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Luigi Pirandello
Scialle nero
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Scialle nero
V
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V
Gerlando
non si
staccò
dalla
sponda
del
letto
, né
giorno
né
notte
, per tutto il
tempo
che
Eleonora
vi
giacque
tra la
vita
e la
morte
.
Quando finalmente dal
letto
poté esser
messa
a
sedere
sul
seggiolone
,
parve
un'altra
donna
:
diafana
, quasi
esangue
. Si
vide
innanzi
Gerlando
, che
sembrava
uscito
anch'esso da una
mortale
malattia
, e
premurosi
attorno
i
parenti
di lui. Li
guardava
coi
begli
occhi
neri
ingranditi
e
dolenti
nella
pallida
magrezza
, e le
pareva
che
ormai
nessuna
relazione
esistesse
più tra essi e lei, come se ella
fosse
or
ora
tornata
,
nuova
e
diversa
, da un
luogo
remoto
, dove ogni
vincolo
fosse
stato
infranto
, non con essi
soltanto
, ma con tutta la
vita
di prima.
Respirava
con
pena
; a ogni
menomo
rumore
il
cuore
le
balzava
in
petto
e le
batteva
con
tumultuosa
repenza
; una
stanchezza
greve
la
opprimeva
.
Allora, col
capo
abbandonato
su la
spalliera
del
seggiolone
, gli
occhi
chiusi
, si
rammaricava
dentro di sé di non esser
morta
. Che stava più a farci,
lì
? perché ancora quella
condanna
per gli
occhi
di
veder
quei
visi
attorno
e quelle
cose
, da cui gli si
sentiva
tanto, tanto
lontana
? Perché quel
ravvicinamento
con le
apparenze
opprimenti
e
nauseanti
della
vita
passata
,
ravvicinamento
che talvolta le
pareva
diventasse
più
brusco
, come se qualcuno la
spingesse
di dietro, per
costringerla
a
vedere
, a
sentir
la
presenza
, la
realtà
viva
e
spirante
della
vita
odiosa
, che più non le
apparteneva
?
Credeva
fermamente
che non si sarebbe
rialzata
mai più da quel
seggiolone
;
credeva
che da un
momento
all'altro sarebbe
morta
di
crepacuore
. E no, invece; dopo alcuni
giorni
, poté
levarsi
in
piedi
,
muovere
,
sorretta
, qualche
passo
per la
camera
; poi, col
tempo
, anche
scendere
la
scala
e
recarsi
all'
aperto
, a
braccio
di
Gerlando
e della
serva
.
Prese
infine
l'
abitudine
di
recarsi
sul
tramonto
fino
all'
orlo
del
ciglione
che
limitava
a
mezzogiorno
il
podere
.
S'
apriva
di
là
la
magnifica
vista
della
piaggia
sottostante
all'
altipiano
,
fino
al
mare
laggiù
. Vi si
recò
i
primi
giorni
accompagnata
, al
solito
, da
Gerlando
e da
Gesa
; poi, senza
Gerlando
;
infine
,
sola
.
Seduta
su un
masso
, all'
ombra
d'un
olivo
centenario
,
guardava
tutta la
riviera
lontana
che s'
incurvava
appena, a
lievi
lunate
, a
lievi
seni
,
frastagliandosi
sul
mare
che
cangiava
secondo
lo
spirare
dei
venti
;
vedeva
il
sole
ora
come un
disco
di
fuoco
affogarsi
lentamente
tra le
brume
muffose
sedenti
sul
mare
tutto
grigio
, a
ponente
,
ora
calare
in
trionfo
su le onde
infiammate
, tra una
pompa
meravigliosa
di
nuvole
accese
;
vedeva
nell'
umido
cielo
crepuscolare
sgorgar
liquida
e
calma
la
luce
di
Giove
,
avvivarsi
appena la
luna
diafana
e
lieve
;
beveva
con gli
occhi
la
mesta
dolcezza
della
sera
imminente
, e
respirava
,
beata
,
sentendosi
penetrare
fino
in
fondo
all'
anima
il
fresco
, la
quiete
, come un
conforto
sovrumano
.
Intanto, di
là
, nella
casa
colonica
, il
vecchio
mezzadro
e la
moglie
riprendevano
a
congiurare
a
danno
di lei,
istigando
il
figliuolo
a
provvedere
a' suoi
casi
.
- Perché la
lasci
sola
? -
badava
a
dirgli
il
padre
. - Non t'
accorgi
che lei,
ora
, dopo la
malattia
, t'è
grata
dell'
affezione
che le hai
dimostrata
? Non la
lasciare
un
momento
,
cerca
d'
entrarle
sempre più nel
cuore
; e poi... e poi
ottieni
che la
serva
non si
corichi
più nella stessa
camera
con lei.
Ora
lei sta
bene
e non ne ha più
bisogno
, la
notte
.
Gerlando
,
irritato
, si
scrollava
tutto, a questi
suggerimenti
.
- Ma neanche per
sogno
! Ma se non le
passa
più neanche per il
capo
che io possa... Ma che! Mi
tratta
come un
figliuolo
... Bisogna
sentire
che
discorsi
mi fa! Si
sente
già
vecchia
,
passata
e
finita
per questo
mondo
. Che!
-
Vecchia
? -
interloquiva
la
madre
. - Certo, non è più una
bambina
; ma
vecchia
neppure; e tu...
- Ti
levano
la
terra
! -
incalzava
il
padre
. - Te l'ho già
detto
: sei
rovinato
, in
mezzo
a una
strada
. Senza
figli
,
morta
la
moglie
, la
dote
torna
ai
parenti
di lei. E tu avrai
fatto
questo
bel
guadagno
; avrai
perduto
la
scuola
e tutto questo
tempo
, così, senza nessuna
soddisfazione
... Neanche un
pugno
di
mosche
!
Pensaci
,
pensaci
a
tempo
: già troppo ne hai
perduto
... Che
speri
?
- Con le
buone
, -
riprendeva
,
manierosa
, la
madre
. - Tu
devi
andarci
con le
buone
, e
magari
dirglielo
: "
Vedi
? che n'ho avuto io, di te? t'ho
rispettato
, come tu hai voluto; ma
ora
pensa
un po' a me, tu: come
resto
io? che farò, se tu mi
lasci
così?". Alla
fin
fine
,
santo
Dio
, non
deve
andare
alla
guerra
!
- E puoi
soggiungere
, -
tornava
a
incalzare
il
padre
. - puoi
soggiungere
: "Vuoi far
contento
tuo
fratello
che t'ha
trattata
così? farmi
cacciar
via
di qua come un
cane
, da lui?". È la
santa
verità
, questa,
bada
! Come un
cane
sarai
cacciato
, a
pedate
, e io e tua
madre
,
poveri
vecchi
, con te.
Gerlando
non
rispondeva
nulla. Ai
consigli
della
madre
provava
quasi un
sollievo
, ma
irritante
, come una
vellicazione
; le
previsioni
del
padre
gli
movevano
la
bile
, lo
accendevano
d'
ira
. Che fare?
Vedeva
la
difficoltà
dell'
impresa
e ne
vedeva
pure
la
necessità
impellente
.
Bisognava
a ogni modo
tentare
.
Eleonora
,
adesso
,
sedeva
a
tavola
con lui. Una
sera
, a
cena
,
vedendolo
con gli
occhi
fissi
su la
tovaglia
,
pensieroso
, gli
domandò
:
- Non
mangi
? che hai?
Quantunque da alcuni
giorni
egli s'
aspettasse
questa
domanda
provocata
dal suo stesso
contegno
, non
seppe
sul
punto
rispondere
come aveva
deliberato
, e fece un
gesto
vago
con la
mano
.
- Che hai? -
insistette
Eleonora
.
- Nulla, -
rispose
,
impacciato
,
Gerlando
. - Mio
padre
, al
solito
...
-
Daccapo
con la
scuola
? -
domandò
lei
sorridendo
, per
spingerlo
a
parlare
.
- No:
peggio
, -
diss
'egli. - Mi
pone
... mi
pone
davanti tante
ombre
, m'
affligge
col... col
pensiero
del mio
avvenire
, poiché lui è
vecchio
, dice, e io così, senza né
arte
né
parte
: finché ci sei tu,
bene
; ma poi... poi, niente, dice...
-
Di'
a tuo
padre
, -
rispose
allora, con
gravità
,
Eleonora
,
socchiudendo
gli
occhi
, quasi per non
vedere
il
rossore
di lui, -
di'
a tuo
padre
che non se ne
dia
pensiero
. Ho
provveduto
io a tutto,
digli
, e che stia dunque
tranquillo
. Anzi, giacché siamo a questo
discorso
,
senti
: se io venissi a
mancare
d'un
tratto
- siamo della
vita
e della
morte
- nel
secondo
cassetto
del
canterano
, nella mia
camera
,
troverai
in una
busta
gialla
una
carta
per te.
- Una
carta
? -
ripeté
Gerlando
, non
sapendo
che
dire
,
confuso
di
vergogna
.
Eleonora
accennò
di sì col
capo
, e
soggiunse
:
- Non te ne
curare
.
Sollevato
e
contento
,
Gerlando
, la
mattina
dopo,
riferì
ai
genitori
quanto gli aveva
detto
Eleonora
; ma quelli, specialmente il
padre
, non ne furono per nulla
soddisfatti
.
-
Carta
?
Imbrogli
!
Che poteva
essere
quella
carta
? Il
testamento
: la
donazione
cioè del
podere
al
marito
. E se non
era
fatta in
regola
e con tutte le
forme
? Il
sospetto
era
facile
,
atteso
che si
trattava
della
scrittura
privata
d'una
donna
, senza l'
assistenza
d'un
notajo
. E poi, non si
doveva
aver da fare col
cognato
,
domani
,
uomo
di
legge
,
imbroglione
?
-
Processi
,
figlio
mio?
Dio
te ne
scampi
e
liberi
! La
giustizia
non è per i
poverelli
. E quello
là
, per la
rabbia
, sarà
capace
di farti
bianco
il
nero
e
nero
il
bianco
.
E
inoltre
, quella
carta
,
c'
era
davvero
,
là
, nel
cassetto
del
canterano
? O glie l'aveva
detto
per non esser
molestata
?
- Tu l'hai
veduta
? No. E allora? Ma,
ammesso
che te la
faccia
vedere
, che ne
capisci
tu? che ne
capiamo
noi? Mentre con un
figliuolo
...
là
! Non ti
lasciare
infinocchiare
: da'
ascolto
a noi!
Carne
!
carne
! che
carta
!
Così un
giorno
Eleonora
, mentre se ne stava sotto a quell'
olivo
sul
ciglione
, si
vide
all'
improvviso
accanto
Gerlando
, venuto
furtivamente
.
Era
tutta
avvolta
in un
ampio
scialle
nero
.
Sentiva
freddo
, quantunque il
febbrajo
fosse
così
mite
, che già
pareva
primavera
. La
vasta
piaggia
, sotto,
era
tutta
verde
di
biade
; il
mare
, in
fondo
,
placidissimo
,
riteneva
insieme
col
cielo
una
tinta
rosea
un po'
sbiadita
, ma
soavissima
, e le
campagne
in
ombra
parevano
smaltate
.
Stanca
di
mirare
, nel
silenzio
, quella
meravigliosa
armonia
di
colori
,
Eleonora
aveva
appoggiato
il
capo
al
tronco
dell'
olivo
. Dallo
scialle
nero
tirato
sul
capo
si
scopriva
soltanto
il
volto
, che
pareva
anche più
pallido
.
- Che fai? - le
domandò
Gerlando
. - Mi
sembri
una
Madonna
Addolorata
.
-
Guardavo
... - gli
rispose
lei, con un
sospiro
,
socchiudendo
gli
occhi
.
Ma lui
riprese
:
- Se
vedessi
come... come stai
bene
così, con
codesto
scialle
nero
...
-
Bene
? -
disse
Eleonora
,
sorridendo
mestamente
. -
Sento
freddo
!
- No,
dico
,
bene
di... di... di
figura
, -
spiegò
egli,
balbettando
, e
sedette
per
terra
accanto al
masso
.
Eleonora
, col
capo
appoggiato
al
tronco
,
richiuse
gli
occhi
,
sorrise
per non
piangere
,
assalita
dal
rimpianto
della sua
gioventù
perduta
così
miseramente
. A
diciott
'
anni
, sì,
era
stata pur
bella
, tanto!
A un
tratto
, mentre se ne stava così
assorta
, s'
intese
scuotere
leggermente
.
-
Dammi
una
mano
, - le
chiese
egli da
terra
,
guardandola
con
occhi
lustri
.
Ella
comprese
; ma
finse
di non
comprendere
.
- La
mano
? Perché? - gli
domandò
. - Io non posso
tirarti
su: non ho più
forza
, neanche per me... È già
sera
,
andiamo
.
E si
alzò
.
- Non
dicevo
per
tirarmi
su, -
spiegò
di
nuovo
Gerlando
, da
terra
. -
Restiamo
qua, al
bujo
; è tanto
bello
...
Così
dicendo
, fu
lesto
ad
abbracciarle
i
ginocchi
,
sorridendo
nervosamente
, con le
labbra
aride
.
- No! -
gridò
lei. - Sei
pazzo
?
Lasciami
!
Per non
cadere
, s'
appoggiò
con le
braccia
a gli
omeri
di lui e lo
respinse
indietro
. Ma lo
scialle
, a quell'
atto
, si
svolse
, e, com'ella se ne stava
curva
su lui
sorto
in
ginocchio
, lo
avvolse
, lo
nascose
dentro.
- No: ti voglio! ti voglio! -
diss
'egli, allora, com'
ebbro
,
stringendola
vieppiù
con un
braccio
, mentre con l'altro le
cercava
, più su, la
vita
,
avvolto
nell'
odore
del
corpo
di lei.
Ma ella, con uno
sforzo
supremo
,
riuscì
a
svincolarsi
;
corse
fino
all'
orlo
del
ciglione
; si
voltò
;
gridò
:
- Mi
butto
!
In quella, se lo
vide
addosso
,
violento
; si
piegò
indietro
,
precipitò
giù
dal
ciglione
.
Egli si
rattenne
a
stento
,
allibito
,
urlando
, con le
braccia
levate
.
Udì
un
tonfo
terribile
,
giù
.
Sporse
il
capo
. Un
mucchio
di
vesti
nere
, tra il
verde
della
piaggia
sottostante
. E lo
scialle
, che s'
era
aperto
al
vento
,
andava
a
cadere
mollemente
, così
aperto
, più in
là
.
Con le
mani
tra i
capelli
, si
voltò
a
guardare
verso la
casa
campestre
; ma fu
colpito
negli
occhi
improvvisamente
dall'
ampia
faccia
pallida
della
Luna
sorta
appena dal
folto
degli
olivi
lassù
; e
rimase
atterrito
a
mirarla
, come se quella dal
cielo
avesse
veduto
e lo
accusasse
.
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