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Luigi Pirandello
Una giornata
IntraText CT - Lettura del testo
Quando s'è capito il giuoco
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Quando s'è
capito
il
giuoco
Tutte le
fortune
a
Memmo
Viola
!
E se le
meritava
davvero
quel buon
Memmone
, che
cacciava
le
mosche
allo stesso modo con cui
guardava
la
moglie
, cioè con l'
aria
di
dire
:
- Ma perché v'
ostinate
,
santo
Dio
, a
molestarmi
così? Non
sapete
già, che non
riuscirete
mai a farmi
stizzire
? E dunque
sciò
,
care
;
sciò
...
Le
mosche
, la
moglie
, tutte le
noje
piccole
e
grandi
della
vita
, le
ingiustizie
della
sorte
, le
malignità
degli
uomini
, le stesse
sofferenze
corporali
, non avrebbero potuto mai
alterare
la sua
stanca
placidità
, né
scuoterlo
da quella
specie
di
perpetuo
letargo
filosofico
, che gli stava nei
grossi
occhi
verdastri
e gli
ansimava
nel
nasone
tra i
peli
dei
baffi
arruffati
e quelli che gli
uscivano
a
cespugli
dalle
narici
.
Perché
Memmo
Viola
diceva
di aver
capito
il
giuoco
. E quando uno ha
capito
il
giuoco
...
Invulnerabile
al
dolore
, però,
impenetrabile
anche alla
gioja
. E questo
era
un
vero
peccato
, perché
Memmo
Viola
era
quel che
suol
dirsi
un
beniamino
della
fortuna
.
Forse però il
giuoco
, ch'egli
diceva
d'aver
capito
,
era
questo, che la
fortuna
lo
favoriva
tanto,
appunto
perché egli
era
così,
appunto
perché
sapeva
che egli non le sarebbe
corso
mai dietro, neppure se essa gli avesse
profferto
, dopo due
gambate
, tutti i
tesori
del
mondo
, e che non si sarebbe
rallegrato
né
punto
né poco, neanche se
fosse
venuta da sé a
portarglieli
in
casa
.
Tutti i
tesori
del
mondo
, no; ma ecco che un
giorno
gli aveva proprio
portato
in
casa
la
grossa
eredità
di chi
sa
qual
vecchia
zia
, una
vecchia
zia
sconosciuta
,
morta
in
Germania
; per cui aveva potuto
rinunziare
all'
impiego
, che gli
pesava
tanto, sebbene,
povero
Memmo
, come tutto il
resto
, da dieci
anni
lo
sopportasse
in
santa
pace
. Poco
tempo
dopo, la
moglie
,
stanca
di
vedersi
guardata
a quel modo e di non esser
buona
a farlo
arrabbiare
, per quante gliene facesse sotto gli
occhi
, di tutti i
colori
, gli aveva
aperto
, anzi
spalancato
la
porta
, e lo aveva
spinto
fuori, a
vivere
libero
per
conto
suo, in un
quartierino
da
scapolo
; a
patto
, però, che egli
lasciasse
libera
anche lei, allo stesso modo, e con un
congruo
assegno
debitamente
assicurato
.
Sì? E quando mai
Memmo
Viola
s'
era
sognato
di
porre
un
limite
o un
freno
alla
libertà
della
moglie
? Ma ella voleva così?
AMEN
. E con tutti i
libri
di
scienze
fisiche
e
matematiche
e di
filosofia
, e tutte le
stoviglie
di
cucina
, che
rappresentavano
le due più
forti
passioni
della sua
vita
,
era
andato
ad
allogarsi
in tre
stanzette
modeste
. Dopo aver
dato
allo
spirito
il
nutrimento
più
gradito
,
attendeva
a
preparar
da sé, con le sue
mani
, anche il più
gradito
nutrimento
al suo
corpo
:
cuoco
dilettante
e
dilettante
filosofo
.
Una
vecchia
serva
veniva ogni
mattina
a fargli la
spesa
, gli
apparecchiava
la
tavola
, gli
rigovernava
la
cucina
, gli
rifaceva
il
letto
e la
pulizia
delle tre
stanzette
, e se ne
andava
.
Se non che, dopo appena due
mesi
di questa
seconda
fortuna
, una
mattina
per
tempissimo
, ch'egli se ne stava ancora a
letto
a fare il
sonnellino
dell'
oro
, sua
moglie
venne a
svegliarlo
di
soprassalto
nel suo
quartierino
con una
furiosa
scampanellata
e,
investendolo
come una
bufera
, lo
trascinò
afferrato
per il
petto
,
povero
Memmo
, così in
camicia
come si
trovava
e con le
brache
ancora in
mano
, verso un
angolo
della
camera
, dietro un
paraventino
coperto
di
mussola
rasata
color
di
rosa
, ove s'
immaginò
dovesse
star
nascosto
il
lavabo
e,
versandogli
lei stessa, per non
perder
tempo
, l'
acqua
nel
catino
, lo
costrinse
a
lavarsi
e poi subito a
vestirsi
, subito subito, perché
doveva
uscire
,
doveva
correre
,
precipitarsi
in
cerca
di due
amici
.
- Ma perché?
-
Làvati
, ti
dico
!
- Ecco, mi
lavo
... Ma perché?
- Perché tu sei
sfidato
!
-
Sfidato
? io? Chi m'ha
sfidato
?
-
Sfidato
... non
so
bene
: o sei
sfidato
o
devi
sfidare
. Non
so
di queste
cose
...
so
che ho qua il
biglietto
di quel
mascalzone
.
Làvati
,
vèstiti
,
spìcciati
, ma non mi star davanti con
codest
'
aria
di
mammalucco
intronato
!
Memmo
Viola
, venuto fuori dal
paraventino
con le
mani
bollicose
di
saponata
,
guardava
veramente
la
moglie
, se non come un
mammalucco
, certo come
intronato
. Non lo
costernava
tanto l'
annunzio
di quella
sfida
, quanto la
grave
agitazione
della
moglie
, fuori di
casa
a quell'
ora
e in quel
disordine
d'
abbigliamento
.
- Abbi
pazienza
,
Cristina
mia...
Dimmi
almeno, mentre mi
lavo
, che cosa è
accaduto
...
- Che? - gli
gridò
la
moglie
,
avventandoglisi
di
nuovo
addosso
, quasi con le
mani
in
faccia
. - Sono stata
vigliaccamente
,
sanguinosamente
insultata
in
casa
mia, per
causa
tua... perché sono
rimasta
sola
, senza
difesa
,
capisci
?...
Insultata
...
oltraggiata
... Mi hanno
messo
le
mani
addosso
,
capisci
? a
frugarmi
, qua, in
petto
,
capisci
? Perché hanno
sospettato
ch'io
fossi
...
Non poté
seguitare
; si
coprì
furiosamente
il
volto
con le
mani
e
ruppe
in un
pianto
stridulo
,
convulso
, d'
onta
, di
ribrezzo
, di
rabbia
.
- Oh
Dio
, - fece
Memmo
. - Ma quando è
stato
? Chi ha potuto
osare
?
E allora la
moglie
, prima tra i
singhiozzi
e
storcendosi
le
mani
, poi di
punto
in
punto
rieccitandosi
vieppiù
, gli
narrò
che la
sera
avanti, mentr'
era
a
cena
, aveva
sentito
un gran
fracasso
alla
porta
,
grida
,
risate
,
scampanellate
,
pugni
,
pedate
. La
serva
,
accorsa
,
era
venuta a
dirle
che quattro
signori
mezzo
ubriachi
,
cercavano
d'una
Spagnuola
, di una certa
PEPITA
, e che non se ne volevano
andare
e s'erano
buttati
a
sedere
sconciamente
nella
saletta
d'
ingresso
. Appena avevano
veduto
comparire
lei, le erano
saltati
tutti e quattro
addosso
e chi
pigliandola
per il
ganascino
, chi
cingendole
con un
braccio
la
vita
, chi
frugandole
in
petto
, l'avevano
pregata
,
scongiurata
di
conceder
loro una
visitina
alla
piccola
PEPITA
. Al suo
divincolarsi
, alle sue
grida
, ai suoi
morsi
, avevano
risposto
con
risa
e
gesti
sguajati
, finché, a quel
pandemonio
, non erano
accorsi
dai
piani
di sopra e di sotto tanti
vicini
di
casa
.
Scuse
...
chiarimenti
...
c'
era
un
equivoco
...
mortificazione
... Uno s'
era
finanche
inginocchiato
... Ma ella non aveva voluto
sentir
nulla; aveva
preteso
che le
dessero
conto
e
soddisfazione
dell'
oltraggio
, e tanto aveva
insistito
, che alla
fine
uno dei quattro, che forse
era
stato
il meno
insolente
, s'
era
veduto
costretto
a
lasciare
il suo
biglietto
da
visita
.
- Eccolo qua! A te,
prendi
! Sei ancora in
maniche
di
camicia
? Che
aspetti
? Non ti
muovi
?
Memmo
Viola
aveva già
bell'
e
capito
che quello non
era
né il
caso
né il
momento
di
ragionare
e, senza neppur
dare
uno
sguardo
di
sfuggita
al
nome
stampato
in quel
biglietto
da
visita
,
ritornò
al
lavabo
dietro il
paraventino
.
- Che fai?
-
Finisco
di
lavarmi
.
- A chi
pensi
di
rivolgerti
? Non
andare
dal
Venanzi
,
sai
!
Gigi
Venanzi
non
accetta
; puoi star
sicuro
che non
accetta
.
Perderai
il
tempo
inutilmente
!
-
Permetti
? -
disse
Memmo
, che aveva già
riacquistato
tutta la sua
placidità
. - Il
tempo
,
cara
, me lo fai
perdere
tu,
adesso
.
Lasciami
lavare
, senza
tirarmi
a
discutere
. Non hai voluto
saper
d'
equivoci
.
Scuse
, non hai voluto
accettarne
. Hai voluto il
duello
: cioè, farmi
dare
una
sciabolata
.
Bene
, ti
servo
subito. Ma
lascia
ora
che
provveda
io a
garantire
, come
meglio
posso, la mia
pelle
.
Dici
che
Gigi
Venanzi
non
accetterà
? E come lo
sai
?
La
moglie
, un po'
sconcertata
alla
domanda
,
abbassò
gli
occhi
.
- Lo... lo
suppongo
...
- Ah, - fece
Memmo
,
asciugandosi
la
faccia
- lo
supponiii
...
Vedrai
che
accetterà
! Vuoi che si
tiri
indietro
per me,
giusto
per me, quando
presta
a tutti i suoi
uffici
cavallereschi
? Non
passa
un
mese
,
perdio
, che non si
trovi
in
mezzo
a due o tre
duelli
,
padrino
di
professione
! Ma sarebbe da
ridere
! Che
direbbe
la
gente
, che lo
sa
tanto
amico
mio, e tanto
pratico
di queste
cose
, se mi
rivolgessi
ad altri?
La
moglie
,
brancicando
la
borsetta
con le
dita
irrequiete
, dopo essersi un
tratto
morsicchiato
il
labbro
,
scattò
,
levandosi
in
piedi
.
- E io ti
dico
che non
accetterà
.
Memmo
scoprì
di tra lo
sparato
della
camicia
, nell'
infilarsela
, il
faccione
ridente
e
disse
,
fissando
acutamente
la
moglie
:
- Me ne
deve
dire
la
ragione
... E non può!
Dico
, non può averne,
via
!
Lasciami
,
lasciami
vestire
...
Vestito
,
domandò
con un certo
risolino
timido
:
-
Scusa
, hai
visto
per
caso
,
entrando
, se fuori della
porta
c'
era
il
fiaschetto
del
latte
?
S'
aspettava
un
nuovo
prorompimento
d'
ira
a quella
domanda
, e
insaccò
il
capo
nelle
spalle
e
levò
le
mani
in
atto
di
parare
:
-
Zitta
,
zitta
...
vado
,
corro
...
E
uscì
insieme
con la
moglie
, per
recarsi
in
casa
di
Gigi
Venanzi
.
Lo
trovò
fortunatamente
per
istrada
, a pochi
passi
dalla sua
abitazione
.
Scorgendogli
in
viso
un'
improvvisa
alterazione
di
rabbioso
dispetto
,
Memmo
Viola
comprese
che l'
amico
era
uscito
così presto di
casa
, perché si
aspettava
la sua
visita
. Gli si
parò
davanti,
sorridendo
e gli
disse
:
-
Cristina
mi
manda
da te.
Andiamo
sù
. La cosa è
grave
.
Gigi
Venanzi
gli
piantò
in
faccia
gli
occhi
torbidi
e gli
domandò
:
- Che
c'
è?
- Oh, non facciamo
storie
-
esclamò
Memmo
. - Ti
leggo
in
faccia
che lo
sai
. Dunque non mi far
parlare
. Sono
sfinito
;
casco
a
pezzi
. E' venuta a
svegliarmi
come una
furia
nel
meglio
del
sonno
, e non m'ha
dato
neanche il
tempo
di
prendere
un po' di
latte
e
caffè
.
Appena
risalito
in
casa
,
Gigi
Venanzi
si
voltò
come un
cane
idrofobo
a
Memmo
e gli
gridò
:
- Ma lo
sai
chi è
Miglioriti
?
Memmo
lo
guardò
balordamente
:
-
Miglioriti
? No... Che
c'
entra
Miglioriti
? Ah... è forse...
aspetta
! Non l'ho neanche
guardato
.
Ficcò
due
dita
nel
taschino
del
panciotto
e ne
trasse
, tutto
gualcito
, il
biglietto
da
visita
che gli aveva
dato
la
moglie
:
- Ah, già...
Miglioriti
-
disse
,
leggendo
. -
ALDO
MIGLIORITI
DEI
MARCHESI
DI
SAN
FILIPPO
. Il
nome
non m'
arriva
nuovo
... Chi è?
- Chi è? -
ripeté
col
sangue
agli
occhi
Gigi
Venanzi
. - La prima
lama
tra i
dilettanti
di
Roma
!
- Ah, sì? - fece
Memmo
Viola
. -
Tira
bene
? Di
spada
?
- Di
spada
e di
sciabola
!
- Mi fa
piacere
. Ma è
pure
un gran
mascalzone
,
va'
là
! Quello che ha
fatto
...
Gigi
Venanzi
gli
saltò
addosso
quasi con la stessa
furia
, con cui
poc'
anzi gli
era
saltata
addosso
la
moglie
.
- Ma se ha
domandato
scusa
! Ma se è
stato
un
equivoco
!
Memmo
Viola
, allora lo
guardò
,
ammiccando
con la
coda
dell'
occhio
,
timido
e
furbo
a un
tempo
, e
domandò
, quasi
fuor
fuori:
-
C'
eri?
Il
volto
di
Gigi
Venanzi
si
scompose
, come in uno
smarrimento
di
vertigine
: - Come? dove? -
balbettò
.
Memmo
Viola
, come se nulla
fosse
,
ritrasse
sorridendo
il suo
amico
dal
precipizio
, a cui con quella
lieve
, breve
domanda
s'
era
divertito
a
spingerlo
, e
riprese
:
- Ah... già... sì... tu hai
saputo
.
Era
anche
ubriaco
,
mezzo
ubriaco
, sì... Ma che vuoi farci?
Caro
mio,
Cristina
non vuole
scuse
! tanto ha
detto
, tanto ha
fatto
, che lo ha
costretto
a
lasciare
il suo
biglietto
da
visita
, in
presenza
di tanti
testimoni
.
Ora
bisogna che qualcuno lo
raccolga
, questo
biglietto
. Il
marito
sono io, e
tocca
a me. Ma da che ci siamo,
ohè
,
Gigi
, bisogna far le
cose
sul
serio
. L'
oltraggio
è
stato
grave
, e
gravi
debbono
essere
le
condizioni
.
Gigi
Venanzi
lo
guardò
stordito
; poi, in un
nuovo
impeto
di
rabbia
gli
gridò
:
- Ma se tu non
sai
neanche
tenere
la
spada
in
mano
!
- Alla
pistola
, -
disse
Memmo
placidamente
.
- Ma che
pistola
d'
Egitto
! - si
scrollò
Gigi
Venanzi
. - Quello
imbrocca
un
soldo
incastrato
in un
albero
a
venti
passi
di
distanza
!
- Ah sì? -
ripeté
Memmo
. - E allora, prima alla
pistola
, e poi alla
spada
. Me,
vedrai
che non m'
imbrocca
di certo.
Gigi
Venanzi
si
mise
ad
andare
sù
e
giù
,
sù
e
giù
per la
stanza
; poi facendo
animo
risoluto
:
-
Senti
,
Memmo
: io non posso
accettare
.
- Che? - fece subito
Memmo
,
afferrandogli
un
braccio
. - Non facciamo
scherzi
,
Gigi
, e non
perdiamo
tempo
! Tu non puoi
tirarti
indietro
, come non posso
tirarmi
indietro
io. Tu farai la tua
parte
, com'io faccio la mia.
Pensa
al
secondo
testimonio
, e
sbrìgati
.
- Ma vuoi che ti
porti
al
macello
? - gli
gridò
Gigi
Venanzi
al
colmo
dell'
esasperazione
.
-
Uh
, -
sorrise
Memmo
. - Non
esageriamo
... Del
resto
,
caro
mio, tutte
sciocchezze
.
Inutile
parlarne
!
Cristina
vuole
lavato
l'
oltraggio
, e non se n'
esce
.
Perderei
la
libertà
; e invece, con questa
occasione
, io me la voglio
guadagnare
intera
.
Vedrai
che ci
riuscirò
.
Va'
,
va'
;
pensa
a tutto, tu che te n'
intendi
. Io ti
aspetto
a
casa
. Sto
leggendo
un
bel
libro
sai
? su i
Massimi
Problemi
. Tu non ci hai mai
pensato
; ma il
problema
dell'
oltretomba
è
formidabile
,
Gigi
! No,
scusa
,
scusa
... perché...
senti
questo: l'
Essere
,
caro
mio, per
uscire
dalla sua
astrazione
e
determinarsi
ha
bisogno
dell'
Accadere
. E che vuol
dire
questo?
dammi
una
sigaretta
. Vuol
dire
che... -
grazie
- vuol
dire
che l'
Accadere
, poiché l'
Essere
è
eterno
, sarà
eterno
anch'esso.
Ora
un
accadere
eterno
, cioè senza
fine
, vuol
dire
anche senza UN
fine
,
capisci
? un
accadere
che non
conclude
, dunque, che non può
concludere
, che non
concluderà
mai nulla. E' una
bella
consolazione
.
Dammi
un
fiammifero
. Tutti i
dolori
, tutte le
fatiche
, tutte le
lotte
, le
imprese
, le
scoperte
, le
invenzioni
...
-
Sai
? -
disse
Gigi
Venanzi
, che non aveva
udito
nulla di tutta quella
tiritera
. - Forse
Nino
Spiga
...
- Ma sì,
Nino
Spiga
o un altro,
prendi
chi ti
pare
, - gli
rispose
Memmo
. - E per il
medico
,
sceglilo
tu,
caro
, di tua
fiducia
. Oh, se hai
bisogno
... E
accennò
di
prendere
il
portafogli
.
Gigi
Venanzi
gli
arrestò
la
mano
.
- Poi... poi...
- Perché ho
sentito
dire
, -
concluse
Memmo
- che per farsi
bucare
con tutte le
regole
cavalleresche
ci vogliono dei
bei
quattrini
.
Basta
, poi mi farai il
conto
.
Addio
, eh? Mi
trovi
in
casa
.
Lo
trovò
in
casa
, difatti,
Gigi
Venanzi
, quella
sera
, ma sotto un
aspetto
che non si sarebbe mai
immaginato
.
Memmo
Viola
litigava
con la
vecchia
serva
a cui
mancavano
tre
soldi
nel
conto
della
spesa
. E le
diceva
:
-
Cara
mia, se tu mi
metti
nel
conto
:
RUBATI
,
SOLDI
8, O
SOLDI
10, io
tiro
pacificamente
la
somma
, e non ne
parlo
più. Ma questi tre
soldi
, così, non te l'
abbono
. Vorrei
sapere
che
gusto
ci
provi
,
tentare
di
pigliare
in
giro
uno come me, che ha
capito
così
bene
il
giuoco
...
Parlo
bene
,
Gigi
?
Costernatissimo
,
esasperato
,
stanco
morto
,
Gigi
Venanzi
stava a
mirarlo
con tanto d'
occhi
. La
calma
di quell'
uomo
, alla
vigilia
di
battersi
alla
spada
,
nientemeno
che con
Aldo
Miglioriti
,
era
stupefacente
. E il suo
stupore
crebbe
, quando,
enunciategli
le
condizioni
gravissime
del
duello
,
volute
e
imposte
anche dal
Miglioriti
,
vide
che quella
calma
non s'
alterava
per niente.
- Hai
capito
? - gli
domandò
.
- Eh, - fece
Memmo
. - Come no?
Domattina
alle sette. Ho
capito
.
Va
benissimo
.
- Io sarò qui,
bada
, alle sei e un
quarto
.
Basterà
, -
avvertì
il
Venanzi
. - Con l'
automobile
si farà presto. Ho
preso
per
medico
Nofri
. Non
andar
tardi
a
letto
, e
procura
di
dormire
, eh?
-
Sta'
tranquillo
, -
disse
Memmo
. -
Dormirò
.
E
tenne
la
parola
. Alle sei e un
quarto
, quando venne
Gigi
Venanzi
a
bussare
alla
porta
,
dormiva
ancora
profondissimamente
.
Venanzi
bussò
, due, tre, quattro
volte
; alla
fine
Memmo
Viola
, nelle stesse
condizioni
in cui la
mattina
avanti
era
andato
ad
aprire
alla
moglie
, cioè in
camicia
e con le
brache
in
mano
, venne ad
aprire
all'
amico
.
Venanzi
, a quell'
apparizione
,
restò
di
sasso
.
- Ancora così?
Memmo
finse
una
grande
meraviglia
.
- E perché? - gli
domandò
.
- Ma come? -
inveì
Gigi
Venanzi
. - Tu ti
devi
battere
! Ci sono
giù
Spiga
e
Nofri
... Che
scherzo
è questo?
-
Scherzo
? Mi
devo
battere
? -
rispose
placidissimamente
Memmo
Viola
. - Ma
scherzerai
tu,
caro
! Io ti ho
detto
che a me
tocca
di far la
parte
mia, e a te la tua. Sono il
marito
e ho
sfidato
; ma quanto a
battermi
, abbi
pazienza
, non
tocca
più a me,
caro
Gigi
, da un
pezzo
:
tocca
a te... Siamo
giusti
!
Gigi
Venanzi
si
sentì
sprofondare
la
terra
sotto i
piedi
,
seccare
il
sangue
nelle
vene
;
vide
giallo
,
vide
rosso
;
afferrò
Memmo
per il
petto
, gli
scagliò
, gli
sputò
in
faccia
le
ingiurie
più
sanguinose
;
Memmo
lo
lasciò
fare,
ridendo
. Solo, a un certo
punto
, gli
disse
:
-
Bada
,
Gigi
, che non fai più a
tempo
, se
devi
trovarti
sul
terreno
alle sette. Ti
conviene
esser
puntuale
.
Dall'
alto
della
scala
, poi,
reggendosi
ancora le
brache
con la
mano
, gli
augurò
:
- In
bocca
al
lupo
,
caro
, in
bocca
al
lupo
!
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