Indice
:
Generale
-
Opera
|
Parole
:
Alfabetica
-
Frequenza
-
Rovesciate
-
Lunghezza
-
Statistiche
|
Aiuto
|
Biblioteca IntraText
Luigi Pirandello
La giara
IntraText CT - Lettura del testo
L'illustre estinto
II
Precedente
-
Successivo
Clicca qui per nascondere i link alle concordanze
II
Tutto questo l'
on.
Costanzo
Ramberti
immaginò
alla
vigilia
della
morte
. Un po' per
colpa
sua, un po' per
colpa
d'altri, la
realtà
non
corrispose
interamente
a quanto egli aveva
immaginato
.
Già
morì
di
notte
, non si
sa
se durante il
sonno
; certo senza farsi
sentire
dal
cav.
Spigula-Nonnis
che,
vinto
dalla
stanchezza
, s'
era
profondamente
addormentato
sulla
poltrona
a
piè
del
letto
. Questo sarebbe
stato
poco
male
, in
fondo
, se il
cav.
Spigula-Nonnis
,
svegliandosi
di
soprassalto
verso le quattro del
mattino
e
trovandolo
già
freddo
e
duro
, non
fosse
rimasto
straordinariamente
impressionato
, prima da uno
strano
ronzio
nella
camera
, poi dalla
luna
piena
, che, nel
declinare
,
pareva
si
fosse
arrestata
in
cielo
a
mirare
quel
morto
sul
letto
, attraverso i
vetri
della
finestra
rimasta
per
inavvertenza
con gli
scuri
aperti
. Il
ronzio
era
d'un
moscone
, a cui egli col suo
destarsi
improvviso
aveva
rotto
il
sonno
.
Quando, all'
alba
,
accorse
il
sindaco
Agostino
Migneco
,
chiamato
in
fretta
in
furia
dal
cameriere
, il
cav.
Spigula-Nonnis
:
-
C'
era
la
luna
...
c'
era
la
luna
...
Non
sapeva
dir
altro.
- La
luna
? che
luna
?
- Una
luna
!... una
luna
!...
-
Va
bene
,
c'
era
la
luna
... ma,
caro
signore
, qua bisogna
spedire
un
telegramma
d'
urgenza
a
S.E.
il
presidente
della
Camera
; un altro a
S.E.
il
presidente
del
Consiglio
; un altro al
sindaco
di... di dov'
era
deputato
Sua
Eccellenza
?
-
Valdana
... (Che
luna
!)
-
Lasci
stare la
luna
! Dunque al
sindaco
di
Valdana
, si dice: e tre, tutti d'
urgenza
: per
dar
l'
infausto
annunzio
alla
cittadinanza
, mi
spiego
? a gli
elettori
... Avrà da fare quel
sindaco
! Si
sbrighi
, per
carità
!
Bisognerà
fare
aprire
l'
ufficio
telegrafico
: si
faccia
accompagnare
da una
guardia
, a
nome
mio. E poi subito qua!
Bisognerà
vestirlo
al più presto.
Vede
? il
cadavere
è già
irrigidito
.
Per
miracolo
il
cav.
Spigula-Nonnis
non
mise
in tutti quei
telegrammi
, che
c'
era
la
luna
.
Davvero
, per farsi
onore
, il
sindaco
Migneco
avrebbe voluto
metter
su una
camera
ardente
da far
restare
tutti a
bocca
aperta
, col
catafalco
e ogni cosa. Ma...
paesetti
; non si
trovava
nulla;
mancavano
i
bravi
operai
.
Era
corso
in
chiesa
per qualche
paramento
. Tutti
damaschi
rossi
a
strisce
d'
oro
. Fossero
stati
neri
!
Prese
quattro
candelabri
dorati
,
roba
del mille e uno...
Fiori
, sì, e
piante
:
fiori
per
terra
,
fiori
sul
letto
: tutta la
camera
piena
.
La
marsina
intanto non si
trovò
nel
baule
, e il
cav.
Spigula-Nonnis
fu
costretto
a
correre
a
Roma
, nel
quartierino
in
via
Ludovisi
; ma non la
trovò
neanche
là
:
era
nel
baule
,
era
,
giù
in
fondo
. Se aveva proprio
perduto
la
testa
quel
pover
'
uomo
! Oh,
affezionatissimo
...
Lagrime
a
fontana
. Ma la
marsina
si
dovette
spaccare
in due, di dietro (
peccato
,
nuova
nuova
!) perché le
braccia
del
cadavere
non si
movevano
più. E, appena
vestito
,
sissignori
, si
dovette
rispogliare
e poi
rivestire
daccapo
, perché dal
Municipio
di
Valdana
(questo sì, come l'
on.
Costanzo
Ramberti
aveva
immaginato
)
giunse
un
telegramma
d'
urgenza
, nel quale si
annunziava
che la
cittadinanza
addoloratissima
con
voto
unanime
reclamava
la
salma
del suo
illustre
rappresentante
per
onorarla
con
esequie
solenni
:
monumento
... anche un
monumento
!
cose
grandi
, e sì, proprio una
piazza
, quella della
Posta
,
ribattezzata
col
nome
di lui - e un
medico
arrivò
a
Roma
per
praticare
al
cadavere
alcune
iniezioni
di
formalina
,
diceva
; "
sformalina
" avrebbe
detto
invece il
sindaco
Migneco
, col
dovuto
rispetto
, perché, dopo quelle
iniezioni
... - oh, il
volto
cereo
, l'
eleganza
con cui si
era
rappresentato
da
morto
l'
on.
Costanzo
Ramberti
! Un
faccione
così gli fecero, senza più né
naso
, né
guance
, né collo, né nulla; una
palla
di
sego
, ecco. Tanto che si
pensò
di
nascondergli
il
volto
con un
fazzoletto
.
Molti più
deputati
amici
, di quanto l'
on.
Costanzo
Ramberti
sapesse
d'averne,
accorsero
la
mattina
seguente
a
Castel
Gandolfo
,
insieme
coi
presidenti
della
Camera
e del
Consiglio
e i
ministri
e i
sotto-segretarii
di
Stato
. Vennero anche alcuni
senatori
, tra i meno
vecchi
, e una
frotta
di
giornalisti
e anche due
fotografi
.
Era
una
splendida
giornata
.
A
gente
oppressa
da tanti
gravi
problemi
sociali
,
intristita
da tante
brighe
quotidiane
,
doveva
certo far l'
effetto
d'una
festa
quel
tuffo
nell'
azzurro
, la
vista
deliziosa
della
campagna
rinverdita
, dei
Castelli
romani
solatii
, del
lago
e dei
boschi
in quell'
aria
ancora un po'
frizzante
, ma nella quale si
presentiva
già l'
alito
della
primavera
. Non lo
dicevano
; si
mostravano
anzi
compunti
, ed erano forse; ma per il
segreto
rammarico
d'aver
consumato
e di
consumare
tuttavia in
lotte
vane
e
meschine
l'
esistenza
così breve, così poco
sicura
, e che pur
sentivano
cara
,
lì
, in quella
fresca
,
ariosa
apparizione
incantevole
.
Un certo
conforto
veniva loro dal
pensiero
che essi ne potevano
godere
ancora, pur
fuggevolmente
, mentre quel loro
compagno
, no.
E così
confortati
, in
fatti
, a poco a poco, durante il breve
tragitto
cominciarono
a
conversare
lietamente
, a
ridere
,
grati
a quei cinque o sei più
sinceri
, che per i
primi
avevano
rotto
l'
aria
di
compunzione
con qualche
frizzo
e
ora
seguitavano
a far da
buffoni
.
Pure
, di
tratto
in
tratto
, come se dagli
usciolini
delle
vetture
intercomunicanti
si
affacciasse
la
testa
di
Costanzo
Ramberti
, le
conversazioni
gaje
e le
risate
cadevano
; e
avvertivano
tutti quasi uno
smarrimento
, un
disagio
impiccioso
,
segnatamente
coloro che non avevano proprio alcuna
ragione
di
trovarsi
lì
, tranne quella di fare una
gita
in
larga
compagnia
,
notoriamente
avversarii
del
Ramberti
o
denigratori
di lui in
segreto
.
Avvertivano
costoro che la loro
presenza
violentava
qualche cosa. Che cosa? l'
aspettazione
del
morto
, l'
aspettazione
d'uno che non poteva più
protestare
e
cacciarli
via
,
svergognandoli
?
Ma
era
, sì o no, una
visita
funebre
, quella?
Se
era
,
via
! un
morto
non si
va
a
visitarlo
così,
chiacchierando
allegramente
e
ridendo
.
Tutti quei
colleghi
là
,
amici
e non
amici
,
ignoravano
la
rappresentazione
che il
povero
Ramberti
si
era
fatta, alla
vigilia
della
morte
, di quella loro
visita
,
naturalmente
secondo
il
carattere
che essa avrebbe
dovuto
avere, di
tristezza
, di
rimpianto
, di
commiserazione
per lui. La
ignoravano
; e tuttavia, per il solo
fatto
che essa
ora
si
effettuava
, non potevano non
avvertire
di
tratto
in
tratto
, che
era
sconveniente
il modo con cui si
effettuava
; e i non
amici
non potevano non
avvertire
che essi vi erano di più, e che
commettevano
una
violenza
.
Appena
scesi
alla
stazione
di
Castel
Gandolfo
tutti però si
ricomposero
,
riassunsero
l'
aria
grave
e
compunta
, si
vestirono
della
solennità
del
momento
luttuoso
, dell'
importanza
che
dava
loro la
folla
rispettosa
,
accorsa
per
assistere
all'
arrivo
.
Guidati
dal
sindaco
Migneco
e dai
consiglieri
comunali
,
affocati
in
volto
, tutti in
sudore
, coi
polsini
che
scappavan
fuori dalle
maniche
e il
giro
delle
cravatte
dai
colletti
,
ministri
e
deputati
si
recarono
a
piedi
, in
colonna
, coi due
presidenti
in
testa
, fra due
ali
e un
codazzo
enorme
di
popolo
, alla
villa
del
Ramberti
.
Quest'
arrivo
, questa
entrata
nel
paese
imbandierato
a
lutto
, questo
corteo
, furono
realmente
di gran
lunga
superiori
a quanto il
Ramberti
aveva
immaginato
. Se non che, proprio nel
momento
più
solenne
, allorché il
presidente
della
Camera
e quello del
Consiglio
con tutti i
ministri
e i
sotto-segretarii
e i
deputati
e la
folla
dei
curiosi
entrarono
nella
camera
ardente
, a
capo
scoperto
,
accadde
una cosa che l'
on.
Ramberti
non si sarebbe potuto mai
immaginare
: una cosa
orribile
, nel
silenzio
quasi
sacro
di quella
scena
: un
improvviso
borboglio
lugubre
,
squacquerato
, nel
ventre
del
cadavere
, che
intronò
e
atterrì
tutti gli
astanti
. Che
era
stato
?
-
Digestio
post
mortem
, -
sospirò
,
dignitosamente
in
latino
, uno di essi, ch'
era
medico
, appena poté
rimettersi
un po' di
fiato
in
corpo
.
E tutti gli altri
guatarono
sconcertati
il
cadavere
, che
pareva
si
fosse
coperto
il
volto
col
fazzoletto
, per fare, senza
vergogna
, una tal cosa in
faccia
alle
supreme
autorità
della
nazione
. E
uscirono
,
gravemente
accigliati
, dalla
camera
ardente
.
Quando, tre
ore
dopo, alla
stazione
di
Roma
, il
cav.
Spigula-Nonnis
,
vide
con
infinita
tristezza
allontanarsi
tutti coloro che erano venuti a
Castel
Gandolfo
, senza
volgere
nemmeno uno
sguardo
, un
ultimo
sguardo
d'
addio
al
carro
, ove
S.E.
l'
on.
Ramberti
era
chiuso
, ebbe l'
impressione
d'un
tradimento
.
Era
tutto
finito
così?
E
restò
, lui solo, nell'
incerto
,
afflitto
lume
del
giorno
morente
, sotto l'
alto
,
immenso
lucernario
affumicato
, a
seguire
con gli
occhi
le
manovre
del
treno
, che si
scomponeva
. Dopo molte
evoluzioni
su per le
linee
intricate
,
vide
alla
fine
quel
carro
lasciato
in
capo
a un
binario
, in
fondo
, accanto a un altro, su cui già
era
incollato
un
cartellino
con la
scritta
Feretro
.
Un
vecchio
facchino
della
stazione
,
mezzo
sciancato
e
asmatico
, venne col
pentolino
della colla ad
attaccare
anche sul
carro
dell'
on.
Ramberti
lo stesso
cartellino
, e se ne
andò
. Il
cav.
Spigula-Nonnis
si
accostò
per
leggerlo
con gli
occhi
miopi
:
lesse
più su: "
Cavalli
8,
Uomini
40" e
scrollò
il
capo
e
sospirò
. Stette ancora un
pezzo
, un lungo
pezzo
a
contemplare
quei due
carri-feretro
lì
accanto.
Due
morti
, due già
andati
, che
dovevano
ancora
viaggiare
!
E sarebbero
rimasti
lì
,
soli
, quella
notte
, tra il
frastuono
dei
treni
in
arrivo
e in
partenza
, tra l'
andar
frettoloso
dei
viaggiatori
notturni
;
lì
stesi
,
immobili
, nel
bujo
delle loro
casse
, fra il
tramenio
incessante
d'una
stazione
ferroviaria
.
Addio
!
addio
!
E anche lui, il
cav.
Spigula-Nonnis
, se ne
andò
. Se ne
andò
angosciato
. Per
via
però,
comperati
i
giornali
della
sera
, si
riconfortò
nel
vedere
le
lunghe
necrologie
, che tutti
recavano
in prima
pagina
, col
ritratto
dell'
illustre
estinto
in
mezzo
.
A
casa
, s'
immerse
nella
lettura
di esse, e si
commosse
molto al
cenno
, che uno di quei
giornali
faceva, delle
cure
, dell'
amorosa
assistenza
, della
devozione
, di cui egli, il
cav.
Spigula-Nonnis
, aveva
circondato
in quegli
ultimi
mesi
l'
on.
Costanzo
Ramberti
.
Peccato
che il
Nonnis
del suo
cognome
fosse
stampato
con un'"
enne
"
sola
!
Ma si
capiva
ch'
era
lui.
Rilesse
quel
cenno
, a
dir
poco, una
ventina
di
volte
; e,
ridisceso
su la
via
, per
recarsi
a
cenare
alla
solita
pensione
, volle prima di tutto
comperare
in un'
edicola
altre dieci
copie
di quel
giornale
, per
mandarle
a
Novara
, il
giorno
appresso, ai
parenti
, a gli
amici
, con l'"
enne
"
aggiunta
, s'
intende
, e il
passo
segnato
con un
tratto
di
lapis
turchino
.
Grandi
elogi
,
grandi
elogi
facevano tutti dell'
on.
Costanzo
Ramberti
: il
compianto
era
unanime
, e
debitamente
erano
messi
in
rilievo
i
meriti
, lo
zelo
, l'
onestà
. Tutto, come l'
on.
Costanzo
Ramberti
s'
era
figurato
.
C'
era
"l'
esistenza
innanzi
tempo
spezzata
" e
c'
erano "i
grandi
servigi
che certamente egli avrebbe potuto
rendere
ancora alla
patria
". E i
telegrammi
di
Valdana
parlavano
della
profonda
costernazione
della
cittadinanza
al
ferale
annunzio
, delle
straordinarie
,
indimenticabili
onoranze
che la
città
natale
avrebbe
fatto
al suo
Grande
Figlio
, e
annunziavano
che già il
sindaco
, una
rappresentanza
del
Consiglio
comunale
e altri
egregi
cittadini
,
devoti
amici
dell'
illustre
estinto
, erano
partiti
alla
volta
di
Roma
per
scortare
il
cadavere
.
Rincasando
verso la
mezzanotte
, nel
silenzio
delle
vie
deserte
,
vegliate
lugubremente
dai
lampioni
, il
cav.
Spigula-Nonnis
ripensò
ai due
carri-feretro
là
in
capo
a un
binario
della
stazione
, in
attesa
. Se quei due
morti
avessero potuto farsi
compagnia
,
conversando
tra loro, per
ingannare
il
tempo
!
Sorrise
mestamente
, a questo
pensiero
, il
cav.
Spigula-Nonnis
. Chi
sa
chi
era
quell'altro, e dove sarebbe
andato
a
finire
... Stava
lì
, quella
notte
, senza alcun
sospetto
dell'
onore
che gli
toccava
, d'avere accanto uno che
riempiva
di sé, in quel
momento
, tutti i
giornali
d'
Italia
, e che il
giorno
appresso avrebbe avuto
accoglienze
trionfali
da tutta una
città
che lo
piangeva
.
Poteva mai
passare
per il
capo
ai
cav.
Spigula-Nonnis
, che il
carro-feretro
dell'
on.
Costanzo
Ramberti
, verso le due, da alcuni
ferrovieri
cascanti
a
pezzi
dal
sonno
dovesse
essere
agganciato
al
treno
che
partiva
in quell'
ora
per l'
Abruzzo
, e che l'
illustre
estinto
dovesse
così
essere
sottratto
alle
accoglienze
trionfali
, alle
onoranze
solenni
della sua
città
natale
?
Ma l'
on.
Costanzo
Ramberti
,
uomo
politico
, già
salito
al
potere
,
addentro
perciò "nelle
segrete
cose
", l'
on.
Costanzo
Ramberti
che
conosceva
tutte le
magagne
del
servizio
ferroviario
, avrebbe potuto
prevedere
facilmente
un
simile
tradimento
.
Dati
due
carri-feretro
in
attesa
in una
stazione
di tanto
traffico
, niente di più
facile
e di più
ovvio
, che uno
fosse
spedito
al
destino
dell'altro, e
viceversa
.
Chiuso
,
inchiodato
lì
nel suo
carro
,
ora
, egli non poté
protestare
contro quello
scambio
indegno
, allo
strappo
che sei
facchini
bestiali
facevano in quel
momento
di tutte le
gramaglie
, di cui la sua
Valdana
si
parava
quella
notte
, per
accoglierlo
solennemente
il
giorno
appresso. E in
coda
a quel
treno
che
partiva
per l'
Abruzzo
, quasi
vuoto
, e che, coi
freni
logori
,
finiva
di
sconquassare
le
povere
,
vecchie
,
sporche
vetture
di cui
era
composto
, gli
toccò
a
viaggiare
per tutto il
resto
della
notte
,
via
lentamente
,
via
lugubremente
, verso la
destinazione
di quell'altro
morto
, ch'
era
un
giovine
seminarista
di
Avezzano
, per
nome
Feliciangiolo
Scanalino
.
Naturalmente
, il
carro
feretro
di questo, la
mattina
dopo, fu
adornato
con
magnificenza
, sotto la
vigilanza
dello stesso
capo
della
casa
di
pompe
funebri
, che si
era
assunto
l'
incarico
del
funerale
a
spese
dello
Stato
.
Paramenti
ricchissimi
di
velluto
con
frange
d'
argento
, a
padiglione
, e
veli
e
nastri
e
palme
! Sul
feretro
,
coperto
da una
splendida
coltre
, la
sola
corona
del
Re
; ai due
lati
, quelle dei
presidenti
della
Camera
e del
Consiglio
dei
ministri
. Circa una
settantina
di altre
corone
furono
allogate
nel
carro
appresso.
E alle otto e
mezzo
precise
innanzi a gli
occhi
ammirati
d'una
vera
folla
d'
amici
dell'
on
Costanzo
Ramberti
,
Feliciangiolo
Scanalino
partì
verso le
onoranze
solenni
di
Valdana
.
Quando, verso le tre del
pomeriggio
, il
treno
arrivò
alla
stazione
di
Valdana
,
rigurgitante
di
popolo
commosso
, il
sindaco
, che aveva
accompagnato
la
salma
con la
rappresentanza
comunale
, fu
chiamato
misteriosamente
in
disparte
, nella
sala
del
telegrafo
, dal
capo-stazione
, che
tremava
tutto,
pallidissimo
.
Era
arrivato
dalla
stazione
di
Roma
un
telegramma
, che
avvertiva
in gran
segreto
dello
scambio
dei
vagoni
mortuarii
. La
salma
dell'
on.
Ramberti
si
trovava
alla
stazione
d'
Avezzano
.
Il
sindaco
di
Valdana
restò
come
basito
.
E come si faceva
adesso
con tutto il
popolo
lì
in
attesa
? con la
città
parata
?
-
Commendatore
, -
suggerì
sottovoce
il
capostazione
,
ponendosi
una
mano
sul
petto
, - lo
so
io solo e il
telegrafista
, qua; anche a
Roma
e ad
Avezzano
, il
capo-stazione
e il
telegrafista
.
Commendatore
, è
interesse
nostro, dell'
Amministrazione
ferroviaria
,
tener
segreta
la cosa. Si
affidi
!
Che altro si poteva fare in un
frangente
come quello? E l'
innocente
seminarista
Feliciangiolo
Scanalino
ebbe le
accoglienze
trionfali
della
città
di
Valdana
, nel
carro
funebre
che
pareva
una
montagna
di
fiori
,
tirato
da otto
cavalli
; ebbe la
corona
del
Re
; ebbe l'
elogio
funebre
del
sindaco
, ebbe l'
accompagnamento
di tutto un
popolo
fino
al
cimitero
.
L'
on.
Costanzo
Ramberti
viaggiava
frattanto, da
Avezzano
, nel
carro
nudo
e
polveroso
Cavalli
8,
Uomini
40, senza un
fiore
, senza un
nastro
:
povera
spoglia
rimandata
via
,
sballottata
fuori di
strada
, per
luoghi
così
lontani
dal suo
destino
.
Arrivò
di
notte
alla
stazione
di
Valdana
. Il solo
sindaco
e quattro
fidati
beccamorti
erano ad
aspettarla
alla
stazione
, e
zitti
zitti
, col
passo
dei
ladri
che
sottraggono
alla
vista
dei
doganieri
un
contrabbando
, su e
giù
per
viottoli
di
campagna
stenebrati
a
malapena
da un
lanternino
, se la
portarono
al
camposanto
e la
seppellirono
,
traendo
un gran
sospiro
di
sollievo
.
Precedente
-
Successivo
Indice
:
Generale
-
Opera
|
Parole
:
Alfabetica
-
Frequenza
-
Rovesciate
-
Lunghezza
-
Statistiche
|
Aiuto
|
Biblioteca IntraText
IntraText®
(V89)
Copyright
1996-2007 EuloTech SRL