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Luigi Pirandello
Una giornata
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C'è qualcuno che ride
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C'
è qualcuno che
ride
Serpeggia
una
voce
in
mezzo
alla
riunione
:
-
C'
è qualcuno che
ride
.
Qua,
là
, dove la
voce
arriva
, è come se si
drizzi
una
vipera
, o un
grillo
springhi
, o
sprazzi
uno
specchio
a
ferir
gli
occhi
a
tradimento
.
Chi
osa
ridere
?
Tutti si
voltano
di
scatto
a
cercare
in
giro
con
occhi
fulminanti
.
(Il
salone
enorme
,
illuminato
sopra la
folla
degli
invitati
dallo
splendore
di quattro
grandi
lampadarii
di
cristallo
,
rimane
in
alto
, nella
tetraggine
della sua
polverosa
antichità
, quasi
spento
e
deserto
; solo
pare
allarmata
, da un
capo
all'altro della
volta
, la
crosta
del
violento
affresco
secentesco
che ha
fatto
tanto per
soffocare
e
confondere
in un
nerume
di
notte
perpetua
le
truculente
frenesie
della sua
pittura
; si
direbbe
non
veda
l'
ora
che ogni
agitazione
cessi
anche in
basso
e il
salone
sia
sgombrato
.)
Qualche
faccia
lunga
,
forzata
con
pietoso
stiracchiamento
a un
afflitto
sorriso
di
compiacenza
, forse, a
guardar
bene
, si
trova
; ma nessuno che
rida
,
propriamente
.
Ora
,
sorridere
di
compiacenza
sarà
lecito
, sarà
credo
anzi
doveroso
, se è
vero
che la
riunione
- molto
seria
- vuole anche aver l'
aria
d'uno dei
soliti
trattenimenti
cittadini
in
tempo
di
carnevale
.
C'
è difatti sulla
pedana
coperta
da un
tappeto
nero
un'
orchestrina
di
calvi
inteschiti
che
suona
senza
fine
ballabili
, e
coppie
ballano
per
dare
alla
riunione
un'
apparenza
di
festa
da
ballo
, all'
invito
e quasi al
comando
di
fotografi
chiamati
apposta
.
Stridono
però
talmente
il
rosso
, il
celeste
di certi
abiti
femminili
ed è così
ribrezzosa
la
gracilità
di certe
spalle
e di certe
braccia
nude
, che quasi quasi
vien
fatto
di
pensare
quei
ballerini
non siano
stati
estratti
di
sotterra
per l'
occasione
,
giocattoli
vivi
d'altro
tempo
,
conservati
e
ora
ricaricati
artificialmente
per
dar
questo
spettacolo
. Si
sente
proprio il
bisogno
, dopo averli
guardati
, di
attaccarsi
a un che di
solido
e
rude
: ecco, per
esempio
, la
nuca
di questo vicino
aggrondato
che
suda
paonazzo
e si fa
vento
con un
fazzoletto
bianchissimo
; la
fronte
da
idiota
di quella
vecchia
signora
.
Strano
intanto: sulla
squallida
tavola
dei
rinfreschi
, i
fiori
non sono
finti
, e allora fa tanta
malinconia
pensare
ai
giardini
da cui sono
stati
colti
questa
mattina
sotto una
pioggerella
chiara
che
spruzzolava
lieve
pungente
; e che
peccato
questa
pallida
rosa
già
disfatta
che
serba
nelle
foglie
cadute
un
morente
odore
di
carne
incipriata
.
Sperduto
qua e
là
tra la
folla
,
c'
è anche qualche
invitato
in
domino
, che
sembra
un
fratellone
in
cerca
del
funerale
.
La
verità
è che tutti questi
invitati
non
sanno
la
ragione
dell'
invito
. E'
sonato
in
città
come l'
appello
a un'
adunata
.
Ora
,
perplessi
se
convenga
meglio
appartarsi
o
mettersi
in
mostra
(che non sarebbe neanche
facile
tra tanta
folla
) l'uno
osserva
l'altro, e chi si
vede
osservato
nell'
atto
di
tirarsi
indietro
o di
cercare
di farsi avanti,
appassisce
e
resta
lì
; perché sono anche in
sospetto
l'uno dell'altro e la
diffidenza
nella
ressa
dà
smanie
che a
stento
riescono
a
contenere
;
occhiate
alle
spalle
s'
allungano
oblique
che, appena
scoperte
, si
ritraggono
come
serpi
.
- Oh
guarda
, sei qua anche tu?
- Eh, ci siamo tutti, mi
pare
.
Nessuno intanto
osa
chiedere
perché,
temendo
di
essere
lui solo ad
ignorarlo
, il che sarebbe
colpa
nel
caso
che la
riunione
sia stata
indetta
per
prendere
una
grave
decisione
. Senza farsene
accorgere
, alcuni
cercano
con gli
occhi
quei due o tre che si
presume
debbano
essere
in
grado
di
saperlo
; ma non li
trovano
; si saranno
riuniti
a
consulto
in qualche
sala
segreta
, dove di tanto in tanto qualcuno è
chiamato
e
accorre
impallidendo
e
lasciando
gli altri in un
ansioso
sbigottimento
. Si
cerca
di
desumere
dalle
qualità
di chi è
stato
chiamato
e dalla sua
posizione
e dalle sue
aderenze
che cosa di
là
possa
essere
in
deliberazione
, e non si
riesce
a
comprenderlo
perché, poco prima, è
stato
chiamato
un altro di
qualità
opposte
e d'
aderenze
affatto
contrarie
.
Nella
costernazione
generale
per questo
mistero
, l'
orgasmo
va
crescendo
di
punto
in
punto
. Si
sa
un'
inquietudine
come fa presto a
propagarsi
e come una cosa,
passando
di
bocca
in
bocca
, si
alteri
fino
a
diventare
un'altra.
Arrivano
così da un
capo
all'altro del
salone
tali
enormità
da far
restare
tramortiti
. E dagli
animi
così tutti in
fermento
vapora
e si
diffonde
come un
incubo
, nel quale, al
suono
angoscioso
e
spasimante
di quell'
orchestrina
, tra il
brusìo
confuso
che
stordisce
e i
riverberi
dei
lumi
negli
specchi
, i più
strani
fantasmi
guizzano
davanti agli
occhi
di ciascuno, e come un
fumo
che
trabocchi
in
dense
volute
, dalle
coscienze
che
covano
in
segreto
il
fuoco
d'
inconfessati
rimorsi
,
apprensioni
traboccano
e
paure
e
sospetti
d'ogni
genere
; in tanti la
smania
istintiva
di
correr
subito a un
riparo
ha i più
impreveduti
effetti
: chi
sbatte
gli
occhi
di
continuo
, chi
guarda
un vicino senza
vederlo
e
teneramente
gli
sorride
, chi
sbottona
e
riabbottona
senza
fine
un
bottone
del
panciotto
.
Meglio
far
vista
di niente.
Pensare
a
cose
aliene
. La
Pasqua
ch'è
bassa
quest'
anno
. Uno che si
chiama
Buongiorno
. Ma che
soffocazione
intanto questa
commedia
con noi stessi.
Il
fatto
(se
vero
) che qualcuno
ride
non
dovrebbe
far tanta
impressione
, mi
sembra
, se tutti sono in quest'
animo
. Ma altro che
impressione
!
Suscita
un
fierissimo
sdegno
, e proprio perché tutti sono in quest'
animo
:
sdegno
come per un'
offesa
personale
, che si possa avere il
coraggio
di
ridere
apertamente
. L'
incubo
grava
così
insopportabile
su tutti,
appunto
perché a nessuno
par
lecito
ridere
. Se uno si
mette
a
ridere
e gli altri
seguono
l'
esempio
, se tutto quest'
incubo
frana
d'
improvviso
in una
risata
generale
,
addio
ogni cosa! Bisogna che in tanta
incertezza
e
sospensione
d'
animi
si
creda
e si
senta
che la
riunione
di questa
sera
è molto
seria
.
Ma
c'
è poi
veramente
questo qualcuno che
seguita
a
ridere
, nonostante la
voce
che
serpeggia
ormai
da un
pezzo
in
mezzo
alla
riunione
? Chi è? Dov'è? Bisogna
dargli
la
caccia
,
afferrarlo
per il
petto
,
sbatterlo
al
muro
, e, tutti coi
pugni
protesi
,
domandargli
perché
ride
e di chi
ride
.
Pare
che non sia uno solo. Ah sì, più d'uno?
Dicono
che sono almeno tre. Ma come, di
concerto
, o ciascuno per sé?
Pare
di
concerto
tutt'e tre. Ah sì? venuti dunque col
deliberato
proposito
di
ridere
?
Pare
.
E' stata prima
notata
una
ragazzona
,
vestita
di
bianco
, tutta
rossa
in
viso
,
prosperosa
, un po'
goffa
, che si
buttava
via
dalle
risa
in un
angolo
della
sala
di
là
. Non ci s'è
fatto
caso
in
principio
, sia perché
donna
, sia per l'
età
. Ha solo
urtato
il
suono
inatteso
della
risata
e alcuni si sono
voltati
come per una
sconvenienza
,
diciamo
pure
impertinenza
,
tracotanza
là
, se si vuole, ma
perdonabile
,
via
: un
riso
da
bambina
, del
resto
subito
troncato
,
vedendosi
osservata
.
Scappata
via
da quell'
angolo
,
curva
,
comprimendosi
, con tutte e due le
mani
sulla
bocca
, ha
fatto
senso
- questo sì -
udirla
ancora
ridere
di
là
, in un
prorompimento
convulso
, forse a
causa
della
compressione
che
fuggendo
s'
era
imposta
.
Bambina
?
Ora
si viene a
sapere
che ha, a
dir
poco,
sedici
anni
, e due
occhi
che
schizzano
fiamme
.
Pare
che
vada
fuggendo
da una
sala
all'altra, come
inseguita
. Sì, sì, è
inseguita
difatti, è
inseguita
da un
giovinotto
molto
bello
,
biondo
come lei, che
ride
anche lui come un
pazzo
inseguendola
; e di
tratto
in
tratto
si
ferma
sbalordito
dall'
improntitudine
di lei che si
ficca
da per tutto; vorrebbe
darsi
un
contegno
ma non ci
riesce
; si
volta
di qua e di
là
come
sentendosi
chiamare
, e certo si
morde
così le
labbra
per
tenere
a
freno
un
impeto
d'
ilarità
che gli
gorgoglia
dentro e gli fa
sussultare
lo
stomaco
. Ed ecco che
ora
hanno
scoperto
anche il
terzo
, un certo
ometto
elastico
che
va
ballonzollando
e
battendo
i due
corti
braccini
sulla
pancetta
tonda
e
soda
come due
bacchette
sul
tamburo
, la
calvizie
specchiante
tra una
rossa
corona
di
capelli
ricciuti
e una
faccia
beata
in cui il
naso
gli
ride
più della
bocca
, e gli
occhi
più della
bocca
e del
naso
, e gli
ride
il
mento
e gli
ride
la
fronte
, gli
ridono
perfino
le
orecchie
. In
marsina
come tutti gli altri. Chi l'ha
invitato
? Come si sono
introdotti
nella
riunione
? Nessuno li
conosce
. Nemmeno io. Ma
so
che è lui il
padre
di quei due
ragazzi
,
signore
agiato
che
vive
in
campagna
con la
figlia
, mentre il
figlio
è agli
studii
qua in
città
. Saranno
capitati
a questa
finta
festa
da
ballo
per
combinazione
. Chi
sa
che cosa, venendo, si saran
detta
tra loro, che
intese
e
scherzi
segreti
si saran tra loro da
tempo
stabiliti
,
burle
note
soltanto
a loro,
polveri
in
serbo
,
colorate
, da
fuochi
d'
artificio
,
pronte
a
esplodere
a un
minimo
incentivo
, sia
pure
d'uno
sguardo
di
sfuggita
:
fatto
si è che non possono stare
insieme
: si
cercano
però con gli
occhi
da
lontano
e, appena si
sbirciano
,
voltano
la
faccia
e sotto le
mani
sbruffano
certe
risate
che sono
veramente
scandalose
in
mezzo
a tanta
serietà
.
L'
ossessione
di questa
serietà
è così su tutti
incombente
e
soffocante
, che nessuno
riesce
a
supporre
che quei tre ne possano esser fuori,
lontani
, e possano avere in sé invece una
innocente
e
magari
sciocca
ragione
di
ridere
così di nulla; la
ragazza
, per
esempio
, solo perché ha
sedici
anni
e perché è
abituata
a
vivere
come una
puledra
in
mezzo
a un
prato
fiorito
, una
puledra
che
imbizzarrisca
a ogni
alito
d'
aria
e
salti
e
corra
felice
, non
sa
lei stessa di che: si può
giurare
che non s'
accorge
di nulla, che non ha il
minimo
sospetto
dello
scandalo
che sta
sollevando
insieme
col
padre
e col
fratello
così anch'essi
festanti
,
alieni
e
lontani
d'ogni
sospetto
.
Sicché quando,
riuniti
alla
fine
tutt'e tre su di un
divano
della
sala
di
là
, il
padre
in
mezzo
tra il
figlio
e la
figlia
,
contenti
e
spossati
, con un gran
desiderio
di
abbracciarsi
per il
divertimento
che si son
presi
,
sgorgato
dalla loro stessa
gioja
in tutte quelle
belle
risate
come in un
fragorìo
d'
effimere
spume
, si
vedono
venire
incontro
dalle tre
grandi
porte
vetrate
, come una
nera
marea
sotto un
cielo
d'
improvviso
incavernato
, tutta la
folla
degli
invitati
,
lentamente
,
lentamente
, con
melodrammatico
passo
di
tenebrosa
congiura
,
dapprima
non
capiscono
nulla, non
credono
che quella
buffa
manovra
possa esser fatta per loro e si
scambiano
un'
occhiata
, ancora un po'
sorridenti
; il
sorriso
però
va
man
mano
smorendo
in un
crescente
sbalordimento
, finché, non potendo né
fuggire
e nemmeno
indietreggiare
,
addossati
come sono alla
spalliera
del
divano
, non più
sbalorditi
ma
atterriti
ora
,
levano
istintivamente
le
mani
come a
parar
la
folla
che,
seguitando
a
procedere
, s'è fatta loro sopra,
terribile
. I tre
maggiorenti
, quelli che, proprio per loro e non per altro, s'erano
riuniti
a
consulto
in una
sala
segreta
, proprio per la
voce
che
serpeggiava
del loro
riso
inammissibile
a cui han
deliberato
di
dare
una
punizione
solenne
e
memorabile
, ecco, sono
entrati
dalla
porta
di
mezzo
e sono avanti a tutti, coi
cappucci
del
domino
abbassati
fin
sul
mento
e
burlescamente
ammanettati
con tre
tovaglioli
, come
rei
da
punire
che vengano a
implorare
da loro
pietà
. Appena sono davanti al
divano
, una
enorme
sardonica
risata
di tutta la
folla
degli
invitanti
scoppia
fracassante
e
rimbomba
orribile
più
volte
nella
sala
. Quel
povero
padre
,
sconvolto
,
annaspa
tutto
tremante
,
riesce
a
prendersi
sotto
braccio
i due
figli
e, tutto
ristretto
in sé, coi
brividi
che gli
spaccano
le
reni
, senza poter nulla
capire
, se ne
scappa
,
inseguito
dal
terrore
che tutti gli
abitanti
della
città
siano
improvvisamente
impazziti
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