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Luigi Pirandello
La giara
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Non è una cosa seria
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Non è una cosa
seria
Perazzetti
? No. Quello poi
era
un
genere
particolare
.
Le
diceva
serio
serio
, che non
pareva
nemmeno lui,
guardandosi
le
unghie
adunche
lunghissime
, di cui aveva la
cura
più
meticolosa
.
È
vero
che poi, tutt'a un
tratto
, senz'alcuna
ragione
apparente
... un'
anatra
, ecco, tal'e quale!
scoppiava
in certe
risate
, che
parevano
il verso di un'
anatra
; e ci
guazzava
dentro, proprio come un'
anatra
.
Moltissimi
trovavano
appunto
in queste
risate
la
prova
più
lampante
della
pazzia
di
Perazzetti
. Nel
vederlo
torcere
con le
lagrime
agli
occhi
, gli
amici
gli
domandavano
:
- Ma perché?
E lui:
- Niente. Non ve lo posso
dire
.
A
veder
ridere
uno così, senza che
voglia
dirne
la
ragione
, si
resta
sconcertati
, con un certo
viso
da
scemi
si
resta
e una certa
irritazione
in
corpo
, che nei così
detti
"
urtati
di
nervi
" può
diventar
facilmente
stizza
feroce
e
voglia
di
sgraffiare
.
Non potendo
sgraffiare
, i così
detti
"
urtati
di
nervi
" (che sono poi tanti,
oggidì
) si
scrollavano
rabbiosamente
e
dicevano
di
Perazzetti
:
- È
pazzo
!
Se
Perazzetti
, invece, avesse
detto
loro la
ragione
di quel suo
anatrare
... Ma non la poteva
dire
,
spesso
,
Perazzetti
;
veramente
non la poteva
dire
.
Aveva una
fantasia
mobilissima
e quanto mai
capricciosa
, la quale, alla
vista
della
gente
, si
sbizzarriva
a
destargli
dentro, senza ch'egli lo volesse, le più
stravaganti
immagini
e
guizzi
di
comicissimi
aspetti
inesprimibile
; a
scoprirgli
d'un subito certe
strane
,
riposte
analogie
, a
rappresentargli
improvvisamente
certi
contrasti
così
grotteschi
e
buffi
, che la
risata
gli
scattava
irrefrenabile
.
Come
comunicare
altrui il
giuoco
istantaneo
di queste
fuggevoli
immagini
impensate
?
Sapeva
bene
Perazzetti
, per propria
esperienza
, quanto in ogni
uomo
il
fondo
dell'
essere
sia
diverso
dalle
fittizie
interpretazioni
che ciascuno se ne
dà
spontaneamente
, o per
inconscia
finzione
, per quel
bisogno
di
crederci
o d'esser
creduti
diversi
da quel che siamo, o per
imitazione
degli altri, o per le
necessità
e le
convenienze
sociali
.
Su questo
fondo
dell'
essere
egli aveva
fatto
studii
particolari
. Lo
chiamava
l'"
antro
della
bestia
". E
intendeva
della
bestia
originaria
acquattata
dentro a ciascuno di noi, sotto tutti gli
strati
di
coscienza
, che gli si sono a
mano
a
mano
sovrapposti
con gli
anni
.
L'
uomo
,
diceva
Perazzetti
, a
toccarlo
, a
solleticarlo
in questo o in quello
strato
,
risponde
con
inchini
, con
sorrisi
,
porge
la
mano
, dice buon
giorno
e
buona
sera
,
dà
magari
in
prestito
cento
lire
; ma
guai
ad
andarlo
a
stuzzicare
laggiù
, nell'
antro
della
bestia
:
scappa
fuori il
ladro
, il
farabutto
, l'
assassino
. È
vero
che, dopo tanti
secoli
di
civiltà
, molti nel loro
antro
ospitano
ormai
una
bestia
troppo
mortificata
: un
porco
, per
esempio
, che si dice ogni
sera
il
rosario
.
In
trattoria
,
Perazzetti
studiava
le
impazienze
raffrenate
degli
avventori
. Fuori, la
creanza
; dentro, l'
asino
che voleva subito la
biada
. E si
divertiva
un
mondo
a
immaginare
tutte le
razze
di
bestie
rintanate
negli
antri
degli
uomini
di sua
conoscenza
: quello aveva certo dentro un
formichiere
e quello un
porcospino
e quell'altro un
pollo
d'
India
, e così
via
.
Spesso
però le
risate
di
Perazzetti
avevano una
ragione
,
dirò
così, più
costante
; e questa
davvero
non
era
da
spiattellare
,
là
, a tutti; ma da
confidare
, se mai, in un
orecchio
pian
piano
a qualcuno.
Confidata
così, vi
assicuro
che
promoveva
inevitabilmente
il più
fragoroso
scoppio
di
risa
. La
confidò
una
volta
a un
amico
, presso al quale gli
premeva
di non
passare
per
matto
.
Io non posso
dirvela
forte
; posso
accennarvela
appena; voi
cercate
d'
intenderla
a
volo
, giacché,
detta
forte
,
rischierebbe
, tra l'altro, di
parere
una
sconcezza
e non è.
Perazzetti
non
era
uomo
volgare
; anzi
dichiarava
d'avere una
stima
altissima
dell'
umanità
, di tutto quanto essa, a
dispetto
della
bestia
originaria
, ha
saputo
fare; ma
Perazzetti
non
riusciva
a
dimenticare
che l'
uomo
, il quale è
stato
capace
di
crear
tante
bellezze
, è
pure
una
bestia
che
mangia
, e che
mangiando
, è
costretto
per
conseguenza
a
obbedire
ogni
giorno
a certe
intime
necessità
naturali
, che certamente non gli fanno
onore
.
Vedendo
un
pover
'
uomo
, una
povera
donna
in
atto
umile
e
dimesso
,
Perazzetti
non ci
pensava
affatto; ma quando invece
vedeva
certe
donne
che si
davano
arie
di
sentimento
, certi
uomini
tronfii
,
gravidi
di
boria
,
era
un
disastro
: subito,
irresistibilmente
, gli
scattava
dentro l'
immagine
di quelle
intime
necessità
naturali
, a cui anch'essi per
forza
dovevano
ogni
giorno
ubbidire
; li
vedeva
in quell'
atto
e
scoppiava
a
ridere
senza
remissione
.
Non
c'
era
nobiltà
d'
uomo
o
bellezza
di
donna
, che si potesse
salvare
da questo
disastro
nell'
immaginazione
di
Perazzetti
; anzi quanto più
eterea
e
ideale
gli si
presentava
una
donna
, quanto più
composto
a un'
aria
di
maestà
un
uomo
, tanto più quella
maledetta
immagine
si
svegliava
in lui all'
improvviso
.
Ora
, con questo,
immaginatevi
Perazzetti
innamorato
.
E s'
innamorava
, il
disgraziato
, s'
innamorava
con una
facilità
spaventosa
! Non
pensava
più a nulla, s'
intende
,
finiva
d'esser lui, appena
innamorato
;
diventava
subito un altro,
diventava
quel
Perazzetti
che gli altri volevano, quale
amava
foggiarselo
la
donna
nelle cui
mani
era
caduto
, non solo, ma quale
amavano
foggiarselo
anche i
futuri
suoceri
, i
futuri
cognati
e
perfino
gli
amici
di
casa
della
sposa
.
Era
stato
fidanzato
, a
dir
poco, una
ventina
di
volte
. E faceva
schiattar
dalle
risa
nel
descrivere
i tanti
Perazzetti
ch'egli
era
stato
, uno più
stupido
e
imbecille
dell'altro: quello del
pappagallo
della
suocera
, quello delle
stelle
fisse
della
cognatina
, quello dei
fagiolini
dell'
amico
non
so
chi.
Quando il
calore
della
fiamma
, che lo aveva
messo
per così
dire
in
istato
di
fusione
,
cominciava
ad
attutirsi
, ed egli a poco a poco
cominciava
a
rapprendersi
nella sua
forma
consueta
e
riacquistava
coscienza
di sé,
provava
dapprima
stupore
,
sbigottimento
nel
contemplare
la
forma
che gli avevano
dato
, la
parte
che gli avevano
fatto
rappresentare
, lo
stato
d'
imbecillità
in cui lo avevano
ridotto
; poi,
guardando
la
sposa
,
guardando
la
suocera
,
guardando
il
suocero
,
ricominciavano
le
terribili
risate
, e
doveva
scappare
- non
c'
era
via
di
mezzo
-
doveva
scappare
.
Ma il
guajo
era
questo, che non volevano più
lasciarlo
scappare
.
Era
un
ottimo
giovine
,
Perazzetti
,
agiato
,
simpaticissimo
: quel che si dice un
partito
invidiabile
.
I
drammi
attraversati
in quei suoi
venti
e più
fidanzamenti
, a
raccoglierli
in un
libro
,
narrati
da lui,
formerebbero
una delle più
esilaranti
letture
dei
giorni
nostri. Ma quelle che per i
lettori
sarebbero
risa
, sono state pur troppo
lagrime
,
lagrime
vere
per il
povero
Perazzetti
, e
rabbie
e
angosce
e
disperazione
.
Ogni
volta
egli
prometteva
e
giurava
a se stesso di non
ricascarci
più; si
proponeva
di
escogitare
qualche
rimedio
eroico
, che gl'
impedisse
d'
innamorarsi
di
nuovo
. Ma che! Ci
ricascava
poco dopo, e sempre
peggio
di prima.
Un
giorno
, finalmente,
scoppiò
come una
bomba
la
notizia
, ch'egli aveva
sposato
. E aveva
sposato
nientemeno
... Ma no, nessuno in prima ci volle
credere
!
Pazzie
ne aveva fatte
Perazzetti
d'ogni
genere
; ma che potesse
arrivare
fino
a tal
punto
,
fino
a
legarsi
per tutta la
vita
con una
donna
come quella.
Legarsi
? Quando a uno dei tanti
amici
,
andato
a
trovarlo
in
casa
, gli
scappò
detto
così, per
miracolo
Perazzetti
non se lo
mangiò
.
-
Legarsi
? come
legarsi
? perché
legarsi
?
Stupidi
,
scemi
,
imbecilli
tutti quanti!
Legarsi
? Chi l'ha
detto
? Ti
sembro
legato
? Vieni,
entra
qua... Questo è il mio
solito
letto
, sì o no? Ti
sembra
un
letto
a due?
Ehi
,
Celestino
!
Celestino
!
Celestino
era
il suo
vecchio
servo
fidato
.
-
Di'
,
Celestino
. Vengo ogni
sera
a
dormire
qua, solo?
-
Sissignore
, solo.
- Ogni
sera
?
- Ogni
sera
.
- Dove
mangio
?
- Di
là
.
- Con chi
mangio
?
- Solo.
- Mi fai tu da
mangiare
?
- Io,
sissignore
.
- E sono sempre lo stesso
Perazzetti
?
- Sempre lo stesso,
sissignore
.
Mandato
via
il
servo
, dopo questo
interrogatorio
,
Perazzetti
concluse
,
aprendo
le
braccia
:
- Dunque...
- Dunque non è
vero
? -
domandò
quello.
- Ma sì,
vero
!
verissimo
! -
rispose
Perazzetti
. - L'ho
sposata
! L'ho
sposata
in
chiesa
e allo
stato
civile
! Ma che per questo? Ti
pare
una cosa
seria
?
- No, anzi
ridicolissima
.
- E dunque! -
tornò
a
concludere
Perazzetti
. -
Escimi
dai
piedi
! Avete
finito
di
ridere
alle mie
spalle
! Mi volevate
morto
, è
vero
? col
cappio
sempre alla
gola
?
Basta
,
basta
,
cari
miei!
Ora
mi sono
liberato
per sempre! Ci voleva quest'
ultima
tempesta
, da cui sono
uscito
vivo
per
miracolo
.
L'
ultima
tempesta
a cui
alludeva
Perazzetti
era
il
fidanzamento
con la
figlia
del
capodivisione
al
Ministero
delle
finanze
,
commendator
Vico
Lamanna
; e aveva proprio
ragione
di
dire
Perazzetti
che ne
era
uscito
vivo
per
miracolo
. Gli
era
toccato
di
battersi
alla
spada
col
fratello
di lei,
Lino
Lamanna
; e poiché di
Lino
egli
era
amicissimo
e
sentiva
di non aver nulla, proprio nulla contro di lui, s'
era
lasciato
infilzare
generosamente
come un
pollo
.
Pareva
quella
volta
- e ci avrebbe
messo
chiunque la
mano
sul
fuoco
- che il
matrimonio
dovesse
aver
luogo
. La
signorina
Ely
Lamanna
,
educata
all'
inglese
- come si poteva
conoscere
anche dal
nome
-
schietta
,
franca
,
solida
,
bene
azzampata
(
leggi
"
scarpe
all'
americana
"),
era
riuscita
senza
dubbio
a
salvarsi
da quel
solito
disastro
nell'
immaginazione
di
Perazzetti
. Qualche
risata
, sì, gli
era
scappata
guardando
il
suocero
commendatore
, che anche con lui stava in
aria
e gli
parlava
alle
volte
con quella sua
collosità
pomatosa
... Ma poi
basta
. Aveva
confidato
con
garbo
alla
sposa
il perché di quelle
risate
; ne aveva
riso
anche lei; e,
superato
quello
scoglio
,
credeva
anche lui,
Perazzetti
, che quella
volta
finalmente avrebbe
raggiunto
il
tranquillo
porto
delle
nozze
(per modo di
dire
). La
suocera
era
una
buona
vecchietta
,
modesta
e
taciturna
, e
Lino
, il
cognato
,
pareva
fatto
apposta
per
medesimarsi
in tutto e per tutto con lui.
Perazzetti
e
Lino
Lamanna
diventarono
infatti
fin
dal
primo
giorno
del
fidanzamento
due
indivisibili
. Più che con la
sposa
si può
dire
che
Perazzetti
stava col
futuro
cognato
:
escursioni
,
cacce
,
passeggiate
a
cavallo
insieme
,
insieme
sul
Tevere
alla
società
di
canottaggio
.
Tutto poteva
immaginarsi
,
povero
Perazzetti
, tranne che questa
volta
il "
disastro
"
dovesse
venirgli
da questa troppa
intimità
col
futuro
cognato
, per un altro
tiro
dell'
immaginazione
sua
morbosa
e
buffona
.
A un certo
punto
, egli
cominciò
a
scoprire
nella
fidanzata
una
rassomiglianza
inquietante
col
fratello
di lei.
Fu a
Livorno
, ai
bagni
,
ov
'
era
andato
,
naturalmente
, coi
Lamanna
.
Perazzetti
aveva
veduto
tante
volte
Lino
in
maglia
, alla
società
di
canottaggio
;
vide
ora
la
sposa
in
costume
da
bagno
.
Notare
che
Lino
aveva
veramente
un che di
femineo
, nelle anche.
Che
impressione
ebbe
Perazzetti
dalla
scoperta
di questa
rassomiglianza
?
Cominciò
a
sudar
freddo
,
cominciò
a
provare
un
ribrezzo
invincibile
al
pensiero
d'
entrare
in
intimità
coniugale
con
Ely
Lamanna
, che
somigliava
tanto al
fratello
. Gli si
rappresentò
subito come
mostruosa
, quasi contro
natura
, quella
intimità
, giacché
vedeva
il
fratello
nella
fidanzata
; e si
torceva
alla
minima
carezza
ch'ella gli faceva, nel
vedersi
guardato
con
occhi
ora
incitanti
e
aizzosi
,
ora
che s'
illanguidivano
nella
promessa
d'una
voluttà
sospirata
.
Poteva intanto
gridarle
Perazzetti
:
- Oh
Dio
, per
carità
,
smetti
!
finiamola
! Io posso
essere
amicissimo
di
Lino
, perché non
debbo
sposarlo
; ma non posso più
sposar
te, perché mi
parrebbe
di
sposare
tuo
fratello
?
La
tortura
che
soffrì
questa
volta
Perazzetti
fu di gran
lunga
superiore
a tutte quelle che aveva
sofferto
per l'innanzi.
Finì
con quel
colpo
di
spada
, che per
miracolo
non lo
mandò
all'altro
mondo
.
E appena
guarito
della
ferita
,
trovò
il
rimedio
eroico
che
doveva
precludergli
per sempre la
via
del
matrimonio
.
- Ma come - voi
dite
-
sposando
?
Sicuro
!
Filomena
: quella del
cane
.
Sposando
Filomena
, quella
povera
scema
che si
vedeva
ogni
sera
per
via
,
parata
con certi
cappellacci
carichi
di
verdura
svolazzante
,
tirata
da un
barbone
nero
, che non le
lasciava
mai il
tempo
di
finir
certe sue
risatelle
assassine
alle
guardie
, ai
giovanottini
di
primo
pelo
e ai
soldati
, per la
fretta
che aveva -
maledetto
cane
- d'
arrivare
chi
sa
dove, chi
sa
a qual
remoto
angolo
bujo
...
In
chiesa
e allo
stato
civile
la
sposò
; la
tolse
dalla
strada
; le
assegnò
venti
lire
al
giorno
e la
spedì
lontano
, in
campagna
, col
cane
.
Gli
amici
- come potete
figurarvi
- non gli
dettero
più
pace
per parecchio
tempo
. Ma
Perazzetti
era
ritornato
ormai
tranquillo
, a
dirle
serio
serio
, che non
pareva
nemmeno lui.
- Sì, -
diceva
,
guardandosi
le
unghie
. - L'ho
sposata
. Ma non è una cosa
seria
.
Dormire
,
dormo
solo, in
casa
mia;
mangiare
,
mangio
solo, in
casa
mia; non la
vedo
; non mi
dà
alcun
fastidio
... Voi
dite
per il
nome
? Sì: le ho
dato
il mio
nome
. Ma,
signori
miei, che cosa è un
nome
? Non è una cosa
seria
.
Cose
serie
, a
rigore
, non ce n'erano per
Perazzetti
. Tutto sta nell'
importanza
che si
dà
alle
cose
. Una cosa
ridicolissima
, a
darle
importanza
, può
diventare
seriissima
, e
viceversa
, la cosa più
seria
,
ridicolissima
.
C'
è cosa più
seria
della
morte
? Eppure, per tanti che non le
danno
importanza
...
Va
bene
; ma tra qualche
giorno
lo volevano
vedere
gli
amici
. Chi
sa
come se ne sarebbe
pentito
!
-
Bella
forza
! -
rispondeva
Perazzetti
. -
Sicuro
che me ne
pentirò
! Già già
comincio
a esserne
pentito
...
Gli
amici
, a questa
uscita
,
levavano
alte
le
grida
:
- Ah! lo
vedi
?
- Ma
imbecilli
, -
rimbeccava
Perazzetti
, -
giusto
quando me ne
pentirò
per
davvero
,
risentirò
il
beneficio
del mio
rimedio
, perché vorrà
dire
che mi sarò allora
innamorato
di
nuovo
,
fino
al
punto
di
commettere
la più
grossa
delle
bestialità
: quella di
prendere
moglie
.
Coro
:
- Ma se l'hai già
presa
!
Perazzetti
:
- Quella? Eh
via
! Quella non è una cosa
seria
.
Conclusione
:
Perazzetti
aveva
sposato
per
guardarsi
dal
pericolo
di
prendere
moglie
.
Precedente
-
Successivo
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