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Luigi Pirandello
La giara
IntraText CT - Lettura del testo
L'illustre estinto
I
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L'
illustre
estinto
I
Messo
a
sedere
sul
letto
, perché l'
asma
non lo
soffocasse
,
abbandonato
su i
guanciali
ammontati
, l'
on.
Costanzo
Ramberti
guardava
, attraverso le
gonfie
palpebre
semichiuse
, il
raggio
di
sole
che,
entrando
dalla
finestra
, gli si
stendeva
su le
gambe
e
indorava
la
calugine
di uno
scialle
grigio
, di
lana
, a
quadri
neri
.
Si
sentiva
morire
;
sapeva
che per lui non
c'
era
più
rimedio
, e se ne stava
ormai
tutto
ristretto
in sé,
vietandosi
anche d'
allungare
lo
sguardo
oltre le
sponde
del
letto
, nella
camera
, non già per
raccogliersi
nel
pensiero
della
fine
imminente
, ma, al
contrario
, per
timore
che,
allargando
anche d'un po' l'
orizzonte
al suo
sguardo
, la
vista
degli
oggetti
attorno
lo
richiamasse
con qualche
rimpianto
alle
relazioni
che poteva avere ancora con la
vita
, e che la
morte
tra poco avrebbe
spezzate
.
Raccolto
,
rimpiccolito
entro quel
limite
angustissimo
, si
sentiva
più
sicuro
, più
riparato
, quasi
protetto
. E, tutt'
intento
ad
avvistar
le
minime
cose
, gli
esilissimi
fili
arricciolati
e
indorati
dal
sole
della
calugine
di quello
scialle
,
assaporava
la
lunghezza
del
tempo
, di tutto il suo
tempo
, che poteva
essere
di
ore
; o forse di qualche altro
giorno
; di due o di tre
giorni
;
fors
'anche - al più - d'una
settimana
. Ma se un
minuto
, tra quelle
minuzie
là
,
passava
così
lento
, così
lento
, eh! avrebbe avuto anche il
tempo
di
stancarsi
- sì, proprio di
stancarsi
- in una
settimana
. Non avrebbe avuto mai
fine
, così, una
settimana
!
La
stanchezza
però, che già egli
avvertiva
, non
era
a
cagione
di quell'
eternarsi
del
tempo
tra la
peluria
del suo
scialle
di
lana
:
era
effetto
dello
sforzo
che faceva su se stesso per
impedirsi
di
pensare
.
Ma a che voleva
pensare
,
ormai
? Alla sua
morte
?
Piuttosto
... ecco: poteva
darsi
a
immaginare
tutto ciò che sarebbe
avvenuto
dopo. Sì: sarebbe
stato
un modo anche questo d'
impedire
che, almeno al suo
pensiero
smarrito
,
privo
d'ogni
conforto
di
religione
, la
vita
diventasse
d'un
tratto
- fra breve - come niente; un modo di
rimanere
di qua ancora, per poco, innanzi a gli
occhi
degli altri, se non più innanzi ai suoi proprii.
E -
coraggiosamente
- l'
on.
Costanzo
Ramberti
si
vide
morto
, come gli altri lo avrebbero
veduto
; com'egli aveva
veduto
tanti altri:
morto
e
duro
,
lì
, su quel
letto
; coi
piedi
rattratti
nelle
scarpine
di
coppale
;
cereo
in
volto
e
gelido
, le
mani
quasi
sassificate
;
composto
e... ma sì,
elegante
anche, nell'
abito
nero
, tra tanti
fiori
sparsi
lungo la
persona
e sul
guanciale
.
La
marsina
doveva
esser di
là
, nel
baule
;
insieme
con l'
uniforme
nuova
, lo
spadino
e la
feluca
di
ministro
.
Intanto, per far la
prova
,
rattrasse
i
piedi
e se li
guatò
.
Sentì
come una
vellicazione
al
ventre
;
levò
una
mano
e si
lisciò
sul
capo
i
capelli
; poi si
strinse
la
barba
rossiccia
,
spartita
sul
mento
.
Pensò
che,
morto
, gli avrebbe
pettinato
quella
barba
e
raffilato
sul
cranio
quei pochi
peli
il suo
segretario
particolare
,
cav.
Spigula-Nonnis
, che da tanti
giorni
e tante
notti
lo
assisteva
,
pover
'
uomo
, con
devoto
affetto
, senza
lasciarlo
solo neanche un
momento
,
struggendosi
, a
piè
del
letto
, di non
potere
in alcun modo
alleviargli
le
sofferenze
.
Ma
pure
lo
ajutava
quel
cav.
Spigula-Nonnis
, senza
saperlo
; lo
ajutava
a
morire
con
dignità
,
filosoficamente
. Forse, se
fosse
stato
solo, si sarebbe
messo
a
smaniare
, a
piangere
, a
gridare
con
disperata
rabbia
; col
cav.
Spigula-Nonnis
lì
a
piè
del
letto
, che lo
chiamava
"
Eccellenza
", non
fiatava
nemmeno:
guardava
fisso
,
attento
, quasi
meravigliato
, innanzi a sé, con le
labbra
sfiorate
da un
leggero
sorriso
.
Sì, la
presenza
di quell'
uomo
squallido
,
allampanato
,
miope
, lo
teneva
per un
filo
,
esilissimo
ormai
, su la
scena
,
investito
della sua
parte
,
fino
all'
ultimo
. L'
esilità
di questo
filo
gli
esasperava
internamente
di
punto
in
punto
l'
angoscia
e il
terrore
, poich'egli non poteva non
sentir
vano
,
vano
e
disperato
lo
sforzo
con cui tutta l'
anima
sua si
aggrappava
ad esso,
simile
in tutto a quello, cui tante
volte
aveva
assistito
con
curiosità
crudele
, di qualche
bestiolina
agonizzante
, d'un
insetto
caduto
nell'
acqua
,
appeso
a un
bioccolo
, a un
peluzzo
natante
.
Tutte quelle
cose
, con le quali aveva
riempito
il
vuoto
, in cui davanti a gli
occhi
gli
vaneggiava
ora
la
vita
, erano
impersonate
nel
cav.
Spigula-Nonnis
: la sua
autorità
, il suo
prestigio
,
cose
vane
che gli venivano meno, che non avevano più
pregio
, ma che tuttavia sul
vuoto
che tra poco lo avrebbe
inghiottito
campeggiavano
come
larve
di
sogno
,
parvenze
di
vita
, che per poco ancora, dopo la sua
morte
, egli poteva
prevedere
si sarebbero
agitate
attorno
a lui,
attorno
al suo
letto
,
attorno
alla sua
bara
.
Quel
cav.
Spigula-Nonnis
, dunque, lo avrebbe
lavato
,
vestito
e
pettinato
,
amorosamente
, ma pur con un certo
ribrezzo
.
Ribrezzo
provava
anche lui, del
resto
,
pensando
che le sue
carni
, il suo
corpo
nudo
sarebbe
stato
toccato
dalle
grosse
mani
ossute
e
visto
da quell'
uomo
lì
. Ma non aveva altri accanto: nessun
parente
, né
prossimo
, né
lontano
:
moriva
solo, com'
era
sempre
vissuto
; solo, in quell'
amena
villetta
di
Castel
Gandolfo
presa
in
affitto
con la
speranza
che, dopo due o tre
mesi
di
riposo
, si sarebbe
rimesso
in
salute
. Aveva appena
quarantacinque
anni
!
Ma s'
era
ucciso
lui,
bestialmente
, con le sue
mani
; se l'
era
troncata
lui l'
esistenza
, a
furia
di
lavoro
e di
lotta
testarda
,
accanita
. E quando alla
fine
era
riuscito
a
strappar
la
vittoria
, aveva la
morte
dentro, la
morte
, la
morte
che gli s'
era
insinuata
da un
pezzo
nel
corpo
, di
soppiatto
. Quand'
era
andato
dal
Re
a
prestare
il
giuramento
; quando, con un'
aria
di
afflitta
rassegnazione
, ma in
cuore
tutto
ridente
, aveva
ricevuto
le
congratulazioni
dei
colleghi
e degli
amici
, aveva la
morte
dentro e non lo
sapeva
. Due
mesi
addietro
, di
sera
, essa gli aveva
allungato
all'
improvviso
una
strizzatina
al
cuore
e lo aveva
lasciato
boccheggiante
, col
capo
riverso
su la sua
scrivania
di
ministro
al
palazzo
dei
lavori
pubblici
.
Tutti i
giornali
d'
opposizione
, che avevano tanto
malignato
su la sua
nomina
,
qualificandola
favoritismo
sfacciato
del
presidente
del
Consiglio
,
ora
, nel
dare
l'
annunzio
della sua
morte
immatura
, avrebbero forse
tenuto
conto
de' suoi
meriti
, de' suoi
studii
lunghi
e
pazienti
, della sua
passione
costante
,
unica
,
assorbente
, per la
vita
pubblica
, dello
zelo
che aveva
posto
sempre nell'
adempimento
de' suoi
doveri
di
deputato
prima, di
ministro
poi, per poco. Eh, sì! Si possono
dare
di queste
consolazioni
a uno che se n'è
andato
: e tanto più poi, in quanto che l'
amicizia
, la
famosa
protezione
del
presidente
del
Consiglio
non erano
arrivate
fino
al
punto
di
concedergli
quell'altra di
morire
almeno da
ministro
. Subito dopo quella
sincope
gli s'
era
lasciato
intendere
con
bella
maniera
che sarebbe
stato
opportuno
- oh,
soltanto
per
riguardo
alla sua
salute
, non per altro -
lasciare
il
portafoglio
.
Cosicché, neanche per i
giornali
amici
del
Ministero
la sua
morte
sarebbe stata "un
vero
lutto
nazionale
". Ma sarebbe
stato
a ogni modo per tutti "un
illustre
estinto
": questo sì, senza
dubbio
. E tutti avrebbero
rimpianto
la sua "
esistenza
innanzi
tempo
spezzata
", che "certamente altri
nobili
servigi
avrebbe potuto
rendere
ancora alla
patria
", ecc., ecc.
Forse,
data
la
vicinanza
e
dato
il breve
tempo
trascorso
dalla sua
uscita
dal
Ministero
,
S.E.
il
presidente
del
Consiglio
e i
ministri
già suoi
colleghi
e i
sotto-segretarii
di
Stato
e i molti
deputati
amici
sarebbero venuti da
Roma
a
vederlo
morto
,
lì
, in quella
camera
, che il
sindaco
del
paese
, per farsi
onore
, con l'
ajuto
del
cav.
Spigula-Nonnis
, avrebbe
trasformato
in
cappella
ardente
, con
cassoni
di
lauro
e altre
piante
e
fiori
e
candelabri
. Sarebbero
entrati
tutti a
capo
scoperto
, col
presidente
del
Consiglio
in
testa
; lo avrebbero
contemplato
un
pezzo
,
muti
,
costernati
,
pallidi
, con quella
curiosità
trattenuta
dall'
orrore
istintivo
, che tante
volte
egli stesso aveva
provato
davanti ad altri
morti
.
Momento
solenne
e
commovente
.
- "
Povero
Ramberti
!"
E tutti si sarebbero quindi
ritirati
di
là
ad
aspettare
ch'egli
fosse
chiuso
nella
cassa
già
pronta
.
Valdana
, la sua
città
natale
,
Valdana
che da
quindici
anni
lo
rieleggeva
deputato
,
Valdana
per cui aveva
fatto
tanto, avrebbe certamente voluto le sue
spoglie
mortali
; e il
sindaco
di
Valdana
sarebbe
accorso
con due o tre
consiglieri
comunali
per
accompagnare
la
salma
.
L'
anima
... eh, l'
anima
,
partita
da un
pezzo
, e chi
sa
dove
arrivata
...
- L'
on.
Costanzo
Ramberti
strizzò
gli
occhi
. Volle
ricordarsi
d'una
vecchia
definizione
dell'
anima
, che lo aveva molto
soddisfatto
, quand'
era
ancora
studente
di
filosofia
all'
Università
: "L'
anima
è quell'
essenza
che si
rende
in noi
cosciente
di se stessa e delle
cose
poste
fuori di noi". Già! Così...
Era
la
definizione
d'un
filosofo
tedesco
.
"Quell'
essenza
?"
pensò
adesso
. "Che vuol
dire
? Quella certa cosa "che è",
innegabilmente
, per la quale io, mentre sono
vivo
,
differisco
da me quando sarò
morto
. È
chiaro
! Ma questa
essenza
dentro di me è per se stessa o in quanto io sono? Due
casi
. Se è per sé, e
soltanto
dentro di me si
rende
cosciente
di se stessa, fuori di me non avrà più
coscienza
? E che sarà dunque? Qualche cosa che io non sono, che essa medesima non è, finché mi
rimane
dentro.
Andata
fuori, sarà quel che sarà... seppure sarà! Perché
c'
è l'altro
caso
: che essa cioè sia in quanto io sono; sicché, dunque, non essendo più io..."
-
Cavaliere
, per
favore
, un
sorso
d'
acqua
...
Il
cav.
Spigula-Nonnis
balzò
in
piedi
quant'
era
lungo,
riscotendosi
dal
torpore
; gli
porse
l'
acqua
; gli
chiese
premuroso
:
-
Eccellenza
, come si
sente
?
L'
on.
Costanzo
Ramberti
bevve
due
sorsi
: poi,
restituendo
il
bicchiere
,
sorrise
pallidamente
al suo
segretario
,
richiuse
gli
occhi
,
sospirò
:
- Così...
Dov'
era
arrivato
?
Doveva
partire
per
Valdana
. La
salma
... Sì,
meglio
tenersi
alla
salma
soltanto
. Ecco: la
prendevano
per la
testa
e per i
piedi
. Nella
cassa
era
già
deposto
un
lenzuolo
zuppo
d'
acqua
sublimata
, nel quale la
salma
sarebbe stata
avvolta
. Poi lo
stagnajo
... Come si
chiamava
quello
strumento
rombante
con una
livida
lingua
di
fuoco
? Ecco la
lastra
di
zinco
da
saldare
su la
cassa
; ecco il
coperchio
da
avvitare
...
A questo
punto
, l'
on.
Costanzo
Ramberti
non
vide
più se stesso dentro la
cassa
:
rimase
fuori e
vide
la
cassa
, come gli altri la avrebbero
veduta
: una
bella
cassa
di
castagno
, in
forma
d'
urna
,
levigata
, con
borchie
dorate
. I
funerali
e il
trasporto
sarebbero
stati
certamente a
spese
dello
Stato
.
E la
cassa
, ecco,
era
sollevata
:
attraversava
le
camere
,
scendeva
stentatamente
le
scale
della
villetta
,
attraversava
il
giardino
,
seguita
da tutti i
colleghi
di
nuovo
a
capo
scoperto
col
presidente
del
Consiglio
innanzi a tutti;
era
introdotta
nel
carro
del
Municipio
tra la
curiosità
timorosa
e
rispettosa
di tutta la
popolazione
accorsa
allo
spettacolo
insolito
.
Qui ancora l'
on.
Ramberti
lasciò
cacciar
dentro del
carro
la
cassa
e
rimase
fuori a
vedere
il
carro
che,
accompagnato
da tanto
popolo
,
scendeva
lentamente
, con
solennità
, dal
borgo
alla
stazione
ferroviaria
. Un
vagone
di quelli con la
scritta
Cavalli
8,
Uomini
40,
era
bell'
e
pronto
, con le
assi
inchiodate
per
chiudervi
il
feretro
. L'
on.
Costanzo
Ramberti
rivide
la propria
cassa
tratta
fuori del
carro
e la
seguì
entro il
vagone
nudo
e
polveroso
, che certamente a
Roma
sarebbe
stato
addobbato
e
parato
con tutte le
corone
che il
Re
e il
Consiglio
dei
ministri
, il
Municipio
di
Valdana
e gli
amici
avrebbero
inviato
.
Partenza
!
E l'
on.
Costanzo
Ramberti
seguì
il
treno
, col suo
carro-feretro
in
coda
, per tanta e tanta
via
,
fino
alla
stazione
di
Valdana
,
gremita
anch'essa di
popolo
. Ecco, a uno a uno, i suoi più
fedeli
e
affezionati
amici
,
consiglieri
provinciali
e
comunali
, alcuni un po'
goffi
nell'
insolito
abito
nero
o col
cappello
a
stajo
. Il
Robertelli
... eh, sì!... lui sì...
caro
Robertelli
...
piangeva
, si faceva
largo
...
- Dov'è? dov'è?
Dove poteva
essere
?
Là
, nella
cassa
,
caro
Robertelli
. Eh, uno alla
volta
...
Ma l'
on.
Costanzo
Ramberti
vedeva
quella
scena
, come se egli
veramente
non
fosse
dentro la
cassa
, che pur
pesava
, sì, sì,
pesava
e lo
dimostravano
chiaramente
gli
uscieri
del
Municipio
in
guanti
bianchi
e
livrea
, che
stentavano
a
caricarsela
sulle
spalle
.
Vedeva
...
uh
, il
Tonni
, che ogni
volta
,
poveretto
,
usciva
di
casa
coi
minuti
contati
dalla
moglie
ferocemente
gelosa
- eccolo
lì
,
irrequieto
,
sbuffava
,
cavava
fuori ogni
momento
l'
orologio
,
maledicendo
al
ritardo
di un'
ora
con cui il
treno
era
arrivato
, e a cui certo la
moglie
non avrebbe
creduto
. Eh,
pazienza
,
caro
Tonni
,
pazienza
! Avrai dalla
moglie
una
scenata
; ma poi ti
rappacificherai
.
Rimani
vivo
, tu. All'altro
mondo
, invece, non si
rivà
due
volte
.
Vorresti
per l'
amico
tuo, che pur ti fece tanti
favori
, un
funerale
spiccio
spiccio
?
Lasciaglielo
fare con
pompa
e
solennità
...
Vedi
? ecco il
signor
prefetto
...
Largo
,
largo
!
Uh
,
c'
è anche il
colonnello
... Ma già! gli
toccava
anche l'
accompagnamento
militare
. E
c'
è anche tutta la
scolaresca
, con le
bandiere
dei
varii
istituti
; e quant'altre
bandiere
di
sodalizii
! Sì, perché egli
veramente
pur tutto
inteso
ai
problemi
più
alti
della
politica
, alle
questioni
più
ardue
dell'
economia
sociale
, non aveva mai
trascurato
gl'
interessi
particolari
del
collegio
, che di molti
beneficii
doveva
essergli
grato
a lungo. E
Valdana
forse gli avrebbe
dimostrato
questa
gratitudine
con qualche
ricordo
marmoreo
nella
villa
comunale
o
intitolando
dal
nome
di lui qualche
via
o qualche
piazza
; e, intanto, con quelle
esequie
solenni
...
Rivide
col
pensiero
la
via
principale
della
città
tutta
imbandierata
a
mezz'
asta
:
VIA
COSTANZO
RAMBERTI
E le
finestre
gremite
di
gente
in
attesa
del
carro
tirato
da otto
cavalli
bardati
,
coperto
di
corone
; e tanti per
via
che si
mostravano
a
dito
quella del
Re
,
bellissima
fra tutte. Il
cimitero
era
laggiù
, dietro il colle,
fosco
e
solitario
. I
cavalli
andavano
a
passo
lento
, quasi per
dargli
il
tempo
di
godere
di quegli
estremi
onori
che gli si
rendevano
e che gli
prolungavano
d'un breve
tratto
ancora la
vita
oltre la
fine
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