non voglio
mica
aver da fare col
Codice
penale
, io.
-
Pezzo
d'
imbecille
! -
scattò
Paolino
Lovico
. - E che ti
figuri
,
adesso
? che ti
figuri
che io
voglia
da te? Per chi m'hai
preso
?
Credi
ch'io sia un
uomo
immorale
? un
birbaccione
? Che
voglia
il tuo
ajuto
per... oh! mi fa
schifo
,
orrore
, solo a
pensarlo
!
- Ma che
corno
vuoi dunque da me? Io non ti
capisco
! -
gridò
il
dottor
Pulejo
,
spazientito
.
- Voglio quel ch'è
giusto
! -
gridò
a sua
volta
Paolino
Lovico
. - La
morale
, voglio! Voglio che
Petella
sia un buon
marito
e non
chiuda
la
porta
in
faccia
alla
moglie
quando
sbarca
qui!
Gigi
Pulejo
scoppiò
in una
fragorosa
risata
.
- E che... e che
pre
... e che
pretendi
...
ohi
ohi
ohi
... ah ah ah...
pre
...
pretendi
che io...
po
...
pove
...
povero
Pet
... ah ah ah... l'
asino
... l'
asino
a
bere
per...
ohi
ohi
ohi
...
- Che
ridi
, che
ridi
,
animalone
? -
muggì
fremendo
e
agitando
le
pugna
,
Paolino
Lovico
. -
C'
è in
vista
una
tragedia
, e tu
ridi
?
C'
è un
farabutto
che non vuol fare l'
obbligo
suo, e tu
ridi
? una
donna
ninacciata
nell'
onore
, nella
vita
, e tu
ridi
? E non ti
parlo
di me! Io sono un
uomo
morto
, io
vado
a
buttarmi
a
mare
, se tu non mi dai
ajuto
, vuoi
capirlo
?
- Ma che
ajuto
posso
darti
io? -
domandò
il
Pulejo
, senza
potere
ancora
trattener
le
risa
.
Paolino
Lovico
si
fermò
risolutamente
in
mezzo
alla
via
,
stringendo
forte
un
braccio
al
dottore
.
-
Sai
che
avverrà
? - gli
disse
,
truce
. -
Petella
arriva
stasera
;
ripartirà
domani
per il
Levante
;
va
a
Smirne
; starà fuori circa un
mese
. Non
c'
è
tempo
da
perdere
! O subito, o tutto è
perduto
. Per
carità
,
Gigino
salvami
!
salva
quella
povera
martire
! Tu avrai un
mezzo
, tu avrai un
rimedio
... Non
ridere
,
perdio
, o ti
strozzo
! O
piuttosto
ridi
,
ridi
se vuoi, della mia
disperazione
, ma
dammi
ajuto
... un
rimedio
... qualche
mezzo
... qualche
medicina
...
Gigi
Pulejo
era
arrivato
alla
casa
di
via
Butera
nella quale
doveva
far la
visita
. Come
meglio
poté, si
tenne
dal
ridere
ancora e
disse
:
- Vuoi insomma
impedire
che il
capitano
prenda
un
pretesto
d'
attaccar
lite
questa
sera
con la
moglie
?
-
Precisamente
!
- Per la
morale
, è
vero
?
- Per la
morale
.
Seguiti
a
scherzare
?
- No no,
dico
sul
serio
adesso
.
Senti
: io
vado
su; tu
ritorna
in
farmacia
, da
Saro
, e
aspettami
lì
. Vengo subito.
- Ma che vuoi fare?
-
Lascia
fare a me! - lo
assicurò
il
dottore
. -
Va'
da
Saro
, e
aspettami
.
-
Fa'
presto, oh! - gli
gridò
dietro
Lovico
a
mani
giunte
.
Sul
tramonto
,
Paolino
era
allo
Scalo
per
assistere
all'
arrivo
del
capitano
Petella
col "
Segesta
". L'aveva voluto almeno
vedere
da
lontano
, non
sapeva
bene
perché;
vedergli
l'
aria
e
mandargli
dietro una
filza
di
male
parole
.
Sperava
, dopo l'
assalto
al
dottor
Pulejo
e l'
ajuto
che
era
riuscito
a
ottenere
, che l'
orgasmo
, a cui
era
in
preda
dalla
mattina
,
cessasse
almeno un poco. Ma che!
Recato
un certo
involtino
misterioso
di
pasterelle
con la
crema
alla
signora
Petella
(poiché al
capitano
piacevano
tanto i
dolci
), e
sceso
dalla
casa
di lei, s'
era
messo
a
girare
di qua e di
là
, e l'
orgasmo
gli
era
cresciuto
di
punto
in
punto
.
E
ora
? Ecco venuta la
sera
. Avrebbe voluto
andare
a
letto
quanto più
tardi
gli
fosse
possibile
. Ma si
stancò
presto di
girovagare
per la
città
, con la
smania
esacerbata
dal
timore
d'
attaccar
lite
con qualcuno de' suoi
innumerevoli
conoscenti
, il quale avesse la
cattiva
ispirazione
d'
accostarglisi
.
Perché aveva la
disgrazia
, lui, d'
essere
"
trasparente
".
Sicuro
! E questa
trasparenza
sua
riusciva
esilarantissima
a tutti gl'
ipocriti
foderati
di
menzogna
.
Pareva
che la
vista
chiara
,
aperta
, delle
passioni
, e fossero anche le più
tristi
, le più
angosciose
, avesse il
potere
di
promuovere
le
risa
in tutti coloro che o non le avevano mai
provate
o,
usi
com'erano a
mascherarle
, non le
riconoscevano
più in un
pover
'
uomo
come lui, che aveva la
sciagura
di non
saperle
nascondere
e
dominare
.
Si
rintanò
in
casa
; si
buttò
vestito
sul
letto
.
Com'
era
pallida
, com'
era
pallida
quella
poveretta
, quand'egli le aveva
recato
l'
involto
delle
paste
! Così
pallida
e con quegli
occhi
smarriti
nella
pena
, non
era
bella
davvero
...
-
Sii
sorridente
,
cara
! - le aveva
raccomandato
con le
lagrime
in
gola
. -
Acconciati
bene
, per
carità
!
Indossa
quella
camicetta
di
seta
giapponese
che ti sta tanto
bene
... Ma soprattutto, te ne
scongiuro
, non farti
trovare
così, come un
funerale
...
Animo
,
animo
! Hai
apparecchiato
tutto per
bene
? Mi
raccomando
, che non abbia alcun
motivo
di
lagnarsi
!
Coraggio
,
cara
, a
domani
!
Speriamo
bene
... Non
dimenticare
, per
carità
, d'
appendere
un
fazzoletto
per
segno
, al
cordino
là
, davanti la
finestra
di
camera
tua.
Domattina
, il mio
primo
pensiero
sarà quello di venire a
vedere
...
Fammelo
trovare
quel
segno
,
cara
,
fammelo
trovare
!
E prima d'
andar
via
aveva
seminato
col
lapis
turchino
i "dieci" e i "dieci con
lode
" nel
quaderno
delle
versioni
di quel
somarone
del
figlio
, che
sentiva
latino
e
spiritava
.
-
Nonò
,
faglielo
vedere
a
papà
...
Sai
come sarà
contento
papà
!
Seguita
così,
caro
,
seguita
così e fra qualche
anno
saprai
il
latino
meglio
di un'
oca
del
Campidoglio
, di quelle,
Nonò
, che fecero
fuggire
i
Galli
,
sai
?
Viva
Papirio
!
Allegri
,
allegri
!
dobbiamo
essere
tutti
allegri
questa
sera
,
Nonò
! Viene
papà
!
Allegro
e
buono
!
pulito
,
composto
!
Fa'
vedere
le
unghie
... Sono
pulite
?
Bravo
.
Attento
a non
sporcartele
!
Viva
Papirio
,
Nonò
,
viva
Papirio
!
Le
pasterelle
... Se quell'
imbecille
di
Pulejo
si
fosse
preso
gioco
di lui? No no, questo no. Egli lo aveva
reso
capace
della
gravità
del
caso
. Avrebbe
commesso
una
birbonata
senza
nome
, a
ingannarlo
. Però... però... però... se il
rimedio
non
fosse
efficace
come gli aveva
assicurato
?
La
noncuranza
, anzi il
disprezzo
di quell'
uomo
per la propria
moglie
, lo faceva
ora
ribollire
come se
fosse
un'
offesa
fatta a lui
direttamente
. Ma
sicuro
! Come mai quella
donna
, di cui egli,
Paolino
Lovico
, si
contentava
, non solo, ma che
pareva
a lui così
degna
d'
essere
amata
, così
desiderabile
, non
era
poi
calcolata
per nulla da quel
mascalzone
? Come
parere
che lui,
Paolino
Lovico
, si
contentava
del
rifiuto
di un altro, d'una
donna
che per un altro non
valeva
nulla. Oh che
era
forse
meglio
quella
signora
di
Napoli
? Più
bella
della
moglie
? Ma avrebbe voluto
vederla
!
Metterle
accanto, l'una e l'altra, e poi
mostrargliele
e
gridargli
sul
muso
:
- Ah, tu
preferisci
quell'altra? Ma perché tu sei un
bestione
senza
discernimento
e senza
gusto
! Non perché tua
moglie
non
valga
centomila
volte
di più! Ma
guardala
!
Guardala
bene
! Come puoi aver
cuore
di non
toccarla
? Tu non
capisci
le
finezze
... tu non
capisci
il
bello
delicato
... la
soavità
della
grazia
malinconica
! Tu sei un
animale
, un
majalone
sei, e non puoi
capire
queste
cose
; perciò
disprezzi
. E poi, che vuoi
mettere
? una
femminaccia
da
trivio
con una
signora
per
bene
, con una
donna
onesta
?
Ah che
nottata
fu quella per lui! Non un
minuto
di
requie
...
Quando finalmente gli
parve
che
cominciasse
ad
albeggiare
, non poté più stare alle
mosse
.
La
signora
Petella
aveva il
letto
diviso
da quello del
marito
, in una
camera
a
parte
: avrebbe potuto dunque, anche di
notte
,
appendere
il
fazzoletto
al
cordino
della
finestra
, perché egli si
fosse
levato
subito d'
ambascia
.
Doveva
figurarselo
che lui non avrebbe
chiuso
occhio
durante la
notte
, e appena
spuntata
l'
alba
, sarebbe venuto a
vedere
.
Così
pensava
,
correndo
alla
casa
del
Petella
.
Lusingato
dal
desiderio
ardentissimo
,
era
così
sicuro
di
trovare
quel
segno
alla
finestra
, che il non
trovarlo
fu proprio una
morte
per lui. Si
sentì
mancar
le
gambe
. Nulla! nulla! E che
aspetto
funebre
avevano quelle
persiane
serrate
...
Una
voglia
selvaggia
gli fece a un
tratto
impeto
nello
spirito
:
salire
,
precipitarsi
in
camera
di
Petella
,
strozzarlo
sul
letto
!
E come se
veramente
fosse
salito
e avesse
commesso
il
delitto
, si
sentì
d'un subito
stremato
,
sfinito
, un
sacco
vuoto
.
Cercò
di
sollevarsi
;
pensò
che forse ancora
era
presto; che forse egli
pretendeva
troppo,
contando
che ella di
notte
si
levasse
ed
esponesse
il
segno
per
farglielo
trovare
all'
alba
; che forse non aveva potuto... chi
sa
!
Via
, non
c'
era
ancora da
disperare
... Avrebbe
aspettato
. Ma
lì
, no...
Aspettar
lì
, ogni
minuto
, un'
eternità
... Le
gambe
però... non se le
sentiva
più, le
gambe
!
Per
fortuna
,
svoltando
il
primo
vicolo
,
trovò
a pochi
passi
un
caffeuccio
aperto
,
caffeuccio
per gli
operai
che si
recavano
di
buon'
ora
all'
Arsenale
lì
presso. Vi
entrò
; si
lasciò
cadere
su la
panca
di
legno
.
Non
c'
era
nessuno; non si
vedeva
neanche il
padrone
; si
sentiva
però
sfaccendare
e
parlottare
di
là
, nell'
antro
bujo
, dove forse sì
accendevano
allora allora i
fornelli
.
Quando, di
lì
a poco, un
omaccione
in
maniche
di
camicia
gli si
presentò
per
domandargli
che cosa
desiderasse
,
Paolino
Lovico
gli
volse
uno
sguardo
attonito
,
truce
, poi gli
disse
:
- Un
fazzole
... cioè,
dico
... un
caffè
!
Forte
,
bello
forte
, mi
raccomando
!
Gli fu
servito
subito. Ma sì!
Metà
se lo
buttò
addosso
,
metà
lo
sbruffò
dalla
bocca
,
balzando
in
piedi
.
Accidenti
!
Era
bollente
.
- Che ha
fatto
,
signorino
?
-
Aaahhh
... -
fiatava
Lovico
con gli
occhi
e la
bocca
spalancati
.
- Un po' d'
acqua
, un po' d'
acqua
... - gli
suggerì
il
caffettiere
. -
Prenda
,
beva
un po' d'
acqua
!
- E i
calzoni
? -
gemette
Paolino
,
guardandosi
addosso
.
Cavò
di
tasca
il
fazzoletto
, ne
intinse
una
cocca
nel
bicchiere
e si
mise
a
stropicciar
forte
su la
macchia
. Che
bel
frescolino
alla
coscia
,
adesso
!
Distese
il
fazzoletto
bagnato
, lo
guardò
,
impallidì
,
buttò
una
monetina
di quattro
soldi
nel
vassojo
e
scappò
via
. Ma, appena
svoltato
il
vicolo
,
paf
! di
faccia
, il
capitano
Petella
.
-
Ohé
! Lei qua?
- Già... mi... mi... -
balbettò
Paolino
Lovico
senza più una
goccia
di
sangue
nelle
vene
. Mi... mi sono
levato
per
tempo
... e...
- Una
passeggiatina
al
fresco
? -
compì
la
frase
il
Petella
. -
Beato
lei! Senza
noje
... senza
impicci
...
Libero
!
scapolo
!
Lovico
gli
affondò
gli
occhi
negli
occhi
per
cercare
di
scoprire
se... Ma già il
fatto
che il
bestione
fosse
fuori a quell'
ora
, e poi con quell'
aria
rabbuffata
, da
temporale
... - ah,
miserabile
!
doveva
certamente aver
litigato
con la
moglie
anche quella
sera
! (Io l'
uccido
! -
pensò
Lovico
, -
parola
d'
onore
, io l'
uccido
!) E intanto, con un
sorrisetto
:
- Ma anche lei,
vedo
...
- Io? -
grugnì
il
Petella
. - Che cosa?
- Ma... a quest'
ora
...
- Ah, perché mi
vede
fuori a quest'
ora
? Una
nottataccia
,
caro
professore
! Il
caldo
, forse, io non
so
!
- Non... non ha... non ha
dormito
bene
?
- Non ho
dormito
affatto! -
gridò
il
Petella
, con
esasperazione
. - E
sa
? quando io non
dormo
... quando non
riesco
a
prender
sonno
... io
arrabbio
!
- E che...
scusi
... che
colpa
... -
seguitò
a
balbettar
Lovico
tutto
fremente
e pur
sorridente
, - che
colpa
ci hanno gli altri?
- Gli altri? -
domandò
stordito
il
Petella
. - Che
c'
entrano
gli altri?
- Ma... se dice che s'
arrabbia
? Con chi s'
arrabbia
? con chi se la
piglia
se fa
caldo
?
- Me la
piglio
con me, me la
piglio
col
tempo
, me la
piglio
con tutti! -
proruppe
il
Petella
. - Io voglio
aria
... io sono
abituato
al
mare
... e la
terra
,
caro
professore
, specialmente d'
estate
, la
terra
non la posso
soffrire
... la
casa
... le
pareti
... gl'
impicci
... le
donne
.
("L'
uccido
!
parola
d'
onore
, l'
uccido
!"
fremeva
tra sé
Lovico
.) E col
solito
sorrisetto
: - Anche le
donne
?
- Ah,
sa
? con me le
donne
...
veramente
... Si
viaggia
... si sta tanto
tempo
lontani
... Non
dico
ora
, che sono
vecchio
... Ma quando si è
giovanotti
... Le
donne
! Io, però, ci ho avuto sempre questo di
buono
,
sa
? Quando voglio, voglio... quando non voglio, non voglio. Il
padrone
sono
restato
sempre io.
- Sempre?... ("L'
uccido
!")
- Sempre che ho voluto, s'
intende
! Lei no, eh? Lei si
lascia
facilmente
prendere
? Un
sorrisetto
... una
mossetta
... un'
aria
umile
,
vergognosetta
...
dica
, eh?
dica
la
verità
...
Lovico
si
fermò
a
guardarlo
in
faccia
.
-
Debbo
dirle
la
verità
? Io, se avessi
moglie
...
Petella
scoppiò
a
ridere
.
- Ma non
parliamo
delle
mogli
,
adesso
! Che
c'
entrano
le
mogli
? Le
donne
! le
donne
!
- E non sono
donne
, le
mogli
? che cosa sono?
- Ma saranno anche
donne
... qualche
volta
! -
esclamò
Petella
. - Lei intanto non ne ha,
caro
professore
; ed io le
auguro
per il suo
bene
di non averne mai. Perché le
mogli
,
sa
...
Così
dicendo
, lo
prese
sotto il
braccio
e
seguitò
a
parlare
, a
parlare
.
Lovico
fremeva
. Lo
guardava
in
volto
, gli
guardava
gli
occhi
gonfi
,
ammaccati
, ma forse... eh, forse li aveva così perché non
era
riuscito
a
dormire
. E
ora
gli
pareva
da qualche
frase
di
potere
argomentare
che quella
poverina
fosse
salva
,
ora
invece, a qualche altra,
ripiombava
nel
dubbio
e nella
disperazione
. E questo
supplizio
durò
un'
eternità
, perché aveva
voglia
di
camminare
, di
camminare
, il
bestione
, e se lo
trascinava
lungo la
marina
. Alla
fine
,
voltò
per
ritornare
a
casa
.
"Non lo
lascio
!"
pensava
tra sé
Lovico
. "
Salgo
con lui a
casa
e, se non ha
fatto
l'
obbligo
suo, questa è l'
ultima
giornata
per tutti e tre!"
Si
fissò
talmente
in questo
truce
pensiero
,
tese
con tanta
violenza
e tanta
rabbia
in esso tutta la sua
energia
nervosa
, che si
sentì
sciogliere
le
membra
,
cascare
a
pezzi
, appena
svoltata
la
via
e
alzati
gli
occhi
alla
finestra
della
casa
del
Petella
-
vide
stesi
al
cordino
, oh
Dio
, oh
Dio
, oh
Dio
, uno... due... tre... quattro... cinque
fazzoletti
!
Arricciò
il
naso
,
aprì
la
bocca
, col
capo
vagellante
, ed
esalò
in un "ah" di
spasimo
la
gioja
che lo
soffocava
.
- Che
cos'
ha? - gli
gridò
Petella
,
sorreggendolo
.
E
Lovico
:
- Oh
caro
capitano
! oh
caro
capitano
,
grazie
!
grazie
! Ah... è stata una
delizia
per me... questa... questa
bella
passeggiata
... ma sono
stanco
...
stanco
morto
...
casco
, proprio
casco
...
Grazie
,
grazie
con tutto il
cuore
,
caro
capitano
! A
rivederla
! buon
viaggio
, eh? a
rivederla
!
Grazie
,
grazie
...
E, appena il
Petella
entrò
nel
portoncino
,
prese
la
via
, di
corsa
,
giubilante
,
esultante
,
sgrignando
e con gli
occhi
lustri
ilari
parlanti
mostrando
le cinque
dita
della
mano
a tutti quelli che
incontrava
.
Precedente
-
Successivo
Indice
:
Generale
-
Opera
|
Parole
:
Alfabetica
-
Frequenza
-
Rovesciate
-
Lunghezza
-
Statistiche
|
Aiuto
|
Biblioteca IntraText
IntraText®
(V89)
Copyright
1996-2007 EuloTech SRL