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Luigi Pirandello
Scialle nero
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Scialle nero
IV
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IV
L'
intesa
fu
facile
.
Eleonora
, la
mattina
dopo,
parlò
maternamente
a
Gerlando
: lo
lasciò
padrone
di tutto,
libero
di fare quel che gli sarebbe
piaciuto
, come se tra loro non ci
fosse
alcun
vincolo
. Per sé
domandò
solo d'esser
lasciata
lì
, da
canto
, in quella
cameretta
,
insieme
con la
vecchia
serva
di
casa
, che l'aveva
vista
nascere
.
Gerlando
, che a
notte
inoltrata
s'
era
tratto
dal
balcone
tutto
indurito
dall'
umido
a
dormire
sul
divano
della
sala
da
pranzo
,
ora
, così
sorpreso
nel
sonno
, con una gran
voglia
di
stropicciarsi
gli
occhi
coi
pugni
,
aprendo
la
bocca
per lo
sforzo
d'
aggrottar
le
ciglia
, perché voleva
mostrare
non tanto di
capire
, quanto d'esser
convinto
,
disse
a tutto di sì, di sì, col
capo
. Ma il
padre
e la
madre
, quando
seppero
di quel
patto
,
montarono
su tutte le
furie
, e
invano
Gerlando
si
provò
a far
intender
loro che gli
conveniva
così, che anzi ne
era
più che
contento
.
Per
quietare
in certo qual modo il
padre
,
dovette
promettere
formalmente
che, ai
primi
d'
ottobre
, sarebbe
ritornato
a
scuola
. Ma, per
ripicco
, la
madre
gl'
impose
di
scegliersi
la
camera
più
bella
per
dormire
, la
camera
più
bella
per
studiare
, la
camera
più
bella
per
mangiare
... tutte le
camere
più
belle
!
- E
comanda
tu, a
bacchetta
,
sai
! Se no, vengo io a farti
ubbidire
e
rispettare
.
Giurò
infine
che non avrebbe mai più
rivolto
la
parola
a quella
smorfiosa
che le
disprezzava
così il
figlio
, un così
bel
pezzo
di
giovanotto
, che colei non
era
neanco
degna
di
guardare
.
Da quel
giorno
stesso,
Gerlando
si
mise
a
studiare
, a
riprendere
la
preparazione
interrotta
per gli
esami
di
riparazione
.
Era
già
tardi
,
veramente
: aveva appena
ventiquattro
giorni
innanzi a sé; ma, chi
sa
!
mettendoci
un po' d'
impegno
, forse sarebbe
riuscito
a
prendere
finalmente quella
licenza
tecnica
, per cui si
torturava
da tre
anni
.
Scosso
lo
sbalordimento
angoscioso
dei
primi
giorni
,
Eleonora
, per
consiglio
della
vecchia
serva
, si
diede
a
preparare
il
corredino
per il
nascituro
.
Non ci aveva
pensato
, e ne
pianse
.
Gesa
, la
vecchia
serva
, la
ajutò
, la
guidò
in quel
lavoro
, per cui
era
inesperta
: le
diede
la
misura
per le
prime
camicine
, per le
prime
cuffiette
... Ah, la
sorte
le
serbava
questa
consolazione
, e lei non ci aveva ancora
pensato
; avrebbe avuto un
piccino
, una
piccina
a cui
attendere
, a cui
consacrarsi
tutta! Ma
Dio
doveva
farle la
grazia
di
mandarle
un
maschietto
.
Era
già
vecchia
, sarebbe
morta
presto, e come avrebbe
lasciato
a quel
padre
una
femminuccia
, a cui lei avrebbe
ispirato
i suoi
pensieri
, i suoi
sentimenti
? Un
maschietto
avrebbe
sofferto
meno di quella
condizione
d'
esistenza
, in cui fra poco la
mala
sorte
lo avrebbe
messo
.
Angosciata
da questi
pensieri
,
stanca
del
lavoro
, per
distrarsi
,
prendeva
in
mano
uno di quei
libri
che l'altra
volta
s'
era
fatti
spedire
dal
fratello
, e si
metteva
a
leggere
. Ogni tanto,
accennando
col
capo
,
domandava
alla
serva
:
- Che fa?
Gesa
si
stringeva
nelle
spalle
,
sporgeva
il
labbro
. poi
rispondeva
:
-
Uhm
! Sta con la
testa
sul
libro
.
Dorme
?
Pensa
? Chi
sa
!
Pensava
,
Gerlando
:
pensava
che,
tirate
le
somme
, non
era
molto
allegra
la sua
vita
.
Ecco qua: aveva il
podere
, ed
era
come se non lo avesse; la
moglie
, e come se non l'avesse; in
guerra
coi
parenti
;
arrabbiato
con se stesso, che non
riusciva
a
ritener
nulla, nulla, nulla di quanto
studiava
.
E in quell'
ozio
smanioso
, intanto, si
sentiva
dentro come un
fermento
d'
acri
desiderii
; fra gli altri, quello della
moglie
, perché gli s'
era
negata
. Non
era
più
desiderabile
, è
vero
, quella
donna
. Ma... che
patto
era
quello? Egli
era
il
marito
, e
doveva
dirlo
lui, se mai.
Si
alzava
;
usciva
dalla
stanza
;
passava
innanzi all'
uscio
della
camera
di lei; ma subito,
intravedendola
,
sentiva
cadersi
ogni
proposito
di
ribellione
.
Sbuffava
e, tanto per non
riconoscere
che sul
punto
gliene
mancava
l'
animo
,
diceva
a se stesso che non ne
valeva
la
pena
.
Uno di quei
giorni
, finalmente
tornò
dalla
città
sconfitto
,
bocciato
,
bocciato
ancora una
volta
agli
esami
di
licenza
tecnica
. E
ora
basta
!
basta
davvero
! Non voleva più
saperne
!
Prese
libri
,
quaderni
,
disegni
,
squadre
,
astucci
,
matite
e li
portò
giù
, innanzi alla
villa
per farne un
falò
. Il
padre
accorse
per
impedirglielo
; ma
Gerlando
,
imbestialito
, si
ribellò
:
-
Lasciatemi
fare! Sono il
padrone
!
Sopravvenne
la
madre
;
accorsero
anche alcuni
contadini
che
lavoravano
nella
campagna
. Una
fumicaja
prima
rada
, poi a
mano
a
mano
più
densa
si
sprigionò
, tra le
grida
degli
astanti
, da quel
mucchio
di
carte
; poi un
bagliore
; poi
crepitò
la
fiamma
e si
levò
. Alle
grida
, si fecero al
balcone
Eleonora
e la
serva
.
Gerlando
,
livido
e
gonfio
come un
tacchino
,
scagliava
alle
fiamme
,
scamiciato
,
furibondo
, gli
ultimi
libri
che
teneva
sotto il
braccio
, gli
strumenti
della sua
lunga
inutile
tortura
.
Eleonora
si
tenne
a
stento
di
ridere
, a quello
spettacolo
, e si
ritrasse
in
fretta
dal
balcone
. Ma la
suocera
se ne
accorse
e
disse
al
figlio
:
- Ci
prova
gusto
,
sai
? la
signora
; la fai
ridere
.
-
Piangerà
! -
gridò
allora
Gerlando
,
minaccioso
,
levando
il
capo
verso il
balcone
.
Eleonora
intese
la
minaccia
e
impallidì
:
comprese
che la
stanca
e
mesta
quiete
, di cui aveva
goduto
finora
,
era
finita
per lei.
Nient
'altro che un
momento
di
tregua
le aveva
concesso
la
sorte
. Ma che poteva voler da lei quel
bruto
? Ella
era
già
esausta
: un altro
colpo
, anche
lieve
, l'avrebbe
atterrata
.
Poco dopo, si
vide
innanzi
Gerlando
,
fosco
e
ansante
.
- Si
cangia
vita
da
oggi
! - le
annunziò
. - Mi son
seccato
. Mi
metto
a fare il
contadino
, come mio
padre
; e dunque tu
smetterai
di far la
signora
costà
.
Via
,
via
tutta
codesta
biancheria
! Chi
nascerà
sarà
contadino
anche lui, e dunque senza tanti
lisci
e tante
gale
.
Licenzia
la
serva
: farai tu da
mangiare
e
baderai
alla
casa
, come fa mia
madre
.
Inteso
?
Eleonora
si
levò
,
pallida
e
vibrante
di
sdegno
:
- Tua
madre
è tua
madre
, - gli
disse
,
guardandolo
fieramente
negli
occhi
. - Io sono io, e non posso
diventare
con te,
villano
,
villana
.
- Mia
moglie
sei! -
gridò
allora
Gerlando
,
appressandosi
violento
e
afferrandola
per un
braccio
. - E farai ciò che voglio io; qua
comando
io,
capisci
?
Poi si
volse
alla
vecchia
serva
e le
indicò
l'
uscio
:
-
Via
! Voi
andate
subito
via
! Non voglio
serve
per la
casa
!
- Vengo con te,
Gesa
! -
gridò
Eleonora
cercando
di
svincolare
il
braccio
che egli le
teneva
ancora
afferrato
.
Ma
Gerlando
non glielo
lasciò
; glielo
strinse
più
forte
; la
costrinse
a
sedere
.
- No! Qua! Tu
rimani
qua, alla
catena
, con me! Io per te mi son
prese
le
beffe
:
ora
basta
! Vieni
via
,
esci
da
codesto
tuo
covo
. Non voglio star più solo a
piangere
la mia
pena
. Fuori! Fuori!
E la
spinse
fuori della
camera
.
- E che hai tu
pianto
finora
? - gli
disse
lei con le
lagrime
a gli
occhi
. - Che ho
preteso
, io da te?
- Che hai
preteso
? Di non aver
molestie
, di non aver
contatto
con me, quasi che io
fossi
... che non
meritassi
confidenza
da te,
matrona
! E m'hai
fatto
servire
a
tavola
da una
salariata
, mentre
toccava
a te a
servirmi
, di tutto
punto
, come fanno le
mogli
.
- Ma che n'hai da fare tu, di me? - gli
domandò
,
avvilita
,
Eleonora
. - Ti
servirò
, se vuoi, con le mie
mani
, d'
ora
in poi.
Va
bene
?
Ruppe
, così
dicendo
, in
singhiozzi
, poi
sentì
mancarsi
le
gambe
e s'
abbandonò
.
Gerlando
,
smarrito
,
confuso
, la
sostenne
insieme
con
Gesa
, e tutt'e due la
adagiarono
su una
seggiola
.
Verso
sera
,
improvvisamente
, fu
presa
dalle
doglie
.
Gerlando
,
pentito
,
spaventato
,
corse
a
chiamar
la
madre
: un
garzone
fu
spedito
in
città
per una
levatrice
; mentre il
mezzadro
,
vedendo
già in
pericolo
il
podere
, se la
nuora
abortiva
,
bistrattava
il
figlio
:
-
Bestione
,
bestione
, che hai
fatto
? E se ti
muore
.
adesso
? Se non hai più
figli
? Sei in
mezzo
a una
strada
! Che farai? Hai
lasciato
la
scuola
e non
sai
neppur
tenere
la
zappa
in
mano
. Sei
rovinato
!
- Che me ne
importa
? -
gridò
Gerlando
. - Purché non abbia nulla lei!
Sopravvenne
la
madre
, con le
braccia
per
aria
:
- Un
medico
! Ci vuole subito un
medico
! La
vedo
male
!
- Che ha? -
domandò
Gerlando
,
allibito
.
Ma il
padre
lo
spinse
fuori:
-
Corri
!
Corri
!
Per
via
,
Gerlando
, tutto
tremante
, s'
avvilì
, si
mise
a
piangere
,
sforzandosi
tuttavia di
correre
. A
mezza
strada
s'
imbatté
nella
levatrice
che veniva in
vettura
col
garzone
.
-
Caccia
!
caccia
! -
gridò
. -
Vado
pel
medico
,
muore
!
Inciampò
,
stramazzò
; tutto
impolverato
,
riprese
a
correre
,
disperatamente
,
addentandosi
la
mano
che s'
era
scorticata
.
Quando
tornò
col
medico
alla
villa
,
Eleonora
stava per
morire
,
dissanguata
.
-
Assassino
!
assassino
! -
nicchiava
Gesa
,
attendendo
alla
padrona
. - Lui è
stato
! Ha
osato
di
metterle
le
mani
addosso
.
Eleonora
però
negava
col
capo
. Si
sentiva
a
mano
a
mano
, col
sangue
,
mancar
la
vita
, a
mano
a
mano
le
forze
raffievolendo
scemare
;
era
già
fredda
... Ebbene: non si
doleva
di
morire
;
era
pur
dolce
così la
morte
, un gran
sollievo
, dopo le
atroci
sofferenze
. E, col
volto
come di
cera
,
guardando
il
soffitto
,
aspettava
che gli
occhi
le si
chiudessero
da sé,
pian
piano
, per sempre. Già non
distingueva
più nulla. Come in
sogno
rivide
il
vecchio
medico
che le aveva
fatto
da
testimonio
; e gli
sorrise
.
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