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Luigi Pirandello
La giara
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Due letti a due
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Due
letti
a due
Nella prima
visita
alla
tomba
del
marito
, la
vedova
Zorzi
, in
fittissime
gramaglie
, fu
accompagnata
dall'
avvocato
Gàttica-Mei
,
vecchio
amico
del
defunto
,
vedovo
anch'egli da tre
anni
.
Le
lenti
cerchiate
d'
oro
, con un
laccetto
pur d'
oro
che,
passando
sopra l'
orecchio
, gli
scendeva
su la
spalla
e s'
appuntava
sotto il
bavero
della "
redingote
"
irreprensibile
; la gran
bazza
rasa
con
cura
e
lucente
; i
capelli
forse troppo
neri
,
ricciuti
,
divisi
dalla
scriminatura
fino
alla
nuca
e
allargati
poi a
ventaglio
dietro gli
orecchi
; le
spalle
alte
, la
rigidità
del collo,
davano
al
contegno
dell'
avvocato
Gàttica-Mei
quella
gravità
austera
e
solenne
,
appropriata
al
luttuoso
momento
, e lo facevano
apparire
come
impalato
nel
cordoglio
.
Scese
per
primo
dalla
tranvia
di
San
Lorenzo
e,
impostandosi
quasi
militarmente
,
alzò
una
mano
per
ajutare
la
vedova
Zorzi
a
smontare
.
Recavano
entrambi, l'una per il
marito
, l'altro per la
moglie
, due
grossi
mazzi
di
fiori
.
Ma la
Zorzi
, oltre il
mazzo
, nello
smontare
,
doveva
reggere
la
veste
e,
impedita
dal lungo
crespo
vedovile
che le
nascondeva
il
volto
, non
vedeva
dove
mettere
i
piedi
, non
vedeva
la
mano
guantata
di
nero
che l'
avvocato
le
porgeva
e di cui ella, del
resto
, non avrebbe potuto
valersi
. Per poco non gli
traboccò
addosso
,
giù
tutta in un
fascio
.
-
Stupido
! Non
vedevi
? Con le
mani
impicciate
... -
fischiò
allora tra i
denti
,
furiosa
, la
Zorzi
, sotto il
lunghissimo
velo
.
- Se ti
porgevo
la
mano
... - si
scusò
egli,
mortificato
, senza
guardarla
. - non hai
visto
tu!
-
Zitto
.
Basta
. Per dove?
- Ecco, di qua...
E
ricomposti
,
diritti
e
duri
, ciascuno col suo
mazzo
di
fiori
in
mano
, si
diressero
verso il
Pincetto
.
Là
, tre
anni
addietro
, il
Gàttica-Mei
aveva
fatto
costruire
per la
moglie
e per sé una
gentilizia
a due
nicchie
, una accanto all'altra,
chiuse
da due
belle
lapidi
un po'
rialzate
da
capo
, con due
colonnine
che
reggevano
ciascuna una
lampada
; il tutto
cinto
da
fiori
e da una
roccia
di
lava
artificiale
.
Il
povero
Zorzi
,
amico
suo e della
defunta
, l'aveva tanto
ammirata
, questa
gentilizia
, l'
anno
avanti, nella
ricorrenza
della
festa
dei
morti
!
-
Uh
,
bella
!
Pare
un
letto
a due!
Bella
!
bella
!
E quasi
presago
della
prossima
fine
, aveva voluto farne
costruire
un'altra tal quale, subito subito, per sé e per la
moglie
, poco
discosto
.
Un
letto
a due,
precisamente
! E difatti il
Gàttica-Mei
,
uomo
in tutto
preciso
, aveva
allogato
la
moglie
defunta
nella
nicchietta
a
sinistra
, perché egli poi, a suo
tempo
,
giacendo
, avesse potuto
darle
la
destra
, proprio come nel
letto
matrimoniale
.
Su la
lapide
aveva
fatto
incidere
quest'
epigrafe
, anch'essa tanto
lodata
dallo
Zorzi
,
buon'
anima
, per la
semplicità
commovente
:
QUI
MARGHERlTA
GÀTTICA-MEI
MOGLIE
ESEMPLARE
MANCATA
AI
VIVI
ADDÌ
XV
MAG
MCMII
ASPETTA
IN
PACE
LO
SPOSO
Per sé il
Gàttica-Mei
aveva poi
preparato
un'altra
epigrafe
, che un
giorno
avrebbe
figurato
bellamente
su la
lapide
accanto,
degno
complemento
della prima.
Diceva
infatti questa
epigrafe
, che l'
avvocato
Anton
Maria
Gàttica-Mei
, non già, al
solito
, QUI
GIACE
oppure
MORÌ
ecc., ecc.; ma
ADDÌ
(
puntini
in
fila
) DELL'
ANNO
(
puntini
in
fila
)
RAGGIUNSE
LA
SPOSA
.
E quasi quasi, nel
comporre
l'
epigrafe
, avrebbe voluto
saper
la
data
precisa
della sua
morte
per
compier
bene
l'
iscrizione
e
lasciare
tutto in
perfetto
ordine
.
Ma
data
- ecco -
data
quella
concezione
di
tombe
per
coniugi
senza
prole
, le
epigrafi
,
necessariamente
, per non
rompere
l'
armonia
dell'
insieme
,
dovevano
rispondersi
così.
Assuntosi
, com'
era
suo
dovere
, il
triste
incarico
di
provvedere
ai
funerali
, al
trasporto
, al
seppellimento
del suo
povero
amico
Zorzi
, il
Gàttica-Mei
aveva
trovato
per l'
epigrafe
di lui una
variante
, una
variante
che,
perbacconaccio
! a
pensarci
prima... Ma già,
avviene
sempre così: col
tempo
, con la
riflessione
, tutto si
perfeziona
... Quell'"
aspetta
in
pace
lo
sposo
" dell'
epigrafe
della
moglie
gli
sembrava
adesso
troppo
freddo
, troppo
semplice
, troppo
asciutto
, in
confronto
con
Gerolamo
Zorzi
che, nella
nicchia
a
destra
della sua
gentilizia
,
giaceva
IN
ATTESA
CHE LA
FIDA
COMPAGNA
VENGA A
DORMIRGLI
ACCANTO
Come
sonava
meglio
! Come
riempiva
bene
l'
orecchio
!
Non gli
pareva
l'
ora
d'
arrivare
a quella
gentilizia
per
riceverne
la
lode
, che in
coscienza
credeva
di
meritarsi
, dalla
vedova
Zorzi
.
Ma questa, dopo aver
recitato
in
ginocchio
una
preghiera
e aver
deposto
il
mazzo
di
fiori
a
piè
della
lapide
,
rialzatosi
il lungo
velo
e
letta
l'
epigrafe
, si
voltò
a
guardarlo
,
pallida
,
accigliata
,
severa
, ed ebbe un
fremito
nel
mento
, dove
spiccava
nero
un
grosso
porro
peloso
,
animato
da un
tic
, che le si
soleva
destare
nei
momenti
di più
fiera
irritazione
.
- Mi
pare
che... che
vada
bene
... no? -
osò
domandare
egli,
perplesso
,
afflitto
,
intimidito
.
- Poi, a
casa
, -
rispose
con due
scatti
secchi
la
Zorzi
. - Non possiamo
mica
discutere
qua,
ora
.
E
riguardò
la
tomba
, e
scrollò
lievemente
il
capo
, a lungo, e
infine
si
recò
a gli
occhi
il
fazzoletto
listato
di
nero
.
Pianse
veramente
; si
scosse
tutta anzi per un
impeto
violento
di
singhiozzi
a
stento
soffocati
. Allora anche il
Gàttica-Mei
cavò
fuori con due
dita
da un
polsino
la
pezzuola
profumata
, poi si
tolse
con l'altra
mano
le
lenti
, e s'
asciugò
pian
pianino
, a più
riprese
, prima un
occhio
e poi l'altro.
- No! Tu no! - gli
gridò
,
convulsa
,
rabbiosamente
, la
vedova
,
riavendosi
a un
tratto
dal
pianto
. - Tu, no!
E si
soffiò
il
naso
,
rabbiosamente
.
- Per... perché? -
barbugliò
il
Gàttica-Mei
.
- Poi; a
casa
, -
scattò
di
nuovo
la
Zorzi
.
Quegli allora si
strinse
nelle
spalle
, si
provò
ad
aggiungere
:
- Mi
pareva
... non
so
...
Guardando
ancora una
volta
l'
epigrafe
,
fermò
gli
occhi
su quel "
fida
compagna
" che... sì, certamente... ma,
santo
Dio
!
frase
ovvia
,
consacrata
ormai
dall'
uso
... Si
diceva
"
fida
compagna
", come "
vaso
capace
", "
parca
mensa
"... Non ci aveva proprio
fatto
caso
, ecco.
Balbettò
:
- Forse...
capisco
... ma...
- Ho
detto
, a
casa
, -
ripeté
per la
terza
volta
la
Zorzi
. - Ma, del
resto
, poiché ci
teneva
tanto... anche lui,
povero
Momo
, ci
teneva
, a questo
capolavoro
qua... faccio
notare
: due
colonnine
, due
lampade
... perché? Una
bastava
.
- Una? come? eh! - fece il
Gàttica-Mei
,
stupito
aprendo
le
mani
, con un
sorriso
vano
.
- La
simmetria
, è
vero
? -
domandò
agra
la
Zorzi
. - Ma, senza
figli
, senz'altri
parenti
: finché uno è in
piedi
, può venire ad
accendere
all'altro la
candela
. Chi la
accenderà
a me, quella, poi? E, di
là
, a te?
- Già... -
riconobbe
, un po'
scosso
e
smarrito
, il
Gàttica-Mei
,
portandosi
istintivamente
le
mani
alla
nuca
per
rialzarsi
dietro gli
orecchi
le due
ali
di
capelli
, con un
gesto
che gli
era
solito
, ogni qual
volta
perdeva
ma per poco la
padronanza
di sé (
veramente
, con la
Zorzi
, gli
avveniva
piuttosto
di
frequente
). - Però, ecco, - si
riprese
: - Faccio
notare
anch'io: allora... e non sia mai,
veh
: allora tutt'e due le
lampade
, qua e
là
,
resteranno
spente
e...
La
simmetria
era
salva
. Ma la
vedova
Zorzi
non volle
darsi
per
vinta
.
- E con ciò? Una, intanto, quella,
resterà
sempre
lì
,
nuova
,
intatta
, non
accesa
mai,
inutile
. Dunque, se ne poteva fare a meno, e una
bastava
.
- Lo stesso è da me, -
disse
il
Gàttica-Mei
. - E, -
aggiunse
più a
bassa
voce
e
abbassando
anche gli
occhi
, -
dovremmo
morire
tutt'e due
insieme
,
Chiara
...
- Tu
verresti
ad
accendermi
qua la
candela
, o io a te di
là
, è
vero
? -
domandò
con più
acredine
la
Zorzi
. -
Grazie
,
caro
,
grazie
! Ma questa è la
discussione
che faremo a
casa
.
E con un
gesto
della
mano
, quasi
allontanandolo
, lo
mandò
a
deporre
il
mazzo
di
fiori
su la
tomba
della
moglie
.
Ella, col
capo
inclinato
su l'
indice
della
mano
destra
teso
all'
angolo
della
bocca
,
rimase
a
mirare
in
silenzio
la
lapide
del
marito
, mentre una
rosa
mezzo
sfogliata
accanto alla
colonnina
,
tentennando
appena sul
gambo
a un
soffio
di
vento
,
pareva
crollasse
il
capo
amaramente
per
conto
del buon
Momolo
Zorzi
lì
sottoterra
.
Ma non s'
era
mica
impuntata
per la
menzogna
di quella
frase
convenzionale
, la
vedova
Zorzi
, come il
Gàttica-Mei
aveva
ingenuamente
supposto
.
Sapeva
,
sapeva
bene
, ella, che nei
cimiteri
le
epigrafi
non sono fatte per l'
onore
dei
morti
, che se lo
mangiano
i
vermi
; ma solamente per la
vanità
dei
vivi
.
Non già, dunque, per l'
inutile
offesa
al
marito
morto
s'
era
ella
indignata
, ma per l'
offesa
che quell'
epigrafe
conteneva
per lei
viva
.
Che
intenzioni
aveva il
signor
Gàttica-Mei
? Con chi
credeva
d'aver da fare? S'
era
immaginato
,
dettando
quell'
epigrafe
, che, lei
viva
e lui
vivo
,
dovessero
restar
vincolati
,
schiavi
dello
stupido
ordine
, della
stupida
simmetria
di quei due
letti
a due,
là
,
fatti
per la
morte
? che la
menzogna
, la quale... sì, poteva avere un certo
valor
decorativo
per la
morte
,
dovesse
ancora
sussistere
e
imporsi
da quelle due
lapidi
alla
vita
? Ma per chi la
prendeva
, dunque, il
signor
avvocato
Gàttica-Mei
?
Supponeva
che ella, per quell'"
aspetta
in
pace
lo
sposo
" della
gentilizia
di lui e per quell'"in
attesa
che la
fida
compagna
, ecc." della
gentilizia
del
marito
,
dovesse
graziosamente
prestarsi
a
rimanere
ancora la sua
comoda
amante
, per
andarsene
poi da "
fida
compagna
" a
giacere
, anzi "a
dormire
" accanto allo
sposo
, e lui accanto alla "
moglie
esemplare
"?
Eh, no! eh, no,
caro
signor
avvocato
!
Le
menzogne
inutili
stavano
bene
lì
,
incise
sui
morti
. Qua, nella
vita
, no. Qua le
utili
si
era
costretti
a
usare
, o a
subir
le
necessarie
. E lei,
donna
onesta
, ne aveva (
Dio
sa
con che
pena
!)
subita
una per tre
anni
,
vivendo
il
marito
.
Ora
basta
! Perché avrebbe
dovuto
subirla
ancora, questa
menzogna
,
finita
la
necessità
con la
morte
dello
Zorzi
? per il
vincolo
di quelle
tombe
stupide
?
vincolo
, ch'egli,
ponendo
subito le
mani
avanti, con la
nuova
epigrafe
, s'
era
affrettato
a
ribadire
?
Eh, no! eh, no,
caro
signor
avvocato
!
Menzogna
inutile
,
ormai
, quella "
fida
compagna
".
Donna
onesta
, lei, per
necessità
aveva potuto
ingannare
il
marito
, da
vivo
; avrebbe voluto il
signor
avvocato
che
seguitasse
a
ingannarlo
anche da
morto
,
ora
, senza un perché, o per il solo
fatto
ridicolo
, che
esistevano
là
quelle due
tombe
gemelle
? Eh
via
! Da
vivo
,
va
bene
, ella non aveva potuto farne a meno; ma da
morto
, no, non voleva più
ingannare
il
marito
. La sua
onestà
, la sua
dignità
, il suo
decoro
non glielo
consentivano
.
Libero
il
signor
avvocato
già da tre
anni
:
libera
anche lei,
adesso
; o ciascuno per sé,
onestamente
; o
uniti
,
onestamente
, innanzi alla
legge
e innanzi all'
altare
.
La
discussione
fu
lunga
e
aspra
.
L'
avvocato
Gàttica-Mei
confessò
in prima
candidamente
che nulla, proprio nulla di quanto ella aveva
sospettato
con
maligno
animo
gli
era
passato
per il
capo
nel
dettar
quell'
epigrafe
. Se per poco ella
fosse
entrata
nello
spirito
di quella sua
concezione
di
tombe
per
coniugi
senza
prole
, avrebbe
compreso
che quelle
epigrafi
là
venivano da sé,
naturalmente
, come
conseguenze
inevitabili
.
Ridicola
quella
concezione
? Oh, questo poi no; questo poi no...
-
Ridicola
,
ridicola
,
ridicola
, -
raffermò
tre
volte
con
focosa
stizza
la
vedova
Zorzi
. - Ma
pensa
,
lì
, quella tua
moglie
esemplare
che ti
aspetta
in
pace
... Non mi far
dire
ciò che non vorrei!
So
bene
io, e tu
meglio
di me, quel che
passasti
con lei...
- E che
c'
entra
questo?
-
Lasciami
dire
! Quando mai ti
comprese
,
povera
Margherita
! Se ti
afflisse
sempre! E non venivi forse a
sfogarti
qua, con
Momo
e con me?
- Sì... ma...
-
Lasciami
dire
! E perché t'
amai
io? io che, a mia
volta
, non mi
sentivo
compresa
dal
povero
Momo
? Ah,
Dio
, nulla più dell'
ingiustizia
fa
ribellare
... Ma tu volesti
rimaner
fedele
fino
all'
ultimo
a
Margherita
, e
dettasti
quella
bell'
epigrafe
. T'
ammirai
allora; sì; ti
ammirai
tanto più, quanto più
stimavo
tua
moglie
indegna
della tua
fedeltà
. Poi... sì, è
inutile
, è
inutile
parlarne
... non
seppi
dirti
di no. Ma non avrei
dovuto
farlo, io! come non lo facesti tu, finché
visse
tua
moglie
. Avrei
dovuto
aspettare
anch'io che
Momo
morisse
. Così, io
sola
sono venuta meno a' miei
doveri
! Anche tu, sì... ma verso l'
amico
:
sposo
, fosti
fedele
! E questo,
vedi
,
ora
che tua
moglie
e mio
marito
se ne sono
andati
, e tu sei
restato
, solo, qua, di
fronte
a me, questo mi
pesa
più di tutto. E perciò
parlo
! Sono una
donna
onesta
, io, come tua
moglie
;
onesta
come te, come mio
marito
! E voglio
essere
tua
moglie
,
capisci
? o niente! Ah, sei
fanatico
tu della
bella
concezione
? Ma
immagina
me,
ora
,
stesa
lì
accanto a mio
marito
, "
fida
compagna
"... È
buffo
!
atrocemente
buffo
! Chi
sa
, e anche chi non
sa
niente,
vedendo
lì
quelle due
gentilizie
, - "Oh,"
dirà
, "ma
guardate
, ma
ammirate
qua, che
pace
tra questi
coniugi
!" -
Sfido
,
morti
!
Caricatura
,
caricatura
,
caricatura
.
E il
porro
peloso
,
animato
dal
tic
,
rimase
a
fremerle
per più di cinque
minuti
sul
mento
,
irritatissimo
.
Il
Gàttica-Mei
restò
proprio
ferito
fino
all'
anima
da questa
lunga
intemerata
; ma più della
derisione
.
Serio
e
posato
, non poteva
ammettere
neppure, che si
scherzasse
con lui o d'una cosa sua; come non aveva potuto
ammettere
,
viva
la
moglie
, il
tradimento
.
La
pretesa
della
Zorzi
di farsi
sposare
gli
guastava
tutto.
Lasciamo
andare
quelle due
tombe
che
aspettavano
là
; ma il
nuovo
ordinamento
della sua
vita
da
vedovo
, a cui già da tre
anni
s'
era
acconciato
così
bene
! Perché un
nuovo
rivolgimento
,
adesso
, nella sua
vita
? Senza
ragione
,
via
, proprio senza
ragione
. Avrebbe
capito
gli
scrupoli
, il
dolore
, il
rimorso
di lei, finché
era
vivo
il
povero
Zorzi
; ma
ora
perché? Se ci
fosse
stato
il
divorzio
, un
matrimonio
prima, sì, per
riparare
all'
inganno
che si faceva a un
uomo
, a quel
furto
d'
onore
, a quei
sotterfugi
, ch'eran pur tanto
saporiti
però; ma
ora
perché?
ora
che non si
ingannava
più nessuno, e -
liberi
entrambi,
vedovi
, d'una certa
età
- non
dovevano
più
dar
conto
a nessuno, se
seguitavano
quella loro
tranquilla
relazione
? Il
decoro
? Ma anzi
adesso
non
c'
era
più nulla di
male
... Voleva ella
riparare
così il
male
passato
? Il
povero
Momolo
non
c'
era
più! Di
fronte
a se stessa? E perché? Qual
male
da
riparare
di
fronte
a se stessa o a lui? È
male
l'
amore
? E poi... oh
Dio
, sì, perché non
pensarci
? voleva anche
perdere
l'
assegnamento
, circa
centosessanta
lire
al
mese
di
pensione
lasciatale
dal
marito
? Un
vero
peccato
!
In tutti i
modi
l'
avvocato
Gàttica-Mei
cercò
di
dimostrarle
ch'
era
proprio una
picca
, una
stoltezza
, un'
intestatura
deplorevole
, una
pazzia
!
Ma la
vedova
Zorzi
fu
irremovibile
.
- O
moglie
, o niente.
Invano
,
sperando
che col
tempo
quella
fissazione
le
passasse
, egli le
disse
ch'
era
inutile
e anche
crudele
mostrarsi
con lui
adesso
così
dura
, poiché la
legge
prescriveva
che prima di nove
mesi
non si poteva
contrarre
un
nuovo
matrimonio
; e che, se mai, ne avrebbero
riparlato
allora.
No, no, e no: - o
moglie
, o niente.
E
tenne
duro
per otto
mesi
la
vedova
Zorzi
. Egli,
stanco
di
pregarla
ogni
giorno
,
storcendosi
le
mani
,
pover
'
uomo
, alla
fine
si
licenziò
.
Passò
una
settimana
, ne
passarono
due, tre;
passò
un
mese
e più, senza che si facesse
rivedere
.
E
ormai
da quattro
giorni
ella, in
grande
orgasmo
,
metteva
in
deliberazione
se
cercare
di farsi
incontrare
per
istrada
, come per
caso
, o se
scrivergli
, o se
andare
senz'altro ad
affrontarlo
in
casa
, quando il
domestico
di lui venne ad
annunziarle
, che il suo
padrone
era
gravemente
ammalato
, di
polmonite
, e che la
scongiurava
d'una
visita
.
Ella
accorse
,
straziata
dal
rimorso
per la sua
durezza
,
causa
forse di qualche
disordine
nella
vita
di lui e, per
conseguenza
, di quella
malattia
;
accorse
funestata
dai più
neri
presentimenti
. E difatti lo
trovò
sprofondato
nel
letto
,
rantolante
,
strozzato
, quasi con la
morte
in
bocca
:
irriconoscibile
.
Dimenticò
ogni
riguardo
sociale
, e gli si
pose
accanto,
notte
e
giorno
, a
lottare
con la
morte
, senza un
momento
di
requie
.
Al
settimo
giorno
, quand'egli fu
dichiarato
dai
medici
fuor
di
pericolo
, la
Zorzi
,
stremata
di
forze
, dopo tante
notti
perdute
,
pianse
,
pianse
di
gioja
,
chinando
il
capo
su la
sponda
del
letto
; ed egli allora, per
primo
,
carezzandole
amorosamente
i
capelli
, le
disse
che subito, appena
rimesso
, la avrebbe fatta sua
moglie
.
Ma,
lasciato
il
letto
,
dové
prima di tutto
imparar
di
nuovo
a
camminare
, il
Gàttica-Mei
. Non si
reggeva
più in
piedi
. Lui, un
tempo
così
solidamente
e
rigidamente
impostato
,
ora
curvo
,
tremicchiante
,
pareva
proprio l'
ombra
di se stesso. E i
polmoni
... eh, i
polmoni
... Che
tosse
! A ogni
nuovo
accesso
,
ansimante
,
soffocato
, si
picchiava
il
petto
con le
mani
e
diceva
a lei, che lo
guardava
oppressa
:
-
Andato
...
andato
...
Migliorò
un poco durante l'
estate
. Volle
uscir
di
casa
,
esporsi
un po' all'
aria
, prima in
carrozza
, poi a
piedi
,
sorretto
da lei e col
bastone
. Finalmente,
riacquistate
alquanto le
forze
, volle ch'ella s'
affrettasse
a
preparar
l'
occorrente
per le
nozze
.
-
Guarirò
,
vedrai
... Mi
sento
meglio
, molto
meglio
.
Era
rimasta
intatta
a lui, qua, la
casa
maritale
: solo dalla
camera
aveva
tolto
il
letto
a due, o
meglio
, aveva
staccato
e
fatto
portar
via
quello de' due
lettini
gemelli
d'
ottone
, su cui aveva
dormito
la
moglie
. Ma anch'ella, la
Zorzi
, aveva di
là
la sua
casa
maritale
in
pieno
assetto
.
Ora
,
sposando
, quale delle due
case
avrebbero
ritenuta
? Ella non avrebbe voluto
contrariar
l'
infermo
, che
conosceva
metodico
e
schiavo
delle
abitudini
; ma proprio non se la
sentiva
di
viver
lì
, nella
casa
di lui, da
moglie
: tutto
lì
parlava
di
Margherita
; ed ella non poteva
aprire
un
cassetto
senza
provare
uno
strano
ritegno
, una
costernazione
indefinibile
, quasi che tutti gli
oggetti
custodissero
gelosi
i
ricordi
di quella, ond'erano
animati
. Ma anch'egli, certo si sarebbe
sentito
estraneo
fra gli
oggetti
della
casa
di lei.
Prendere
un'altra
casa
, una
casa
nuova
, con
nuova
mobilia
, e
vendere
la
vecchia
delle due
case
? Questo sarebbe
stato
il
meglio
... E a questo, senza
dubbio
, ella avrebbe
indotto
l'
amico
, se egli
fosse
stato
sano
, quello di prima...
Adesso
bisognava
rassegnarsi
e
contentarlo
,
mutando
il meno
possibile
. Il
letto
a due, intanto, quello sì,
doveva
esser
nuovo
. Poi,
dismessa
la
casa
del
primo
marito
, ella avrebbe
fatto
trasportar
qui i suoi
mobili
più
cari
; si sarebbe fatta una
scelta
tra quelli in
migliore
stato
delle due
case
, e il
superfluo
scartato
sarebbe
stato
venduto
.
Così fecero: e
sposarono
.
Come se la
cerimonia
nuziale
fosse
di buon
augurio
, per circa tre
mesi
,
fino
a
metà
dell'
autunno
, egli stette quasi
bene
:
colorito
, forse un po' troppo, e senza
tosse
. Ma
ricadde
coi
primi
freddi
; e allora
comprese
che
era
finita
per lui.
Lungo tutto l'
inverno
, che
passò
miseramente
tra il
letto
e la
poltrona
,
assaporando
la
morte
che gli stava sopra, fu
tormentato
fino
all'
ultimo
da un
pensiero
, che gli si
presentava
come un
problema
insolubile
: il
pensiero
di quelle due
tombe
gemelle
, nel
Pincetto
,
lassù
al
Verano
.
Dove lo avrebbe
fatto
seppellire
,
ora
, sua
moglie
?
E s'
impossessò
di lui, tra il
lento
cociore
della
febbre
e le
smanie
angosciose
del
male
, una
stizza
sorda
e
profonda
, che di
punto
in
punto
si
esasperava
vieppiù
, contro di lei, che aveva voluto a ogni
costo
quel
matrimonio
inutile
,
stolto
e
sciagurato
.
Sapeva
che
stolta
per la
moglie
era
stata invece l'
idea
di
costruire
quelle due
tombe
a quel modo; ma egli non voleva
riconoscerlo
. Del
resto
,
discussione
oziosa
, questa,
adesso
, che non avrebbe avuto altro
effetto
che
acuirgli
la
stizza
. La
questione
era
un'altra.
Marito
di lei,
ora
, poteva egli
andare
a
giacer
lassù
accanto alla prima
moglie
? e
domani
lei,
divenuta
moglie
d'un altro, accanto al
primo
marito
?
Si
tenne
finché poté, e all'
ultimo
glielo volle
domandare
.
- Ma che
vai
pensando
adesso
! - gli
gridò
ella, senza
lasciarlo
finire
.
- Bisogna invece
pensarci
a
tempo
, -
brontolò
egli,
cupo
,
lanciandole
di traverso
sguardi
odiosi
. - Io voglio
saperlo
, ecco! voglio
saperlo
!
- Ma sei
pazzo
? -
tornò
a
gridargli
lei. - Tu
guarirai
,
guarirai
...
Attendi
a
guarire
!
Egli,
convulso
, si
provò
a
levarsi
dal
seggiolone
:
- Io non
arrivo
a
finire
il
mese
! Come farai? come farai?
- Ma si
vedrà
poi,
Antonio
, per
carità
! per
carità
! -
proruppe
ella, e si
mise
a
piangere
.
Il
Gàttica-Mei
,
vedendola
piangere
, si stette
zitto
per un
pezzo
; poi
riprese
a
borbottare
,
guardandosi
le
unghie
livide
:
- Poi... sì... lo
vedrà
lei, poi... Tante
spese
... tante
cure
... Tutto per
aria
... tutto
scombinato
... Perché poi?... Poteva ogni cosa
restar
disposta
come
era
... tanto
bene
...
Alludeva
all'
epigrafe
conservata
là
nel
cassetto
della
scrivania
, all'
epigrafe
che
quattr'
anni
addietro
egli aveva
preparata
per sé, quella con l'
ADDÌ
(
puntini
in
fila
) DELL'
ANNO
(
puntini
in
fila
)
RAGGIUNSE
LA
SPOSA
.
Nella
furia
delle
disposizioni
da
dare
per i
funerali
, la
trovò
difatti, pochi
giorni
dopo,
rimestando
in quel
cassetto
, la
moglie
due
volte
vedova
.
La
lesse
, la
rilesse
, poi la
buttò
via
,
sdegnata
,
pestando
un
piede
.
Là
, accanto alla prima
moglie
? Ah, no, no
davvero
, no, no e no! Egli
era
stato
adesso
suo
marito
, e lei non poteva affatto
tollerare
che
andasse
a
giacere
a
fianco
di quell'altra.
Ma dove, allora?
Dove?
Lì
, nella
sepoltura
dello
Zorzi
. Tutti e due
insieme
, i
mariti
: l'uno e l'altro per lei
sola
.
Così "la
fida
compagna
", di cui il buon
Momolo
Zorzi
stava "in
attesa
" che venisse "a
dormirgli
accanto", fu l'
avvocato
Gàttica-Mei
. E ancora. nella
nicchia
dell'altro
letto
a due,
Margherita
, la
moglie
esemplare
ASPETTA
IN
PACE
LO
SPOSO
Ci verrà lei, ci verrà lei, la
doppia
vedova
, qui, invece, il più
tardi
possibile
.
Intanto,
lì
, le
lampade
delle
colonnine
sono
accese
tutt'e due; e qui, tutt'e due
spente
.
In questo, almeno, la
simmetria
era
salva
e il
Gàttica-Mei
poteva esserne
contento
.
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