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Luigi Pirandello
Scialle nero
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Scialle nero
III
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III
Il
fratello
fu
irremovibile
.
Ne' pochi
giorni
che
occorsero
per le
pubblicazioni
di
rito
, prima del
matrimonio
, s'
accanì
nello
scandalo
. Per
prevenir
le
beffe
che s'
aspettava
da tutti,
prese
ferocemente
il
partito
d'
andar
sbandendo
la sua
vergogna
, con
orribili
crudezze
di
linguaggio
.
Pareva
impazzito
; e tutti lo
commiseravano
.
Gli
toccò
, tuttavia, a
combattere
un
bel
po' col
mezzadro
, per farlo
condiscendere
alle
nozze
del
figliuolo
.
Quantunque d'
idee
larghe
, il
vecchio
,
dapprima
,
parve
cascasse
dalle
nuvole
: non voleva
creder
possibile
una cosa
simile
. Poi
disse
:
-
Vossignoria
non
dubiti
: me lo
pesterò
sotto i
piedi
;
sa
come? come si
pigia
l'
uva
. O
piuttosto
, facciamo così: glielo
consegno
,
legato
mani
e
piedi
; e
Vossignoria
si
prenderà
tutta quella
soddisfazione
che vuole. Il
nerbo
, per le
nerbate
, glielo
procuro
io, e glielo
tengo
prima
apposta
tre
giorni
in
molle
, perché
picchi
più
sodo
.
Quando però
comprese
che il
padrone
non
intendeva
questo, ma voleva altro, il
matrimonio
,
trasecolò
di
nuovo
:
- Come! Che dice,
Vossignoria
? Una
signorona
di quella fatta col
figlio
d'un
vile
zappaterra
?
E
oppose
un
reciso
rifiuto
.
- Mi
perdoni
. Ma la
signorina
aveva il
giudizio
e l'
età
;
conosceva
il
bene
e il
male
; non
doveva
far mai con mio
figlio
quello che fece.
Debbo
parlare
? Se lo
tirava
su in
casa
tutti i
giorni
.
Vossignoria
m'
intende
... Un
ragazzaccio
... A quell'
età
, non si
ragiona
, non si
bada
...
Ora
ci posso
perdere
così il
figlio
, che
Dio
sa
quanto mi
costa
? La
signorina
. Con
rispetto
parlando
, gli può esser
madre
...
Il
Bandi
dovette
promettere
la
cessione
in
dote
del
podere
e un
assegno
giornaliero
alla
sorella
.
Così il
matrimonio
fu
stabilito
; e, quando ebbe
luogo
, fu un
vero
avvenimento
per quella
cittaduzza
.
Parve
che tutti
provassero
un gran
piacere
nel far
pubblicamente
strazio
dell'
ammirazione
, del
rispetto
per tanti
anni
tributati
a quella
donna
; come se tra l'
ammirazione
e il
rispetto
, di cui non la
stimavano
più
degna
, e il
dileggio
, con cui
ora
la
accompagnavano
a quelle
nozze
vergognose
, non ci potesse esser
posto
per un po' di
commiserazione
.
La
commiserazione
era
tutta per il
fratello
; il quale, s'
intende
, non volle
prender
parte
alla
cerimonia
. Non vi
prese
parte
neanche il D'
Andrea
,
scusandosi
che
doveva
tener
compagnia
, in quel
triste
giorno
, al suo
povero
Giorgio
.
Un
vecchio
medico
della
città
, ch'
era
già
stato
di
casa
dei
genitori
d'
Eleonora
, e a cui il D'
Andrea
, venuto di
fresco
dagli
studii
, con tutti i
fumi
e le
sofisticherie
della
novissima
terapeutica
, aveva
tolto
gran
parte
della
clientela
, si
profferse
per
testimonio
e
condusse
con sé un altro
vecchio
, suo
amico
, per
secondo
testimonio
.
Con essi
Eleonora
si
recò
in
vettura
chiusa
al
Municipio
; poi in una
chiesetta
fuorimano
, per la
cerimonia
religiosa
.
In un'altra
vettura
era
lo
sposo
,
Gerlando
,
torbido
e
ingrugnato
, coi
genitori
.
Questi,
parati
a
festa
, stavano su di sé,
gonfi
e
serii
, perché, alla
fin
fine
, il
figlio
sposava
una
vera
signora
,
sorella
d'un
avvocato
, e gli
recava
in
dote
una
campagna
con una
magnifica
villa
, e
denari
per
giunta
.
Gerlando
, per
rendersi
degno
del
nuovo
stato
, avrebbe
seguitato
gli
studii
. Al
podere
avrebbe
atteso
lui, il
padre
, che se n'
intendeva
. La
sposa
era
un po'
anzianotta
? Tanto
meglio
! L'
erede
già
c'
era
per
via
. Per
legge
di
natura
ella sarebbe
morta
prima, e
Gerlando
allora sarebbe
rimasto
libero
e
ricco
.
Queste e
consimili
riflessioni
facevano anche, in una
terza
vettura
, i
testimonii
dello
sposo
,
contadini
amici
del
padre
, in
compagnia
di due
vecchi
zii
materni
. Gli altri
parenti
e
amici
dello
sposo
innumerevoli
,
attendevano
nella
villa
, tutti
parati
a
festa
, con gli
abiti
di
panno
turchino
, gli
uomini
; con le
mantelline
nuove
e i
fazzoletti
dai
colori
più
sgargianti
, le
donne
; giacché il
mezzadro
, d'
idee
larghe
, aveva
preparato
un
trattamento
proprio coi
fiocchi
.
Al
Municipio
,
Eleonora
, prima d'
entrare
nell'
aula
dello
Stato
civile
, fu
assalita
da una
convulsione
di
pianto
; lo
sposo
che si
teneva
discosto
, in
crocchio
coi
parenti
, fu
spinto
da questi ad
accorrere
; ma il
vecchio
medico
lo
pregò
di non farsi
scorgere
, di star
lontano
, per il
momento
.
Non ben
rimessa
ancora da quella
crisi
violenta
,
Eleonora
entrò
nell'
aula
; si
vide
accanto quel
ragazzo
, che l'
impaccio
e la
vergogna
rendevano
più
ispido
e
goffo
; ebbe un
impeto
di
ribellione
; fu per
gridare
: "No! No!" e lo
guardò
come per
spingerlo
a
gridar
così anche lui. Ma poco dopo
dissero
sì tutti e due, come
condannati
a una
pena
inevitabile
.
Sbrigata
in gran
fretta
l'altra
funzione
nella
chiesetta
solitaria
, il
triste
corteo
s'
avviò
alla
villa
.
Eleonora
non voleva
staccarsi
dai due
vecchi
amici
; ma le fu
forza
salire
in
vettura
con lo
sposo
e coi
suoceri
.
Strada
facendo, non fu
scambiata
una
parola
nella
vettura
.
Il
mezzadro
e la
moglie
parevano
sbigottiti
:
alzavano
di tanto in tanto gli
occhi
per
guardar
di
sfuggita
la
nuora
; poi si
scambiavano
uno
sguardo
e
riabbassavano
gli
occhi
. Lo
sposo
guardava
fuori, tutto
ristretto
in sé,
aggrottato
.
In
villa
, furono
accolti
con uno
strepitoso
sparo
di
mortaretti
e
grida
festose
e
battimani
. Ma l'
aspetto
e il
contegno
della
sposa
raggelarono
tutti i
convitati
, per quanto ella si
provasse
anche a
sorridere
a quella
buona
gente
, che
intendeva
farle
festa
a suo modo, come
usa
negli
sposalizi
.
Chiese
presto
licenza
di
ritirarsi
sola
; ma nella
camera
in cui aveva
dormito
durante la
villeggiatura
,
trovando
apparecchiato
il
letto
nuziale
, s'
arrestò
di
botto
, su la
soglia
: -
Lì
? con lui? No! Mai! Mai! - E,
presa
da
ribrezzo
,
scappò
in un'altra
camera
: vi si
chiuse
a
chiave
;
cadde
a
sedere
su una
seggiola
,
premendosi
forte
,
forte
, il
volto
con tutt'e due le
mani
.
Le
giungevano
, attraverso l'
uscio
, le
voci
, le
risa
dei
convitati
, che
aizzavano
di
là
Gerlando
,
lodandogli
, più che la
sposa
, il buon
parentado
che aveva
fatto
e la
bella
campagna
.
Gerlando
se ne stava
affacciato
al
balcone
e, per tutta
risposta
,
pieno
d'
onta
,
scrollava
di
tratto
in
tratto
le
poderose
spalle
.
Onta
sì,
provava
onta
d'esser
marito
a quel modo, di quella
signora
: ecco! E tutta la
colpa
era
del
padre
, il quale, per quella
maledetta
fissazione
della
scuola
, lo aveva
fatto
trattare
al modo d'un
ragazzaccio
stupido
e
inetto
dalla
signorina
, venuta in
villeggiatura
,
abilitandola
a certi
scherzi
che lo avevano
ferito
. Ed ecco, intanto, quel che n'
era
venuto. Il
padre
non
pensava
che alla
bella
campagna
. Ma lui, come avrebbe
vissuto
d'
ora
in poi, con quella
donna
che gl'
incuteva
tanta
soggezione
, e che certo gliene voleva per la
vergogna
e il
disonore
? Come avrebbe
ardito
d'
alzar
gli
occhi
in
faccia
a lei? E, per
giunta
, il
padre
pretendeva
ch'egli
seguitasse
a
frequentar
la
scuola
!
Figurarsi
la
baja
che gli avrebbero
data
i
compagni
! Aveva
venti
anni
più di lui, la
moglie
, e
pareva
una
montagna
,
pareva
...
Mentre
Gerlando
si
travagliava
con queste
riflessioni
, il
padre
e la
madre
attendevano
a gli
ultimi
preparativi
del
pranzo
. Finalmente l'uno e l'altra
entrarono
trionfanti
nella
sala
, dove già la
mensa
era
apparecchiata
. Il
servizio
da
tavola
era
stato
fornito
per l'
avvenimento
da un
trattore
della
città
che aveva anche
inviato
un
cuoco
e due
camerieri
per
servire
il
pranzo
.
Il
mezzadro
venne a
trovar
Gerlando
al
balcone
e gli
disse
:
-
Va'
ad
avvertire
tua
moglie
che a
momenti
sarà
pronto
.
- Non ci
vado
,
gnornò
! -
grugnì
Gerlando
,
pestando
un
piede
. -
Andateci
voi.
-
Spetta
a te,
somarone
! - gli
gridò
il
padre
. - Tu sei il
marito
:
va'
!
-
Grazie
tante...
Gnornò
! non ci
vado
! -
ripeté
Gerlando
,
cocciuto
,
schermendosi
.
Allora il
padre
,
irato
, lo
tirò
per il
bavero
della
giacca
e gli
diede
uno
spintone
.
- Ti
vergogni
,
bestione
? Ti ci sei
messo
, prima? E
ora
ti
vergogni
?
Va'
! È tua
moglie
!
I
convitati
accorsero
a
metter
pace
, a
persuadere
Gerlando
a
andare
.
- Che
male
c'
è? Le
dirai
che venga a
prendere
un
boccone
...
- Ma se non
so
neppure come
debba
chiamarla
! -
gridò
Gerlando
,
esasperato
.
Alcuni
convitati
scoppiarono
a
ridere
, altri furono
pronti
a
trattenere
il
mezzadro
che s'
era
lanciato
per
schiaffeggiare
il
figlio
imbecille
che gli
guastava
così la
festa
preparata
con tanta
solennità
e tanta
spesa
.
- La
chiamerai
col suo
nome
di
battesimo
, - gli
diceva
intanto,
piano
e
persuasiva
, la
madre
. - Come si
chiama
?
Eleonora
, è
vero
? e tu
chiamala
Eleonora
. Non è tua
moglie
?
Va'
,
figlio
mio,
va'
... E, così
dicendo
, lo
avviò
alla
camera
nuziale
.
Gerlando
andò
a
picchiare
all'
uscio
.
Picchiò
una prima
volta
,
piano
.
Attese
.
Silenzio
. Come le avrebbe
detto
?
Doveva
proprio
darle
del tu, così alla prima? Ah,
maledetto
impiccio
! E perché, intanto, ella non
rispondeva
? Forse non aveva
inteso
.
Ripicchiò
più
forte
.
Attese
.
Silenzio
.
Allora, tutto
impacciato
, si
provò
a
chiamare
a
bassa
voce
, come gli aveva
suggerito
la
madre
. Ma gli venne fuori un
Eneolora
così
ridicolo
, che subito, come per
cancellarlo
,
chiamò
forte
,
franco
:
-
Eleonora
!
Intese
alla
fine
la
voce
di lei che
domandava
dietro l'
uscio
di un'altra
stanza
:
- Chi è?
S'
appressò
a quell'
uscio
, col
sangue
tutto
rimescolato
.
- Io, -
disse
- io
Ger.
..
Gerlando
... È
pronto
.
- Non posso, -
rispose
lei. -
Fate
senza di me.
Gerlando
tornò
in
sala
,
sollevato
da un gran
peso
.
- Non viene! Dice che non viene! Non può venire!
-
Viva
il
bestione
! -
esclamò
allora il
padre
, che non lo
chiamava
altrimenti. - Le hai
detto
ch'
era
in
tavola
? E perché non l'hai
forzata
a venire?
La
moglie
s'
interpose
: fece
intendere
al
marito
che sarebbe
stato
meglio
. forse,
lasciare
in
pace
la
sposa
, per quel
giorno
. I
convitati
approvarono
.
- L'
emozione
... il
disagio
... si
sa
!
Ma il
mezzadro
che s'
era
inteso
di
dimostrare
alla
nuora
che, all'
occorrenza
,
sapeva
far l'
obbligo
suo,
rimase
imbronciato
e
ordinò
con
mala
grazia
che il
pranzo
fosse
servito
.
C'
era
il
desiderio
dei
piatti
fini
, ch'
ora
sarebbero venuti in
tavola
, ma
c'
era
anche in tutti quei
convitati
una
seria
costernazione
per tutto quel
superfluo
che
vedevano
luccicar
sulla
tovaglia
nuova
, che li
abbagliava
: quattro
bicchieri
di
diversa
forma
e
forchette
e
forchettine
,
coltelli
e
coltellini
, e certi
pennini
, poi, dentro gl'
involtini
di
cartavelina
.
Seduti
ben
discosti
dalla
tavola
,
sudavano
anche per i
grevi
abiti
di
panno
della
festa
, e si
guardavano
nelle
facce
dure
,
arsicce
,
svisate
dall'
insolita
pulizia
; e non
osavano
alzar
le
grosse
mani
sformate
dai
lavori
della
campagna
per
prendere
quelle
forchette
d'
argento
(la
piccola
o la
grande
?) e quei
coltelli
, sotto gli
occhi
dei
camerieri
che,
girando
coi
serviti
, con quei
guanti
di
filo
bianco
incutevano
loro una
terribile
soggezione
.
Il
mezzadro
, intanto,
mangiando
,
guardava
il
figlio
e
scrollava
il
capo
, col
volto
atteggiato
di
derisoria
commiserazione
:
-
Guardatelo
,
guardatelo
! -
borbottava
tra sé. - Che
figura
ci fa,
lì
solo,
spajato
, a
capo
tavola
? Come potrà la
sposa
aver
considerazione
per uno
scimmione
così
fatto
? Ha
ragione
, ha
ragione
di
vergognarsi
di lui. Ah, se
fossi
stato
io al
posto
suo!
Finito
il
pranzo
fra la
musoneria
generale
, i
convitati
, con una
scusa
o con un'altra,
andarono
via
.
Era
già quasi
sera
.
- E
ora
? -
disse
il
padre
a
Gerlando
, quando i due
camerieri
finirono
di
sparecchiar
la
tavola
, e tutto nella
villa
ritornò
tranquillo
. - Che farai,
ora
? Te la
sbroglierai
tu!
E
ordinò
alla
moglie
di
seguirlo
nella
casa
colonica
, ove
abitavano
, poco
discosto
dalla
villa
.
Rimasto
solo,
Gerlando
si
guardò
attorno
,
aggrondato
, non
sapendo
che fare.
Sentì
nel
silenzio
la
presenza
di quella che se ne stava
chiusa
di
là
. Forse, or
ora
, non
sentendo
più alcun
rumore
, sarebbe
uscita
dalla
stanza
. Che avrebbe
dovuto
far lui, allora?
Ah, come
volentieri
se ne sarebbe
scappato
a
dormire
nella
casa
colonica
, presso la
madre
, o anche
giù
all'
aperto
. Sotto un
albero
,
magari
!
E se lei intanto s'
aspettava
d'esser
chiamata
? Se,
rassegnata
alla
condanna
che aveva voluto
infliggerle
il
fratello
, si
riteneva
in
potere
di lui, suo
marito
, e
aspettava
che egli la... sì, la
invitasse
a...
Tese
l'
orecchio
. Ma no: tutto
era
silenzio
. Forse s'
era
già
addormentata
.
Era
già
bujo
. Il
lume
della
luna
entrava
, per il
balcone
aperto
, nella
sala
.
Senza
pensar
d'
accendere
il
lume
,
Gerlando
prese
una
seggiola
e si
recò
a
sedere
al
balcone
, che
guardava
tutt'intorno, dall'
alto
, l'
aperta
campagna
declinante
al
mare
laggiù
in
fondo
,
lontano
.
Nella
notte
chiara
splendevano
limpide
le
stelle
maggiori; la
luna
accendeva
sul
mare
una
fervida
fascia
d'
argento
; dai
vasti
piani
gialli
di
stoppia
si
levava
tremulo
il
canto
dei
grilli
, come un
fitto
,
continuo
scampanellio
. A un
tratto
, un
assiolo
, da presso,
emise
un
chiù
languido
,
accorante
; da
lontano
un altro gli
rispose
, come un'
eco
, e tutti e due
seguitarono
per un
pezzo
a
singultar
così, nella
chiara
notte
.
Con un
braccio
appoggiato
alla
ringhiera
del
balcone
, egli allora,
istintivamente
, per
sottrarsi
all'
oppressione
di quell'
incertezza
smaniosa
,
fermò
l'
udito
a quei due
chiù
che si
rispondevano
nel
silenzio
incantato
dalla
luna
; poi,
scorgendo
laggiù
in
fondo
un
tratto
del
muro
che
cingeva
tutt'intorno il
podere
,
pensò
che
ora
tutta quella
terra
era
sua; suoi quegli
alberi
:
olivi
,
mandorli
,
carrubi
,
fichi
,
gelsi
; sua quella
vigna
.
Aveva ben
ragione
d'esserne
contento
il
padre
, che d'
ora
in poi non sarebbe
stato
più
soggetto
a nessuno.
Alla
fin
fine
, non
era
tanto
stramba
l'
idea
di fargli
seguitare
gli
studii
.
Meglio
lì
,
meglio
a
scuola
, che qua tutto il
giorno
, in
compagnia
della
moglie
. A
tenere
a
posto
quei
compagni
che avessero voluto
ridere
alle sue
spalle
, ci avrebbe
pensato
lui.
Era
un
signore
,
ormai
, e non gl'
importava
più se lo
cacciavano
via
dalla
scuola
. Ma questo non sarebbe
accaduto
. Anzi egli si
proponeva
di
studiare
d'
ora
innanzi con
impegno
, per
potere
un
giorno
, tra breve,
figurare
tra i "
galantuomini
" del
paese
, senza più
sentirne
soggezione
, e
parlare
e
trattare
con loro, da
pari
a
pari
. Gli
bastavano
altri quattro
anni
di
scuola
per aver la
licenza
dell'
Istituto
tecnico
: e poi,
perito
agronomo
o
ragioniere
. Suo
cognato
allora, il
signor
avvocato
, che
pareva
avesse
buttato
là
, ai
cani
, la
sorella
, avrebbe
dovuto
fargli tanto di
cappello
.
Sissignori
. E allora egli avrebbe avuto tutto il
diritto
di
dirgli
: "Che mi hai
dato
? A me, quella
vecchia
? Io ho
studiato
, ho una
professione
da
signore
e potevo
aspirare
a una
bella
giovine
,
ricca
e di
buoni
natali
come lei!".
Così
pensando
, s'
addormentò
con la
fronte
sul
braccio
appoggiato
alla
ringhiera
.
I due
chiù
seguitavano
, l'uno qua presso, l'altro
lontano
; il loro
alterno
lamentio
voluttuoso
; la
notte
chiara
pareva
facesse
tremolar
su la
terra
il suo
velo
di
luna
sonoro
di
grilli
, e
arrivava
ora
da
lontano
, come un'
oscura
rampogna
, il
borboglio
profondo
del
mare
.
A
notte
avanzata
,
Eleonora
apparve
, come un'
ombra
, su la
soglia
del
balcone
.
Non s'
aspettava
di
trovarvi
il
giovine
addormentato
. Ne
provò
pena
e
timore
insieme
.
Rimase
un
pezzo
a
pensare
se le
convenisse
svegliarlo
per
dirgli
quanto aveva tra sé
stabilito
e
toglierlo
di
lì
; ma, sul
punto
di
scuoterlo
, di
chiamarlo
per
nome
,
sentì
mancarsi
l'
animo
e si
ritrasse
pian
piano
, come un'
ombra
, nella
camera
dond
'
era
uscita
.
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