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Luigi Pirandello
Scialle nero
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Il "fumo"
VI
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VI
La
casa
di
Dima
Chiarenza
sorgeva
su la
piazza
principale
del
paese
.
Era
una
casa
antica
, a due
piani
,
annerita
dal
tempo
, innanzi alla quale
solevano
fermarsi
con le loro
macchinette
fotografiche
i
forestieri
,
inglesi
e
tedeschi
che si
recavano
a
veder
le
zolfare
,
destando
una certa
meraviglia
mista
di
dileggio
o di
commiserazione
negli
abitanti
del
paese
, per i quali quella
casa
non
era
altro che una
cupa
decrepita
stamberga
, che
guastava
l'
armonia
della
piazza
, col
palazzo
comunale
di
fronte
,
stuccato
e
lucido
, che
pareva
di
marmo
, e
maestoso
anche, con quel
loggiato
a otto
colonne
; la
Matrice
di qua, il
Palazzo
della
Banca
Commerciale
di
là
, che aveva a
pianterreno
uno
splendido
Caffè
da una
parte
, dall'altra il
Circolo
di
Compagnia
.
Il
Municipio
,
secondo
i
soci
di questo
Circolo
, avrebbe
dovuto
provvedere
a quello
sconcio
,
obbligando
il
Chiarenza
a
dare
almeno un
intonaco
decente
alla sua
casa
. Avrebbe
fatto
bene
anche a lui,
dicevano
: gli si sarebbe forse
schiarita
un po' la
faccia
che, da quando
era
entrato
in quella
casa
, gli
era
diventata
dello stesso
colore
. - Però -
soggiungevano
- volendo esser
giusti
,
gliel
'aveva
recata
in
dote
la
moglie
, quella
casa
, ed egli,
proferendo
il sì
sacramentale
, s'
era
forse
obbligato
a
rispettare
la
doppia
antichità
.
Don
Mattia
Scala
e
Saro
Trigona
trovarono
nella
vasta
anticamera
quasi
buja
una
ventina
di
contadini
,
vestiti
tutti, su per
giù
, allo stesso modo, con un
greve
abito
di
panno
turchino
scuro
;
scarponi
di
cuojo
grezzo
imbullettati
, ai
piedi
; in
capo
, una
berretta
nera
a
calza
con la
nappina
in
punta
: alcuni
portavano
gli
orecchini
; tutti, essendo
domenica
,
rasi
di
fresco
.
-
Annunziami
, -
disse
il
Trigona
al
servo
che se ne stava
seduto
presso la
porta
, innanzi a un
tavolinetto
, il cui
piano
era
tutto
segnato
di
cifre
e di
nomi
.
- Abbiano
pazienza
un
momento
, -
rispose
il
servo
, che
guardava
stupito
lo
Scala
,
conoscendo
l'
antica
inimicizia
di lui per il suo
padrone
. -
C'
è dentro
don
Tino
Làbiso
.
- Anche lui?
Disgraziato
! -
borbottò
don
Mattia
,
guardando
i
contadini
in
attesa
,
stupiti
come il
servo
della
presenza
di lui in quella
casa
.
Poco dopo, dall'
espressione
dei loro
volti
lo
Scala
poté
facilmente
argomentare
chi fra essi veniva a
saldare
il suo
debito
, chi
recava
soltanto
una
parte
della
somma
tolta
in
prestito
e aveva già negli
occhi
la
preghiera
che avrebbe
rivolta
all'
usurajo
perché avesse
pazienza
per il
resto
fino
al
mese
venturo
; chi non
portava
nulla e
pareva
schiacciato
sotto la
minaccia
della
fame
, perché il
Chiarenza
lo avrebbe senza
misericordia
spogliato
di tutto e
buttato
in
mezzo
a una
strada
.
A un
tratto
, l'
uscio
del
banco
s'
aprì
, e
Tino
Làbiso
, col
volto
infocato
, quasi
paonazzo
, con gli
occhi
lustri
, come se avesse
pianto
,
scappò
via
senza
veder
nessuno,
tenendo
in
mano
il suo
pezzolone
a
dadi
rossi
e
neri
: l'
emblema
della sua
sfortunata
prudenza
.
Lo
Scala
e il
Trigona
entrarono
nella
sala
del
banco
.
Era
anch'essa quasi
buja
, con una
sola
finestra
ferrata
, che
dava
su un
angusto
vicoletto
. Di
pieno
giorno
, il
Chiarenza
doveva
tenere
su la
scrivania
il
lume
acceso
,
riparato
da un
mantino
verde
.
Seduto
su un
vecchio
seggiolone
di
cuojo
innanzi alla
scrivania
, il cui
palchetto
a
casellario
era
pieno
zeppo
di
carte
, il
Chiarenza
teneva
su le
spalle
uno
scialletto
, in
capo
una
papalina
, e un
pajo
di
mezzi
guanti
di
lana
alle
mani
orribilmente
deformate
dall'
artritide
. Quantunque non avesse ancora
quarant'
anni
, ne
mostrava
più di
cinquanta
, la
faccia
gialla
,
itterica
, i
capelli
grigi
,
fitti
,
aridi
che gli si
allungavano
come a un
malato
su le
tempie
. Aveva, in quel
momento
, gli
occhiali
a
staffa
rialzati
su la
fronte
stretta
,
rugosa
, e
guardava
innanzi a sé con gli
occhi
torbidi
, quasi
spenti
sotto le
grosse
palpebre
gravi
.
Evidentemente
, si
sforzava
di
dominare
l'
interna
agitazione
e di
apparir
calmo
di
fronte
allo
Scala
.
La
coscienza
della propria
infamità
, non gl'
ispirava
ora
che
odio
,
odio
cupo
e
duro
, contro tutti e
segnatamente
contro il suo
antico
benefattore
, sua prima
vittima
. Non
sapeva
ancora che cosa lo
Scala
volesse da lui; ma
era
risoluto
a non
concedergli
nulla, per non
apparire
pentito
d'una
colpa
ch'egli aveva sempre
sdegnosamente
negata
,
rappresentando
lo
Scala
come un
pazzo
.
Questi, che da
anni
e
anni
non lo aveva più
riveduto
, neanche da
lontano
,
rimase
dapprima
stupito
, a
mirarlo
. Non lo avrebbe
riconosciuto
,
ridotto
in quello
stato
, se lo avesse
incontrato
per
via
.
"Il
castigo
di
Dio
"
pensò
; e
aggrottò
le
ciglia
,
comprendendo
subito che, così
ridotto
, quell'
uomo
doveva
credere
d'aver già
scontato
il
delitto
e di non
dovergli
più, perciò, nessuna
riparazione
.
Dima
Chiarenza
, con gli
occhi
bassi
, si
pose
una
mano
dietro le
reni
per
tirarsi
su,
pian
piano
, dal
seggiolone
di
cuojo
, col
volto
atteggiato
di
spasimo
; ma
Saro
Trigona
lo
costrinse
a
rimaner
seduto
e, subito, col suo
solito
opprimente
garbuglio
di
frasi
,
cominciò
a
esporre
lo
scopo
della
visita
: egli,
vendendo
la
campagna
ereditata
dal
cugino
al
caro
don
Mattia
lì
presente
, avrebbe
pagato
, subito,
dodici
mila
lire
, a
scomputo
del suo
debito
, al
carissimo
don
Dima
, il quale, dal
canto
suo,
doveva
obbligarsi
di non
muovere
nessuna
azione
giudiziaria
contro l'
eredità
Lo
Cìcero
,
aspettando
...
-
Piano
,
piano
,
figliuolo
, - lo
interruppe
a questo
punto
il
Chiarenza
,
riponendosi
gli
occhiali
sul
naso
. - Già l'ho
mossa
oggi
stesso,
protestando
le
cambiali
a
firma
di vostro
cugino
,
scadute
da un
pezzo
. Le
mani
avanti!
- E il mio
denaro
? -
scattò
allora lo
Scala
. - Il
fondo
del Lo
Cìcero
non
valeva
più di
diciotto
mila
lire
; ma
ora
io ce ne ho
spese
più di sei mila; dunque, facendolo
stimare
onestamente
, tu non potresti averlo per meno di
ventiquattro
mila.
-
Bene
-
rispose
,
calmissimo
, il
Chiarenza
. - Siccome il
Trigona
me ne
deve
venticinque
mila, vuol
dire
che io,
prendendomi
il
podere
, vengo a
perdercene
mille, oltre gl'
interessi
.
- Dunque...
venticinque
? -
esclamò
allora
don
Mattia
,
rivolto
al
Trigona
, con gli
occhi
sbarrati
.
Questi si
agitò
su la
seggiola
, come su un
arnese
di
tortura
,
balbettando
:
- Ma...
co
... come?
- Ecco,
figlio
mio: ve lo faccio
vedere
, -
rispose
senza
scomporsi
il
Chiarenza
,
ponendosi
di
nuovo
la
mano
dietro le
reni
e
tirandosi
su con
pena
. - Ci sono i
registri
.
Parlano
chiaro
.
-
Lascia
stare i
registri
! -
gridò
lo
Scala
, facendosi avanti. - Qua
ora
si
tratta
de' miei
denari
: quelli
spesi
da me nel
podere
...
- E che ne
so
io? - fece il
Chiarenza
,
stringendosi
nelle
spalle
e
chiudendo
gli
occhi
. - Chi ve li ha
fatti
spendere
?
Don
Mattia
Scala
ripeté
, su le
furie
, al
Chiarenza
il suo
accordo
col Lo
Cìcero
.
-
Male
, -
soggiunse
,
richiudendo
gli
occhi
, il
Chiarenza
, per la
pena
che gli
costava
la
calma
che voleva
dimostrare
; ma quasi non
tirava
più
fiato
. -
Male
.
Vedo
che voi, al
solito
, non
sapete
trattare
gli
affari
.
- E me lo
rinfacci
tu? -
gridò
lo
Scala
, - tu!
- Non
rinfaccio
nulla; ma,
santo
Dio
, avreste
dovuto
almeno
sapere
, prima di
spendere
codesti
denari
che voi
dite
, che il Lo
Cìcero
non poteva più
vendere
a nessuno il
podere
, perché aveva
firmato
a me tante
cambiali
per un
valore
che
sorpassava
quello del
podere
stesso.
- E così, -
riprese
lo
Scala
- tu ti
approfitterai
anche del mio
denaro
?
- Non mi
approfitto
di nulla, io, -
rispose
,
pronto
, il
Chiarenza
. - Mi
pare
di
avervi
dimostrato
che, anche
secondo
la
stima
che voi
fate
della
terra
, io vengo a
perderci
più di mille
lire
.
Saro
Trigona
cercò
d'
interporsi
, facendo
balenare
al
Chiarenza
le
dodici
mila
lire
contanti
che
don
Mattia
aveva nel
portafogli
.
- Il
denaro
è
denaro
!
- E
vola
! -
aggiunse
subito il
Chiarenza
. - Il
meglio
impiego
del
denaro
oggi
è su
terre
,
sappiatelo
,
caro
mio. Le
cambiali
,
armi
da
guerra
, a
doppio
taglio
: la
rendita
sale
e
scende
; la
terra
, invece, è
là
, che non si
muove
.
Don
Mattia
ne
convenne
e,
cangiando
tono
e
maniera
,
parlò
al
Chiarenza
del suo lungo
amore
per quella
campagna
contigua
,
soggiungendo
che non avrebbe
saputo
acconciarsi
mai a
vedersela
tolta
, dopo tanti
stenti
durati
per essa. Si
contentasse
, dunque, il
Chiarenza
, per il
momento
, del
denaro
ch'egli aveva con sé; avrebbe avuto il
resto
,
fino
all'
ultimo
centesimo
, da lui, non più dal
Trigona
,
tenendo
anche
ferma
la
stima
di
ventiquattro
mila
lire
, come se quelle sei mila lui non ce le avesse
spese
, e anche
fino
al
saldo
delle
venticinque
mila, se voleva, cioè dell'
intero
debito
del
Trigona
.
- Che posso
dirti
di più?
Dima
Chiarenza
ascoltò
, con gli
occhi
chiusi
,
impassibile
, il
discorso
appassionato
dello
Scala
. Poi gli
disse
,
assumendo
anche lui un altro
tono
, più
funebre
e più
grave
:
-
Sentite
,
don
Mattia
.
Vedo
che vi sta molto a
cuore
quella
terra
, e
volentieri
ve la
lascerei
, per farvi
piacere
, se non mi
trovassi
in queste
condizioni
di
salute
.
Vedete
come sto? I
medici
mi hanno
consigliato
riposo
e
aria
di
campagna
...
- Ah! -
esclamò
lo
Scala
fremente
. - Te ne
verresti
là
, dunque, accanto a me?
- Per altro, -
riprese
il
Chiarenza
- voi
ora
non mi
dareste
neanche la
metà
di quanto io
debbo
avere. Chi
sa
dunque
fino
a quando
dovrei
aspettare
per esser
pagato
; mentre
ora
, con un
lieve
sacrificio
,
prendendomi
quella
terra
, posso
riavere
subito il mio e
provvedere
alla mia
salute
. Voglio
lasciar
tutto in
regola
, io, ai miei
eredi
.
- Non
dir
così! -
proruppe
lo
Scala
,
indignato
e
furente
. - Tu
pensi
agli
eredi
? Non hai
figli
, tu!
Pensi
ai
nipoti
?
Giusto
ora
? Non ci hai mai
pensato
.
Di'
franco
: Voglio
nuocerti
, come t'ho sempre
nociuto
! Ah non t'è
bastato
d'avermi
distrutta
la
casa
, d'avermi quasi
uccisa
la
moglie
e
messo
in
fuga
per
disperazione
l'
unico
figlio
, non t'è
bastato
d'avermi
ridotto
là
,
misero
, in
ricompensa
del
bene
ricevuto
; anche la
terra
ora
vuoi
levarmi
, la
terra
dove io ho
buttato
il
sangue
mio? Ma perché, perché così
feroce
contro di me? Che t'ho
fatto
io? Non ho nemmeno
fiatato
dopo il tuo
tradimento
da
Giuda
: avevo da
pensare
alla
moglie
che mi
moriva
per
causa
tua, al
figlio
scomparso
per
causa
tua:
prove
,
prove
materiali
del
furto
non ne avevo, per
mandarti
in
galera
; e dunque,
zitto
; me ne sono
andato
là
, in quei tre
palmi
di
terra
; mentre qua tutto il
paese
, a una
voce
, t'
accusava
, ti
gridava
:
Ladro
!
Giuda
! Non io, non io! Ma
Dio
c'
è,
sai
? e t'ha
punito
:
guarda
le tue
mani
ladre
come sono
ridotte
... Te le
nascondi
? Sei
morto
! sei
morto
! e ti
ostini
ancora a farmi del
male
? Oh ma,
sai
? questa
volta
, no: tu non ci
arrivi
! Io t'ho
detto
i
sacrificii
che sarei
disposto
a fare per quella
terra
. Alle
corte
, dunque,
rispondi
: - Vuoi
lasciarmela
?
- No! -
gridò
,
pronto
,
rabbiosamente
, il
Chiarenza
,
torvo
,
stravolto
.
- E allora, né io né tu!
E lo
Scala
s'
avviò
per
uscire
.
- Che farete? -
domandò
il
Chiarenza
,
rimanendo
seduto
e
aprendo
le
labbra
a un
ghigno
squallido
.
Lo
Scala
si
voltò
,
alzò
la
mano
a un
violento
gesto
di
minaccia
e
rispose
,
guardandolo
fieramente
negli
occhi
:
- Ti
brucio
!
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