Indice
:
Generale
-
Opera
|
Parole
:
Alfabetica
-
Frequenza
-
Rovesciate
-
Lunghezza
-
Statistiche
|
Aiuto
|
Biblioteca IntraText
Luigi Pirandello
La giara
IntraText CT - Lettura del testo
Pallottoline!
Precedente
-
Successivo
Clicca qui per nascondere i link alle concordanze
Pallottoline
!
Ventotto
agosto
.
Benone
! Pochi
giorni
ancora: meno che un
mese
.
Benone
!
E
riponeva
da
parte
il
fogliolino
del
calendario
insieme
con gli altri
precedenti
, perché
ottimo
per...
-
Ssss
!
- Che
c'
è di
male
?
-
Bada
,
vien
gente
,
-
Zitta
lì
,
zitta
lì
. Non ci sono; o, se mai: Il
professore
studia
!
di'
così,
di'
così, mi
raccomando
.
Chiudeva
subito l'
uscio
; poi,
trac
!
accostava
la
persiana
. Oh, e
ora
... Eccolo
là
:
segnale
a
pagina
124.
L'
universo
è
finito
o
infinito
?
Questione
antica
. È certo che a noi
riesce
assolutamente
impossibile
...
-
Ufff
!
ufff
!
ufff
! - tre
volte
di
seguito
, sempre allo stesso
posto
:
lì
, nel
mezzo
della
fronte
,
ronzando
. Ah, ma anche per le
mosche
, se
Dio
voleva, erano gli
ultimi
giorni
di
baldoria
, come per gli "
insetti
umani
" che, a
piedi
o su
somarelli
, s'
inerpicavano
fin
lassù
, a circa mille
metri
sul
livello
del
mare
. E per
vedere
che cosa
infine
? I
laghi
d'
Albano
e di
Nemi
: un
paio
d'
occhiali
insellato
su quel gran
naso
con la
punta
all'
insù
, ch'è il
Monte
Cave
.
Già
cominciavano
infatti a
spesseggiare
i
giorni
di
nebbia
: quella
nebbia
umida
e
densa
che
toglie
lo
spettacolo
incantevole
dei due
laghi
gemelli
ora
vaporosi
ora
morbidi
come
azzurri
veli
di
seta
:
occhi
, più che
occhiali
, tra le
folte
ciglia
dei
boschi
di
ippocastani
;
occhi
della
pianura
laziale
, in cui, come
serpente
lucido
enorme
, il
Tevere
, dall'
oscuro
grembo
di
Roma
,
visibile
appena
là
in
fondo
, si
svolge
,
ricomparendo
qua e
là
nelle
ampie
volute
,
fino
al
mare
visibile
appena
laggiù
.
Ma nel mentre
Jacopo
Maraventano
si
fregava
lieto
le
mani
,
tappato
là
, in quel
camerino
dell'
Osservatorio
Metereologico
, al
piano
superiore
dell'
antico
convento
,
situato
con l'
attigua
chiesetta
su la
cima
del
monte
; alla
nebbia
invadente
imprecava
all'
incontro
l'
oste
velletrano
, che aveva avuto la
cattiva
ispirazione
di
ridurre
a
miseri
camerini
d'
albergo
le
povere
cellette
dei
frati
cacciati
via
da quel loro
alpestre
romitorio
, e
tavole
e
tavolini
aveva
disposti
per gli
avventori
su la
spianata
dietro al
convento
, dalla
parte
di
levante
, sotto un
enorme
faggio
secolare
.
-
Asino
! Ci ho
piacere
!
Piacerone
!
Quell'
alta
vetta
di
monte
, di cui egli con la
famigliuola
pativa
per tutto l'
inverno
i
rigori
crudissimi
, la
desolazione
della
neve
, l'
esiliante
assedio
della
nebbia
, la
furia
dei
venti
doveva
con la
bella
stagione
diventare
per gli altri a un
tratto
luogo
di
delizia
!
- Ecco la
nebbia
,
asino
! Ben ti stia!
Piacere
,
piacerone
!
Non la
pensavano
però come lui la
moglie
e la
figlia
Didina
, già su i
vent'
anni
, e neanche
Franceschino
, che
pure
era
nato
e
cresciuto
lassù
. Per loro l'
estate
era
una
benedizione
, e la
sospiravano
ardentemente
in
segreto
tutto l'
inverno
. Potevano almeno
sentire
in quei
mesi
un po' di
vita
attorno
e
veder
gente
e
scambiare
qualche
parola
; e
Didina
, chi
sa
! poteva anche
dar
nell'
occhio
a qualche
giovanotto
, tra i tanti che
salivano
a
visitare
l'
Osservatorio
, ai quali la
buona
signora
Guendalina
,
bruna
,
magra
,
ossuta
, col
volto
bruciato
dai
rigori
invernali
, non
mancava
di
ripetere
, invece del
marito
, come poteva (cioè sempre con le stesse
parole
e gli stessi
gesti
), la
spiegazione
dei pochi
strumenti
per le
osservazioni
meteorologiche
. Dopo la
spiegazione
presentava
ai
visitatori
un
registro
, perché vi
apponessero
la
firma
e, accanto, qualche
pensiero
.
Lasciava
andar
certi
sospironi
la
povera
Didina
rileggendo
in quel
registro
, nelle
serate
d'
inverno
lassù
, quei
pensieri
in
margine
e talvolta qualche
poesiola
: quella, per
esempio
,
indirizzata
proprio a lei (All'
edelweiss
di
Monte
Cave
). Ah, il
giovane
poeta
che l'aveva
scritta
chi
sa
dov'
era
ormai
, se
pensava
più a lei, se sarebbe
ritornato
la
ventura
estate
!
La
signora
Guendalina
tentava
, ma
timida
, d'
indurre
il
marito
rinchiuso
a farsi
vedere
dai
visitatori
. Non
foss'
altro, per
dovere
d'
ospitalità
,
diceva
. Ma
Didina
, ogni qualvolta la
madre
si
provava
a
muovere
questo
discorso
, le
dava
sotto sotto
gomitate
: poi, a
quattr'
occhi
, le faceva
notare
che, se il
babbo
non si
persuadeva
prima a farsi
tagliare
quell'
aspra
selva
di
capelli
riccioluti
e quel
barbone
mostruoso
,
arruffato
che gli aveva
invaso
le
guance
fin
sotto gli
occhi
,
era
meglio
che non si
lasciasse
vedere
.
La
madre
ne
conveniva
,
sospirando
; e alla
domanda
dei
visitatori
:
- Il
professore
dov'è?
- Il
professore
studia
, -
rispondeva
con gli
occhi
bassi
,
invariabilmente
.
Studiava
davvero
il
Maraventano
, o almeno stava
immerso
tutto il
giorno
nella
lettura
di certi
libracci
che
trattavano
d'
astronomia
,
unico
suo
pascolo
. La
lettura
però
andava
a
rilento
, poiché egli si
lasciava
distrarre
dalla
fantasia
,
rapire
da ogni
frase
per le
infinite
plaghe
dello
spazio
, da cui non
sapeva
poi
ridiscendere
più, come la
moglie
avrebbe
desiderato
. Ma
ridiscendere
perché? Per
mostrare
lì
alla
gente
che veniva a
frastornarlo
, a
seccarlo
, e da cui una così
sterminata
distanza
lo
allontanava
, come
agisse
un
pluviometro
o un
anemometro
, per far
vedere
i
sismografi
o i
barometri
? Eh
via
! Un
giorno
gli
sapeva
un
anno
, che quella
processione
di
seccatori
terminasse
.
Per
fortuna
, dei pochi
matti
che avevano
preso
alloggio
nel
sedicente
albergo
, uno solo
resisteva
ancora alle
incalzanti
minacce
del
tempo
. Già l'
autunno
si
ridestava
con certi
sbuffi
che
scotevano
là
sulla
cima
la
grave
e
stanca
immobilità
dei
grandi
alberi
esausti
; e quando quegli
sbuffi
non avevano alcun
impeto
contro le
povere
foglie
moribonde
, erano
fitti
ribocchi
di
nebbia
, che si
ergevano
a onde,
impigliandosi
pigri
tra i
rami
attediati
, in
basso
stagnando
sui
laghi
; o
fumigavano
qua e
là
dai
boschi
sottoposti
, che
pareva
ardessero
a
lento
, senza
fiamma
, senza
crepito
.
Sembrava
certi
giorni
che tutta l'
aria
si
fosse
raddensata
in un
fumo
bianchiccio
,
umido
,
accecante
: e allora la
vetta
del
monte
restava
come
esiliata
dal
mondo
, e dalla
spianata
non si sarebbe potuto
scorgere
neanche a un
passo
il
convento
.
E tuttavia quell'
ultimo
matto
resisteva
lì
.
Jacopo
Maraventano
non
tardò
a
intenderne
la
ragione
.
Una
sera
, dalla sua
finestretta
, per entro a quella
nebbia
fittissima
,
udì
, o gli
parve
, certi
bisbigli
, che non potevano esser
presi
per gli
acuti
stridii
che
sogliono
lanciare
nell'
aria
i
pipistrelli
, o gli
scojattoli
su per i
rami
degli
alberi
.
Zitto
zitto
,
quatto
quatto
,
scese
su la
spianata
. Né egli
discerneva
tra la
nebbia
gl'
innamorati
, né questi tra loro si
discernevano
.
Dall'
alto
sospirava
una
voce
:
-
Cadrà
tanta
neve
... tanta
neve
...
-
Dev'
esser
bello
, -
rispondeva
dalla
spianata
l'altra
voce
.
-
Bello
sarebbe per me, se tu
rimanessi
qua; ma per te no,
caro
. Si
muore
di
freddo
,
sai
?
-
Povero
amore
! Ma
ora
io
debbo
partire
. Ti
giuro
però che
tornerò
tra poco.
- Non
tornerai
, ne sono certa. Io
resterò
per te, nel tuo
cuore
, il
ricordo
di un'
estate
in
montagna
...
La
voce
dalla
spianata
voleva
protestare
; ma
Jacopo
Maraventano
tossì
forte
, e subito
corse
con le
mani
avanti, come un
cieco
, in
direzione
del
convento
, per
tagliar
la
via
al
giovanotto
che se la
svignava
radendo
il
muro
. Venne proprio a
cadergli
tra le
braccia
. All'
inciampone
,
indietreggiò
,
balbettando
:
- Oh,
scusi
...
Buo
...
buona
sera
,
professore
.
-
Buona
sera
. Lei
va
a far le
valige
, non è
vero
?
- Sì...
sissignore
...
Conto
di
partire
domattina
.
- Fa
bene
. Buon
viaggio
!
Quassù
non
tira
più
buon'
aria
. E neanche il
babbo
si
riesce
più a
scorgere
...
- Come dice?
- Non
dico
a lei,
dico
a mia
figlia
. È
vero
,
Didina
, che con questa
nebbia
non
scorgi
più neanche il
babbo
tuo?
Ma
Didina
era
già
scappata
in
lagrime
a
rifugiarsi
presso la
mamma
.
Con la
partenza
di quel
giovanotto
parve
davvero
che l'
inverno
si
stabilisse
finalmente
lassù
. L'
oste
chiuse
l'
albergo
e,
borbottando
imprecazioni
, se ne
discese
a
Velletri
.
Su la
vetta
ormai
si
udiva
solo il
vento
parlare
con gli
alberi
antichi
.
Jacopo
Maraventano
restava
assoluto
padrone
della
solitudine
,
libero
in
mezzo
alla
nebbia
,
signore
dei
venti
,
piccolo
su quell'
alta
punta
nevosa
al
cospetto
del
cielo
che da ogni
parte
lo
abbracciava
e nel quale d'
ora
in poi poteva
tornare
a
immergersi
, a
naufragare
, non più
infastidito
o
distratto
.
Assistendo
, come gli
pareva
d'
assistere
con la
fantasia
, nel
fondo
dello
spazio
, alla
prodigiosa
attività
, al
lavoro
incessante
della
materia
eterna
, alla
preparazione
e
formazione
di
nuovi
soli
nel
grembo
delle
nebulose
, al
germogliare
dei
mondi
dall'
etere
infinito
: che cosa
diventava
per lui questa
molecola
solare
,
chiamata
Terra
,
addirittura
invisibile
fuori del
sistema
planetario
, cioè di questo
punto
microscopico
dello
spazio
cosmico
? Che cosa
diventavano
questi
polviscoli
infinitesimali
chiamati
uomini
; che cosa, le
vicende
della
vita
, i
casi
giornalieri
, le
afflizioni
e le
miserie
particolari
, le
generali
calamità
?
E di questo suo
disprezzo
, non che della
Terra
, ma di tutto il
sistema
solare
, e della
stima
che si
era
ridotto
a far delle
cose
umane
,
considerandole
da tanta
altezza
, avrebbe voluto far
partecipi
moglie
e
figliuola
, che si
lamentavano
di
continuo
ora
per il
freddo
ora
per la
solitudine
,
traendo
da ogni
piccola
infelicità
argomento
di
lagni
e
sospiri
.
E le
sere
d'
inverno
,
lassù
, mentre
Didina
e la
madre
,
infreddolite
, se ne stavano
raccolte
in
cucina
e lui, senza neppure
saperlo
,
sventolava
davanti al
fornello
per far
bollire
la
pentola
,
parlava
loro delle
meraviglie
del
cielo
,
spiegava
la sua
filosofia
.
-
Punto
di
partenza
: ogni
stella
un
mondo
a sé. Un
mondo
,
care
mie, non
crediate
, più o meno
simile
al nostro;
vale
a
dire
: un
sole
accompagnato
da
pianeti
e da
satelliti
che gli
rotano
intorno, come i
pianeti
e i
satelliti
del nostro
sistema
attorno
al
sole
nostro, il quale,
sapete
che
cos'
è? Vi faccio
ridere
:
nient
'altro che una
stella
di
media
grandezza
della
Via
Lattea
. Ne volete un'
idea
?
Trasportate
nello
spazio
il nostro
mondo
- questo così
detto
sistema
solare
- a una
distanza
uguale
... non
dico
molto - a poche
migliaja
di
volte
il suo
diametro
, cioè, alla
distanza
delle
stelle
più
vicine
. Orbene, il nostro gran
sole
sapete
a che cosa sarebbe
ridotto
rispetto
a noi? Alle
proporzioni
d'un
puntino
luminoso
, alle
proporzioni
di una
stella
di
quinta
o
sesta
grandezza
: non sarebbe più, insomma, che una
stellina
in
mezzo
alle altre
stelle
.
-
Scusa
, -
interloquiva
Didina
, che
insieme
con la
madre
, non
sapendo
che fare, gli
prestava
ascolto
, d'
inverno
. - Hai
detto
rispetto
a noi. Ma,
trasportando
il
sole
, la
terra
non
dovrà
pure
, per
conseguenza
...
- No,
asinella
! - la
interrompeva
il
padre
. - La
terra
lasciala
qua. È un'
ipotesi
, per farti
capace
.
Didina
alzava
le
spalle
: non si
capacitava
.
- Che
c'
entra
! Il
sole
è sempre il
sole
.
- E che
cos'
è? - le
gridava
allora il
padre
sdegnatissimo
. - Ma lo
sai
che se
Sirio
sputa
, il
sole
ti si
spegne
, come una
candela
di
sego
?
Sappilo
: -
pah
! si
spegne
.
-
Jacopo
, -
diceva
placidamente
la
signora
Guendalina
. - Se non ci
metti
altro
carbone
, ti si
spegne
pure
il
fuoco
e l'
acqua
ti
bolle
per l'
anno
santo
.
Egli allora
scoperchiava
la
pentola
,
guardava
dentro, poi
rispondeva
alla
moglie
:
- No,
comincia
a
muoversi
. Faccio
vento
, lo
vedi
. Ma veniamo ai nostri
grandi
pianeti
.
Care
mie, alla
distanza
che vi ho
detto
, s'
involerebbero
addirittura
al nostro
sguardo
, tutti, meno, forse,
Giove
... forse! Ma non
crediate
che potreste
scorgerlo
a
occhio
nudo
! Forse con qualche
telescopio
di
prim'
ordine
; e non lo
so
di certo.
Pallottoline
,
care
mie,
pallottoline
! Quanto a noi, alla nostra
Terra
, non se ne
sospetterebbe
nemmeno l'
esistenza
. E volete far
sparire
anche il
sole
?
Basta
, col
beneplacito
di
Didina
, senz'altro,
là
!
retrospingerlo
alla
distanza
delle
stelle
di prima
grandezza
.
C'
è? Non
c'
è?
Uhm
!
Sparito
.
Il
vento
cacciava
dentro la
stanza
, attraverso la
gola
del
camino
, un
mugolìo
continuo
,
opprimente
. Nei
brevi
intervalli
tra una
fase
e l'altra del
Maraventano
pareva
che il
silenzio
sprofondasse
pauroso
nella
tenebra
. Si
udivano
allora
gemere
gli
alberi
tormentati
della
vetta
, e se questi
alberi
tacevano
per un
istante
e si
udiva
invece da più
lontano
il
frascheggiare
confuso
dei
boschi
sottoposti
,
lassù
pareva
si stesse
sospesi
tra le
nuvole
, come in un
pallone
. Ma se poi dal
fornello
scoppiava
una
favilla
, le due
donne
sentivano
il
conforto
di quella
stanza
familiare
,
illuminata
,
intepidita
dal
fuoco
; e la
immobilità
delle
stoviglie
appese
alle
pareti
e della
povera
e
scarsa
suppellettile
rassettava
il loro
animo
conturbato
dal
vento
e dal
panico
della
notte
in quella
orrenda
solitudine
alpestre
.
Il
Maraventano
, sopra le
regioni
del
vento
, sopra le
nuvole
più
alte
,
era
rimasto
intanto con la
ventola
da
cucina
in
mano
nella
remotissima
plaga
dello
spazio
, dove un
momento
innanzi aveva
lanciato
, come un
giocoliere
i suoi
globetti
di
vetro
, tutto il
sistema
planetario
, e
scrollava
il
capo
, con le
ciglia
aggrottate
, gli
occhi
socchiusi
e gli
angoli
della
bocca
contratti
sdegnosamente
in
giù
. A un
tratto
esplodeva
tra il
barbone
abbatuffolato
, come se
ripiombasse
su la
terra
,
lì
, in
cucina
:
-
Bah
!
E con la
ventola
faceva un
largo
gesto
indeterminato
. Poi
riprendeva
, con gli
occhi
immobili
e
invagati
:
-
Pensare
...
pensare
che la
stella
Alfa
della
costellazione
del
Centauro
,
vale
a
dire
la
stella
più
vicina
a questo nostro
cece
, alias il
signor
pianetino
Terra
,
dista
da noi
trentatré
miliardi
e
quattrocento
milioni
di
chilometri
!
Pensare
che la
luce
, la quale, se non lo
sapete
,
cammina
con la
piccolissima
velocità
di circa
duecento
novantotto
mila e
cinquecento
chilometri
al
minuto
secondo
(
dico
secondo
), non può
giungere
a noi da quel
mondo
prossimo
che dopo tre
anni
e cinque
mesi
- l'
età
cioè del nostro buon
Franceschino
che sta a
sfruconarsi
il
naso
col
dito
, e non mi
piace
...
Pensare
che la
Capra
dista
da noi
seicentosessantatré
miliardi
di
chilometri
, e che la sua
luce
, prima d'
arrivare
a noi, con quel po' po' di
velocità
che v'ho
detto
, ci
mette
settant'
anni
e qualche
mese
, e, se si
tien
conto
dei
calcoli
di certi
astronomi
, la
luce
emessa
da alcuni
remoti
ammassi
ci
mette
cinque
milioni
d'
anni
, come mi
fate
ridere
,
asini
! L'
uomo
, questo
verme
che
c'
è e non
c'
è, l'
uomo
che, quando
crede
di
ragionare
, è per me il più
stupido
fra tutte le
trecento
mila
specie
animali
che
popolano
il
globo
terraqueo
, l'
uomo
ha il
coraggio
di
dire
: "Io ho
inventato
la
ferrovia
!". E che
cos'
è la
ferrovia
? Non te la
comparo
con la
velocità
della
luce
, perché ti
farei
impazzire
; ma in
confronto
allo stesso
moto
di questo
cece
Terra
che
cos'
è?
Ventinove
chilometri
, a buon
conto
, ogni
minuto
secondo
; hai dunque
inventato
il
lumacone
, la
tartaruga
, la
bestia
che sei! E questo medesimo
animale
uomo
pretende
di
dare
un
dio
, il suo
Dio
a tutto l'
Universo
!
Qui il
Maraventano
e la
moglie
si
guastavano
.
-
Jacopo
! -
pregava
la
signora
Guendalina
. - Non
bestemmiare
.
Fallo
almeno per
pietà
di noi due
povere
donne
esposte
quassù
...
- Hai
paura
? - le
gridava
il
marito
. -
Temi
che
Dio
, perché io
bestemmio
, come tu
dici
, ti
mandi
un
fulmine
?
C'
è il
parafulmine
,
sciocca
.
Vedi
dond
'è
nato
il vostro
Dio
? Da
codesta
paura
. Ma sul
serio
potete
credere
,
pretendere
che un'
idea
o un
sentimento
nati
in questo niente
pieno
di
paura
che si
chiama
uomo
debba
essere
il
Dio
,
debba
essere
quello che ha
formato
l'
Universo
infinito
?
Le due
donne
si
turavano
gli
orecchi
,
chiudevano
gli
occhi
; allora il
Maraventano
scaraventava
per
terra
la
ventola
, e
gridando
con le
braccia
per
aria
:
-
Asine
!
asine
! -
andava
a
chiudersi
nella sua
stanzetta
e, per quella
sera
,
addio
cena
.
Simili
scene
avvenivano
assai di
frequente
, poiché né
Didina
né la
moglie
volevano
adattarsi
alla
filosofia
di lui, specialmente quando avevano
bisogno
di qualche cosa.
-
Diviene
, -
diceva
loro il
Maraventano
- dal non
sapere
filare
un
ragionamento
semplicissimo
; dal non
volere
guardare
in su un
momentino
. Oh
Alfa
del
Centauro
! oh
Sirio
, oh
Capella
!
sapete
perché
piange
Didina
?
Piange
perché non ha una
veste
nuova
d'
inverno
da farsi
ammirare
in
chiesa
, le
domeniche
, a
Rocca
di
Papa
.
Roba
da
ridere
!
-
Roba
da
ridere
; ma io mi
muojo
dal
freddo
, -
rispondeva
tra le
lagrime
Didina
.
E il
Maraventano
:
-
Senti
freddo
, perché non
ragioni
!
Non a
parole
soltanto
dimostrava
egli il
disprezzo
in cui
teneva
la
terra
e tutte le
cose
della
vita
.
Soffriva
di
mal
di
denti
, e talvolta la
guancia
per la
furia
del
dolore
gli si
gonfiava
sotto il
barbone
come un'
anca
di
padre
abate
: ebbene, senz'altro,
retrospingeva
nello
spazio
il
sistema
planetario
:
spariva
il
sole
,
spariva
la
terra
, tutto
diventava
niente, e con gli
occhi
chiusi
,
fermo
nella
considerazione
di questo niente, a poco a poco
addormentava
il suo
tormento
.
- Un
dente
cariato
, che
duole
nella
bocca
di un
astronomo
...
Roba
da
ridere
.
Sia d'
estate
, sia d'
inverno
,
fosse
nuvolo
o
sereno
, si
recava
ai
piedi
, dalla
cima
del
monte
,
fino
a
Roma
. Avrebbe potuto
spedire
per
posta
da
Rocca
di
Papa
il
bollettino
meteorologico
all'
ufficio
centrale
; ma a
Roma
lo
attendeva
il maggior
godimento
della sua
vita
. Vi si
tratteneva
ogni
volta
una
notte
, e per
grazia
particolare
dei
Direttore
del
Collegio
Romano
la
passava
beatamente
tutta
intera
al
telescopio
. La
moglie
, nel
vederlo
partire
,
tentava
d'
indurlo
a
servirsi
della
vettura
da
Rocca
di
Papa
a
Frascati
o, almeno, della
ferrovia
da
Frascati
a
Roma
:
-
Prenderai
un'
insolazione
!
- Il
sole
, mia
cara
, ti
serva
: non è neanche
buono
da
regolare
gli
orologi
! - le
rispondeva
il
Maraventano
.
E il suo
orologio
, infatti, sul cui
quadrante
aveva
scritto
con
inchiostro
rosso
:
Solis
mendaces
arguit
horas
, non
era
regolato
col
tempo
solare
.
La
distanza
? Ma su la
terra
per lui non ci erano
distanze
.
Congiungeva
ad
anello
l'
indice
e il
pollice
d'una
mano
e
diceva
alla
moglie
sghignazzando
:
- Ma se la
Terra
è tanta...
Precedente
-
Successivo
Indice
:
Generale
-
Opera
|
Parole
:
Alfabetica
-
Frequenza
-
Rovesciate
-
Lunghezza
-
Statistiche
|
Aiuto
|
Biblioteca IntraText
IntraText®
(V89)
Copyright
1996-2007 EuloTech SRL