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Luigi Pirandello
Una giornata
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Vittoria delle formiche
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Vittoria
delle
formiche
Una cosa per
sè
forse
ridicola
ma, agli
effetti
,
terribile
: una
casa
invasa
tutta dalle
formiche
. E questo
pensiero
folle
: che il
vento
si
fosse
alleato
con esse. Il
vento
con le
formiche
.
Alleato
, con quella
sconsideratezza
che gli è propria, da non potersi nell'
impeto
fermare
neppure un
minuto
per
riflettere
a quello che fa.
Detto
fatto
, a
raffica
, s'
era
levato
giusto
sul
punto
che lui
prendeva
la
decisione
di
dar
fuoco
al
formicajo
davanti la
porta
. E
detto
fatto
, la
casa
, tutta in
fiamme
. Come se per
liberarla
dalle
formiche
lui non avesse
trovato
altro
espediente
che il
fuoco
:
incendiarla
.
Ma prima di venire a questo
punto
decisivo
sarà
bene
ricordarsi
di molte
cose
precedenti
che possono
spiegare
in qualche modo sia come le
formiche
avevano potuto
invadere
fino
a tanto la
casa
e sia come poté
nascere
a lui il
pensiero
stravagante
di quest'
alleanza
tra le
formiche
e il
vento
.
Ridotto
alla
fame
, da
agiato
come il
padre
l'aveva
lasciato
morendo
,
abbandonato
dalla
moglie
e dai
figli
che s'erano
acconciati
a
vivere
per
conto
loro alla
meglio
,
liberati
alla
fine
dalle sue
soperchierie
che si potevano
qualificare
in tanti
modi
, ma sopra tutto
incongruenti
; lui che al
contrario
si
credeva
loro
vittima
per troppa
remissione
e non
corrisposto
mai da nessuno di loro nei suoi
gusti
pacifici
e nelle sue
vedute
giudiziose
;
viveva
solo, in un
palmo
di
terra
che gli
era
restato
di tutti i
beni
che prima
possedeva
,
case
e
poderi
; un
palmo
di
terra
bonificata
, sotto il
paese
, sul
ciglio
della
vallata
, con una
catapecchia
di appena tre
stanze
, dove prima
abitava
il
contadino
che aveva in
affitto
la
terra
.
Ora
ci
abitava
lui, il
signore
ridotto
peggio
del più
miserabile
contadino
;
vestito
ancora d'un
abito
da
signore
che
addosso
a lui
appariva
orribilmente
più
strappato
e
unto
che
addosso
a un
mendicante
che l'avesse avuto in
elemosina
. Pur tuttavia quella sua
signorile
spaventosa
miseria
pareva
a
volte
quasi
allegra
, come certe
toppe
di
colore
che i
poveri
portano
sui loro
abiti
e quasi fanno loro da
bandiera
. Nella
lunga
faccia
smorta
, negli
occhi
pesti
ma
vivi
, aveva un che di
gajo
che s'
accordava
coi
ricci
svolazzanti
del
capo
,
mezzi
grigi
e
mezzi
rossi
; e certi
ilari
guizzi
negli
occhi
, subito
spenti
al
pensiero
che,
scorti
per
caso
da qualcuno, lo facessero
creder
pazzo
.
Capiva
lui stesso ch'
era
molto
facile
che gli altri si facessero di lui un tal
concetto
. Ma
era
proprio
contento
di farsi
ormai
tutto da sé come
piaceva
a lui; e
assaporava
con
gusto
infinito
quel poco e quasi niente che poteva
offrirgli
la
povertà
. Non aveva nemmeno tanto da
accendere
il
fuoco
tutti i
giorni
per
cucinarsi
una
minestra
di
fave
o di
lenticchie
. Gli sarebbe
piaciuto
, perché nessuno
sapeva
cucinarla
meglio
di lui,
dosandovi
con tanta
arte
il
sale
e il
pepe
e
mescolandovi
certe
verdure
appropriate
che, durante la
cottura
, solo a
odorarla
la
minestra
inebriava
; e poi, a
mangiarla
, un
miele
. Ma
sapeva
anche farne a meno. Gli
bastava
, la
sera
,
uscir
fuori a due
passi
dalla
porta
,
cogliere
nell'
orto
un
pomodoro
, una
cipolla
per
companatico
alla
solida
pagnotta
che con
meticolosa
cura
affettava
con un
coltellino
e con due
dita
,
pezzetto
per
pezzetto
, si
portava
alla
bocca
come un
boccone
prelibato
.
Aveva
scoperto
questa
nuova
ricchezza
, nell'
esperienza
che può
bastar
così poco per
vivere
; e
sani
e senza
pensieri
; con tutto il
mondo
per sé, da che non si ha più
casa
né
famiglia
né
cure
né
affari
;
sporchi
,
stracciati
, sia
pure
, ma in
pace
;
seduti
, di
notte
, al
lume
delle
stelle
, sulla
soglia
d'una
catapecchia
; e se s'
accosta
un
cane
, anch'esso
sperduto
,
farselo
accucciare
accanto e
carezzarlo
sulla
testa
: un
uomo
e un
cane
,
soli
sulla
terra
, sotto le
stelle
.
Ma senza
pensieri
, non
era
vero
.
Buttato
poco dopo su un
pagliericcio
per
terra
come una
bestia
, invece di
dormire
si
metteva
a
mangiare
le
unghie
e, senza
badarci
, a
strapparsi
coi
denti
fino
al
sangue
le
pipite
delle
dita
, che poi gli
bruciavano
gonfie
e
suppurate
per parecchi
giorni
.
Ruminava
tutto ciò che avrebbe
dovuto
fare e che non aveva
fatto
per
salvare
i suoi
beni
; e si
torceva
dalla
rabbia
o
mugolava
per il
rimorso
, come se la sua
rovina
fosse
accaduta
jeri
, come se
jeri
avesse
finto
di non
accorgersi
che sarebbe
accaduta
tra poco e che
ormai
non
era
più
rimediabile
. Non ci poteva
credere
! Uno dopo l'altro s'
era
lasciati
portar
via
dagli
usuraj
i
poderi
, e una dopo l'altra le
case
, per poter
disporre
d'un po' di
danaro
di
nascosto
dalla
moglie
, per
pagarsi
qualche
piccola
passeggera
distrazione
(
veramente
, non
piccola
né
passeggera
;
era
inutile
che
cercasse
adesso
attenuazioni
;
doveva
rotondamente
confessarsi
che aveva
vissuto
di
nascosto
per
anni
come un
vero
porco
, ecco, così
doveva
dire
: come un
vero
porco
;
donne
,
vino
,
giuoco
) e gli
era
bastato
che la
moglie
non si
fosse
ancora
accorta
di nulla, per
seguitare
a
vivere
come se neppur lui
sapesse
nulla della
rovina
imminente
; e
sfogava
intanto le
bili
e le
smanie
segrete
sul
figlio
innocente
che
studiava
il
latino
.
Sissignori
.
Incredibile
: s'
era
messo
a
ristudiare
il
latino
anche lui, per
sorvegliare
e
ajutare
il
figlio
; come se non avesse altro da fare e
fosse
davvero
un'
attenzione
e una
cura
, questa sua, che potesse
compensare
il
disastro
che intanto
preparava
a tutta la
famiglia
. Questo
disastro
, per la sua
segreta
esasperazione
,
era
lo stesso di quello a cui
andava
incontro
il
figlio
se non
riusciva
a
comprendere
il
valore
dell'
ablativo
assoluto
o della
forma
avversativa
; e s'
accaniva
a
spiegarglielo
, e tutta la
casa
tremava
dalle sue
grida
e dalle sue
furie
per l'
imbalordimento
di quel
povero
ragazzo
, che
piano
piano
forse lo avrebbe alla
fine
compreso
da sé. Con che
occhi
lo aveva
guardato
una
volta
, dopo uno
schiaffo
! Nell'
impeto
del
rimorso
,
ripensando
a quello
sguardo
del suo
ragazzo
, si
sgraffiava
ora
la
faccia
con le
dita
artigliate
e s'
ingiuriava
:
porco
,
porco
,
bruto
:
prendersela
così con un
innocente
!
Lasciava
il
pagliericcio
;
rinunziava
a
dormire
;
tornava
a
sedere
sulla
soglia
della
catapecchia
; e
lì
il
silenzio
smemorato
della
campagna
immersa
nella
notte
, a poco a poco, lo
placava
. Il
silenzio
, non che
turbato
,
pareva
accresciuto
dal
remoto
scampanellìo
dei
grilli
che veniva dal
fondo
della
grande
vallata
.
Era
già nella
campagna
la
malinconia
della
stagione
declinante
; e lui
amava
le
prime
giornate
umide
velate
, quando
cominciano
a
cadere
quelle
pioggerelle
leggere
, che gli
davano
, chi
sa
perché, una
vaga
nostalgia
dell'
infanzia
lontana
, quelle
prime
sensazioni
meste
e pur
dolci
che fanno
affezionare
alla
terra
, al suo
odore
. La
commozione
gli
gonfiava
il
petto
; l'
angoscia
gli
serrava
la
gola
, e si
metteva
a
piangere
.
Era
destino
che lui
dovesse
finire
in
campagna
. Ma non s'
aspettava
così
veramente
.
Non avendo né la
forza
né i
mezzi
di
coltivare
da sé quel po' di
terra
, che
fruttava
appena tanto da
pagar
la
tassa
fondiaria
di cui
era
gravata
, l'aveva
ceduta
al
contadino
che aveva in
affitto
il
podere
accanto, a
condizione
che
pagasse
lui quella
tassa
e che gli desse
soltanto
da
mangiare
: poco, quasi per
elemosina
, di quel che
produceva
la
terra
stessa:
pane
e
verdura
, e da farsi, se gli
andava
, una
minestra
ogni tanto.
Stabilito
quest'
accordo
, aveva
preso
a
considerare
tutto quello che si
vedeva
attorno
,
mandorli
,
olivi
,
grano
,
ortaglie
, come
cose
che non
appartenessero
più a lui. Sua
era
soltanto
la
catapecchia
; ma se si
metteva
a
guardarla
come la sua
unica
proprietà
, non poteva fare a meno di
sorriderne
col più
amaro
dileggio
. Già l'avevano
invasa
le
formiche
.
Finora
s'
era
divertito
a
vederle
scorrere
in
processioni
infinite
su per le
pareti
delle
stanze
. Erano tante e tante, che a
volte
pareva
che le
pareti
tremolassero
tutte. Ma più gli
piaceva
vederle
andare
in tutti i
sensi
da
padrone
sui
buffi
mobili
signorili
di quella ch'
era
stata un
tempo
la sua
casa
in
città
,
relitti
del
naufragio
della sua
famiglia
,
ammassati
lì
alla
rinfusa
e tutti con un
dito
di
polvere
sopra. Nell'
ozio
, per
distrarsi
, s'
era
messo
anche a
studiarle
, quelle
formiche
, per
ore
e
ore
.
Erano
formiche
piccolissime
e della più
lieve
esilità
,
fievoli
e
rosee
, che un
soffio
ne poteva
portar
via
più di cento; ma subito cento altre ne
sopravvenivano
da tutte le
parti
; e il da fare che si
davano
; l'
ordine
nella
fretta
; queste
squadre
qua, quest'altre
là
;
viavai
senza
requie
; s'
intoppavano
,
deviavano
per un
tratto
, ma poi
ritrovavano
la
strada
, e certo s'
intendevano
e
consultavano
tra loro.
Non gli
era
parso
ancora, però, forse per quella loro
esilità
e
piccolezza
, che potessero
essere
temibili
, che volessero proprio
impadronirsi
della
casa
e di lui stesso e non
lasciarlo
più
vivere
. Pur le aveva
trovate
da per tutto, in tutti i
cassetti
; le aveva
vedute
venir fuori
donde
meno se le sarebbe
aspettate
; se l'
era
trovate
anche in
bocca
talvolta,
mangiando
qualche
pezzo
di
pane
lasciato
per un
momento
sulla
tavola
o altrove. L'
idea
che se ne
dovesse
seriamente
difendere
, che le
dovesse
seriamente
combattere
, non gli
era
ancora venuta. Gli venne tutt'a un
tratto
una
mattina
, forse per l'
animo
in cui
era
, dopo una
nottataccia
più
nera
delle altre.
S'
era
levata
la
giacca
per
portar
dentro la
catapecchia
alcuni
covoni
, una
ventina
, che dopo la
mietitura
il
contadino
non aveva ancora
trasportato
nel suo
podere
di
là
e aveva
lasciato
qua all'
aperto
. Il
cielo
, durante la
notte
, s'
era
incavernato
, e la
pioggia
pareva
imminente
.
Abituato
a non far mai nulla, per quella
fatica
insolita
e per quella
sciocca
previdenza
, che poi del
resto
non
spettava
neanche a lui perché quei
covoni
di
grano
appartenevano
come tutto il
resto
al
contadino
, s'
era
tanto
stancato
, che quando fu per
trovar
posto
dentro la
catapecchia
, già tutta
stipata
, all'
ultimo
covone
, non ne poté più,
lasciò
quel
covone
davanti la
porta
, e
sedette
per
riposarsi
un po'.
A
capo
chino
, con le
braccia
appoggiate
alle
gambe
discoste
,
lasciò
penzolare
tra esse le
mani
. E ad un certo
punto
ecco che si
vide
uscire
dalle
maniche
della
camicia
su quelle
mani
penzoloni
le
formiche
, le
formiche
che dunque sotto la
camicia
gli
passeggiavano
sul
corpo
come a
casa
loro. Ah, perciò forse la
notte
lui non poteva più
dormire
e tutti i
pensieri
e i
rimorsi
lo
riassalivano
. S'
infuriò
e
decise
lì
per
lì
di
sterminarle
. Il
formicajo
era
a due
passi
dalla
porta
.
Dargli
fuoco
.
Come non
pensò
al
vento
? Oh
bella
. Non ci
pensò
perché il
vento
non
c'
era
, non
c'
era
. L'
aria
era
immota
; in
attesa
della
pioggia
che
pendeva
sulla
campagna
, in quel
silenzio
sospeso
che
precede
la
caduta
delle
prime
grosse
gocce
. Non
crollava
foglia
. La
raffica
si
levò
d'
improvviso
a
tradimento
, appena lui
accese
il
fascetto
di
paglia
raccolta
per
terra
; lo
teneva
in
mano
come una
torcia
; nell'
abbassarlo
per
dar
fuoco
al
formicajo
, la
raffica
,
investendolo
,
portò
le
faville
a quel
covone
rimasto
davanti la
porta
, e subito il
covone
avvampando
appiccò
il
fuoco
agli altri
covoni
riparati
dentro la
casa
, dove l'
incendio
d'un
tratto
divampò
crepitando
e
riempiendo
tutto di
fumo
. Come un
pazzo
,
urlando
con le
braccia
levate
, lui si
cacciò
dentro alla
fornace
, forse
sperando
di
spegnerla
.
Quando dalla
gente
accorsa
fu
tratto
fuori, fu uno
spavento
vederlo
tutto
orribilmente
arso
e non ancor
morto
, anzi
furiosamente
esaltato
,
annaspante
con le
braccia
, le
fiamme
addosso
, sugli
abiti
e nei
ricci
svolazzanti
sul
capo
.
Morì
poche
ore
dopo all'
ospedale
, dove fu
trasportato
. Nel
delirio
,
sparlava
del
vento
, del
vento
e delle
formiche
.
-
Alleanza
...
alleanza
...
Ma già lo
sapevano
pazzo
. E quella sua
fine
, sì, fu
commiserata
, ma pur con un certo
sorriso
sulle
labbra
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